sabato 25 marzo 2023

Gli anziani sono irascibili e intolleranti

 

E’ vero, lo confermo, succede anche a me. Per il momento, fortunatamente, mi capita soltanto in un caso, quando cioè sento pronunciare la parola “diritti”. Parola che mi evoca all’istante una reazione violenta che mi sorprende perché in fondo io sono sempre stato una persona mite e paziente.

E oggi che sento parlare dei “diritti” dei bambini delle coppie omosessuali (senza entrare nello specifico dell’argomento perché non è questo cio’ che voglio discutere qui), succede purtroppo molto spesso.

Mi chiedo e vi chiedo con quale faccia ci sono persone che oggi si riempiono la bocca di questa parola quando hanno permesso che:


  • si segregassero i bambini nelle loro case

  • si impedisse loro di incontrarsi con gli amici

  • si vietasse loro qualsiasi attività sportiva che stavano precedentemente praticando

  • si chiudessero le aree giochi nei parchi e nei giardini

  • si rendessero inaccessibili i reparti dei supermercati dove si vendevano i giocattoli (sadismo puro riferibile soltanto a persone che, con tutta evidenza, odiano i bambini)

  • si chiudessero le scuole per un periodo interminabile

  • si imponesse loro di indossare una mascherina dai 6 anni di età

  • si imponesse loro un isolamento di 10 o 14 giorni se un compagno di classe risultava positivo al tampone

  • si proibisse loro di parlare con i compagni quando consumavano la merenda a scuola

  • si vietasse la condivisione di penne e quaderni

  • si trasmettesse loro il senso di colpa perché uccidevano i loro nonni

e poi, successivamente, dai 12 anni di età:


  • si imponesse loro l’obbligo di vaccinarsi, o in alternativa di tamponarsi ogni 48 ore, per poter di nuovo fare attività sportiva e per poter salire su un autobus, un treno o un aereo


Evito qui di elencare le motivazioni che mi vengono alla mente qualora cominciassi a parlare anche dei “diritti” degli adulti, perché il mio post diventerebbe lunghissimo e vi annoierei.

Spero solo che non mi capiti di sentire questi discorsi da qualcuno in mia presenza perché davvero non so come reagirei!

Noi anziani, come ho ricordato all’inizio, siamo difficili da sopportare e qualche volta possiamo anche diventare pericolosi!





venerdì 24 marzo 2023

A qualcuno interessa realmente qualcosa della sorte del popolo ucraino

 


Io, che nutro seri dubbi in proposito fin dall’inizio della vicenda, credo di averne avuto la conferma da una recente notizia: la fornitura di munizioni all’uranio impoverito ai militari ucraini da parte dell’Inghilterra.
Vi ricordate, dopo la guerra in Bosnia, come il mondo dell’informazione denuncio’ all’unisono gli effetti deleteri e dimostrati di questo tipo di equipaggiamento sui nostri militari che in gran numero si ammalarono di tumore e molti morirono? Osservate qualche critica e/o obiezione nei media di oggi?
Dicono che questo tipo di munizioni sia più efficace nel produrre danni. Resta pero’ da stabilire se siano maggiori i danni inflitti al nemico nell’immediato o quelli patiti nel tempo dagli utilizzatori. Molto probabilmente è di gran lunga più veritiera la seconda ipotesi.
Devo dire che la notizia, oltre a indignarmi, mi ha anche profondamente stupito perché pensavo che, considerato che il nesso causale è chiaro (ci sono già oltre 50 richieste di risarcimento decise da vari tribunali italiani e credo altrettante, se non di più, anche nelle altre nazioni dei “volenterosi”), la fabbricazione di questo tipo di munizioni fosse stata interrotta. Mi ha anche stupito quando sono andato a cercare l’eventuale letteratura scientifica sull’argomento e non ho trovato nulla a livello mondiale. Il nesso “scientificamente provato” non esiste, come d’altronde non esiste quello su gli effetti avversi dei vaccini. Nessuno ha mai pensato di indagare. Strano, no?
Dunque, rispetto alla domanda iniziale, ne pongo altre:
• L’interesse reale, fin dall’inizio, è stato quello di proteggere l’Ucraina o piuttosto di sconfiggere la Russia, costi quello che costi (evidentemente solo agli “altri”, dal punto di vista “fisico”)?
• La morte di tanti civili, inevitabile in ogni guerra e già sperimentata anche nelle “guerre giuste” iniziate dal democratico occidente per la “difesa della libertà” in tanti luoghi del mondo, importa veramente a qualcuno?
• Forse che, fino a quando la guerra non tocca fattivamente la nostra popolazione civile (e gli Stati Uniti, ad esempio non l’hanno mai sperimentata sul loro territorio), siamo tutti bravi ad ergerci a “difensori della libertà”?
• E, domanda finale da 1000 punti, avremmo potuto evitare questa guerra se avessimo veramente voluto?

giovedì 23 marzo 2023

Buon compleanno Covid! La banalità del male!

 Propongo la traduzione integrale del post odierno apparso su HART


Hannah Arendt è famosa per i suoi scritti sulla banalità del male. La sua osservazione di base è che atrocità come quelle viste nella Seconda Guerra Mondiale sono potute accadere proprio perché le persone comuni sono diventate - attraverso un'obbedienza inconsapevole e un'incapacità individuale di pensare - ruote di una macchina grottesca. "Come è potuto accadere?" o "Non avrei mai preso parte a questo!" sono pensieri comuni quando si leggono eventi storici di questo tipo.

E poi è arrivato il 2020. L'era di Covid. L'era delle politiche e dei diktat che hanno portato ottuagenari fragili ad essere isolati per mesi senza visite da parte dei propri cari, a deperire rapidamente fisicamente e mentalmente e a morire da soli. I bambini sono stati isolati dalla vita, colpevolizzati e intimoriti perché credessero di essere soltanto vettori di malattie che possono "uccidere la nonna". Un'idea, potremmo aggiungere, che è stata concepita e diffusa da "esperti" psicologi comportamentali. Poi c'è stato il lancio di massa di un farmaco sperimentale senza alcun profilo di sicurezza a lungo termine, i cui risultati diventeranno indubbiamente più terrificanti a ogni nuovo rilascio di dati scomodi. Dati a cui i media tradizionali non prestano alcuna attenzione, sapendo che un pubblico tormentato e maltrattato vuole per lo più dimenticare e passare oltre.

Proprio come Hannah Arendt insisteva sulla necessità di documentare la banalità del male dopo la Seconda Guerra Mondiale, è importante che lo facciamo anche ora. Per quanto forte sia il desiderio di distogliere lo sguardo e di volgersi verso il sole del futuro, dovremmo esaminare in modo rigoroso ciò che è accaduto negli ultimi 3 anni, e allora sicuramente sperimenteremo l'unica reazione appropriata: lo shock e l'orrore. E poi, dopo che lo shock e l'orrore si saranno placati, dovremo mettere in atto meccanismi che impediscano che questo accada di nuovo.

La domanda è: come possiamo farlo, se tante cose palesemente false sono ancora ritenute verità diffuse, radicate nella coscienza pubblica? Finché non si ammette che le varie politiche erano immorali e sbagliate (in qualsiasi circostanza), come possiamo iniziare a rimediare e andare avanti?

