venerdì 31 marzo 2023

Sarà l'età, ma sto diventando sempre più scettico!


 

Io sono sempre stato un "europeista" convinto. Devo confessare che negli ultimi tempi comincio ad avere più di un dubbio! 😀😀
P.S. quale sarebbe stato poi il "modello basato sui medici di base"? Prescrizione telefonica di "prendi un po' di tachipirina e aspetta che arrivi il momento che ti toccherà ricoverarti in ospedale"?

giovedì 30 marzo 2023

Cosi' ci smantellano le certezze!!!

 


Wow! Che mi tocca leggere!😮
Medscape, il sito di divulgazione medica forse più importante e seguito al mondo, si è sempre distinto, fin dall'inizio della storia, come assolutamente schierato con la posizione ufficiale, granitico, senza se e senza ma.
Oggi leggo questo articolo dal titolo "Aumento delle morti in eccesso, ma perchè?" dove non solo trovo questo grafico che mi fa vedere che l'eccesso di mortalità negli Stati Uniti è iniziato, e in maniera molto evidente, già nel 2019, ma mi fa anche leggere, testuale, che:
 
Innanzitutto, si può notare che anche prima della pandemia, gli Stati Uniti hanno un problema di eccesso di mortalità. Questo non è del tutto una sorpresa; sappiamo che le cosiddette "morti per disperazione", quelle dovute all'abuso di alcol, alle overdose di droga e al suicidio, sono ai massimi storici e tendono a colpire una popolazione "nel fiore degli anni" che altrimenti non sarebbe destinata a morire. Infatti, il 50% dei decessi in eccesso negli Stati Uniti si verifica tra i 15 e i 64 anni.
I decessi in eccesso sono anche una percentuale preoccupante dei decessi totali. Nel 2017, il 17% dei decessi totali negli Stati Uniti poteva essere considerato "in eccesso". Nel 2021, questo numero era raddoppiato al 35%. Nel 2021 sono morte quasi 900.000 persone negli Stati Uniti che forse non ne avevano bisogno.
L'ovvio colpevole è la COVID, ma l'eccesso di decessi associati alla COVID spiega solo circa il 50% dell'eccesso registrato nel 2021. Il resto riflette qualcosa di ancora più preoccupante: un peggioramento dei fallimenti del passato, forse esacerbati dalla pandemia ma non dovuti al virus stesso.
 
Mi chiedo dove andremo a finire se le certezze assolute che abbiamo vissuto in questi ultimi anni vengono messe in discussione? 😀😀😀 
 

 



mercoledì 29 marzo 2023

"Le reazioni avverse ai vaccini sono estremamente rare" secondo EMA. Meno male, adesso siamo tutti più tranquilli !!!

Leggo un articolo su Doctor 33, un sito specializzato riservato a medici e farmacisti, di un’audizione al Parlamento europeo di Emer Cooke, direttrice di EMA (Agenzia Europea Medicinali) la quale ha affermato in quella sede che le reazioni avverse ai vaccini anticovid sono estremamente rare.

Nell'Ue abbiamo chiesto alle compagnie produttrici rapporti di monitoraggio ogni mese oltre ai normali rapporti semestrali - ha aggiunto Cooke - e abbiamo intensificato la ricerca osservazionale e il sistema di sorveglianza internazionale" sulle potenziali reazioni avverse. Questo ha consentito di trovarne "anche di rarissime e con incredibile velocità, di solito con i vaccini ci vogliono anni", ha proseguito. "Oggi il profilo di sicurezza dei vaccini Covid è molto alto - ha concluso Cooke - la grandissima maggioranza degli effetti collaterali è molto tenue e arriva nelle settimane immediatamente seguenti la vaccinazione, e questo per i vaccini è normale".

Meno male che i rapporti di monitoraggio li hanno chiesti alle case produttrici, abbiamo visto quanto siano state felici e disponibili, fino ad adesso, a divulgare i dati in loro possesso!😀

La cosa comunque strana è che se andiamo a visionare i dati sugli effetti avversi dei vaccini sul sito di EUDRA, la Banca Dati europea degli effetti avversi ai farmaci, troviamo tabelle che non ci rassicurano cosi’ tanto come le parole della Cooke!

Queste le tabelle dati dei vaccini Pfizer, Moderna e Astra Zeneca:




 

E per finire un'informazione interessante. La Cooke, prima di diventare direttrice di EMA, ha lavorato per l’organizzazione lobbistica EFPIA, La Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche.

A tal proposito il deputato Gerald Hauser, in una interrogazione al parlamento europeo, ha affermato questo:

FPÖ - Hauser: la direttrice dell'EMA ha trascorso tutta la sua vita lavorativa a fare lobby per l'industria farmaceuticaVienna (OTS) - "Non è possibile che dal novembre 2020 l'Agenzia europea per i medicinali EMA sia guidata dalla dottoressa Emer Cooke, una lobbista per le aziende farmaceutiche che ora chiedono l'approvazione dei loro vaccini Covid. L'attuale direttrice dell'EMA ha trascorso tutta la sua vita lavorativa nell'industria farmaceutica e ora è anche responsabile, tra le altre cose, dell'approvazione, del controllo e dell'efficacia di farmaci e vaccini - come per AstraZeneca. In qualsiasi democrazia decente, si parlerebbe di conflitto di interessi in un caso del genere", ha dichiarato oggi il membro del Consiglio Nazionale Libero Mag.

"Per esempio, Emer Cooke era anche responsabile di un budget di circa 306 milioni di euro per il 2020 - ma il 91% di questo budget proveniva da compensi di aziende farmaceutiche. A partire dal 1985, ha ricoperto diverse posizioni nell'industria farmaceutica e dal 1991 al 1998 è stata membro del consiglio di amministrazione della Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (EFPIA), un'organizzazione di lobbying delle maggiori aziende farmaceutiche europee. Qui ha trascorso otto anni facendo lobbying per le 'Big 30' dell'industria farmaceutica europea, tra cui Pfizer, AstraZeneca, Novartis, Johnson & Johnson", ha criticato Hauser e ha continuato: "Una simile carriera può essere descritta solo con le seguenti ipotesi: 'insider trading vero e proprio', 'nepotismo' o 'corruzione'. Questo dovrebbe anche essere preso in considerazione se in futuro l'EMA sarà considerata una prova della correttezza dei test sui prodotti medici".



lunedì 27 marzo 2023

Ne vedremo delle belle nel prossimo futuro!

Ecco a cosa conduce il terrore indotto da "scienziati" e media, abbinato all'ipocondria già presente in numerosi individui che tre anni di Covid ha sdoganato, trasformandola da psicosi da curare in una virtù che porta a prendere decisioni "precauzionali" e "preventive". Il tutto, ovviamente, condito dall'assoluta ignoranza rispetto alle malattie e alla loro modalità di trasmissione. La notizia sotto riportata fa il paio con la disinfezione delle strade alla quale abbiamo assistito nella prima fase dell'epidemia.
La scarlattina, di cui realmente stiamo assistendo ad un aumento di casi, rispetto agli anni pre-covid, come d'altronde lo vediamo per tante altre malattie infettive dopo tre anni di mascherine e "isolamento", oggi provoca la "sanificazione" e la conseguente chiusura delle scuole per un periodo più o meno lungo.
E siamo solo all'inizio!
 

