Insomma, questo vaccino “aggiornato” pare non se lo voglia fare proprio nessuno!
In Francia il bollettino di Santé Publique, pubblicato il 18 ottobre, ci informa che, a 2 settimane dall’inizio della campagna vaccinale anche qui iniziata in pompa magna come in Italia, i dati sono questi:
“Alla fine della settimana 41, il 4,0% delle persone di 65 anni e oltre aveva ricevuto una dose di vaccino COVID-19 nell'ambito della campagna dell'autunno 2023 (2,9% dei 65-69enni, 3,8% dei 70-74enni, 4,9% dei 75-79enni e 4,6% degli 80enni e oltre). La copertura vaccinale tra gli operatori sanitari per la campagna autunnale 2023 alla fine della settimana 41 è stata stimata all'1,3% per coloro che lavorano nelle case di cura, al 2,0% per i liberi professionisti e all'1,5% per coloro che lavorano nelle istituzioni sanitarie”.
Come in Italia, il dato più significativo è la percentuale di (non)adesione vaccinale degli operatori sanitari.
Dato che pero’ mi rievoca sempre le stessa domanda:
Perchè, fino ad adesso, nessun medico, eccetto i soliti, pochi, noti, ha espresso pubblicamente alcun dubbio sui vaccini?
Anche perché sarebbe interessante conoscere se i colleghi non si vaccinano perché ritengono che il vaccino non serva a nulla o perché hanno paura degli effetti avversi. O, ipotesi più verosimile, per ambedue le ragioni.
A questo punto, viste le percentuali attuali, mi viene anche un dubbio: ma quanti di loro, la terza o quarta dose la hanno fatta sul serio oppure dentro la siringa ci hanno messo un po’ di acqua distillata? Fra colleghi la complicità è possibile ed è anche frequente!
P.S.
In verità, a questo punto, mi pongo anche un'altra, consequenziale,
domanda: se la stragrande maggioranza dei medici ritiene questo vaccino
inutile e/o dannoso, averlo imposto come obbligo è da considerare un
atto delittuoso o no? E come dobbiamo giudicare l'attuale campagna di
esortazione alla vaccinazione, anche se, oggi, solo per alcune
categorie?
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