mercoledì 6 settembre 2023

I giudizi non devono mai essere definitivi: la Fondazione Gimbe.

 

Finalmente, dopo 4 anni, leggo un articolo della Fondazione Gimbe con il quale sono completamente d’accordo. Evidentemente quando non parla di contagi, morti e mascherine, Cartabellotta riesce a recuperare un po' di lucidità.
Consiglierei il governo (come, d’altronde, tutti i governi precedenti) di riflettere seriamente e di sostituire qualche fatto all’enorme quantità di parole (al vento!) che abbiamo ascoltato negli ultimi anni.
Abbiamo (credo) i soldi del PNRR. Spendiamoli per rimettere un po’ in sesto la sanità pubblica italiana che si sta inesorabilmente avviando verso il baratro, piuttosto che spenderli per il ponte di Messina e altre amenità del genere.
E dire che eravamo portati ad esempio come paese con la migliore sanità pubblica mondiale!
 

 

Allarme della Fondazione Gimbe per "l'imponente sotto-finanziamento" della sanità in Italia, con una spesa pubblica che nel 2022 si colloca sotto la media sia nell'area Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sia in Europa. "Al cambio corrente dollaro/euro - calcola il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta - il gap con la media dei Paesi europei dell'Ocse oggi ammonta a oltre 808 euro pro-capite. Tenendo conto di una popolazione residente Istat al primo gennaio 2023 di oltre 58,8 milioni di abitanti", il dato "si traduce nella cifra monstre di oltre 47,6 miliardi di euro". Un "baratro" che, insieme ad altri fattori quali la crescente "carenza di personale, i modelli organizzativi obsoleti, l'incapacità di ridurre le diseguaglianze e l'inevitabile avanzata del privato", elenca la Fondazione, causa una "progressiva erosione del diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare nelle regioni del Sud".

……..

Guardando al trend della spesa sanitaria pro-capite nel periodo 2008-2022, risulta "impietoso - incalza Gimbe -il confronto con gli altri Paesi del G7". Innanzitutto, negli altri Stati del Gruppo dei 7, eccetto il Regno Unito, rileva la Fondazione, "la crisi finanziaria del 2008 non ha minimamente scalfito la spesa pubblica pro-capite per la sanità: dopo il 2008 il trend di crescita si è mantenuto o ha addirittura subito un'impennata. In Italia, invece, il trend si è sostanzialmente appiattito dal 2008, lasciando il nostro Paese sempre in ultima posizione"

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Infine, commenta ancora Cartabellotta, "se per fronteggiare la pandemia tutti i Paesi del G7 hanno aumentato la spesa pubblica pro-capite dal 2019 al 2022, l'Italia è penultima poco sopra il Giappone". Soprattutto, fa notare la Fondazione, "dopo l'emergenza Covid-19 il gap con gli altri Paesi europei del G7 continua a crescere: infatti nel nostro Paese la spesa sanitaria pubblica nel 2022, rispetto al 2019, è aumentata di 625 dollari, quasi la metà di quella francese (1.197 dollari) e 2,5 volte in meno di quella tedesca (1.540 dollari)".

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