Dato il loro ruolo centrale nella promulgazione delle varie menzogne dell'era Covid, è ironico che la BBC abbia pubblicato nel 2016 un articolo dello psicologo Tom Stafford con il seguente sottotitolo:

'La ripetizione fa sembrare un fatto più vero, indipendentemente dal fatto che lo sia o meno'. Capire questo effetto può aiutare a non cadere nella propaganda".

Stafford prosegue dicendo che:

Parte della difesa contro l'illusione è l'obbligo che ci impone di smettere di ripetere le falsità. Viviamo in un mondo in cui i fatti contano, e dovrebbero contare. Se ripetete le cose senza preoccuparvi di verificare se sono vere, contribuite a creare un mondo in cui è più facile confondere la menzogna con la verità. Quindi, per favore, pensate prima di ripetere".

Ben detto Tom.

Molte politiche di Covid erano semplicemente sbagliate. Sbagliate nei fatti, ma soprattutto sbagliate dal punto di vista etico e morale. È sorprendente che molte di queste aberrazioni in materia di diritti umani vengano attuate ancora oggi, a distanza di circa 3 anni, nelle case di cura e negli ospedali di tutto il Paese.

Buon compleanno covid! I miti medici che avete lasciato prosperare non mostrano alcun segno di appassire - e tanto meno di morire - nonostante una massa crescente di dati che dimostrano che quasi tutto ciò che è stato fatto in nome della salute pubblica era nel migliore dei casi inutile e, nel peggiore, profondamente e profondamente dannoso.

In molte case di cura accade ancora che se un residente si reca in ospedale per qualsiasi motivo, una volta tornato a casa sua viene sottoposto a 10 giorni di isolamento, senza poter ricevere visite. Perché? Non lo facevamo nel 2019, quindi perché mai lo facciamo ancora adesso? È crudele e disumano e qualsiasi istituzione o membro del personale che accetti ancora di mettere in atto questo teatro morboso ha perso di vista l'umanità di base. Dire "è una politica" non significa che tutto vada bene.

Una rete di bugie sulla salute pubblica è stata raccontata così frequentemente, con un dissenso così efficacemente censurato, che la realtà è stata permanentemente distorta. In ambito sanitario, i diritti umani di base non sono più considerati una priorità. Siamo una specie sociale e quando siamo in ospedale, nel momento di massima vulnerabilità, anche all'inizio e alla fine della nostra vita, abbiamo bisogno di avere intorno a noi le persone che amiamo. Abbiamo bisogno di vedere i volti di chi ci cura per costruire un rapporto di fiducia e per poter comunicare chiaramente. Abbiamo bisogno di sapere che i medici hanno a cuore l'interesse del singolo paziente che hanno davanti, senza pensare al cosiddetto Bene Comune. Il limite è stato spinto così tante volte che ora ci troviamo in un nuovo paradigma molto pericoloso.

Quindi, piuttosto che guardare la società dissolversi in un abisso immorale, in cui l'assistenza centrata sul paziente è un ricordo tenue e lontano, dobbiamo continuare a sottolineare fatti e verità, a prescindere da quanto sia diventato normale l'esatto contrario.

  • L'isolamento sociale forzato dei cittadini è sempre moralmente ed eticamente sbagliato;

  • Le procedure mediche forzate sono sempre moralmente ed eticamente sbagliate;

  • La manipolazione psicologica delle popolazioni senza il loro consenso è moralmente ed eticamente sbagliata;

  • Le politiche governative che calpestano i diritti costituzionali fondamentali (ad esempio, il diritto al lavoro, la libertà di movimento, la libertà di parola) sono moralmente ed eticamente sbagliate;

  • le politiche governative volte ad aumentare la paura sono moralmente ed eticamente sbagliate.

Non lasciate che qualcuno vi convinca che questi principi fondamentali siano negoziabili. Non lo sono. Se permettiamo che si instauri una "nuova normalità", le generazioni future non sapranno cosa significa essere veramente liberi.

Una buona regola è: lo avrei fatto nel 2019? Se la risposta è no, forse è il caso di smettere di farlo.

Riflessioni sulla “Democrazia”


 

Al giorno d’oggi i “maîtres à penser” ufficiali non fanno passare giorno senza ricordarci la differenza tra i paesi nei quali la democrazia è tutelata (l’occidente, compresa l’Italia) e quelli nei quali è soppressa (Russia, Cina, Iran, ecc.).

Che in quei paesi si viva molto male non c’è ombra di dubbio ed è certo che se là qualcuno osa fare qualche critica al regime, il minimo che gli capita è di andare in galera.

Ma siamo certi che da noi la “democrazia”, cioè la forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, sia compiutamente esercitata?

Dal punto di vista formale è certamente cosi’, perché nessuno potrebbe mettere in dubbio che le elezioni da noi non siano libere.

Dal punto di vista sostanziale, pero’, io qualche perplessità ce l’ho.

Per essere veramente libero, io credo che sarebbe necessario che ogni cittadino avesse la possibilità di essere informato dei vari punti di vista e delle varie interpretazioni di cio’ che accade nel paese e nel mondo in modo da potersi fare un’opinione il più possibile corretta, ovviamente influenzata dalla sua ideologia politica di base.

Una volta questo, in un certo modo, accadeva. Ognuno di noi poteva acquistare il Corriere o Paese Sera, Repubblica o il Giornale, l’Espresso (il lenzuolo, qualcuno di noi lo ricorda) o il Borghese e trovare le notizie interpretate in maniera diversa. Poteva insomma confrontare opinioni e interpretazioni diverse sui medesimi fatti. Ma oggi qualcuno puo’ affermare che questo sia ancora possibile?

Esistono “narrazioni” diverse da quella ufficiale? A me non sembra, tranne rarissime eccezioni subito messe all’indice e tollerate giusto per dare la sensazione che la stampa sia libera e indipendente.

Il vero cambiamento pero’, è originato dalla nascita della “tv commerciale”. Le tv di Berlusconi e i programmi che esse hanno cominciato a proporre hanno causato, all’inizio per il profitto, poi il progetto si è ampliato, il “rincitrullimento” di una considerevole fetta di italiani che, in fondo, tanto brillanti già non erano. E la Rai, che fino ad allora un certo “decoro” lo aveva mantenuto, non ha perso tempo ad allinearsi con la concorrenza perché ormai è da moltissimo tempo che la rincorsa avviene “verso il basso”, inseguendo sempre più il “pop” e relegando la “cultura” alle ore antecedenti l’alba.

Sia chiaro, questo è avvenuto anche nel resto del mondo. In fondo mentre prima il progetto era, almeno in parte, quello di “allargare” la mente, da allora è stato quello di “limitarla” a cio’ che è funzionale e comodo comunicare.

I risultati ottenuti, devo riconoscerlo, sono stati eccezionali, basti considerare cio’ che è successo durante l’epidemia e cio’ che sta succedendo per la guerra.

Un progetto a lungo termine, comune a tutto l’occidente, che ha dato frutti aldilà di ogni rosea previsione. Oggi il controllo delle reazioni “emotive” della popolazione è pressochè perfetto.

La domanda percio’ è: siamo in una democrazia veramente compiuta o la “manipolazione mentale” ci mette del suo? Il potere è in mano ai cittadini attraverso gli eletti o piuttosto anche questi ultimi fanno parte del gioco in atto ormai da decenni? Viviamo in un paese realmente libero o ci stiamo, più o meno lentamente, incamminando verso una società simile a quelle narrate da Orwell e Bradbury?