 

 

Giornalismo d'inchiesta: fortunatamente esiste ancora!

Riporto qui il testo integrale dell'articolo di oggi su La Verità di Maddalena Loy, giornalista della cui amicizia mi onoro e che non ha mai avuto timore a contrastare la narrazione ufficiale ricercando con meticolosità  dati reali, sempre ignorati e nascosti dai media "accreditati".

Una lettura che ci permette di interpretare con più chiarezza gli accadimenti degli anni dell'epidemia.


Un flusso generoso e ininterrotto di denaro a tutti, nel privato e nel pubblico: medici, società di congressi e di formazione, ma anche enti, associazioni di categoria, fondazioni, Asl, università e ospedali. I «trasferimenti di valore» (ToV, Transfer of values) dell’azienda farmaceutica Pfizer a tutto ciò che ruota intorno a medicina e salute sono infiniti e documentano come funziona – lecitamente - il sistema della «pesca a strascico» che ha ormai cronicizzato la dipendenza della medicina dall’industria del farmaco. Complice il progressivo ritiro dello Stato dal sostegno alla ricerca e allo sviluppo, i documenti pubblici che raccolgono i beneficiari Pfizer negli ultimi anni rendono plasticamente se non ammanettata, alle aziende farmaceutiche, rappresentando i conflitti d’interessi che imperversano, aumentati negli anni della pandemia. I trasferimenti di valore della sola Pfizer per ricerca e sviluppo, che nel 2019 erano pari a 6.353.707 euro, nel 2020 sono balzati a 10.242.454 euro, per poi toccare quota 10.319.009 euro nel 2021. E pensare che nel 2018, la somma dei trasferimenti Pfizer in Italia era stata di «soli» 169.602 euro. Al di là delle somme erogate urbi et orbi dalla multinazionale americana, è il variegato elenco dei beneficiari che balza all’occhio. Non sono soltanto i privati a godere del sostegno di Pfizer, ma spesso anche enti pubblici, associazioni e federazioni che, nel corso della pandemia, sono state consultate da stampa e media per convincere i cittadini a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Cittadinanzattiva (organizzazione cattolica di sinistra che ha dato vita al Tribunale del malato) ad esempio, nel 2022 ha ricevuto 243.127 euro, dei quali 142.000 in donazioni e grants. Di questi ultimi, 101.000 sono stati impegnati per un focus sugli antivirali contro il Covid (di cui Pfizer è una delle maggiori produttrici, con il suo Paxlovid). Altro esempio: a dicembre 2022 La Verità dedicò un articolo al webinar «Alfabetizzazione sanitaria ed esitazione vaccinale», organizzato dalla potente Fondazione Umberto Veronesi. Evento dal sapore propagandistico, risultò molto sbilanciato a favore della controversa vaccinazione anti Covid dei giovanissimi: ne scrivemmo perché a farsi portavoce dell’« urgenza vaccinale» sui bambini, nel corso di quell’evento, furono decisori pubblici come il professor Giovanni Rezza dell’Istituto superiore della sanità e Cinzia Caporale, dirigente del Consiglio nazionale delle ricerche ed ex membro del secondo Cts rinnovato da Mario Draghi. Ebbene, quel convegno è stato finanziato proprio da chi quei vaccini li produce, ossia Pfizer, che ha dato alla Fondazione Veronesi un contributo di 120.000 euro, sotto forma di donazione, per il progetto «Io vivo sano – Prevenzione Vaccini». Il 2021 è stato l’anno in cui l’opinione pubblica, incerta sull ’opportunità della vaccinazione anticovid dei bambini e dei ragazzi poco scalfiti dal virus, ha subìto forti pressioni a mezzo stampa, esercitate anche dai rappresentanti istituzionali. Sconcerta dunque constatare che tra i beneficiari delle sovvenzioni e donazioni della Pfizer ci siano associazioni come la Fimp, Federazione italiana medici pediatri, che a giugno 2021, quando fu approvato il vaccino Pfizer per gli over 12, elaborò il volantino-decalogo «Perché vaccinare tuo figlio adolescente contro il Covid», che campeggia ancora oggi negli ambulatori di tutti i pediatri di famiglia italiani. La Fimp ha ricevuto 128.300 euro da Pfizer nel 2021, e altri 130.476 nel 2020. Anche la Sip, Società italiana pediatria, si è fatta notare in pandemia per lo zelo con cui ha sponsorizzato la vaccinazione dei bambini. Nel volantino «8 domande e 8 risposte sul vaccino Covid», ha minimizzato le miocarditi da vaccino («lievi, di modesta entità e risolvibili»), consigliando la vaccinazione anche per evitare «l’isolamento sociale», sic: Pfizer le ha offerto contributi per 59.650 euro nel 2019 (nel 2018 nulla). Inizialmente istituito per curare i disturbi della crescita, anche l’Istituto auxologico italiano di Milano si è speso per la vaccinazione dei minori con i soliti mantra: «I vaccini a Rna-messaggero Moderna e Pfizer sono sicuri ed efficaci », «gli eventi avversi sono bassi, ma le persone hanno ancora timore, arrivando anche a non vaccinarsi». L’Istituto è arrivato «anche» a percepire 169.736 euro da Pfizer. La polemica forse più feroce del 2020, poi proseguita anche nel 2021 e nel 2022, è quella che ha coinvolto i medici di base (Mmg, medici di medicina generale), alcuni dei quali accusati di non aver visitato i pazienti malati e di essersi appiattiti sulle indicazioni istituzionali che, almeno fino al 30 novembre 2020, suggerivano paracetamolo e vigile attesa per «curare» la malattia, in attesa che arrivassero i vaccini. Sono stati proprio gli Mmg a godere di molti finanziamenti erogati da Pfizer: nel 2020 hanno ricevuto 12.500 euro erogati alla Simg (Società italiana di medicina generale) e 86.977 euro concessi a Metis srl, la società scientifica dei medici di medicina generale, nel 2021 i contributi Pfizer sono saliti a 69.000 euro per la Simg e 254.720 euro a favore di Metis srl. Anche i rianimatori delle terapie intensive della Siaarti sono stati sostenuti da Pfizer: 63.000 euro nel 2020, 167.000 euro nel 2021. Il 2021 è stato anche l’anno in cui sono partite le prime segnalazioni di eventi avversi da vaccino, che ad oggi, lo ricordiamo, sono 140.595, di cui 26.291 gravi e 971 segnalazioni di decesso post-vax. La scorsa settimana Mario Giordano ha mostrato in esclusiva a Fuori dal Coro le mail interne dell’Agenzia italiana del farmaco in cui, a fronte dell’arrivo, già a inizio 2021, di segnalazioni «rilevanti» di eventi avversi e tassi altissimi, funzionari Aifa raccomandavano che i dati «non fossero pubblicati o divulgati ». Anche le società specialistiche non ne fecero menzione, e ciò scoraggiò molti cittadini a inoltrare le segnalazioni, a tutt’oggi sottostimate. Gli eventi avversi si sono manifestati spesso come miocarditi, infarti e problemi cardiocircolatori. Nessuna associazione di categoria italiana ha mai preso in considerazione l’ipotesi che potesse essere stato il vaccino a slatentizzare o scatenare questi problemi. Alcune di queste hanno ricevuto sovvenzioni da Pfizer: 70.750 euro alla Società italiana cardiologia nel 2020, 62.000 nel 2021 (niente nella tabella 2018), 541.940 euro all’Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) nel 2020 e 533.656 euro nel 2021 (nel 2019 furono 362.250, nel 2018 solo argent de poche: 1.500 euro) e 20.665 alla Fondazione italiana per il cuore nel 2022. La macchina della propaganda è stata ben oliata anche da Pfizer alle aziende che organizzano eventi e congressi scientifici per conto di medici e università, e sopratutto alle società, accreditate presso il ministero della Salute, che fanno formazione Ecm (educazione continua in medicina). Paperone del 2021 è Qb Group (678.323 euro, oltre ai 77.850 del 2019 e i 117.307 del 2020), società di Padova, la città dove è nata la Fondazione «Sviluppo di terapia genica con tecnologia a Rna», beneficiaria a sua volta di 320 milioni di euro del Pnrr. È andata molto bene anche a Editree srl di Monza, che nel 2019 ha ricevuto da Pfizer ben 986.123 euro in sovvenzioni, mantenendone 320.426 nel 2020 e altri 327.893 euro nel 2021. A seguire Materia Prima s.r.l di Bergamo (137.640 euro nel 2020 e 494.341 euro, addirittura in donazioni, nel 2021), agenzia di comunicazione leader nel settore medico. A fare incetta dei generosi contributi Pfizer anche Academy srl di Milano, Executive Congress srl di Firenze, Planning Congress di Bologna, Nadirex di Pavia, Dynamicon Education di Milano, Oliba srl di Roma e Aristea di Genova, tra le tante. Una menzione a parte merita Edra Spa, società di consulenza che nel 2020 ha ricevuto da Pfizer 353.150 euro: il suo chief scientific officer è Luca Pani, ex direttore generale Aifa ed ex dirigente della commissione per la valutazione dei medicinali di Ema. Altri importanti beneficiari dei contributi Pfizer sono le università e gli ospedali, sovvenzionati a macchia d’olio in tutta Italia: si va dalla Fondazione Irccs Ospedale San Martino di Genova, che ha ricevuto 77.893 euro in donazioni nel 2021 contro i 33.050 del 2019 e i 10.800 del 2020, all’Università di Genova (20.000 euro nel 2020 e 67.500 euro nel 2021, di cui 33.000 in donazioni), passando per l’Istituto San Raffaele di Milano, dove lavora il professor Roberto Burioni (40.000 euro di donazioni nel 2020, saliti a 151.741 nel 2021). Donazioni di piccola-media entità alle università di Foggia, Messina, Padova, Pavia, Verona, Torino, Milano, Pisa, Roma La Sapienza, Camerino e Salerno nel 2021, oltre a quelle di Napoli, Milano Bicocca, Caserta, Ferrara, L’Aquila, Cagliari, Modena, Firenze, Varese Insubria e Ancona nel 2020. Per non dimenticare gli ospedali: si va dal Policlinico di Milano all’Istituto oncologico romagnolo di Forlì, passando per l’Ospedale Maggiore di Bologna.

