Il MacGuffin è una delle invenzioni più geniali della storia del cinema. Un particolare talmente insignificante da avere un’eco sconcertante e inaspettata. IL MacGuffin, lo spiego per chi non è un cinefilo un po’ fissato come me, è l’espediente narrativo inserito da Alfred Hitchcock nelle sue pellicole. Un motore in grado di mandare avanti la storia e avere un grande significato per i personaggi, ma nessuna importanza per la pellicola e per il pubblico, sebbene attorno a questo si svolge l’azione e si crea l’enfasi.
Svelato nel famoso libro intervista di Truffaut a Hitchcock, esempi famosi ne sono la busta con i 40000 dollari di Psycho e le valigette di Pulp Fiction e di Ronin.
In effetti si potrebbe definire come un un espediente che, con la sua semplice presenza, permette alla narrazione di un film o di un romanzo di prendere avvio. Non si tratta di un elemento dal valore centrale per lo svolgimento della trama e il perseguimento della storia, ma di un intrigo pretestuoso intorno al quale prende forma la scena.
Anche oggi noi siamo alla presenza di un clamoroso MacGuffin: il “positivo asintomatico”.
Il “positivo asintomatico” non è un’entità reale, non esiste! Prende forma soltanto qualora si decide di fare un tampone ad un individuo perfettamente sano e il tampone risulta, per un motivo qualsiasi, positivo.
Eppure quanto ne stanno parlando, alla riapertura delle scuole, in relazione all’utilità dell’uso delle mascherine nelle classi?!
Se non si fanno tamponi ai sani non esisterannno i “positivi asintomatici”!
Il MacGuffin è stato usato in film capolavoro, la cui trama ha emozionato tanti di noi!
Credo invece che il film che vogliono realizzare utilizzando come MacGuffin il “positivo asintomatico” sarebbe pessimo, anche considerando gli attori che sono stati scritturati.
Perciò la mia speranza è che non riescano a trovare mai più un produttore disposto a finanziarli.
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