P.S. sia ben chiaro che io preferisco 1000 volte vivere in Italia piuttosto che in Russia o in Cina! Casomai, visto cio’che è successo in questi ultimi 3 anni, magari avrei fatto un pensierino sulla Svezia!😀



mercoledì 22 marzo 2023

La nuova "epidemia".


 

Ora che l'epidemia è passata e non fa più notizia, la "Verità" da trasmettere ai cittadini è "la guerra". Inevitabile e necessaria, non soltanto questa attuale che stiamo vivendo, ma anche quelle future che ci aspettano. Percio' le risorse che ancora ci restano, poche in verità, devono essere destinate a nuove e più potenti armi. Non esistono "cure" alternative per proteggerci dal morbo russo e, tra non molto, forse anche da quello cinese. D'altronde è dalla Cina che partono tutte le minacce per l'umanità e l'unico "vaccino" possibile é rappresentato da tante armi, meglio se di nuova e sperimentale concezione.
Prepariamoci percio' ad una "vigile attesa" del momento in cui il "morbo" contagerà, in maniera sintomatica ed evidente, anche noi!
Da Repubblica di oggi: "𝑃𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑙’𝑖𝑛𝑣𝑎𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑈𝑐𝑟𝑎𝑖𝑛𝑎 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝐷𝑖𝑓𝑒𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜, 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑖 𝑒 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑖, 𝑝𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜𝑠𝑖 𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑎𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝑡𝑟𝑒𝑛𝑡’𝑎𝑛𝑛𝑖. 𝐶𝑜𝑠𝑖̀ 𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑒 𝑎𝑟𝑚𝑎𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑠𝑐𝑜𝑙𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝐶𝑜𝑚𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐶𝑎𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑒𝑙𝑒𝑛𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎̀: 𝑢𝑛𝑎 𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑎𝑟𝑑𝑖 𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑢𝑠𝑡𝑟𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑟𝑖𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖.
𝐸̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑒 𝑜𝑐𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖,𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐺𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑖𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑟𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎, 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑙𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑖𝑎𝑟𝑚𝑜 𝑒̀ 𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑑𝑖𝑏𝑎𝑡𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒."
 
P.S. simpatico il riferimento alle "democrazie" occidentali!

martedì 21 marzo 2023

La fine della "pandemia"?


 

La notizia è che l’OMS sta per dichiarare la fine della pandemia e dell’emergenza. Il direttore delle emergenze Michael Ryan ha dichiarato: “Penso che stiamo arrivando a un punto in cui potremo guardare al Covid-19 allo stesso modo in cui guardiamo all'influenza stagionale”.

Benissimo, era l’ora!

Ma c’è un ma, perché “il Covid rimarrà una minaccia per la salute, un virus che continuerà a uccidere. Ma un virus che non sta sconvolgendo la nostra società o sconvolgendo i nostri sistemi ospedalieri”. Ghebreyesus ha infatti detto: “Tre anni dopo, ci sono quasi sette milioni di decessi segnalati, anche se sappiamo che il numero effettivo è molto più alto, e se per la prima volta il numero settimanale di decessi segnalati nelle ultime quattro settimane è stato inferiore rispetto a quando si è descritto per la prima volta il Covid-19 come una pandemia, tuttavia più di 5.000 morti a settimana sono 5.000 di troppo per una malattia che può essere prevenuta e curata”.

Dunque, per l’OMS e anche per tanti viro-infettivologi nostrani il Covid provoca ancora più di 5000 morti a settimana.

Ma io mi chiedo: e se smettessimo di fare tamponi a chiunque entra in ospedale per qualsiasi patologia, i numeri sarebbero gli stessi?

Ma soprattutto,  e se smettessimo di utilizzare tamponi con amplificazioni di oltre 40, come stiamo facendo dall’inizio della storia, troveremmo cosi’ tanti “malati”?

Quest’ultimo è un argomento sul quale si è molto discusso all’inizio dell’epidemia (lo stesso OMS dichiaro’ non significativo di malattia un tampone con amplificazione superiore a 35-36), ma che poi, chissà perché, è scomparso dagli schermi.

Chissà se qualcuno di voi sa rispondermi!

domenica 19 marzo 2023

Conseguenze inaspettate della chiusura delle scuole

 

Sinceramente a questo non avevo pensato, ma questo articolo seppure un pre-print, rappresenta un altro tassello da aggiungere ai danni della chiusura delle scuole, almeno negli Stati Uniti. Dimostra comunque che i lockdown hanno provocato un aumento della "violenza" sia contro se stessi (aumento dei tentativi suicidari) sia contro gli altri. Non so se questi dati possano essere correlati anche all'aumento che a me sembra di percepire, almeno nella mia città Napoli, degli episodi di violenza tra minorenni.
Il titolo dell'articolo è: "Andamento degli incidenti pediatrici legati alle armi da fuoco durante la pandemia di COVID-19 per gruppo di età, razza/etnia e modalità di scolarizzazione in Tennessee".
Questo l'abstract:

L'aumento delle lesioni in età pediatrica legate alle armi da fuoco durante la pandemia COVID-19 può essere dovuto a un cambiamento dei luoghi in cui bambini e adolescenti trascorrono il loro tempo. Questo lavoro esamina i cambiamenti nella frequenza degli incidenti pediatrici correlati alle armi da fuoco in funzione della modalità di scolarizzazione in generale e per razza/etnia e fascia d'età in un grande centro traumatologico fino al 2021. Rispetto al periodo pre-pandemia, abbiamo riscontrato un aumento del 42% degli incidenti in età pediatrica al mese tra marzo 2020 e agosto 2020, quando le scuole erano chiuse, e un aumento del 23% degli incidenti dopo che le scuole sono tornate a svolgere le lezioni in presenza. Gli effetti della modalità di scolarizzazione sono eterogenei per razza. Gli incidenti sono aumentati tra i bambini e gli adolescenti neri non ispanici in tutti i periodi rispetto al periodo pre-pandemia. Tra i bambini e gli adolescenti bianchi non ispanici, gli incidenti sono aumentati durante il periodo di chiusura e sono diminuiti con il ritorno all'insegnamento in presenza. Gli effetti delle modalità di insegnamento sono diversi anche in base all'età. Rispetto al periodo pre-pandemia, gli incidenti pediatrici legati alle armi da fuoco sono aumentati del 205% per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni e del 69% per gli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni durante il periodo di chiusura delle scuole. Conclusioni Le modifiche alle modalità di insegnamento scolastico legate al COVID-19 nel 2020 e 2021 sono associate a cambiamenti nella frequenza e nella distribuzione degli incidenti pediatrici legati alle armi da fuoco in un importante centro traumatologico del Tennessee.


 



sabato 18 marzo 2023

Paxlovid.

 


Ormai, in questi ultimi tre anni, succede spesso che la realtà superi la mia immaginazione, pur fervida.

Il 16 marzo Reuter’s ha dato la notizia che i consulenti di FDA hanno appoggiato a larga maggioranza “l'approvazione completa” del trattamento antivirale COVID-19 orale Paxlovid di Pfizer per gli adulti ad alto rischio.

L'approvazione completa consentirà a Pfizer di vendere Paxlovid a prezzi di mercato sul mercato privato statunitense, anziché attraverso contratti governativi come è avvenuto finora.”

