In fondo, confesso, ho sempre avuto la speranza, che, come dicono, è l’ultima a morire, che il PD potesse, un giorno o l’altro, cambiare da quello che è diventato da molti anni ormai, cioè un partito composto da persone dotate di scarsa intelligenza e preparazione culturale, buono solo a parole a tutelare i diritti delle persone.
Durante la vicenda Covid il suo appoggio incondizionato a provvedimenti come, ad esempio, la sospensione dal lavoro dei 50enni non vaccinati, non è neanche commentabile considerata la sua gravità. E che dire della chiusura delle scuole o del divieto di qualsiasi attività sportiva o ricreativa agli adolescenti non vaccinati (a meno che non si facessero un tampone ogni 2 giorni) entusiasticamente sponsorizzati dal PD?
Comunque, da allora, il tempo è passato e la consapevolezza su quello che è, realmente, il coronavirus è sicuramente cambiata nella popolazione, nonostante che i media, specie negli ultimi giorni, continuino a picchiare duro. Lo dimostra ad esempio il fatto che il numero dei vaccinati con il booster aggiornato è estremamente basso, anche e soprattutto tra gli stessi medici.
Ma oggi leggo l’intervista a Sandra Zampa che, in quanto capogruppo Pd in Commissione Sanità, esprime certamente il punto di vista ufficiale del partito sull’argomento e mi cadono le braccia.
E non so se essere arrabbiato o piuttosto sconsolato per la perdita, ormai definitiva, del mio punto di riferimento politico fino a non moltissimi anni fa.
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