Ovviamente nulla posso fare per fermare questa “guerra” contro Gaza, che alcuni cominciano a definire “genocidio”, se non continuare a scriverne e andare nelle piazze dove si protesta per la pace e contro la barbarie di entrambe le parti, considerando una delle due parti Hamas e non il popolo palestinese che è la vera, unica e storica vittima di una vicenda iniziata 80 anni fa.
E ho compreso anche che nulla faranno gli stati “giusti, liberi e democratici”, che tanto si sono indignati per orrori in Ucraina nemmeno lontanamente paragonabili a questi, per tentare almeno di fermare il loro alleato e la sua “guerra di difesa”.
E’ vero che cominciano a comparire le prime ipotesi di “crimini di guerra”, ma sono di singoli che vengono subito smentiti e biasimati dai media internazionali (Guterrez) oppure sottoposti a censura informativa (il procuratore capo della Corte Penale Internazionale Karim Khan che annuncia l’inizio di una indagine per crimini di guerra, o le dimissioni di Craig Mokhiber, Direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che afferma testualmente “in Palestina un caso da manuale di genocidio”.
La guerra dunque andrà avanti fino a quando il fine ultimo di Israele che io non conosco e che non puo’ essere soltanto la sconfitta di Hamas, ma che, facendo qualche ipotesi, potrebbe essere: decimazione popolo palestinese, smantellamento campo di concentramento di Gaza, “azione esemplare” che serva da monito perenne, vendetta, odio antisemita (eh si’, perche i palestinesi sono anche loro semiti!), verrà raggiunto. Amen!
Quello che pero’ mi chiedo è se Israele ha qualche idea su quello che succederà dopo la sua vittoria. Già si cominciano a vedere i primi segnali di un risveglio dell’ostilità che, purtroppo, ha storicamente connotato una buona parte dell’opinione pubblica verso gli “ebrei” sparsi nel mondo e credo che, più si va avanti cosi’, più verrà meno la naturale riluttanza a esprimere astio verso un popolo che ha vissuto una tale tragedia sulla sua pelle.
Purtroppo, e lo confesso con profondo dolore e vergogna, che è quello che sta iniziando a succedere anche a me pur se cerco di convincermi razionalmente che una cosa è Israele (in particolare coloni e fondamentalisti religiosi) e il suo attuale gruppo dirigente, altra cosa sono gli ebrei che io conosco e che stimo e frequento con piacere.
Comunque, solo per dare un’informazione visiva delle vittime palestinesi posto le tabelle che Al Jazeera pubblica quotidianamente per aggiornare il numero di morti divisi, come oggi si suole fare, per classi di età.
Interessante che, dai 56 anni in poi, questi morti vengano classificati come i “precedenti sopravvissuti”, quelli cioè della Nabka prima e della Naksa poi. Per non dimenticare!
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