Come tutti sanno Paxlovid è un antivirale, da utilizzare nelle prime fasi della malattia, che al suo apparire fu salutato come la terapia “definitiva” per il Covid19. Successivamente però gli entusiasmi si smorzarono un po’ per la descrizione di un possibile e abbastanza frequente “effetto rebound”. In alcuni pazienti trattati con l’antivirale cioè, sia i sintomi che le particelle di virus ricomparivano a distanza di pochi giorni dalla loro scomparsa ottenuta prontamente con la terapia. Rispetto a ciò, casi celebri sono stati quelli del presidente Joe Biden e dell’immunologo Anthony Fauci, tornati positivi dopo pochi giorni dalla fine della terapia con Paxlovid.

L’uso del Pavloxid perciò non è decollato come si era sperato, specialmente nei paesi europei. Ad esempio nel Regno Unito solo lo 0,5 per cento dei pazienti con Covid ha ricevuto la terapia prodotta da Pfizer.

Ma cos’è che in questa vicenda mi provoca una sorpresa inaspettata?

Leggere, nell’articolo della Reuter’s che: “Pfizer ha venduto al governo degli Stati Uniti quasi 24 milioni di confezioni di Paxlovid a circa 530 dollari a confezione. Al 12 marzo, negli Stati Uniti erano state distribuite circa 12,7 milioni di dosi e ne erano state dispensate più di 8,5 milioni, secondo i dati del governo”

Ho fatto un semplice conto e, se Reuter’s non scrive fesserie, il risultato è che Pfizer ha incassato dal governo USA, per il Paxlovid, 12,72 miliardi di dollari. E questo in 14 mesi, visto che l’approvazione FDA all’uso in emergenza di Paxlovid data fine dicembre 2021 e solo per i pazienti ad alto rischio. Non male per un farmaco del quale è in corso oggi una attenta valutazione della frequenza dell’ “effetto rimbalzo”.

Sono certo però che FDA concederà, seguendo la raccomandazione del gruppo dei consulenti (Reuters ci dice che solo 1 su 17 ha espresso voto contrario, e a me piacerebbe conoscerne le motivazioni), “l’approvazione completa” del farmaco Pfizer, così come sono ormai convinto che, nella vicenda Covid, la realtà supera sempre, e di gran lunga, l’immaginazione.


P.S. Senza dare alcun giudizio, perché sono consapevole di quanto sia radicalmente cambiato il mondo in questi ultimi 60-70 anni, una constatazione un po’ amara: come sono lontani i tempi nei quali Jonas Salk prima e Albert Sabin poi non vollero brevettare i loro vaccini antipolio. Il primo, a un giornalista che gli chiese a chi appartenesse il brevetto, rispose “alle persone, direi. Non c’è un brevetto. Puoi forse brevettare il sole?”. Il secondo affermò, semplicemente,è il mio regalo a tutti i bambini del mondo”.


venerdì 17 marzo 2023

Il Long Covid.

 

Considerazioni sul Long Covid.

La lettura di questo articolo che ricorda le linee guida emanate da OMS Europa l’ottobre scorso e dà la notizia che il Belgio ha avviato un progetto pilota per il quale le “cure multidisciplinari” saranno rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale” (non smetterò mai di stupirmi quanti soldi ha smosso “l’affaire” Covid!), mi induce a qualche considerazione:

  1. il Long Covid è definito una “malattia complessa” che sarà diagnosticabile anche quando il virus sarà eventualmente scomparso (“anche ora, mentre il peggio della pandemia potrebbe essere passato, il rischio di sviluppare sequele dopo l'infezione rimane altrettanto forte")

  2. il Long Covid, visto che è caratterizzato da oltre 200 sintomi possibili, sarà diagnosticabile per qualsiasi condizioni fisica e/o mentale venga riferita dal paziente

  3. il Long Covid darà lavoro a tutti i settori della sanità considerato che il suo trattamento coinvolge “i medici generici, i fisioterapisti, i terapisti occupazionali, gli psicologi e i dietisti”

  4. Nonostante i 200 sintomi prima riportati, i due principali rimangono sempre la famigerata “nebbia nel cervello” e la stanchezza.

  5. Fortunatamente il trattamento è abbastanza semplice. Per curare questi pazienti basterà, come ci racconta la terapista occupazionale Tinneke Claes, “utilizzare tecniche per ridurre gli impatti di questi (stanchezza e nebbia n.d.r.) e per aiutare a prevenire lo stress e la frustrazione che possono derivarne. Cose semplici, come avere dei posti precisi dove mettere le chiavi, per esempio; verbalizzare ripetutamente il compito successivo da svolgere; impostare avvisi sul cellulare; creare un programma per la giornata; e attenersi a una routine gestibile"


Devo confessare che queste notizie mi confermano l’ipotesi che il SARS-CoV-2 fosse presente ben prima del 2020. Infatti io, che ormai ho 71 anni, soffro di questi sintomi ormai da una decina di anni. Talvolta non ricordo le cose, mi sento un po’ stanco, specialmente quando devo fare 3 o 4 piani di scale, al mare preferisco ormai stare steso al sole piuttosto che giocare a beach volley.

Fortunamente sono sintomi ancora iniziali il cui aggravamento è ancora molto, molto lento.

Ma mi sa che a breve dovrò anche io rivolgermi a una terapista occupazionale come Tinneke Claes perché, ormai l’abbiamo tutti capito, il Long Covid è incurabile e porterà inesorabilmente tutti prima o poi alla morte.


giovedì 16 marzo 2023

Utile da sapere!


 

Negli Stati Uniti attualmente il dibattito politico-mediatico è centrato sulla origine del virus e l’eventuale fuga di laboratorio in quel di Wuhan.
Giustissimo cercare di far luce sulla causa anche perché questo potrebbe innescare una opportuna discussione su ciò che viene fatto negli innumerevoli laboratori di ricerca sparsi nel mondo.
Ma forse non tutti sanno che esiste da sempre una produzione (e una vendita) di “prodotti” potenzialmente tossici correlati a malattie gravi.
Io me ne accorsi 40 anni fa quando, giovane medico, facevo parte di un’equipe di ricerca sulle gastroenteriti infantili. Per la sperimentazione utilizzavamo i conigli (da allora non ho più potuto e voluto mangiare carne di coniglio e, dopo poco, ho anche lasciato l’università e la ricerca per il lavoro ospedaliero) che venivano testati con la tossina del colera.
Scoprii quanto fosse facile, ovviamente per un centro di ricerca ufficiale, procurarsene, e quanto i controlli fossero quasi inesistenti quando andai personalmente a sdoganare il pacco proveniente dagli Stati Uniti all’aereoporto di Napoli.
Ho abbandonato tanti anni fa la ricerca e non so giudicare se la produzione e lo stoccaggio di questi “prodotti” sia ancora necessario o se, al giorno d’oggi, ci siano altre modalità per condurre le sperimentazioni.
Certo è che sono disponibili sul mercato e che c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Credo che questa sia un’informazione che tutti dovrebbero conoscere.

mercoledì 15 marzo 2023

Articolo del Wall Street Journal: "Le persone normali dicono "Basta mascherine".

 

Traduzione integrale dell'articolo senza necessità che aggiunga commenti.

Abbiamo vinto la guerra. Per "noi" intendo persone normali che vogliono cose normali: comunità, connessione, creatività, con un po' di danza a contorno. Per tre anni abbiamo dovuto combattere contro coloro che non erano disposti a tollerare alcun rischio Covid e pretendevano che il mondo si conformasse alle loro paure. A volte ero sicuro che avremmo perso.

