Ai tempi di Elsa Fornero io, ad un anno dal pensionamento, scoprii dall'oggi al domani che avrei dovuto lavorare 5 anni e 6 mesi in più del previsto. Fu uno shock, ma evidentemente solo per me e per quelli che si trovavano nella mia stessa condizione perchè partiti e sindacati nulla fecero per opporsi a questo macello: una riforma pensionistica durissima (età pensionistica 67 anni), ma soprattutto imposta senza alcuna gradualità applicativa.
Oggi in Francia il governo parla di pensione a 64 anni, acqua di rose rispetto alla riforma Fornero (che aveva tutti i motivi per piangere in conferenza stampa e che, a mio avviso, avrebbe dovuto continuare a farlo fino ad oggi e che, invece, nelle sue innumerevoli comparsate televisive, sembra felice e soddisfatta).
Ed oggi la Francia è bloccata totalmente: 250 manifestazioni con quella di Parigi con 500.000 partecipanti.
E poi qualcuno mi chiede perchè, da quel dicembre 2011, io schifo sindacati e partiti!
Ormai è molto tempo che non dedico più alcuna attenzione al personaggio in oggetto, che oltretutto mi ha bloccato su FB un anno fa (paura, eh?), ma questa che mi è capitata sott'occhio oggi merita una segnalazione. Un ignorante che non sa di esserlo e, convinto della sua istruzione (?), addirittura corregge e deride una persona che ha usato la ortografia corretta, deve essere smascherato. Questi arroganti e ignoranti sono le persone più pericolose che possiamo incontrare, specialmente se sono medici e specialmente se trovano sponsor mediatici altrettanto ignoranti che li presentano settimanalmente al pubblico come maître à penser.
Questi signori o sono dei coglioni terrorizzati, oppure le loro decisioni sono dettate da interessi che nulla hanno a che fare con la salute. Ovviamente io propendo per la seconda ipotesi, anche perchè le conclusioni sono: + vaccini e + tamponi. A questi individui non sono bastati i profitti stratosferici che hanno realizzato in questi 3 anni. Se questi sono i medici e gli scienziati di oggi, prego tutti voi di non considerarmi più un dottore perchè non voglio più fare parte di questa categoria.
Leggete cosa scrivono (ho sottolineato i passi vergognosi).. E' molto lungo ma è illuminante, ne vale la pena.
Il Direttore generale dell'OMS ha il piacere di trasmettere il rapporto della quattordicesima riunione del Comitato di emergenza del Regolamento sanitario internazionale (2005) (RSI) riguardante la pandemia da coronavirus 2019 (COVID-19), tenutasi venerdì 27 gennaio 2023, dalle 14:00 alle 17:00 CET.
Il Direttore generale dell'OMS concorda con il parere offerto dal Comitato in merito alla pandemia COVID-19 in corso e stabilisce che l'evento continua a costituire un'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC). Il Direttore generale riconosce il parere del Comitato secondo cui la pandemia COVID-19 si trova probabilmente in una fase di transizione e apprezza il consiglio del Comitato di navigare con attenzione in questa transizione e di mitigare le potenziali conseguenze negative.
Il Direttore generale dell'OMS ha preso in considerazione il parere fornito dal Comitato in merito alle Raccomandazioni temporanee proposte. La serie di Raccomandazioni temporanee emesse dal Direttore generale dell'OMS è presentata alla fine di questa dichiarazione.
Il Direttore generale dell'OMS esprime la sua sincera gratitudine al presidente e ai membri del Comitato, nonché ai consulenti del Comitato.
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Atti della riunione
Il Direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dato il benvenuto ai membri e ai consiglieri del Comitato di emergenza, riuniti in videoconferenza. Ha osservato che questa settimana ricorre il terzo anniversario della determinazione del COVID-19 PHEIC nel gennaio 2020. Sebbene il mondo sia in una posizione migliore rispetto al picco della trasmissione Omicron di un anno fa, nelle ultime otto settimane sono stati segnalati più di 170.000 decessi legati al COVID-19 a livello globale. Inoltre, la sorveglianza e il sequenziamento genetico sono diminuiti a livello globale, rendendo più difficile tracciare le varianti note e individuarne di nuove. I sistemi sanitari sono attualmente alle prese con il COVID-19 e con l'assistenza ai pazienti affetti da influenza e virus respiratorio sinciziale (RSV), con la carenza di personale sanitario e con l'affaticamento degli operatori sanitari. I vaccini, le terapie e la diagnostica sono stati e sono tuttora fondamentali per prevenire gravi malattie, salvare vite umane e alleggerire i sistemi sanitari e gli operatori sanitari a livello globale. Tuttavia, la risposta della COVID-19 rimane bloccata in troppi Paesi che non sono in grado di fornire questi strumenti alle popolazioni più bisognose, gli anziani e gli operatori sanitari. Ha ringraziato il Presidente, i Membri e i Consiglieri del Comitato per il loro lavoro.
Il rappresentante dell'Ufficio Legale ha informato i membri e i consiglieri del Comitato sul loro ruolo, sulle loro responsabilità e sul loro mandato ai sensi degli articoli pertinenti della Convenzione internazionale per la democrazia. Il responsabile dell'etica del Dipartimento di conformità, gestione dei rischi ed etica ha ricordato ai membri e ai consiglieri il loro dovere di riservatezza sulle discussioni della riunione e sul lavoro del Comitato, nonché la loro responsabilità individuale di rivelare tempestivamente all'OMS qualsiasi interesse di natura personale, professionale, finanziaria, intellettuale o commerciale che possa dare origine a un conflitto di interessi percepito o diretto. Non sono stati individuati conflitti di interesse per i membri e i consulenti presenti.