Elencarli tutti è impossibile, e stiamo parlando soltanto di Pfizer.


 

domenica 26 marzo 2023

Ghebreyesus: ”5000 morti a settimana per il Covid"


Quando sento dire dal buon Theodor, direttore dell’OMS, che ci stiamo avviando verso la fine dell’emergenza anche se dobbiamo restare all’erta perché comunque ancora oggi si riscontrano “5000 decessi (preciso che sono nella quasi totalità di anziani over 80) a settimana nel mondo”, mi spunta sulla bocca un sorriso (amaro).

E’ infatti un numero insignificante considerando che ancora oggi tamponiamo tutti coloro che entrano in un ospedale per qualsivoglia patologia e oltretutto lo facciamo con tamponi a 42-45 cicli di amplificazione.

Facciamo l’ipotesi che decidessimo di fare un tampone faringeo per il meningococco (i portatori sani di questo batterio variano, secondo gli studi, dal 10 al 30% della popolazione adulta) a tutti coloro che entrano in ospedale. Altro che 5000 morti a settimana per “meningite” conteremmo nel mondo!

Ma andiamo oltre in ipotesi suggestive!

E se decidessimo di fare agli ospedalizzati anche un tampone, nasale e/o cutaneo, per lo Staphylococcus aureus, germe presente sulla cute e nel naso del 30% della popolazione adulta e che puo’ causare oltre che patologie cutanee, anche polmoniti, osteomieliti, artriti settiche, endocarditi e setticemie?

Allora si’ che saremmo di fronte ad una pandemia mai vista prima!

Alla fine conteremmo decine di migliaia di decessi per “Covid meningo-stafilococcico”.

E allora, recuperiamo una buona volta la ragione e l’evidenza medica. Se vogliamo continuare a fare tamponi (solo quelli ospedalieri, perché per tutti gli altri è giunta l’ora, una buona volta, di smettere di farli!), facciamoli soltanto a coloro che entrano in ospedale con sintomi specifici e riferibili al SARS-CoV-2 e non ai pazienti ricoverati per infarto cardiaco, ictus cerebrale o tumore metastatizzato all’ultimo stadio, per non parlare dei traumatizzati. E facciamolo utilizzando cicli di amplificazioni ragionevoli, cioè non più di 36, come d’altronde era stato suggerito nella prima fase dell’epidemia considerando che i test positivi oltre questo cut-off, per i non sintomatici, possono essere considerati solo come segnali di infezione passata e superata.

Sono sicuro che il numero di morti Covid diminuirebbe significativamente e tutti ( specie coloro che ancora pensano di rischiare la morte andando a fare la spesa in un supermercato affollato) sarebbero più sereni.

Altrimenti i “5000 decessi settimanali covid” di anziani over 80 (che stranamente è la classe di età che mostra la più alta mortalità generica da che mondo è mondo) e forse anche molti di più in futuro, rappesenteranno una costante fino a quando l’uomo sarà soppiantato, sulla terra, da qualche altra specie;

…..a meno che, ovviamente, questo dato immutabile nel tempo non sia funzionale a qualche altro progetto, che pero’ con la tutela della salute pubblica credo abbia ben poco a che vedere.





sabato 25 marzo 2023

Gli anziani sono irascibili e intolleranti

 

E’ vero, lo confermo, succede anche a me. Per il momento, fortunatamente, mi capita soltanto in un caso, quando cioè sento pronunciare la parola “diritti”. Parola che mi evoca all’istante una reazione violenta che mi sorprende perché in fondo io sono sempre stato una persona mite e paziente.

E oggi che sento parlare dei “diritti” dei bambini delle coppie omosessuali (senza entrare nello specifico dell’argomento perché non è questo cio’ che voglio discutere qui), succede purtroppo molto spesso.