La maggior parte degli articoli che ho letto durante la pandemia sostenevano che la maggior parte dell'umanità era pronta ad abbracciare una vita di restrizione a tempo indeterminato, se questo significava anche una vita (forse) più sicura. Nel 2020 il National Geographic affermava che la pandemia stava "rimodellando i nostri sensi di paura e disgusto" e ci avrebbe portato a evitare le folle per anni. Nel 2021 Bloomberg prevedeva che la pandemia avrebbe cambiato definitivamente l'industria del fitness, con allenamenti virtuali che avrebbero superato il concetto di corpo sudato. Anche i viaggi sarebbero cambiati per sempre. In un articolo "aggiornato" al novembre 2022, il Reader's Digest ci diceva di aspettarci controlli della temperatura prima dell'imbarco, obblighi di mascherine e posti a sedere in aereo socialmente distanti "per sempre, o almeno per il prossimo futuro".

Nell'ottobre 2020, Tom Frieden, ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha proclamato che "le maschere sono dentro e le strette di mano fuori per un futuro indefinito". Un articolo di Vox del marzo 2021 si meravigliava della stranezza di assistere a incontri senza maschera nei film e in TV, come se questo comportamento appartenesse a qualche pittoresca epoca preistorica.

Sono felice di annunciare che i pronosticatori si sbagliavano di grosso. L'anno 2023 sta marciando al ritmo di un nuovo tamburo, un ritmo contagioso e orecchiabile che assomiglia molto alla vecchia normalità. Viaggi internazionali, viaggi di piacere, viaggi d'affari: tutto è tornato, e anche di più. E lasciatemi parlare delle conferenze mediche a cui ho partecipato negli ultimi sei mesi a Barcellona, Milano, New York, Montreal e Miami Beach. C'erano molte più strette di mano che mascherine, e stiamo parlando di medici. La gente ha persino spento le candeline della torta di compleanno: L'ho visto fare due volte negli ultimi due mesi. Solo su Twitter si insiste ancora sulla necessità di riportare le maschere per evitare l'apocalisse.

Sembra che la classe degli esperti e i loro seguaci sperassero che Covid avrebbe cambiato radicalmente il comportamento umano. Che ci avrebbe fatto tenere le distanze gli uni dagli altri, ritirarci in noi stessi, dedicare più vite al giardinaggio, alla produzione di pane a lievitazione naturale e simili. Lo volevano davvero. Ma si è scoperto che la natura umana è più potente della loro visione bigotta e classista del lavoro e della socializzazione a distanza. Concentrandosi su un virus, non hanno considerato che la maggior parte di noi vuole di più dalla vita che evitare le malattie. Siamo persino disposti a tollerare di ammalarci di Covid pur di arrivare alle cose belle. Immaginate un po'.

Parafrasando George Costanza: Siamo tornati, baby! Voliamo in aereo, ci accalchiamo nella folla e offriamo ai nostri amici una leccata del nostro cono gelato, e non c'è nulla che i catastrofisti possano fare al riguardo. Senza clamore, la natura umana ha riportato la finestra di Overton alla sua posizione di riposo pre-Covid. Non credo che mi stancherò mai di questa vista.

Grazie a tutti voi!

 

A 24 ore dalla pubblicazione del mio ultimo post, voglio condividere con voi una riflessione: nel mondo di oggi la censura non può farcela, può essere aggirata, basta trovare la strategia giusta.

La “rete” che da una parte permette il controllo di noi tutti, dall’altra è ormai così ampia che non può impedire la circolazione del pensiero.

Ero consapevole che la strategia comunicativa da me messa in atto (foto di cagnolini e link dei miei post) era una scommessa, poteva rivelarsi un flop.

Ebbene in 24 ore ho contato 131 visualizzazioni del post sul blog e 57 su substack. Un successone per i miei standard.

Innanzitutto perciò ringrazio tutti voi che mi avete seguito in questa scommessa, vi voglio bene!

Poi voglio ribadire che non dobbiamo mai arrenderci quando siamo convinti di perseguire una giusta causa.

Come disse Voltaire: “ L'homme est libre au moment qu'il veut l'être.”

E noi lo vogliamo, con tutte le nostre forze!


 


martedì 14 marzo 2023

Domande molto interessanti!

 

Un recente articolo apparso su HART esamina in maniera obiettiva e molto dettagliata le morti in eccesso riscontrate nel 2020-2021 cercando di valutare quante sono quelle da attribuire unicamente al virus e quante piuttosto alle politiche messe in atto (pazienti lasciati a casa, intubazione immediata, patologie pre-esistenti) per fronteggiarlo.

Senza assolutamente negare il dato di fatto dell’eccesso di mortalità riscontrato nel biennio, fa notare che anche in altri anni non lontani abbiamo dovuto affrontare eccessi di mortalità simili.

Non entro nel dettaglio dell’articolo. Mi hanno colpito piuttosto le domande finali contenute nelle conclusioni che qui traduco:

                         

Alcuni si sono concentrati sulla questione se la SARS-CoV-2 abbia causato da sola un eccesso di decessi. Che sia stato o meno non è la domanda giusta.

È più opportuno chiedersi:

Se la stessa serie di circostanze biologiche si fosse verificata nel 1975, prima che la PCR fosse stata inventata e prima che Internet fosse in grado di diffondere panico e paura, e se la risposta non fosse stata diversa da quella di qualsiasi altra infezione virale respiratoria precedente, cosa direbbero i libri di storia del 1975?

La domanda chiave in relazione a ciò è:

Abbiamo avuto una pandemia mortale senza precedenti che ha giustificato ciò che è accaduto e giustifica la futura "sorveglianza" e i vaccini pronti, i trattati dell'OMS e i nuovi IHR per evitare che la prossima volta sia così grave?

OPPURE

Siamo stati (per qualsiasi motivo) effettivamente ingannati, nel senso che non ci sarebbe stato nulla di inaudito nelle morti se ci fossimo comportati normalmente?


Sebbene ci siano molte persone che concordano sul fatto che le varie disavventure degli ultimi tre anni non dovrebbero mai essere più ripetute, l'ultima domanda è molto pertinente, in quanto evidenzia la necessità di assicurarsi di non ripetere questi errori formulando false ipotesi su questo triste episodio. Se la risposta a quest'ultima domanda è "sì", l'intero concetto di "preparazione alle pandemie" è decisamente sospetto, e il fatto stesso che sia sostenuto con entusiasmo dal complesso industriale-militare-medico potrebbe indicare che la salute (e il benessere) dei cittadini potrebbe essere piuttosto in basso nell'agenda di questi evangelisti della "preparazione alle pandemie".

lunedì 13 marzo 2023

Non funziona così!!