La riunione è stata affidata al presidente del Comitato di emergenza, il professor Didier Houssin, che ha introdotto gli obiettivi della riunione: fornire pareri al Direttore generale dell'OMS sul fatto che la pandemia COVID-19 continui a costituire una PHEIC e rivedere le raccomandazioni temporanee agli Stati parte.
Il Segretariato dell'OMS ha presentato una panoramica globale dello stato attuale della pandemia COVID-19. La recente valutazione rapida del rischio continua a caratterizzare come alto il rischio globale della COVID-19 per la salute umana e la sua trasmissione in corso. Il Segretariato dell'OMS ha presentato quanto segue: situazione epidemiologica globale del COVID-19; varianti di SARS-CoV-2 attualmente in circolazione che destano preoccupazione, compresi i lignaggi discendenti di queste varianti; ritorno stagionale inaspettatamente precoce dell'influenza e dell'RSV in alcune regioni, che sta gravando su alcuni sistemi sanitari già sovraccarichi; stato della vaccinazione globale e dell'immunità ibrida; nuove misure sanitarie relative ai viaggi, compresi i requisiti per i test e le vaccinazioni, attuate in risposta alla recente ondata di casi di COVID-19 dopo i cambiamenti delle politiche.
Il Segretariato dell'OMS ha espresso preoccupazione per la continua evoluzione del virus nel contesto di una circolazione incontrollata di SARS-CoV-2 e per la sostanziale diminuzione della segnalazione da parte degli Stati membri dei dati relativi alla morbilità, alla mortalità, all'ospedalizzazione e al sequenziamento del COVID-19, e ha ribadito l'importanza di una tempestiva condivisione dei dati per guidare la risposta pandemica in corso.
L'OMS continua a lavorare a stretto contatto con i Paesi su tutti gli aspetti della risposta alla COVID-19, anche per rafforzare la gestione della COVID-19 all'interno di programmi di controllo della malattia a lungo termine. Il Segretariato dell'OMS ha sottolineato in particolare il suo sostegno agli Stati parte per: mantenere sistemi di sorveglianza a più componenti; implementare la sorveglianza sentinella utilizzando un approccio globale coordinato per caratterizzare le varianti note ed emergenti; rafforzare i percorsi di assistenza clinica della COVID-19; fornire aggiornamenti regolari alle linee guida sulla COVID-19; aumentare l'accesso a terapie, vaccini e diagnostici; continuare a condurre studi sull'Unità che forniscono informazioni preziose sulla sieroprevalenza a livello globale.
L'OMS esorta i Paesi a rimanere vigili e a continuare a comunicare i dati di sorveglianza e di sequenziamento genomico; a raccomandare misure sociali e di salute pubblica (PHSM) adeguatamente mirate al rischio, laddove necessario; a vaccinare le popolazioni più a rischio per ridurre al minimo le malattie gravi e i decessi; a condurre una regolare comunicazione del rischio, rispondendo alle preoccupazioni della popolazione e coinvolgendo le comunità per migliorare la comprensione e l'attuazione delle contromisure.
Il Comitato è stato informato che, a livello globale, sono state somministrate 13,1 miliardi di dosi di vaccini COVID-19, con l'89% degli operatori sanitari e l'81% degli adulti anziani (oltre i 60 anni) che hanno completato la serie primaria. Sono stati compiuti progressi significativi anche nello sviluppo di contromisure mediche efficaci, nella costruzione di capacità globali per il sequenziamento genomico e l'epidemiologia genomica e nella comprensione di come gestire l'infodemia nel nuovo ecosistema informativo, comprese le piattaforme dei social media.
Sessione deliberativa
Il Comitato ha preso in considerazione i successi e le sfide che si sono presentati nel corso della PHEIC. Il Comitato ha riconosciuto il lavoro dell'OMS, degli Stati membri e dei partner, che ha permesso di ottenere progressi globali sostanziali negli ultimi tre anni.
Tuttavia, i membri del Comitato hanno espresso preoccupazione per il rischio continuo rappresentato dalla COVID-19, con un numero ancora elevato di decessi rispetto ad altre malattie infettive respiratorie, l'insufficiente adozione del vaccino nei Paesi a basso e medio reddito e nei gruppi a più alto rischio a livello globale e l'incertezza associata alle varianti emergenti. Hanno riconosciuto che la stanchezza da pandemia e la ridotta percezione del rischio da parte dell'opinione pubblica hanno portato a una drastica riduzione dell'uso di misure di salute pubblica e sociali, come le maschere e l'allontanamento sociale. L'esitazione nei confronti dei vaccini e la continua diffusione della disinformazione continuano a rappresentare ulteriori ostacoli all'attuazione di interventi cruciali per la salute pubblica. Allo stesso tempo, le sequele sistemiche a lungo termine della condizione post-COVID e l'elevato rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche post-infezione avranno probabilmente un grave impatto negativo sulla popolazione, e i percorsi di cura per questi pazienti sono limitati o non disponibili in molti Paesi.
Il Comitato ha riconosciuto che, sebbene le sotto-linee di Omicron attualmente in circolazione a livello globale siano altamente trasmissibili, si è verificata una separazione tra l'infezione e la malattia grave rispetto alle precedenti varianti preoccupanti. Tuttavia, il virus mantiene la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili. Il Comitato ha espresso la necessità di migliorare la sorveglianza e la segnalazione dei ricoveri ospedalieri, dei ricoveri in unità di terapia intensiva e dei decessi per comprendere meglio l'attuale impatto sui sistemi sanitari e per caratterizzare in modo appropriato le caratteristiche cliniche della condizione COVID-19 e post COVID-19.
