sabato 30 settembre 2023

Ora mi preoccupa la prossima!

Sembrerebbe che questa volta forse possiamo tirare un respiro di sollievo. Vaccini sì, ma non obbligatori. Mascherine consigliate ma, salvo gli editti dei soliti noti (ieri per entrare in ospedale l’ho dovuta mettere al “posto di blocco” all’entrata, ma poi me la sono subita tolta e ho visto che tanti, compresi medici e infermieri, giravano senza), solo facoltative. Nessuna restrizione per i “positivi asintomatici” che, ricordo a tutti, esistono solo se un individuo sano si fa un tampone.
Quindi, per favore, non fateveli perché solo così si potrà attutire il rumore di fondo mediatico che comunque continuerà ancora per molto considerato che i destinatari dello stesso sono ancora tanti. Ma, a questo punto, che si comportassero come credono! Hanno avuto tutte le possibilità per valutare correttamente la situazione!
Dunque dovrei essere sereno e in effetti lo sono abbastanza. L’unico tarlo che mi rode è: cosa succederà alla prossima? Perchè la prossima ci sarà, statene certi, e forse neanche tanto lontano nel tempo!
In questa passata gli errori e i danni derivati da essi sono stati enormi e per evitarne futuri sarebbe stata necessaria una valutazione serena e “scientifica” delle strategie attuate. Ne vedete almeno una parvenza?
Lo stesso mio timore lo hanno quelli della Great Barrington e lo espongono in questo articolo, ovviamente con la loro consueta pacatezza e moderazione:

QUANDO L'OMS RICONOSCERÀ I FALLIMENTI DELLA SUA POLITICA COVID?
"Questa settimana i leader mondiali hanno approvato una nuova dichiarazione politica per combattere le future pandemie all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.
All'indomani di Covid, le 49 tesi del documento spaziano da nobili ideali di solidarietà sanitaria globale a una lista della spesa di investimenti e azioni, il tutto composto nell'elegante linguaggio della governance tecnocratica.
In primo piano gli appelli a rafforzare l'autorità e il finanziamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, anche attraverso una revisione del Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) e un nuovo Accordo sulle Pandemie, o Trattato, entro l'Assemblea Mondiale della Sanità del prossimo anno, nel maggio 2024.
Il Direttore generale dell'OMS, Tedros Ghebreyesus, ha elogiato la "storica pietra miliare nell'urgente sforzo di rendere tutte le persone del mondo più sicure e meglio protette dagli impatti devastanti delle pandemie".
Altri hanno espresso pareri più scettici. Mary Robinson, presidente di The Elders ed ex presidente irlandese, ha affermato che l'ONU nel suo complesso - e non l'OMS - dovrebbe coordinare la risposta alle pandemie perché "le pandemie colpiscono l'intera economia. Hanno un impatto incredibilmente devastante che spinge i Paesi a indebitarsi".
Tuttavia, gran parte del linguaggio della dichiarazione e le manovre politiche che l'hanno accompagnata continuano a confondere le acque tra l'impatto della pandemia e i danni di politiche di risposta troppo rigide. La differenza può sembrare banale, ma è molto importante.
Per esempio, il vice segretario generale Amina Mohamed ha definito la risposta globale alla Covid-19:
"Una storia di ingegno umano e di fallimento umano". Da un lato, test creati alla velocità della luce e vaccini sviluppati in tempi record. Dall'altro, la mancanza di preparazione, le persone vulnerabili colpite più duramente e i vaccini accaparrati dai Paesi ricchi, mentre le popolazioni dei Paesi più poveri ne sono rimaste prive".
Ha poi riconosciuto l'impatto negativo della pandemia sull'aumento della fame e della povertà, sul crescente debito pubblico e sulla disuguaglianza di genere. Ma la pandemia ha davvero causato tutto questo?
Il personale delle agenzie globali ha prodotto un lavoro critico sui danni delle politiche contro la pandemia. Una stima della Banca Mondiale ha rilevato che nel 2022 409 milioni di persone in più saranno in condizioni di povertà. Un'analisi dell'UNICEF e un rapporto della Banca Mondiale hanno discusso l'erosione del capitale umano per i 771 milioni di bambini che hanno perso 1,5 anni o più di scuola; le loro stime indicano che la chiusura delle scuole ha cancellato tutti i guadagni educativi globali ottenuti dal 2000. Un rapporto congiunto delle Nazioni Unite, condotto dall'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), ha stimato che 350 milioni di persone in più sono state spinte verso l'insicurezza alimentare, soprattutto in Africa.
Ma l'OMS, e di fatto la maggior parte dell'establishment della salute pubblica globale, non ha ancora prodotto uno studio critico che metta in luce le conseguenze delle politiche di Covid. Invece potenti finanziatori, come la Fondazione Bill e Melinda Gates, stanno gettando le basi per una nuova dottrina di lockdown per la prossima pandemia. Le conseguenze sociali e politiche delle misure draconiane della Covid vengono sottaciute; tali impatti sono troppo spesso imputati alla "pandemia".
Una recente analisi di Simon Rynn del più antico think tank sulla sicurezza del mondo, il Royal United Services Institute, ha affermato che:
"In gran parte del mondo in via di sviluppo, le restrizioni Covid sono state viste come un'imposizione crudele fin dall'inizio [...] A meno che non si svolga un dibattito approfondito e non venga portata avanti una diversità di prospettive e di prove, c'è il rischio che la futura gestione delle pandemie possa peggiorare anziché migliorare le vite di molti in tutto il mondo".
L'arroganza delle agenzie di sviluppo globale e i danni degli impulsi utopici hanno purtroppo una lunga storia. Coloro che sostengono piani globali nelle sale di Ginevra o New York devono essere più precisi dal punto di vista linguistico, nonostante il rischio politico. La distinzione tra "la pandemia" e "le politiche per la pandemia" è un passo importante per garantire la responsabilità e un dibattito ragionato per la prossima pandemia."
 

 

 

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