Mi chiedo e vi chiedo con quale faccia ci sono persone che oggi si riempiono la bocca di questa parola quando hanno permesso che:


  • si segregassero i bambini nelle loro case

  • si impedisse loro di incontrarsi con gli amici

  • si vietasse loro qualsiasi attività sportiva che stavano precedentemente praticando

  • si chiudessero le aree giochi nei parchi e nei giardini

  • si rendessero inaccessibili i reparti dei supermercati dove si vendevano i giocattoli (sadismo puro riferibile soltanto a persone che, con tutta evidenza, odiano i bambini)

  • si chiudessero le scuole per un periodo interminabile

  • si imponesse loro di indossare una mascherina dai 6 anni di età

  • si imponesse loro un isolamento di 10 o 14 giorni se un compagno di classe risultava positivo al tampone

  • si proibisse loro di parlare con i compagni quando consumavano la merenda a scuola

  • si vietasse la condivisione di penne e quaderni

  • si trasmettesse loro il senso di colpa perché uccidevano i loro nonni

e poi, successivamente, dai 12 anni di età:


  • si imponesse loro l’obbligo di vaccinarsi, o in alternativa di tamponarsi ogni 48 ore, per poter di nuovo fare attività sportiva e per poter salire su un autobus, un treno o un aereo


Evito qui di elencare le motivazioni che mi vengono alla mente qualora cominciassi a parlare anche dei “diritti” degli adulti, perché il mio post diventerebbe lunghissimo e vi annoierei.

Spero solo che non mi capiti di sentire questi discorsi da qualcuno in mia presenza perché davvero non so come reagirei!

Noi anziani, come ho ricordato all’inizio, siamo difficili da sopportare e qualche volta possiamo anche diventare pericolosi!





venerdì 24 marzo 2023

A qualcuno interessa realmente qualcosa della sorte del popolo ucraino

 


Io, che nutro seri dubbi in proposito fin dall’inizio della vicenda, credo di averne avuto la conferma da una recente notizia: la fornitura di munizioni all’uranio impoverito ai militari ucraini da parte dell’Inghilterra.
Vi ricordate, dopo la guerra in Bosnia, come il mondo dell’informazione denuncio’ all’unisono gli effetti deleteri e dimostrati di questo tipo di equipaggiamento sui nostri militari che in gran numero si ammalarono di tumore e molti morirono? Osservate qualche critica e/o obiezione nei media di oggi?
Dicono che questo tipo di munizioni sia più efficace nel produrre danni. Resta pero’ da stabilire se siano maggiori i danni inflitti al nemico nell’immediato o quelli patiti nel tempo dagli utilizzatori. Molto probabilmente è di gran lunga più veritiera la seconda ipotesi.
Devo dire che la notizia, oltre a indignarmi, mi ha anche profondamente stupito perché pensavo che, considerato che il nesso causale è chiaro (ci sono già oltre 50 richieste di risarcimento decise da vari tribunali italiani e credo altrettante, se non di più, anche nelle altre nazioni dei “volenterosi”), la fabbricazione di questo tipo di munizioni fosse stata interrotta. Mi ha anche stupito quando sono andato a cercare l’eventuale letteratura scientifica sull’argomento e non ho trovato nulla a livello mondiale. Il nesso “scientificamente provato” non esiste, come d’altronde non esiste quello su gli effetti avversi dei vaccini. Nessuno ha mai pensato di indagare. Strano, no?
Dunque, rispetto alla domanda iniziale, ne pongo altre:
• L’interesse reale, fin dall’inizio, è stato quello di proteggere l’Ucraina o piuttosto di sconfiggere la Russia, costi quello che costi (evidentemente solo agli “altri”, dal punto di vista “fisico”)?
• La morte di tanti civili, inevitabile in ogni guerra e già sperimentata anche nelle “guerre giuste” iniziate dal democratico occidente per la “difesa della libertà” in tanti luoghi del mondo, importa veramente a qualcuno?
• Forse che, fino a quando la guerra non tocca fattivamente la nostra popolazione civile (e gli Stati Uniti, ad esempio non l’hanno mai sperimentata sul loro territorio), siamo tutti bravi ad ergerci a “difensori della libertà”?
• E, domanda finale da 1000 punti, avremmo potuto evitare questa guerra se avessimo veramente voluto?

giovedì 23 marzo 2023

Buon compleanno Covid! La banalità del male!

 Propongo la traduzione integrale del post odierno apparso su HART


Hannah Arendt è famosa per i suoi scritti sulla banalità del male. La sua osservazione di base è che atrocità come quelle viste nella Seconda Guerra Mondiale sono potute accadere proprio perché le persone comuni sono diventate - attraverso un'obbedienza inconsapevole e un'incapacità individuale di pensare - ruote di una macchina grottesca. "Come è potuto accadere?" o "Non avrei mai preso parte a questo!" sono pensieri comuni quando si leggono eventi storici di questo tipo.

E poi è arrivato il 2020. L'era di Covid. L'era delle politiche e dei diktat che hanno portato ottuagenari fragili ad essere isolati per mesi senza visite da parte dei propri cari, a deperire rapidamente fisicamente e mentalmente e a morire da soli. I bambini sono stati isolati dalla vita, colpevolizzati e intimoriti perché credessero di essere soltanto vettori di malattie che possono "uccidere la nonna". Un'idea, potremmo aggiungere, che è stata concepita e diffusa da "esperti" psicologi comportamentali. Poi c'è stato il lancio di massa di un farmaco sperimentale senza alcun profilo di sicurezza a lungo termine, i cui risultati diventeranno indubbiamente più terrificanti a ogni nuovo rilascio di dati scomodi. Dati a cui i media tradizionali non prestano alcuna attenzione, sapendo che un pubblico tormentato e maltrattato vuole per lo più dimenticare e passare oltre.

Proprio come Hannah Arendt insisteva sulla necessità di documentare la banalità del male dopo la Seconda Guerra Mondiale, è importante che lo facciamo anche ora. Per quanto forte sia il desiderio di distogliere lo sguardo e di volgersi verso il sole del futuro, dovremmo esaminare in modo rigoroso ciò che è accaduto negli ultimi 3 anni, e allora sicuramente sperimenteremo l'unica reazione appropriata: lo shock e l'orrore. E poi, dopo che lo shock e l'orrore si saranno placati, dovremo mettere in atto meccanismi che impediscano che questo accada di nuovo.

La domanda è: come possiamo farlo, se tante cose palesemente false sono ancora ritenute verità diffuse, radicate nella coscienza pubblica? Finché non si ammette che le varie politiche erano immorali e sbagliate (in qualsiasi circostanza), come possiamo iniziare a rimediare e andare avanti?

Dato il loro ruolo centrale nella promulgazione delle varie menzogne dell'era Covid, è ironico che la BBC abbia pubblicato nel 2016 un articolo dello psicologo Tom Stafford con il seguente sottotitolo:

'La ripetizione fa sembrare un fatto più vero, indipendentemente dal fatto che lo sia o meno'. Capire questo effetto può aiutare a non cadere nella propaganda".