La persistente carenza di personale sanitario, la stanchezza e le priorità concorrenti, tra cui altre epidemie, continuano a mettere a dura prova i sistemi sanitari di molti Paesi. Il Comitato ha sottolineato l'importanza di mantenere le capacità sviluppate durante la risposta alla COVID-19 e di continuare a rafforzare la resilienza del sistema sanitario.
Stato del PHEIC
Il Comitato ha convenuto che la COVID-19 rimane una malattia infettiva pericolosa con la capacità di causare danni sostanziali alla salute e ai sistemi sanitari. Il Comitato ha discusso se la continuazione di una PHEIC sia necessaria per mantenere l'attenzione globale sulla COVID-19, le potenziali conseguenze negative che potrebbero derivare dalla cessazione della PHEIC e come effettuare la transizione in modo sicuro.
Il Comitato ha riconosciuto che la pandemia COVID-19 potrebbe avvicinarsi a un punto di svolta. Il raggiungimento di livelli più elevati di immunità della popolazione a livello globale, attraverso l'infezione e/o la vaccinazione, può limitare l'impatto della SARS-CoV-2 sulla morbilità e sulla mortalità, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che questo virus rimarrà un patogeno stabilmente presente nell'uomo e negli animali per il prossimo futuro. Per questo motivo, è necessario un intervento di salute pubblica a lungo termine. Sebbene sia altamente improbabile eliminare questo virus dai serbatoi umani e animali, la mitigazione del suo impatto devastante sulla morbilità e sulla mortalità è possibile e deve continuare a essere un obiettivo prioritario.
Per superare la PHEIC è necessario un impegno mirato dell'OMS, dei suoi Stati membri e delle organizzazioni internazionali per sviluppare e attuare piani d'azione sostenibili, sistematici e a lungo termine per la prevenzione, la sorveglianza e il controllo. Le linee guida dell'OMS, sviluppate con il supporto dei gruppi tecnici e consultivi pertinenti, dovrebbero essere coerenti e sostenere gli Stati parte nell'intraprendere azioni e gestire le implicazioni di questa transizione.
Il Comitato ha quindi raccomandato che l'OMS, in consultazione con i partner e le parti interessate, sviluppi una proposta di meccanismi alternativi per mantenere l'attenzione globale e nazionale sul COVID-19 dopo la cessazione del PHEIC, compreso, se necessario, un eventuale Comitato di revisione per consigliare l'emissione di raccomandazioni permanenti nell'ambito del RSI.
Il Comitato ha inoltre chiesto al Segretariato dell'OMS di fornire una valutazione delle implicazioni normative per lo sviluppo e l'autorizzazione di vaccini, diagnostici e terapeutici se il PHEIC dovesse essere interrotto nei prossimi mesi.
Il Comitato ha inoltre incoraggiato l'OMS a valutare e, se necessario, ad accelerare l'integrazione della sorveglianza del COVID-19 nel Sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza.
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Raccomandazioni temporanee del Direttore Generale dell'OMS a tutti gli Stati Parte
Mantenere lo slancio per la vaccinazione COVID-19 per raggiungere una copertura del 100% dei gruppi ad alta priorità, guidati dall'evoluzione delle raccomandazioni SAGE sull'uso delle dosi di richiamo. Gli Stati Parte dovrebbero pianificare l'integrazione della vaccinazione COVID-19 nei programmi di immunizzazione lungo tutto l'arco della vita. La raccolta regolare di dati e la stesura di rapporti sulla copertura vaccinale dovrebbero includere sia le dosi primarie che quelle di richiamo. (Strategia globale di vaccinazione COVID-19 in un mondo che cambia: Aggiornamento luglio 2022; Aggiornamento della tabella di marcia SAGE dell'OMS per la definizione delle priorità d'uso dei vaccini COVID-19 gennaio 2023; Dichiarazione provvisoria sull'uso di dosi di richiamo aggiuntive di vaccini mRNA contro COVID-19 inseriti nella lista d'emergenza; Dichiarazione di buona pratica sull'uso di vaccini COVID-19 contenenti varianti; Fattori comportamentali e sociali della vaccinazione: strumenti e indicazioni pratiche per raggiungere un'elevata copertura).
Migliorare la comunicazione dei dati di sorveglianza della SARS-CoV-2 all'OMS. Sono necessari dati migliori per: individuare, valutare e monitorare le varianti emergenti; identificare cambiamenti significativi nell'epidemiologia del COVID-19; comprendere il peso del COVID-19 in tutte le regioni. Si raccomanda agli Stati parte di utilizzare un approccio integrato alla sorveglianza delle malattie infettive respiratorie che sfrutti il sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza. La sorveglianza dovrebbe incorporare informazioni provenienti da popolazioni sentinella rappresentative, sorveglianza basata su eventi, sorveglianza delle acque reflue umane, sorveglianza sierologica e sorveglianza animale-umana-ambientale. L'OMS deve continuare a collaborare con gli Stati membri per garantire un'adeguata capacità e copertura della sorveglianza del COVID-19, in modo da riconoscere rapidamente qualsiasi cambiamento significativo del virus e/o della sua epidemiologia e del suo impatto clinico, compresi i ricoveri ospedalieri, in modo che l'OMS possa attivare un'allerta globale adeguata, se necessario. ( Sorveglianza della salute pubblica per il COVID-19 )
Aumentare la diffusione e garantire la disponibilità a lungo termine delle contromisure mediche. Gli Stati Parte devono migliorare l'accesso ai vaccini, ai prodotti diagnostici e terapeutici COVID-19 e prendere in considerazione la possibilità di autorizzare queste contromisure mediche al di fuori delle procedure di elencazione per uso di emergenza e nell'ambito dei normali quadri normativi nazionali. (Terapeutici e COVID-19: linea guida vivente; Percorso clinico assistenziale COVID-19).
