venerdì 6 gennaio 2023

L'evidenza scientifica. Esperienza personale.

 


Il 2 gennaio mi sarei dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico (tranquilli, nulla di preoccupante). Come le norme impongono, ho dovuto fare un test PCR 2 giorni prima del ricovero. Anche se non ho mai avuto alcun sintomo, il test è risultato positivo. Dunque ricovero rimandato ed io in isolamento per 5 giorni (🖕😅) e green pass sospeso (chi se ne frega!). Dopo i 5 giorni rifaccio un test in farmacia che risulta negativo. Mi arriva, prontamente, il certificato di guarigione (da cosa non si sa!) del Ministero della Salute e il green pass riattivato.
Ricontatto dunque la struttura ospedaliera per comunicare l'esito del test e per rimettermi in lista d'attesa e ieri mi arriva la telefonata nella quale mi avvertono che sarò operato il 13 gennaio. Ma, udite udite, devo, 48 ore prima, fare un nuovo tampone PCR perchè in ospedale non si entra altrimenti. Ma sono, sì o no, "guarito" (lo hanno detto loro!) dal Covid19 sette giorni fa? Cosa accadrebbe se per caso, è una possibilità, io risultassi nuovamente positivo?
Chi mi segue sa che, da sempre, io sono contrario ai tamponi. Sia in generale (trovo inutile e dannoso tamponare a tappeto gente asintomatica), sia in particolare (i tamponi PCR vengono amplificati a oltre 40 cicli e dunque non hanno alcun valore scientifico rispetto alla contagiosità dei positivi).
Ma la "scienza" ha imposto questa regola all'inizio della pandemia e non l'ha più tolta e forse non lo farà mai.
Dunque, viva la "scienza"!
P.S. mi dimenticavo di dire che i medici del reparto mi hanno detto che io sono fortunato perchè, comunque, la mia operazione non ha carattere di urgenza. In altri e numerosi casi hanno dovuto rimandare anche per più di un mese interventi per tumori che era urgente asportare. Ma io non sono d'accordo con loro. Utilizzare l'espressione "abbiamo dovuto rimandare" lo considero un tradimento del giuramento d'Ippocrate.

 

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