 


Anche io sono d’accordo con la Procura di Bergamo che si sarebbero potute evitare morti. Anzi io credo che il numero sia molto superiore ai 4000 decessi ipotizzati. La differenza è che io penso che la mancata istituzione della zona rossa c’entri ben poco. La causa invece è stata la decisione, e vi assicuro che non riesco ancora a spiegarmene la motivazione sia scientifica che etica, di non curare più i malati. Gli anziani (è utile ricordare che questa è la categoria che rappresenta la quasi totalità dei decessi) sono stati abbandonati e isolati a casa o nelle RSA senza che potessero essere visitati dai medici e curati adeguatamente, come sempre si è fatto in epoca pre-covid, nell’attesa, certamente molto “vigile”, che giungesse solo il momento in cui le condizioni si aggravassero talmente da richiederne il ricovero.
Molti oggi affermano che il protocollo “tachipirina e vigile attesa” emanato dal Ministero non era vincolante, che i medici avrebbero potuto (come in effetti pochi hanno fatto) eluderlo, ma non sanno o fingono di ignorare che è dagli anni ‘90 che ai medici viene insegnato che i protocolli sono “sacri” e che il non rispettarli va contro la scienza e può portare a conseguenze giudiziarie importanti.
A questo si aggiunge che, una volta arrivati in ospedale, i malati, qualsiasi fossero le loro condizioni, sono stati immediamente sedati e intubati. E sono morti. In effetti, 6-7 mesi dopo, è stato ben chiaro che questa modalità di somministrazione dell’ossigeno ha rappresentato la causa di tanti decessi e infatti è stata modificata.
Io credo che la classe medica abbia sicuramente le sue responsabilità, ma non sono assolutamente d’accordo con coloro che affermano che oggi sarebbe inutile cercare e individuare i responsabili più a monte e farne dei capri espiatori. “Non si può giudicare ex-post”, dicono, "le responsabilità sono politiche.” E per coloro che oggi affermano che all'inizio le evidenze scientifiche erano quelle, domando: perchè dunque alcuni di noi dicevano già allora che si stavano compiendo errori madornali? E lo dicevano oltretutto citando dati scientifici consolidati (mascherine, antinfiammatori, chiusure, distanziamento, ecc.)!
Tutti colpevoli, nessun colpevole!
Eh no! Non funziona così! Se le decisioni prese hanno causato dei decessi (e a mio avviso sono stati molti) evitabili, non si può invocare l’ignoranza e l’incompetenza dei singoli, che possono eventualmente rappresentare un’attenuante, ma non estinguono certo il “reato”, se reato c’è stato.
Anche perché l’individuazione dei responsabili e la loro condanna (fosse anche soltanto una condanna “morale”) potrebbe evitare che in futuro certi errori si ripetessero, magari nominando ministri e comitati scientifici che fossero all’altezza “scientifica e morale” del compito importante che li attende.
Mi fermo qui. Una prossima volta sarà utile parlare degli “errori” compiuti nel secondo anno dell’epidemia, altrettanto se non più gravi, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche, e soprattutto, da quello etico e del diritto.

domenica 12 marzo 2023

Oggi ritorno su facebook dopo 30 giorni di blocco. Il post.

 


Eccomi di nuovo qui!


Ormai è chiaro che i fact checkers di Facebook hanno deciso che io non possa più comunicare con il mondo esterno, almeno sulla loro piattaforma e almeno per quanto riguarda il 冠状病毒 (traduzione in cinese dell’innominabile). Una sorta di 41bis mediatico anche se i motivi della censura sono da imputare unicamente al fatto di aver riportato e commentato articoli scientifici pubblicati, oltretutto, su riviste prestigiose, le ultime due Circulation e Pathogens.

Oggi che ritorno tra voi dopo 2 blocchi di 30 giorni ciascuno negli ultimi 64, debbo dunque fare un necessario esame di realtà.

E’ chiaro ormai che FB si è attivato nei miei confronti e che ogni volta che nei miei post appariranno le “parole magiche”, io sarò inesorabilmente bannato.

Poiché però io non intendo rinunciare alla mia libertà di espressione che oltretutto, voi che mi conoscete, sapete benissimo che non è mai stata violenta o aggressiva ma sempre incentrata sul “dubbio” e la “precauzione” e sempre basata su dati della letteratura scientifica, ho deciso che userò d’ora in poi una modalità comunicativa diversa.

Tutti i miei post che dovessero riguardare il 冠状病毒 e il suo correlato “elisir di lunga vita” conterranno soltanto il titolo e un link al mio Blog (https://mauriziomatteoli-pediatra.blogspot.com/) e al mio Substack ( https://mauriziomatteoli.substack.com/) dove chi è interessato potrà leggerli e commentarli senza alcun timore e/o limite.

Questa categoria di post saranno inoltre immediatamente identificabili perché a supporto di essi allegherò un’immagine di un gattino o di un cagnolino che ormai rappresentano, in un mondo felice e spensierato come quello odierno, gli argomenti più apprezzati (e permessi) dai controllori di FB eccetto quelli espressi da parte dei seguaci dei “Dogmi Ufficiali della Fede” ai quali è consentita ogni guarentigia e anche un po’(???) di aggressività. Spero così di sviare e intenerire gli implacabili delatori e perlomeno, se anche decideste di non leggerli, di acchiappare comunque tante faccine sorridenti e cuoricini come è usuale in questi casi.

Spero che questa strategia mi permetta la sopravvivenza su FB del quale, per gli informatori e i fact checkers che mi stanno leggendo in questo momento, ribadisco comunque qui tutta la mia stima per la democrazia e la libertà di pensiero che garantisce al mondo intero eccetto, giustamente, ai “ragazzacci” quale io sono (...😉).

Qualora così non fosse continuerò comunque a scrivere sul Blog e su Substack perché, come disse Martin Luther King: Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano”.

Inizio il “new deal” con il postare la foto della mia amata cagnolina, Pulce, che purtroppo sono più di 10 anni che mi manca.

Quanto era bella vero?!

Alla prossima ( ...se questo post passa indenne)!


P.S. segnalo ai “poveri di spirito” che eventualmente non la cogliessero, che questo mio post contiene una sana dose di ironia.



sabato 11 marzo 2023

Data importante.

 


La giornata di ieri, 10 marzo 2023, rappresenta una data importante.

La Johns Hopkins University ha comunicato di aver smesso, dopo tre anni, di raccogliere, elaborare e, ovviamente, pubblicare i dati mondiali quotidiani riguardanti il Covid19.

Dunque anche i più importanti e autorevoli sostenitori, come la JH in questi tre anni, della necessità di lockdown, mascherine, vaccini, hanno deciso che l'emergenza è finita e che la popolazione può vivere tranquillamente e non essere più tartassata da notizie di morti, ricoveri e incidenza.

"Dopo tre anni di monitoraggio continuo dei dati COVID-19 provenienti da tutto il mondo, la Johns Hopkins ha interrotto le attività del Coronavirus Resource Center. I due archivi di dati grezzi del sito rimarranno accessibili per le informazioni raccolte dal 2.1.20 al 3.10.23 su casi, decessi, vaccini, test e dati demografici".

Da noi, ricordo, ogni venerdì, c'è ancora il bollettino congiunto del Ministero della Salute-ISS.

Nell'ultimo, ieri, si poteva leggere che 2 regioni italiane sono a rischio epidemico alto (???):

"In lieve calo l'incidenza settimanale dei casi Covid a livello settimanale: 41 ogni 100mila abitanti (03/03-09/03) contro i 45 dei 7 giorni precedenti. Aumenta invece, ma resta ancora sotto la soglia epidemica, nel periodo 15-28 febbraio l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici, pari a 0,97. Lo evidenzia il report con i dati settimanali del monitoraggio Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. Due regioni sono classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Tre sono a rischio moderato e sedici classificate a rischio basso. Tredici regioni e province autonome riportano almeno una allerta di resilienza. Cinque riportano molteplici allerte di resilienza. Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende all'1,0% (rilevazione 9 marzo) rispetto all'1,4% rilevato al 2 marzo. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 4,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 09 marzo), rispetto al 5,2% della scorsa settimana."