Mantenere una forte capacità di risposta nazionale e prepararsi a eventi futuri per evitare il verificarsi di un ciclo panico-negligenza. Gli Stati parte devono considerare come rafforzare la preparazione del Paese a rispondere alle epidemie, prestando attenzione alla capacità del personale sanitario, alla prevenzione e al controllo delle infezioni e al finanziamento della preparazione e della risposta agli agenti patogeni respiratori e non respiratori. (Briefing sulle politiche dell'OMS COVID-19; Rafforzare la pianificazione della preparazione alle pandemie per gli agenti patogeni respiratori: briefing sulle politiche).
Continuare a lavorare con le comunità e i loro leader per affrontare l'infodemia e attuare efficacemente misure sociali e di salute pubblica basate sul rischio (PHSM). La comunicazione del rischio e l'impegno della comunità dovrebbero essere adattati ai contesti locali e affrontare la disinformazione che erode la fiducia nelle contromisure mediche e nei PHSM. Gli Stati Parte dovrebbero rafforzare la comprensione del pubblico, dei media e delle comunità dell'evoluzione della scienza per incoraggiare azioni e politiche basate sulle prove. Gli Stati Parte dovrebbero continuare a monitorare la risposta individuale e pubblica all'attuazione dei PHSM e l'adozione e l'accettabilità dei vaccini COVID-19, e implementare misure, comprese le strategie di comunicazione, per sostenere un uso appropriato. (Risorse dell'OMS per la comunicazione del rischio; Considerazioni per l'implementazione e l'adeguamento del PHSM nel contesto del COVID-19).
Continuare ad adeguare le restanti misure relative ai viaggi internazionali, sulla base della valutazione del rischio, e non richiedere la prova della vaccinazione contro la COVID-19 come prerequisito per i viaggi internazionali. (Documento di posizione provvisorio: considerazioni sulla prova della vaccinazione contro la COVID-19 per i viaggiatori internazionali; Considerazioni politiche per l'attuazione di un approccio basato sul rischio ai viaggi internazionali nel contesto della COVID-19).
Continuare a sostenere la ricerca per migliorare i vaccini che riducono la trasmissione e hanno un'ampia applicabilità, nonché la ricerca per comprendere l'intero spettro, l'incidenza e l'impatto della condizione post COVID-19 e per sviluppare percorsi di cura integrati pertinenti.
Non dobbiamo considerare un'esagerazione parlare di terza guerra mondiale e rischio nucleare, è una reale possibilità, che oltretutto diventa sempre più probabile alla luce delle ultime mosse dei nostri governanti.
La dimostrazione è che anche l'OMS ha ritenuto opportuno aggiornare, l'altro ieri, la lista dei farmaci per le emergenze nucleari. Ricordo che l'ultimo aggiornamento si riferiva a 16 anni fa, nel 2007.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiornato oggi l'elenco dei farmaci che dovrebbero essere stoccati per le emergenze radiologiche e nucleari, insieme ai consigli politici per la loro gestione appropriata. Queste scorte comprendono farmaci che prevengono o riducono l'esposizione alle radiazioni o che trattano le lesioni una volta avvenuta l'esposizione. "Nelle emergenze radioattive, le persone possono essere esposte a radiazioni a dosi che vanno da trascurabili a pericolose per la vita. I governi devono rendere disponibili le terapie per chi ne ha bisogno, e in fretta", ha dichiarato la dott.ssa Maria Neira, vicedirettore generale dell'OMS a.i., divisione Popolazioni più sane. "È essenziale che i governi siano preparati a proteggere la salute delle popolazioni e a rispondere immediatamente alle emergenze. Ciò include la disponibilità di scorte pronte di farmaci salvavita che riducano i rischi e trattino le lesioni da radiazioni".
Come i lemmings ci avviamo senza rendercene conto verso il dirupo dove precipiteremo tutti.
Vedi che quando vogliono i soldi li trovano? D'altronde Crosetto, prima di fare il ministro, era presidente dell'AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.
E' comprensibile che ognuno di noi cerchi sempre di tutelare i propri interessi!😀
Un consiglio al governo: conviene trovare anche qualche soldo per gli ospedali, perchè credo che nel prossimo futuro, visto dove ci stiamo incamminando, ci saranno anche tanti feriti da curare.
Per i morti invece sarà sufficiente incrementare, e di molto, i camion di Bergamo trasportatori di bare.
Fuori da una macabra ironia (me ne scuso), sinceramente non mi aspettavo un governo così smaccatamente guerrafondaio e così sorprendentemente stupido.
E' ormai chiaro a tutte le persone dotate di intelligenza e buon senso che, continuando così, ci stiamo ineluttabilmente incamminando verso la terza guerra mondiale.
Mi colpisce la coincidenza che per quella del 1940 presidente del Consiglio era Benito Mussolini, oggi lo è Giorgia Meloni, persone che hanno sicuramente una formazione culturale comune e, con gli opportuni distinguo rispetto ai comportamenti, la stessa appartenenza politica. Per onestà intellettuale devo anche ammettere che nessuna forza politica presente nell'attuale parlamento sta facendo qualcosa per evitare questo evento scontato.