Stafford prosegue dicendo che:

Parte della difesa contro l'illusione è l'obbligo che ci impone di smettere di ripetere le falsità. Viviamo in un mondo in cui i fatti contano, e dovrebbero contare. Se ripetete le cose senza preoccuparvi di verificare se sono vere, contribuite a creare un mondo in cui è più facile confondere la menzogna con la verità. Quindi, per favore, pensate prima di ripetere".

Ben detto Tom.

Molte politiche di Covid erano semplicemente sbagliate. Sbagliate nei fatti, ma soprattutto sbagliate dal punto di vista etico e morale. È sorprendente che molte di queste aberrazioni in materia di diritti umani vengano attuate ancora oggi, a distanza di circa 3 anni, nelle case di cura e negli ospedali di tutto il Paese.

Buon compleanno covid! I miti medici che avete lasciato prosperare non mostrano alcun segno di appassire - e tanto meno di morire - nonostante una massa crescente di dati che dimostrano che quasi tutto ciò che è stato fatto in nome della salute pubblica era nel migliore dei casi inutile e, nel peggiore, profondamente e profondamente dannoso.

In molte case di cura accade ancora che se un residente si reca in ospedale per qualsiasi motivo, una volta tornato a casa sua viene sottoposto a 10 giorni di isolamento, senza poter ricevere visite. Perché? Non lo facevamo nel 2019, quindi perché mai lo facciamo ancora adesso? È crudele e disumano e qualsiasi istituzione o membro del personale che accetti ancora di mettere in atto questo teatro morboso ha perso di vista l'umanità di base. Dire "è una politica" non significa che tutto vada bene.

Una rete di bugie sulla salute pubblica è stata raccontata così frequentemente, con un dissenso così efficacemente censurato, che la realtà è stata permanentemente distorta. In ambito sanitario, i diritti umani di base non sono più considerati una priorità. Siamo una specie sociale e quando siamo in ospedale, nel momento di massima vulnerabilità, anche all'inizio e alla fine della nostra vita, abbiamo bisogno di avere intorno a noi le persone che amiamo. Abbiamo bisogno di vedere i volti di chi ci cura per costruire un rapporto di fiducia e per poter comunicare chiaramente. Abbiamo bisogno di sapere che i medici hanno a cuore l'interesse del singolo paziente che hanno davanti, senza pensare al cosiddetto Bene Comune. Il limite è stato spinto così tante volte che ora ci troviamo in un nuovo paradigma molto pericoloso.

Quindi, piuttosto che guardare la società dissolversi in un abisso immorale, in cui l'assistenza centrata sul paziente è un ricordo tenue e lontano, dobbiamo continuare a sottolineare fatti e verità, a prescindere da quanto sia diventato normale l'esatto contrario.

  • L'isolamento sociale forzato dei cittadini è sempre moralmente ed eticamente sbagliato;

  • Le procedure mediche forzate sono sempre moralmente ed eticamente sbagliate;

  • La manipolazione psicologica delle popolazioni senza il loro consenso è moralmente ed eticamente sbagliata;

  • Le politiche governative che calpestano i diritti costituzionali fondamentali (ad esempio, il diritto al lavoro, la libertà di movimento, la libertà di parola) sono moralmente ed eticamente sbagliate;

  • le politiche governative volte ad aumentare la paura sono moralmente ed eticamente sbagliate.

Non lasciate che qualcuno vi convinca che questi principi fondamentali siano negoziabili. Non lo sono. Se permettiamo che si instauri una "nuova normalità", le generazioni future non sapranno cosa significa essere veramente liberi.

Una buona regola è: lo avrei fatto nel 2019? Se la risposta è no, forse è il caso di smettere di farlo.

Riflessioni sulla “Democrazia”


 

Al giorno d’oggi i “maîtres à penser” ufficiali non fanno passare giorno senza ricordarci la differenza tra i paesi nei quali la democrazia è tutelata (l’occidente, compresa l’Italia) e quelli nei quali è soppressa (Russia, Cina, Iran, ecc.).

Che in quei paesi si viva molto male non c’è ombra di dubbio ed è certo che se là qualcuno osa fare qualche critica al regime, il minimo che gli capita è di andare in galera.

Ma siamo certi che da noi la “democrazia”, cioè la forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, sia compiutamente esercitata?

Dal punto di vista formale è certamente cosi’, perché nessuno potrebbe mettere in dubbio che le elezioni da noi non siano libere.

Dal punto di vista sostanziale, pero’, io qualche perplessità ce l’ho.

Per essere veramente libero, io credo che sarebbe necessario che ogni cittadino avesse la possibilità di essere informato dei vari punti di vista e delle varie interpretazioni di cio’ che accade nel paese e nel mondo in modo da potersi fare un’opinione il più possibile corretta, ovviamente influenzata dalla sua ideologia politica di base.

Una volta questo, in un certo modo, accadeva. Ognuno di noi poteva acquistare il Corriere o Paese Sera, Repubblica o il Giornale, l’Espresso (il lenzuolo, qualcuno di noi lo ricorda) o il Borghese e trovare le notizie interpretate in maniera diversa. Poteva insomma confrontare opinioni e interpretazioni diverse sui medesimi fatti. Ma oggi qualcuno puo’ affermare che questo sia ancora possibile?

Esistono “narrazioni” diverse da quella ufficiale? A me non sembra, tranne rarissime eccezioni subito messe all’indice e tollerate giusto per dare la sensazione che la stampa sia libera e indipendente.

Il vero cambiamento pero’, è originato dalla nascita della “tv commerciale”. Le tv di Berlusconi e i programmi che esse hanno cominciato a proporre hanno causato, all’inizio per il profitto, poi il progetto si è ampliato, il “rincitrullimento” di una considerevole fetta di italiani che, in fondo, tanto brillanti già non erano. E la Rai, che fino ad allora un certo “decoro” lo aveva mantenuto, non ha perso tempo ad allinearsi con la concorrenza perché ormai è da moltissimo tempo che la rincorsa avviene “verso il basso”, inseguendo sempre più il “pop” e relegando la “cultura” alle ore antecedenti l’alba.

Sia chiaro, questo è avvenuto anche nel resto del mondo. In fondo mentre prima il progetto era, almeno in parte, quello di “allargare” la mente, da allora è stato quello di “limitarla” a cio’ che è funzionale e comodo comunicare.

I risultati ottenuti, devo riconoscerlo, sono stati eccezionali, basti considerare cio’ che è successo durante l’epidemia e cio’ che sta succedendo per la guerra.

Un progetto a lungo termine, comune a tutto l’occidente, che ha dato frutti aldilà di ogni rosea previsione. Oggi il controllo delle reazioni “emotive” della popolazione è pressochè perfetto.

La domanda percio’ è: siamo in una democrazia veramente compiuta o la “manipolazione mentale” ci mette del suo? Il potere è in mano ai cittadini attraverso gli eletti o piuttosto anche questi ultimi fanno parte del gioco in atto ormai da decenni? Viviamo in un paese realmente libero o ci stiamo, più o meno lentamente, incamminando verso una società simile a quelle narrate da Orwell e Bradbury?