E io che pensavo che, con un nuovo governo e un nuovo ministro, qualcosa potesse cambiare!

 

venerdì 10 marzo 2023

La costruzione mediatica comincia a sgretolarsi! Finalmente!


E' vero che questo articolo è un pre-print, ma è vero anche che gli autori sono esponenti dei più importanti istituti scientifici francesi: INSERM, IRSAN, CNRS, INSEE e AP-HP. A questo punto sono curioso di vedere se l'articolo verrà accettato per la stampa o se sarà censurato, anche se sono certo che comunque la divulgazione della verità su ciò che è successo non potrà essere impedita ancora per molto.

Vengono esaminati i dati 2020 sulla mortalità in eccesso in Francia e le conclusioni sono sorprendenti (anche se non certo per me), considerando che che gli autori fanno parte di istituzioni scientifiche ufficiali e prestigiose. Chissà se, come è successo in Italia, verranno smentiti dai loro “datori di lavoro”!?

Le traduco e vi consiglio di leggerle con attenzione, ne vale veramente la pena:

Alla fine del 2022 sono stati resi pubblici i dati sulle cause di morte in Francia provenienti dal CépiDc dell'Inserm per l'anno 2020. L'analisi di questi questi nuovi dati è perfettamente coerente con gli studi condotti sulla base dei dati INSEE, i cui risultati sono stati resi noti all'inizio del 2021. I dati sulle cause di morte confermano quindi il minore impatto dell'epidemia di Covid-19.

Il primo paradosso dei decessi etichettati come "Covid-19" è che il numero di decessi etichettati con questa causa (69.000) supera i 47.000 decessi in eccesso previsti.

Da dove provengono i 22.000 decessi mancanti?

Abbiamo dimostrato che provengono da altre cause che, contro ogni aspettativa, sono diminuite contemporaneamente, in modo anomalo.

Certamente, fin dall'inizio sono stati sollevati interrogativi sull'attribuzione dei decessi all'epidemia: "Gli individui sono morti in seguito a una forma grave della malattia (le persone morte per l'infezione da coronavirus) o sono morte in seguito a un'altra malattia (le persone morte con l'infezione da coronavirus)?

Questa distinzione è di estrema importanza, perché la mortalità legata all'epidemia è necessariamente sovrastimata se tutti i decessi di persone semplicemente sospettate di essere state infettate dal virus vengono automaticamente attribuiti al virus. Piuttosto che un impatto importante dell'epidemia, questo suggerisce una competizione tra la causa "covid-19" e le altre principali cause di morte (ad esempio, tumori, malattie del sistema circolatorio). Questo è esattamente ciò che si verifica attraverso l'analisi dei dati CépiDc.

È il dato straordinario dello studio delle cause di morte nel 2020; la maggior parte delle altre principali cause di morte sono significativamente in calo rispetto alle tendenze osservate nel corso degli anni precedenti.

Inoltre, questa causa di morte colpisce soprattutto gli anziani. Abbiamo sottolineato che le persone di età inferiore ai 65 anni non hanno registrato alcun eccesso di mortalità, come accade da oltre 20 anni, tranne durante l'influenza H1N1 che, dieci anni prima, in poche settimane, si è rivelata più dannosa dell'epidemia di Covid per questa fascia d'età. Per i gruppi di età più avanzata, c'è sicuramente un eccesso di mortalità nel 2020. Questo eccesso di mortalità è un fatto ricorrente da più di dieci anni, poiché il numero di anziani è in costante aumento. Ma è inferiore a quello provocato dall'ondata di calore del 2003 che, diciassette anni prima, in pochi giorni, si è rivelata più dannosa dell'epidemia di Covid in un anno per queste fasce d'età. Per tutte queste ragioni, l'epidemia di coronavirus dovrà semplicemente essere aggiunta all'elenco delle numerose virosi responsabili di gravi patologie respiratorie.

Non presenta alcuna differenza sostanziale con gli episodi più gravi di influenza stagionale.

Tuttavia, durante questo periodo è stato rapidamente dichiarato lo stato di emergenza. Sono state dichiarate due chiusure (cioè è stato vietato di uscire di casa senza permesso), ciascuna di durata superiore ai 2 mesi. Le scuole, le università e la maggior parte delle attività commerciali furono chiuse.

Seguirono periodi di coprifuoco con limitazioni del traffico. Lunghi periodi di mascheramento obbligatorio negli spazi pubblici e altre misure di allontanamento sociale con massicce campagne di test virologici e quarantena. Numerosi studi dimostrano oggi che tutte queste misure sono state inefficaci. La realtà è che queste misure sono state dannose per tutti i settori della nostra società, sia per la salute delle persone che per l'economia del Paese.

Il 2020 è stato segnato dall'epidemia di Covid-19, che si è distinta come un evento sociale senza precedenti. L'analisi delle cause di morte nel 2020 in Francia rivela i pregiudizi relativi all'interpretazione della "Covid-19" come causa di morte. Permette di comprendere come le regole amministrative, attuate durante un'emergenza, abbiano modificato le statistiche. Questa analisi conferma l'impatto minore dell'epidemia sulla mortalità. Tuttavia, la previsione di un aumento catastrofico della mortalità è stata addotta come argomento principale per indurre la popolazione ad accettare misure straordinarie che mai nella storia dell'umanità erano state attuate su tale scala.

giovedì 9 marzo 2023

La forma mentis del medico: precovid e postcovid.

 


La Sclerosi Multipla è una importante malattia, la cui causa è ancora sconosciuta, per la quale sappiamo che i disordini del sistema immunitario (autoimmunità) giocano un ruolo determinante. Dalla SM purtroppo non si guarisce, ma peggiora, più o meno lentamente, nel tempo. Ottenere una remissione, che può durare anche anni, della SM rappresenta un grande successo terapeutico che può essere, con ragione, festeggiato.

Dato che per questi malati sono stati segnalati problemi con i vaccini anticovid, questi medici greci hanno effettuato uno studio importante (14000 pazienti con SM) e lo hanno pubblicato sulla rivista scientifica dedicata a questo problema, il Multiple Sclerosis Journal.

Questi sono, in sintesi, i dati da loro riportati:

il 52,8% di pazienti ha sofferto di effetti avversi (mialgia, artralgia, malessere, nausea, cefalea).

il 1,9% ha presentato una riacutizzazione della malattia che era in fase di remissione.

il 4,8% di pazienti ha avuto un “peggioramento della situazione neurologica” che non è stato specificato (a tal proposito l’articolo è molto evasivo) e che comunque non è stato classificato come riacutizzazione della malattia.

Ora, in epoca precovid, evidenze di questo tipo (almeno 7 pazienti su 100 danneggiati seriamente dai vaccini) avrebbero determinato la ovvia conclusione che la vaccinazione è sconsigliata in questa categoria di malati, tenendo conto che attualmente il Covid19 è praticamente sotto controllo, che esistono valide terapie specifiche e che le recidive di SM possono condurre velocemente a quadri gravemente invalidanti.

Senza contare che non si deve mai dimenticare il dato di fatto che tutte le vaccinazioni vengono effettuate su soggetti “sani” che non è detto debbano ammalarsi di quella malattia.

Come concludono invece i colleghi greci?