Comunque, vista la situazione, mi permetto di ricordare all'attuale premier alcune frasi del suo predecessore che potrebbero tornarle utili per l'occasione:
-Meglio il pianto di una sconfitta che la vergogna di non aver lottato
-Chi non è con noi è contro di noi
-È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori
-Noi non siamo gli imbalsamatori di un passato, siamo gli anticipatori di un avvenire
-Quando spara il cannone è veramente la voce della Patria che tuona
-La nostra pace più sicura sarà all'ombra delle nostre spade
E per finire, la più importante e significativa:
-Spezzeremo le reni alla (Russia)
P.S. Segnalo, per quello che può valere nell'attuale panorama dell'informazione, che c'è una petizione contro la presenza di Zelensky a Sanremo. Ha raggiunto 50000 firme in poco tempo. Io l'ho firmata. Il link:
Anticipo i 2 concetti principali che emergono dalla sua lettura:
1. Il vaccino non serve a niente con Kraken
2. Non c'è alcun motivo per preoccuparsi di Kraken
Questa la traduzione della parte finale dell'articolo con la giusta conclusione: adesso non pensiamo più al Covid, ma a rendere il sistema sanitario pronto ad accogliere i malati di qualsiasi tipo e specialmente gli anziani.
Gli attuali vaccini contro il covid proteggono da XBB.1.5?
Non sono ancora disponibili stime specifiche sull'efficacia del vaccino per l'XBB.1.5, ma l'OMS ha avvertito che potrebbe avere il "più alto escape immunitario fino ad oggi". Le prove suggeriscono che le persone che hanno avuto tre o quattro dosi di un vaccino mRNA covid-19 (come Moderna o Pfizer) più un'infezione da BA.5, o tre dosi del vaccino cinese Coronavac più una precedente infezione da BA.1, BA.5 o BF.7 "non inducono titoli di neutralizzazione elevati contro XBB.1.5.5". L'ECDC ha anche avvertito che i suoi predecessori XBB e XBB.1 hanno mostrato "riduzioni significative nella capacità di neutralizzazione del siero di persone vaccinate". Nonostante ciò, l'agenzia ha affermato che i vaccini disponibili "rimangono ancora efficaci contro le malattie gravi grazie alle precedenti e attuali varianti omicroniche dominanti nell'UE, anche se vi sono alcune prove di un loro indebolimento nel tempo". Non è ancora chiaro se potrebbe essere necessario un vaccino di richiamo specifico per l'XBB, ma gli esperti hanno invitato gli idonei a sottoporsi ai vaccini di richiamo disponibili, ove possibile.
L'XBB.1.5 è un motivo di preoccupazione?
Sebbene molte delle prove relative a XBB.1.5 siano ancora in fase di raccolta e revisione, gli esperti hanno affermato che al momento non è necessario allarmarsi per questa variante. Il professore di infezioni e immunità dell'Università di Oxford Andrew Pollard, che ha guidato il team che ha sviluppato il vaccino di Oxford AstraZeneca, ha dichiarato a The BMJ: "Dovremmo essere cauti nel non alimentare la paura che ogni nuova variante preannunci una nuova crisi della pandemia. Non c'è motivo di pensare che XBB.1.5 sia più preoccupante di altre varianti che si susseguono nel panorama in continua evoluzione dei mutanti di covid-19". Pollard ha affermato che, almeno nel Regno Unito, l'attenzione deve essere rivolta a garantire che il sistema sanitario sia in grado di far fronte non solo a covid-19, ma a tutti i malati. "Nel Regno Unito oggi il problema non sono le nuove infezioni da covid-19, che è solo uno dei tanti virus non pandemici che ci fanno ammalare, ma la cronica carenza di capacità, fondi e personale nel nostro sistema sanitario e di assistenza sociale. Dobbiamo pianificare le minacce di infezioni previste per l'inverno e sviluppare le risorse per gestire una popolazione anziana in crescita nei prossimi decenni", ha dichiarato. "Questi non sono problemi facili da risolvere ma, a differenza delle pandemie, non sono facilmente risolvibili con scoperte scientifiche o soluzioni a breve termine, bensì con una visione a lungo termine per la nostra salute, condivisa da tutti i partiti politici".
Finalmente, dopo tre anni, qualche barlume di ritorno alla Ragione!
L'articolo parla del long covid e, pur se rassicurante perchè afferma che i sintomi scompaiono in genere entro 12 mesi dalla malattia presa in forma medio-lieve e ovviamente sono molto più blandi nei vaccinati che si infettano, fa un elenco di sintomi possibili valido per tutte le occasioni. Il Long Covid si esprime attraverso tutti i possibili sintomi, fisici e psicologici, che colpiscono il genere umano fin dal suo apparire sul pianeta.
Qualche esempio: disturbi della memoria, perdita di concentrazione, debolezza, perdita dei capelli, insonnia, cefalea, tosse, perdita di appetito, perdita di peso (beati loro!), mal di gola, tosse + tutte le malattie conosciute dei vari organi e apparati.
E' vero che nell'articolo c'è anche un ampio paragrafo dedicato alle possibili limitazioni dello studio dovute a bias vari, comunque le conclusioni sono queste:
Questo studio ha esaminato le associazioni tra il decorso lieve della malattia e gli esiti sanitari a lungo termine. Sebbene il fenomeno della long covid sia stato temuto e discusso fin dall'inizio della pandemia, abbiamo osservato che la maggior parte degli esiti di malattia dopo un decorso lieve si è mantenuta per diversi mesi ed è tornata alla normalità entro il primo anno. Questo set di dati su scala nazionale di pazienti con covid-19 lieve suggerisce che la malattia lieve non porta a morbilità grave o cronica a lungo termine nella stragrande maggioranza dei pazienti e aggiunge un piccolo impegno continuo per gli operatori sanitari. È importante notare che il rischio di dispnea persistente è stato ridotto nei pazienti vaccinati con infezione conclamata rispetto a quelli non vaccinati, mentre i rischi di tutti gli altri esiti erano comparabili.