P.S. sia ben chiaro che io preferisco 1000 volte vivere in Italia piuttosto che in Russia o in Cina! Casomai, visto cio’che è successo in questi ultimi 3 anni, magari avrei fatto un pensierino sulla Svezia!😀



mercoledì 22 marzo 2023

La nuova "epidemia".


 

Ora che l'epidemia è passata e non fa più notizia, la "Verità" da trasmettere ai cittadini è "la guerra". Inevitabile e necessaria, non soltanto questa attuale che stiamo vivendo, ma anche quelle future che ci aspettano. Percio' le risorse che ancora ci restano, poche in verità, devono essere destinate a nuove e più potenti armi. Non esistono "cure" alternative per proteggerci dal morbo russo e, tra non molto, forse anche da quello cinese. D'altronde è dalla Cina che partono tutte le minacce per l'umanità e l'unico "vaccino" possibile é rappresentato da tante armi, meglio se di nuova e sperimentale concezione.
Prepariamoci percio' ad una "vigile attesa" del momento in cui il "morbo" contagerà, in maniera sintomatica ed evidente, anche noi!
Da Repubblica di oggi: "𝑃𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑙’𝑖𝑛𝑣𝑎𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑈𝑐𝑟𝑎𝑖𝑛𝑎 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝐷𝑖𝑓𝑒𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜, 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑖 𝑒 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑖, 𝑝𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜𝑠𝑖 𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑎𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝑡𝑟𝑒𝑛𝑡’𝑎𝑛𝑛𝑖. 𝐶𝑜𝑠𝑖̀ 𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑒 𝑎𝑟𝑚𝑎𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑠𝑐𝑜𝑙𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝐶𝑜𝑚𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐶𝑎𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑒𝑙𝑒𝑛𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎̀: 𝑢𝑛𝑎 𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑎𝑟𝑑𝑖 𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑢𝑠𝑡𝑟𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑟𝑖𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖.
𝐸̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑒 𝑜𝑐𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖,𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐺𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑖𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑟𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎, 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑙𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑖𝑎𝑟𝑚𝑜 𝑒̀ 𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑑𝑖𝑏𝑎𝑡𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒."
 
P.S. simpatico il riferimento alle "democrazie" occidentali!

martedì 21 marzo 2023

La fine della "pandemia"?


 

La notizia è che l’OMS sta per dichiarare la fine della pandemia e dell’emergenza. Il direttore delle emergenze Michael Ryan ha dichiarato: “Penso che stiamo arrivando a un punto in cui potremo guardare al Covid-19 allo stesso modo in cui guardiamo all'influenza stagionale”.

Benissimo, era l’ora!

Ma c’è un ma, perché “il Covid rimarrà una minaccia per la salute, un virus che continuerà a uccidere. Ma un virus che non sta sconvolgendo la nostra società o sconvolgendo i nostri sistemi ospedalieri”. Ghebreyesus ha infatti detto: “Tre anni dopo, ci sono quasi sette milioni di decessi segnalati, anche se sappiamo che il numero effettivo è molto più alto, e se per la prima volta il numero settimanale di decessi segnalati nelle ultime quattro settimane è stato inferiore rispetto a quando si è descritto per la prima volta il Covid-19 come una pandemia, tuttavia più di 5.000 morti a settimana sono 5.000 di troppo per una malattia che può essere prevenuta e curata”.

Dunque, per l’OMS e anche per tanti viro-infettivologi nostrani il Covid provoca ancora più di 5000 morti a settimana.

Ma io mi chiedo: e se smettessimo di fare tamponi a chiunque entra in ospedale per qualsiasi patologia, i numeri sarebbero gli stessi?

Ma soprattutto,  e se smettessimo di utilizzare tamponi con amplificazioni di oltre 40, come stiamo facendo dall’inizio della storia, troveremmo cosi’ tanti “malati”?

Quest’ultimo è un argomento sul quale si è molto discusso all’inizio dell’epidemia (lo stesso OMS dichiaro’ non significativo di malattia un tampone con amplificazione superiore a 35-36), ma che poi, chissà perché, è scomparso dagli schermi.

Chissà se qualcuno di voi sa rispondermi!

domenica 19 marzo 2023

Conseguenze inaspettate della chiusura delle scuole

 

Sinceramente a questo non avevo pensato, ma questo articolo seppure un pre-print, rappresenta un altro tassello da aggiungere ai danni della chiusura delle scuole, almeno negli Stati Uniti. Dimostra comunque che i lockdown hanno provocato un aumento della "violenza" sia contro se stessi (aumento dei tentativi suicidari) sia contro gli altri. Non so se questi dati possano essere correlati anche all'aumento che a me sembra di percepire, almeno nella mia città Napoli, degli episodi di violenza tra minorenni.
Il titolo dell'articolo è: "Andamento degli incidenti pediatrici legati alle armi da fuoco durante la pandemia di COVID-19 per gruppo di età, razza/etnia e modalità di scolarizzazione in Tennessee".
Questo l'abstract:

L'aumento delle lesioni in età pediatrica legate alle armi da fuoco durante la pandemia COVID-19 può essere dovuto a un cambiamento dei luoghi in cui bambini e adolescenti trascorrono il loro tempo. Questo lavoro esamina i cambiamenti nella frequenza degli incidenti pediatrici correlati alle armi da fuoco in funzione della modalità di scolarizzazione in generale e per razza/etnia e fascia d'età in un grande centro traumatologico fino al 2021. Rispetto al periodo pre-pandemia, abbiamo riscontrato un aumento del 42% degli incidenti in età pediatrica al mese tra marzo 2020 e agosto 2020, quando le scuole erano chiuse, e un aumento del 23% degli incidenti dopo che le scuole sono tornate a svolgere le lezioni in presenza. Gli effetti della modalità di scolarizzazione sono eterogenei per razza. Gli incidenti sono aumentati tra i bambini e gli adolescenti neri non ispanici in tutti i periodi rispetto al periodo pre-pandemia. Tra i bambini e gli adolescenti bianchi non ispanici, gli incidenti sono aumentati durante il periodo di chiusura e sono diminuiti con il ritorno all'insegnamento in presenza. Gli effetti delle modalità di insegnamento sono diversi anche in base all'età. Rispetto al periodo pre-pandemia, gli incidenti pediatrici legati alle armi da fuoco sono aumentati del 205% per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni e del 69% per gli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni durante il periodo di chiusura delle scuole. Conclusioni Le modifiche alle modalità di insegnamento scolastico legate al COVID-19 nel 2020 e 2021 sono associate a cambiamenti nella frequenza e nella distribuzione degli incidenti pediatrici legati alle armi da fuoco in un importante centro traumatologico del Tennessee.


 



sabato 18 marzo 2023

Paxlovid.

 


Ormai, in questi ultimi tre anni, succede spesso che la realtà superi la mia immaginazione, pur fervida.

Il 16 marzo Reuter’s ha dato la notizia che i consulenti di FDA hanno appoggiato a larga maggioranza “l'approvazione completa” del trattamento antivirale COVID-19 orale Paxlovid di Pfizer per gli adulti ad alto rischio.

L'approvazione completa consentirà a Pfizer di vendere Paxlovid a prezzi di mercato sul mercato privato statunitense, anziché attraverso contratti governativi come è avvenuto finora.”