Considerati i rischi di esacerbazioni e complicanze della SM legate al COVID, queste prove di sicurezza(???) forniscono argomenti convincenti a favore della vaccinazione nei pazienti con SM.”


Come è cambiato il mondo e come è cambiata la mentalità dei medici in questi 3 anni di coronavirus, vero?!





mercoledì 8 marzo 2023

No, io non ci sto!

 

Leggo, in alcuni commenti sui social, frasi del tipo “non cerchiamo adesso capri espiatori, non serve” oppure “facciamo piuttosto un esame di ciò che è successo affinché non si debba più ripetere”.

Confesso che mi fanno incazzare parecchio.

Ma come? Abbiamo combattuto e denunciato per tre anni i crimini commessi da coloro, politici e “scienziati”, che hanno deciso le strategie covid e adesso, alla napoletana, ci rifacciamo alla frase “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce 'o ppassato…..”

Perchè di crimini, cioè di reati, dobbiamo parlare quando si è legiferato di:

  1. non curare i malati ma attendere “vigilmente” che arrivasse il momento in cui doverli ricoverare in ospedale.

  2. permettere che si morisse, in ospedale e RSA, senza la vicinanza e il conforto di un familiare.

  3. vaccinare gli amministrativi delle Asl e i giovani studenti di medicina prima degli anziani.

  4. chiudere le scuole e vietare socialità e attività fisico-sportiva ai bambini e agli adolescenti.

  5. distruggere l’attività economica di tanti piccoli e medi imprenditori con lockdown inutili e, oltretutto, iniziati quando le curve epidemiche erano già in discesa.

  6. Negare il diritto costituzionale e morale al lavoro di coloro che non si erano vaccinati, essendo perfettamente a conoscenza che lo stato vaccinale non influiva sulla diffusione del contagio.

  7. ecc.ecc.


Eppure coloro che hanno denunciato tutto ciò in questi tre anni non hanno certo sperimentato il “buonismo” che oggi si invoca. Sono stati derisi, insultati, messi al bando dalla società, sospesi dal lavoro, messi in accusa dai loro ordini professionali e hanno patito, sulla loro pelle, i danni della censura indicibile messa in atto dai “responsabili”.

E non mi si dica che tutto ciò è dovuto a ignoranza o a impreparazione di chi ha preso le decisioni. Quando si parla di azioni che hanno provocato decessi, danni economici, danni psicologici, violazione della dignità umana, negazione dei diritti dell’infanzia, l’incompetenza può rappresentare un’attenuante, ma non provoca certo l’estinzione del reato.

No, i responsabili vanno giudicati. Non dobbiamo invocare la loro impunità, anche perché il pensare che l’evitare il giudizio e la pena (fosse anche soltanto la messa al bando perlomeno morale di questi individui) serva a fare in modo che la prossima volta, che già si preannuncia vicina considerati i documenti che stanno partorendo l’OMS e le Società Scientifiche, non si ripeta ciò che è successo in questi tre anni, rappresenta soltanto una pia illusione.

E dimostra, sul serio in questo caso, “l’ignoranza” di coloro che l’invocano rispetto alle modalità di funzionamento del mondo, quale è quello di oggi.


martedì 7 marzo 2023

I veri crimini su cui indagare.

 

La Procura di Bergamo afferma che si sarebbero potuti evitare tanti decessi nel primo periodo dell’epidemia. Io sono d’accordo e aggiungo che li avremmo potuti evitare anche nei mesi successivi e non soltanto nella provincia di Bergamo, ma in tutta Italia

Le zone rosse e i lockdowns però non c’entrano nulla. Niente può fermare la diffusione di un virus aereo e estremamente contagioso.

Cosa sarebbe dunque servito?

Due semplici cose.

La prima quella di decidere di visitare e curare i malati, specialmente quelli più a rischio e cioè gli anziani e i portatori di patologie croniche, come sempre si è fatto prima che comparisse questo nuovo virus collegato, ricordo a tutti, alla categoria di quelli del raffreddore comune.

Purtroppo invece si è stabilito di lasciarli a casa, senza che alcun medico potesse mettere un fonendoscopio sul loro torace e prescrivere le terapie adeguate, in attesa, molto “vigile”, che giungesse il momento in cui le loro condizioni si aggravassero a tal punto da dover essere ospedalizzati.

La seconda, appena giunti in ospedale, la decisione di non valutare caso per caso la terapia adatta ma piuttosto, come è stato fatto, di sedarli e intubarli immediatamente.

Riguardo questo secondo aspetto, di cui si è discusso abbastanza nel 2020, ma che poi è stato lasciato cadere nel dimenticatoio (cozzava contro l’immagine di “medici eroi” che doveva essere mostrata all’opinione pubblica), ricordo a tutti che gli effetti tossici dell’ossigeno sul tessuto polmonare e i possibili danni provocati dalla respirazione meccanica sono ben noti da lungo tempo.

Noi pediatri neonatologi ne siamo ben consapevoli e per questo, quando la respirazione meccanica è strettamente necessaria, stiamo molto attenti ai parametri di somministrazione dell’ossigeno (concentrazione e pressione).

Questo perché, comunque sia, rimane alto il rischio di ROP (retinopatia del prematuro che può portare anche alla cecità) e DBP (displasia broncopolmonare che necessità di cure prolungate e spesso crea problemi di vario tipo anche nella vita adulta).

Forse sarebbe stato opportuno indagare sui responsabili di questi errori, perché sono proprio questi che hanno provocato i decessi evitabili.

Ma può darsi che presentare all’opinione pubblica una imputazione che, sono sicuro, si scioglierà come neve al sole, serva a distogliere l’attenzione dai veri crimini compiuti nel periodo dell’epidemia: la vaccinazione degli studenti di medicina prima degli anziani, la chiusura delle scuole, il greenpass e la cancellazione del diritto costituzionale al lavoro, le inutili mascherine e, fondamentale, il disconoscimento della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo che qui riporto e che dovrebbe essere ricordata quotidianamente a tutti coloro che l’hanno deliberatamente infranta.


 

lunedì 6 marzo 2023

Ebbene sì, sono un po' complottista!

Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, è uno dei più accesi fautori dell'invio di armi in Ucraina, delle sanzioni contro Mosca, della fine della guerra soltanto con la sconfitta della Russia, per difendere l'occidente e la democrazia.

Jens Stoltenberg è norvegese, ex-premier di quella nazione.

Oggi leggo questa notizia su vari siti e quotidiani economici, fra i quali cito questo di Borsa e Finanza:

Norvegia: da gas e petrolio introiti per 131 miliardi di euro nel 2022. 

La guerra Russia-Ucraina si è rivelata una miniera d’oro per la Norvegia nel 2022. Sulla base delle stime di Statistics Norway, ente di ricerca pubblico norvegese che raccoglie, analizza e pubblica le informazioni statistiche su economia, popolazione e società nel paese, lo scorso anno le entrate derivanti da gas e petrolio sono arrivate a 1.457 miliardi di corone norvegesi, pari a 131 miliardi di euro. È il triplo rispetto al fatturato dell’anno precedente a 498 miliardi di corone, ma soprattutto il più grande introito mai ottenuto dagli idrocarburi.

Ora, è vero, io sono un po' complottista, ma che volete, non posso fare a meno di rilevare questa strana coincidenza.

Devo dire che, con il passare degli anni, ho cominciato a rivalutare un po' la figura di Andreotti, specialmente quando disse: "a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso s'indovina!




 


Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...