Insomma il long covid esiste ed è tra noi!😀
Per curiosità sono andato a vedere il profilo dell'autore dell'articolo, Jonathan Temte.
Risulta ricevere grants (in-kind support only= aiuti solo in natura, chissà di cosa si tratta!?😀) da Quidel Corporation. E chi è Quidel Corporation? Uno dei maggiori produttori mondiali di tamponi pcr.
Mi fermo qui, non c'è bisogno di aggiungere altro!
La verità sul Covid dal Giappone Mentre il Giappone affronta la sua ottava ondata di covid, si prospetta un ritorno alla normalità Tom Jefferson e Carl Heneghan 25 gennaio
Il Giappone è una nazione nota per l'attenzione rigorosa all'arrivo e alla diffusione dei virus respiratori e, un tempo, era il più grande utilizzatore al mondo di antivirali per l'influenza. A un certo punto, il Giappone rappresentava il 70-80% di tutto l'uso di Tamiflu a livello globale. L'adesione all'uso della mascherina è sempre stata alta, anche prima della pandemia, e le autorità giapponesi hanno mantenuto restrizioni sociali e di viaggio fin dall'inizio della pandemia. Più della metà della popolazione giapponese di età superiore ai 65 anni ha ricevuto cinque cicli di vaccino. Il 10 gennaio il Giappone ha eliminato le restrizioni ai viaggi, a parte la prescrizione di test per i viaggiatori cinesi. Ora raccomanda di indossare le mascherine solo in ambienti chiusi e solo se si parla con qualcuno a meno di 2 metri di distanza nelle aree affollate:
Questo significa che la circolazione della SARS-CoV-2 è in discesa, che il virus ha abbandonato il Paese del Sol Levante e che le misure messe in atto funzionano? Stranamente, sembra che sia vero il contrario. Secondo Worldometers:
Il 19 gennaio ci sono stati 96.392 nuovi casi e 451 nuovi decessi, il massimo giornaliero registrato. Supponiamo che "attivi" significhi esattamente questo: persone che hanno la malattia attiva e sono in grado di infettare i loro contatti e supponiamo anche che i decessi siano in persone positive alla SARS-CoV-2 e che il virus abbia contribuito in modo sostanziale al decesso. Alla luce di questo aumento, perché il governo giapponese ha allentato le restrizioni ai viaggi e l'obbligo di indossare le mascherine? Sembra che il primo ministro ne abbia abbastanza, visto che il Giappone sta affrontando la sua ottava ondata di Covid: un ritorno alla normalità potrebbe essere in programma. Il premier ha annunciato il declassamento dello status ufficiale della Sars-CoV-2 all'equivalente dell'influenza stagionale. Il Giappone non ha imposto per legge le chiusure. La maggior parte delle misure statali erano costituite da inviti e istruzioni. Tuttavia, la partecipazione della popolazione è stata elevata per tutta la durata della pandemia e non è chiaro cosa accadrà in seguito in una delle popolazioni più caute al mondo per quanto riguarda gli agenti patogeni respiratori. Come ha sottolineato un collega substacker, è meraviglioso leggere il commento del direttore dell'Associazione medica giapponese: "Ci sono molte cose che non sappiamo e non abbiamo prove". Benvenuti nel club.
P.S. il post ci dice che più della metà della popolazione giapponese ha ricevuto la quinta dose di vaccino. Ritengo perciò utile e doveroso ricordare qui le parole di Mario Draghi
L'allarme per l'India, l'anno scorso ad aprile, durò 2 settimane. Quello attuale per la Cina è durato suppergiù lo stesso periodo di tempo, come d'altronde alcuni di noi avevano pronosticato.
Questo l'articolo di Reuters:
PECHINO, 21 gennaio (Reuters) - La possibilità di una forte ripresa della COVID-19 in Cina nei prossimi due o tre mesi è remota, dato che l'80% delle persone è stato infettato, ha detto sabato un importante scienziato del governo.
Il movimento di massa delle persone durante le festività del Capodanno lunare potrebbe diffondere la pandemia, aumentando le infezioni in alcune aree, ma una seconda ondata di COVID è improbabile nel breve termine, ha dichiarato Wu Zunyou, epidemiologo capo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, sulla piattaforma di social media Weibo.
Centinaia di milioni di cinesi stanno viaggiando attraverso il Paese per le vacanze, che erano state sospese in base alle recenti restrizioni sulla COVID, sollevando il timore di nuovi focolai nelle aree rurali meno attrezzate per gestire epidemie di grandi dimensioni.
La Cina ha superato il picco di pazienti affetti da COVID nelle cliniche per la febbre, nei pronto soccorso e in condizioni critiche, ha dichiarato giovedì un funzionario della Commissione nazionale per la salute.
Quasi 60.000 persone affette da COVID erano morte in ospedale al 12 gennaio, circa un mese dopo che la Cina aveva bruscamente smantellato la sua politica zero-COVID, secondo i dati del governo.
Ma alcuni esperti hanno detto che questa cifra probabilmente sottovaluta l'intero impatto, perché esclude coloro che muoiono a casa e perché molti medici hanno detto di essere scoraggiati dal dichiarare la COVID come causa di morte.
Faccio notare che si parla di 60.000 decessi, che credo si riferiscano, come la quasi totalità assoluta degli attuali decessi Covid in Italia e nel mondo intero, a over 85enni o a persone con gravi patologie. Nell'articolo si dice anche che alcuni esperti ritengono che il numero sia sottostimato. Facciamo allora l'ipotesi che il numero sia 3 volte superiore, cioè 180.000. Visto che la popolazione della Cina è di 1,5 miliardi, parliamo comunque di una mortalità inferiore allo 0,02%. Faccio inoltre notare, per una migliore comprensione di questo 0,02%, che il tasso di mortalità, in Italia, per le persone over 80, per tutte le cause, è del 14,8%. Insomma, dopo gli 80 anni, in Italia e nel resto del mondo, è più comune morire! Questa precisazione unicamente per lasciare spazio ai numeri e non alle emozioni.