Come tutti sanno Paxlovid è un antivirale, da utilizzare nelle prime fasi della malattia, che al suo apparire fu salutato come la terapia “definitiva” per il Covid19. Successivamente però gli entusiasmi si smorzarono un po’ per la descrizione di un possibile e abbastanza frequente “effetto rebound”. In alcuni pazienti trattati con l’antivirale cioè, sia i sintomi che le particelle di virus ricomparivano a distanza di pochi giorni dalla loro scomparsa ottenuta prontamente con la terapia. Rispetto a ciò, casi celebri sono stati quelli del presidente Joe Biden e dell’immunologo Anthony Fauci, tornati positivi dopo pochi giorni dalla fine della terapia con Paxlovid.

L’uso del Pavloxid perciò non è decollato come si era sperato, specialmente nei paesi europei. Ad esempio nel Regno Unito solo lo 0,5 per cento dei pazienti con Covid ha ricevuto la terapia prodotta da Pfizer.

Ma cos’è che in questa vicenda mi provoca una sorpresa inaspettata?

Leggere, nell’articolo della Reuter’s che: “Pfizer ha venduto al governo degli Stati Uniti quasi 24 milioni di confezioni di Paxlovid a circa 530 dollari a confezione. Al 12 marzo, negli Stati Uniti erano state distribuite circa 12,7 milioni di dosi e ne erano state dispensate più di 8,5 milioni, secondo i dati del governo”

Ho fatto un semplice conto e, se Reuter’s non scrive fesserie, il risultato è che Pfizer ha incassato dal governo USA, per il Paxlovid, 12,72 miliardi di dollari. E questo in 14 mesi, visto che l’approvazione FDA all’uso in emergenza di Paxlovid data fine dicembre 2021 e solo per i pazienti ad alto rischio. Non male per un farmaco del quale è in corso oggi una attenta valutazione della frequenza dell’ “effetto rimbalzo”.

Sono certo però che FDA concederà, seguendo la raccomandazione del gruppo dei consulenti (Reuters ci dice che solo 1 su 17 ha espresso voto contrario, e a me piacerebbe conoscerne le motivazioni), “l’approvazione completa” del farmaco Pfizer, così come sono ormai convinto che, nella vicenda Covid, la realtà supera sempre, e di gran lunga, l’immaginazione.


P.S. Senza dare alcun giudizio, perché sono consapevole di quanto sia radicalmente cambiato il mondo in questi ultimi 60-70 anni, una constatazione un po’ amara: come sono lontani i tempi nei quali Jonas Salk prima e Albert Sabin poi non vollero brevettare i loro vaccini antipolio. Il primo, a un giornalista che gli chiese a chi appartenesse il brevetto, rispose “alle persone, direi. Non c’è un brevetto. Puoi forse brevettare il sole?”. Il secondo affermò, semplicemente,è il mio regalo a tutti i bambini del mondo”.


venerdì 17 marzo 2023

Il Long Covid.

 

Considerazioni sul Long Covid.

La lettura di questo articolo che ricorda le linee guida emanate da OMS Europa l’ottobre scorso e dà la notizia che il Belgio ha avviato un progetto pilota per il quale le “cure multidisciplinari” saranno rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale” (non smetterò mai di stupirmi quanti soldi ha smosso “l’affaire” Covid!), mi induce a qualche considerazione:

  1. il Long Covid è definito una “malattia complessa” che sarà diagnosticabile anche quando il virus sarà eventualmente scomparso (“anche ora, mentre il peggio della pandemia potrebbe essere passato, il rischio di sviluppare sequele dopo l'infezione rimane altrettanto forte")

  2. il Long Covid, visto che è caratterizzato da oltre 200 sintomi possibili, sarà diagnosticabile per qualsiasi condizioni fisica e/o mentale venga riferita dal paziente

  3. il Long Covid darà lavoro a tutti i settori della sanità considerato che il suo trattamento coinvolge “i medici generici, i fisioterapisti, i terapisti occupazionali, gli psicologi e i dietisti”

  4. Nonostante i 200 sintomi prima riportati, i due principali rimangono sempre la famigerata “nebbia nel cervello” e la stanchezza.

  5. Fortunatamente il trattamento è abbastanza semplice. Per curare questi pazienti basterà, come ci racconta la terapista occupazionale Tinneke Claes, “utilizzare tecniche per ridurre gli impatti di questi (stanchezza e nebbia n.d.r.) e per aiutare a prevenire lo stress e la frustrazione che possono derivarne. Cose semplici, come avere dei posti precisi dove mettere le chiavi, per esempio; verbalizzare ripetutamente il compito successivo da svolgere; impostare avvisi sul cellulare; creare un programma per la giornata; e attenersi a una routine gestibile"


Devo confessare che queste notizie mi confermano l’ipotesi che il SARS-CoV-2 fosse presente ben prima del 2020. Infatti io, che ormai ho 71 anni, soffro di questi sintomi ormai da una decina di anni. Talvolta non ricordo le cose, mi sento un po’ stanco, specialmente quando devo fare 3 o 4 piani di scale, al mare preferisco ormai stare steso al sole piuttosto che giocare a beach volley.

Fortunamente sono sintomi ancora iniziali il cui aggravamento è ancora molto, molto lento.

Ma mi sa che a breve dovrò anche io rivolgermi a una terapista occupazionale come Tinneke Claes perché, ormai l’abbiamo tutti capito, il Long Covid è incurabile e porterà inesorabilmente tutti prima o poi alla morte.


giovedì 16 marzo 2023

Utile da sapere!


 

Negli Stati Uniti attualmente il dibattito politico-mediatico è centrato sulla origine del virus e l’eventuale fuga di laboratorio in quel di Wuhan.
Giustissimo cercare di far luce sulla causa anche perché questo potrebbe innescare una opportuna discussione su ciò che viene fatto negli innumerevoli laboratori di ricerca sparsi nel mondo.
Ma forse non tutti sanno che esiste da sempre una produzione (e una vendita) di “prodotti” potenzialmente tossici correlati a malattie gravi.
Io me ne accorsi 40 anni fa quando, giovane medico, facevo parte di un’equipe di ricerca sulle gastroenteriti infantili. Per la sperimentazione utilizzavamo i conigli (da allora non ho più potuto e voluto mangiare carne di coniglio e, dopo poco, ho anche lasciato l’università e la ricerca per il lavoro ospedaliero) che venivano testati con la tossina del colera.
Scoprii quanto fosse facile, ovviamente per un centro di ricerca ufficiale, procurarsene, e quanto i controlli fossero quasi inesistenti quando andai personalmente a sdoganare il pacco proveniente dagli Stati Uniti all’aereoporto di Napoli.
Ho abbandonato tanti anni fa la ricerca e non so giudicare se la produzione e lo stoccaggio di questi “prodotti” sia ancora necessario o se, al giorno d’oggi, ci siano altre modalità per condurre le sperimentazioni.
Certo è che sono disponibili sul mercato e che c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Credo che questa sia un’informazione che tutti dovrebbero conoscere.

mercoledì 15 marzo 2023

Articolo del Wall Street Journal: "Le persone normali dicono "Basta mascherine".

