Continuo a parlarvi del long Covid e dell’ultimo studio “scientifico” apparso su JAMA dal titolo “Sviluppo di una definizione di sequele post acute dell'infezione da SARS-CoV-2”.
Come già scritto in un precedente post sempre su questo argomento mi aveva colpito il dato che, negli USA sono già nate 41 cliniche specializzate per il trattamento del long Covid senza però sorprendermi più di tanto perché in fondo, dopo l’avvento di omicron, il Covid “classico” non è più motivo di preoccupazione per la maggioranza dei “pazienti potenziali” e, comunque, il motto “business is business” rappresenta sempre il golden standard in questa nostra società.
Senza entrare nello specifico dell’articolo, anche perché le conclusioni sono sempre le stesse, posto le tabelle riferentesi ai sintomi del long covid, che come ho scritto anche nel precedente post, comprendono praticamente tutti quelli che sono descritti in un comune trattato di Patologia Medica Generale e che in gran parte sono riferiti dal paziente senza necessaria conferma oggettiva.
Ma in più posto anche gli screenshot della parte finale dell’articolo, le “Dichiarazioni dei conflitti d’interesse” che, come voi sapete, è obbligatoria per ogni articolo scientifico.
Gli autori sono veramente tanti e importanti (segnale di una condivisione convinta sulle conclusioni dell’articolo).
Però vi chiedo: leggendo i finanziatori dello studio, siamo proprio sicuri dell’obiettività dell’articolo in questione?
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