Carri armati da Usa, Polonia e presto Germania da una parte, proiettili dalla Corea e droni dall'Iran dall'altra.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che ci stiamo incamminando, inesorabilmente, verso la terza guerra mondiale con il coinvolgimento ineluttabile della NATO nel conflitto.
E dovrebbe essere altrettanto chiaro che il progetto di sconfiggere una nazione come la Russia, anche se in teoria possibile, porterebbe a danni irreversibili anche per tutti noi visto l'arsenale nucleare di cui dispone e la certezza dovuta alla esperienza, dai tempi di Napoleone in poi, che la Russia non ha mai accettato di poter essere sconfitta, anzi.
E' ovvio che l'Europa stia facendo gli interessi degli USA che in questa guerra stanno portando avanti un loro vecchio progetto (il collasso della Russia) e stanno realizzando grandi affari (industria bellica e gas rivenduto a noi a prezzi 4-5 volte più alti che in patria), ma perchè non pensa anche ai nostri di interessi e, soprattutto, a ciò che sta subendo il popolo ucraino che, al momento, è la vera vittima di questa guerra?
Capisco (ma non giustifico) gli Stati Uniti che, non avendo mai vissuto sul proprio territorio gli orrori della guerra, non sanno cosa significhi rispetto alla popolazione civile e se ne infischiano, ma noi questi orrori li abbiamo vissuti, eccome, e sarebbe ragionevole non correre il rischio di viverli ancora.
Eppure non c'è uno, dico uno, che si alzi per avvertire del pericolo, anzi si permette la presenza di Zelensky a Sanremo per alimentare sempre più questa commedia tragica il cui finale drammatico è già scritto.
Sono incredulo e addolorato. La mia preoccupazione non riguarda me, sono anziano, ma i miei figli e i miei nipoti che non si meritano un futuro come quello che stiamo loro preparando.
Una volta canzoni come queste ci emozionavano, oggi, purtroppo, se n'è perso perfino il ricordo! Va molto più di moda il "fuck Putin!" dei Maneskin!
Ancora oggi per poter entrare in un ospedale, un ambulatorio, una RSA
è necessaria la mascherina e per poter essere ricoverati un tampone.
Si ritornerà, prima o poi, alla normalità?
Oggi sono un po’
pessimista e la mia risposta è: no, non finirà mai, mascherine e
tamponi pre-ricovero rimarranno per sempre!
Anche se il
coronavirus non è più un problema e nella maggioranza della
popolazione il timore non c’è più, non prevedo alcuna intenzione
di eliminare queste regole assurde e tornare all’uso della ragione.
I media, per tentare
di mantenere alta la paura, continuano, è vero, a parlare di Kraken
e Orthrus, ma questo serve solo a far felici gli ipocondriaci che,
con il Covid, hanno finalmente potuto sdoganare la loro patologia
psichiatrica e non hanno più alcuna vergogna o pudore a esibirla in pubblico.
E oltrertutto non
c’è neanche più l’interesse da parte di Bigpharma a mantenere
alto il livello di panico. In fondo loro i vaccini li hanno già
venduti, hanno già in tasca, Pfizer in primis, contratti per 4,6
miliardi di dosi in Europa anche per i prossimi anni, e certamente
non può loro importare alcunchè che poi i vaccini verranno buttati
nell’immondizia perché nel prossimo futuro, per ovvie ragioni legate al rischio di effetti avversi e alla sempre maggiore benignità della malattia, saranno consigliati solo agli anziani e
nessun altro se li vorrà fare.
Stanno sicuramente
già pensando ai prossimi prodotti, ovviamente indispensabili (e
forse anche obbligatori), da lanciare sul mercato.
Perchè credo che
tamponi e mascherine non saranno aboliti?
Perchè penso a ciò
che è successo dopo le Twin Towers riguardo ai viaggi in aereo.
Vi ricordate? Furono
emanate regole rigidissime per l’imbarco, alcune comprensibili come
il passaggio attraverso il metal detector, altre prive di qualsiasi
significato.
Ancora oggi, dopo 22
anni, nessun di noi può portare una bottiglietta d’acqua con sé,
anche se tutti quanti, in primis i controllori, siano consapevoli che
si tratta di una enorme cretinata. Perciò assistiamo, ad ogni imbarco, a code
infinite per i controlli e a trattative interminabili per poter
imbarcare un dentifricio mezzo usato o uno sciroppo per la tosse.
A me, ad esempio,
ultimamente è stata confiscata una palla di vetro (la torre Eiffel
con la neve, un desiderio del mio nipotino) perché non si
poteva stabilire se il liquido all’interno fosse superiore o meno
ai 100 ml consentiti.
A nessuno, in questi
22 anni, è venuto in mente (probabilmente perché avrebbe
interrotto un business significativo reso possibile dall’emergenza, business che si ripete oggi, amplificato all'ennesima potenza)
che forse sarebbe stato opportuno eliminare queste regole irrazionali
e rendere più facile la vita ai passeggeri. Ma a nessuno, in fondo,
è venuto neanche in mente di protestare e chiedere le ragioni per le
quali viene ancora imposta una regola, peraltro del tutto inutile,
che produce un’oggettiva difficoltà a tutti i viaggiatori.
E allora permettemi di citare Dostoevskij (e scusatemi se ho scelto
un russo😀): “Un essere che si abitua a tutto: ecco, penso, la
migliore definizione che si possa dare all'uomo”.