 

Traduzione integrale dell'articolo senza necessità che aggiunga commenti.

Abbiamo vinto la guerra. Per "noi" intendo persone normali che vogliono cose normali: comunità, connessione, creatività, con un po' di danza a contorno. Per tre anni abbiamo dovuto combattere contro coloro che non erano disposti a tollerare alcun rischio Covid e pretendevano che il mondo si conformasse alle loro paure. A volte ero sicuro che avremmo perso.

La maggior parte degli articoli che ho letto durante la pandemia sostenevano che la maggior parte dell'umanità era pronta ad abbracciare una vita di restrizione a tempo indeterminato, se questo significava anche una vita (forse) più sicura. Nel 2020 il National Geographic affermava che la pandemia stava "rimodellando i nostri sensi di paura e disgusto" e ci avrebbe portato a evitare le folle per anni. Nel 2021 Bloomberg prevedeva che la pandemia avrebbe cambiato definitivamente l'industria del fitness, con allenamenti virtuali che avrebbero superato il concetto di corpo sudato. Anche i viaggi sarebbero cambiati per sempre. In un articolo "aggiornato" al novembre 2022, il Reader's Digest ci diceva di aspettarci controlli della temperatura prima dell'imbarco, obblighi di mascherine e posti a sedere in aereo socialmente distanti "per sempre, o almeno per il prossimo futuro".

Nell'ottobre 2020, Tom Frieden, ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha proclamato che "le maschere sono dentro e le strette di mano fuori per un futuro indefinito". Un articolo di Vox del marzo 2021 si meravigliava della stranezza di assistere a incontri senza maschera nei film e in TV, come se questo comportamento appartenesse a qualche pittoresca epoca preistorica.

Sono felice di annunciare che i pronosticatori si sbagliavano di grosso. L'anno 2023 sta marciando al ritmo di un nuovo tamburo, un ritmo contagioso e orecchiabile che assomiglia molto alla vecchia normalità. Viaggi internazionali, viaggi di piacere, viaggi d'affari: tutto è tornato, e anche di più. E lasciatemi parlare delle conferenze mediche a cui ho partecipato negli ultimi sei mesi a Barcellona, Milano, New York, Montreal e Miami Beach. C'erano molte più strette di mano che mascherine, e stiamo parlando di medici. La gente ha persino spento le candeline della torta di compleanno: L'ho visto fare due volte negli ultimi due mesi. Solo su Twitter si insiste ancora sulla necessità di riportare le maschere per evitare l'apocalisse.

Sembra che la classe degli esperti e i loro seguaci sperassero che Covid avrebbe cambiato radicalmente il comportamento umano. Che ci avrebbe fatto tenere le distanze gli uni dagli altri, ritirarci in noi stessi, dedicare più vite al giardinaggio, alla produzione di pane a lievitazione naturale e simili. Lo volevano davvero. Ma si è scoperto che la natura umana è più potente della loro visione bigotta e classista del lavoro e della socializzazione a distanza. Concentrandosi su un virus, non hanno considerato che la maggior parte di noi vuole di più dalla vita che evitare le malattie. Siamo persino disposti a tollerare di ammalarci di Covid pur di arrivare alle cose belle. Immaginate un po'.

Parafrasando George Costanza: Siamo tornati, baby! Voliamo in aereo, ci accalchiamo nella folla e offriamo ai nostri amici una leccata del nostro cono gelato, e non c'è nulla che i catastrofisti possano fare al riguardo. Senza clamore, la natura umana ha riportato la finestra di Overton alla sua posizione di riposo pre-Covid. Non credo che mi stancherò mai di questa vista.

Grazie a tutti voi!

 

A 24 ore dalla pubblicazione del mio ultimo post, voglio condividere con voi una riflessione: nel mondo di oggi la censura non può farcela, può essere aggirata, basta trovare la strategia giusta.

La “rete” che da una parte permette il controllo di noi tutti, dall’altra è ormai così ampia che non può impedire la circolazione del pensiero.

Ero consapevole che la strategia comunicativa da me messa in atto (foto di cagnolini e link dei miei post) era una scommessa, poteva rivelarsi un flop.

Ebbene in 24 ore ho contato 131 visualizzazioni del post sul blog e 57 su substack. Un successone per i miei standard.

Innanzitutto perciò ringrazio tutti voi che mi avete seguito in questa scommessa, vi voglio bene!

Poi voglio ribadire che non dobbiamo mai arrenderci quando siamo convinti di perseguire una giusta causa.

Come disse Voltaire: “ L'homme est libre au moment qu'il veut l'être.”

E noi lo vogliamo, con tutte le nostre forze!


 


martedì 14 marzo 2023

Domande molto interessanti!

 

Un recente articolo apparso su HART esamina in maniera obiettiva e molto dettagliata le morti in eccesso riscontrate nel 2020-2021 cercando di valutare quante sono quelle da attribuire unicamente al virus e quante piuttosto alle politiche messe in atto (pazienti lasciati a casa, intubazione immediata, patologie pre-esistenti) per fronteggiarlo.

Senza assolutamente negare il dato di fatto dell’eccesso di mortalità riscontrato nel biennio, fa notare che anche in altri anni non lontani abbiamo dovuto affrontare eccessi di mortalità simili.

Non entro nel dettaglio dell’articolo. Mi hanno colpito piuttosto le domande finali contenute nelle conclusioni che qui traduco:

                         

Alcuni si sono concentrati sulla questione se la SARS-CoV-2 abbia causato da sola un eccesso di decessi. Che sia stato o meno non è la domanda giusta.

È più opportuno chiedersi:

Se la stessa serie di circostanze biologiche si fosse verificata nel 1975, prima che la PCR fosse stata inventata e prima che Internet fosse in grado di diffondere panico e paura, e se la risposta non fosse stata diversa da quella di qualsiasi altra infezione virale respiratoria precedente, cosa direbbero i libri di storia del 1975?

La domanda chiave in relazione a ciò è:

Abbiamo avuto una pandemia mortale senza precedenti che ha giustificato ciò che è accaduto e giustifica la futura "sorveglianza" e i vaccini pronti, i trattati dell'OMS e i nuovi IHR per evitare che la prossima volta sia così grave?

OPPURE

Siamo stati (per qualsiasi motivo) effettivamente ingannati, nel senso che non ci sarebbe stato nulla di inaudito nelle morti se ci fossimo comportati normalmente?


Sebbene ci siano molte persone che concordano sul fatto che le varie disavventure degli ultimi tre anni non dovrebbero mai essere più ripetute, l'ultima domanda è molto pertinente, in quanto evidenzia la necessità di assicurarsi di non ripetere questi errori formulando false ipotesi su questo triste episodio. Se la risposta a quest'ultima domanda è "sì", l'intero concetto di "preparazione alle pandemie" è decisamente sospetto, e il fatto stesso che sia sostenuto con entusiasmo dal complesso industriale-militare-medico potrebbe indicare che la salute (e il benessere) dei cittadini potrebbe essere piuttosto in basso nell'agenda di questi evangelisti della "preparazione alle pandemie".

Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...