Ed è proprio questo
ciò che in definitiva ci frega tutti quanti!
Questa notizia è utile per comprendere meglio la preparazione scientifica e la mentalità delle star della epidemiologia e della virologia che ci hanno allietato in questi anni e delle quali la Viola è una dei più importanti rappresentanti. A parte la inconsistenza scientifica del suo argomentare (ci sono fior di studi che dimostrano come un moderato e consapevole consumo di vino protegge da numerose malattie per via delle sostanze, bioflavonoidi, acidi fenolici e stilbeni, in esso contenuti) è interessante analizzare come la "scienziata" ha strutturato il suo discorso. "Chi beve ha il cervello più piccolo", cioè è una persona con ridotte capacità intellettuali che, proprio per la sua insufficienza mentale, non potrà mai comprendere ciò che noi, veri scienziati, sappiamo bene e consigliamo. E proprio per questa sua "ignoranza costituzionale" non potremo mai convincerlo. Dunque ben vengano tutti i provvedimenti che lo "obbligano" a fare ciò che noi reputiamo giusto e le "punizioni" se non si vuole adeguare.
Qualcosa di già visto, no?
Ma poi, come dare credito a persone che non sanno cosa sia il piacere di una serata con gli amici e due bicchieri di buon vino, situazione che rappresenta il miglior "farmaco" possibile per i malanni della vita?
Lasciamo dunque la Viola alla sua passeggiata solitaria alla fine della quale la attende il benefico succo di pomodoro (ma mi raccomando, senza pepe e/o tabasco) e noi continuiamo, tranquilli e felici, a goderci un buon bicchiere di amarone, se possibile insieme a tanti amici!
si parla della trattativa, già censurata dalla Mediatrice e dalla Corte dei Conti
dell ’Ue, che ha fatto salire a oltre 4,6 miliardi di dosi la
dotazione disponibile per i 450 mila cittadini dell’Unione.
ci siamo poi ritrovati con centinaia di milioni di dosi
Pfizer/ Biontech scadute, circa 30 milioni solo in Italia nel 2022 e
quest’anno potrebbero essere di più.
l’Italia riceve 107 milioni di dosi tra settembre 2022
e giugno 2023, sono troppe anche perché il booster è
raccomandato soprattutto agli over 60.
Faccio solo notare che sono state previste 10 dosi per ogni cittadino europeo attraverso una trattativa privata tra Pfizer e Von der Leyen, di cui nessuno sa nulla. Ma non viene, anche a voi, qualche dubbio che il coronavirus c'entri ben poco con quello che è successo in questi ultimi 3 anni?
Oggi, abbandonando la modestia, voglio pubblicare il mio cursus honorum su Facebook. 😀
Non male, vero?
Voglio anche condividere i due post che mi hanno fruttato le due condanne più lunghe, ognuno 30 giorni di sospensione.
Il primo, il 1 agosto 2022:
Il secondo, la cui condanna terminerà il 9 febbraio:
Consentitemi dunque di mostrare un po' di vanità esibendo con orgoglio le mie medaglie al valore. 😀😀😀
P.S. ovviamente devo riconoscere il merito di tutto ciò agli infaticabili delatori anonimi che continuano il loro lavoro senza pausa alcuna. Mi piacerebbe conoscerli, per poterli ringraziare personalmente! 😜😜😜
"Il lockdown è stato imposto in Austria per salvare vite umane e prevenire il sovraccarico di casi gravi di COVID negli ospedali e nelle unità di terapia intensiva. Queste aspettative potrebbero non essere state soddisfatte, in quanto è stato dimostrato che misure restrittive non farmacologiche come il lockdown probabilmente non impediscono in modo significativo la diffusione della malattia né riducono la mortalità. Un'analisi approfondita delle risposte differenziate degli Stati Uniti alla pandemia ha rivelato che né le serrate né la chiusura delle scuole hanno avuto un effetto positivo significativo sulla salute. I dati che emergono indicano che gli effetti negativi delle chiusure e soprattutto della chiusura delle scuole possono superare di gran lunga i possibili benefici, portando a una perdita netta di anni di vita nella popolazione, soprattutto nel lungo periodo. Attualmente, i dati concreti sugli effetti negativi della chiusura delle scuole sono scarsi e descrivono solo gli effetti che sono ancora rilevabili. Possiamo solo ipotizzare possibili effetti sull'aspettativa di vita e sulla mortalità negli anni a venire. Studi futuri che indagano su questi temi in modo prospettico ci permetteranno di confermare ulteriormente l'ipotesi di un rapporto rischio-beneficio negativo. Alla luce delle migliori evidenze attualmente disponibili, dobbiamo consigliare ai responsabili politici di astenersi dalle chiusure e soprattutto dalle chiusure delle scuole e di concentrarsi su strategie alternative per combattere le pandemie, come la protezione mirata dei gruppi vulnerabili, invece di rischiare danni senza precedenti per l'intera popolazione."
Quello che più mi colpisce, da pediatra, è la tabella che si riferisce alla diminuizione delle prestazioni sanitarie erogate, specificata per tipologia, negli anni 2019 e 2020. Una significativa diminuizione per tutti i tipi di prestazione, ma un aumento, altrettanto significativo, solo per ciò che riguarda gli interventi psichiatrici e, soprattutto, gli interventi psichiatrici sui bambini.
Ribadisco ancora una volta il mio pensiero: i bambini e gli adolescenti sono stati la categoria più danneggiata (lockdown, chiusura scuole e DAD prima, vaccinazioni e green pass poi) dalla strategia adottata per contrastare il Covid. E l'Italia rimane il capofila delle nazioni che hanno adottato i provvedimenti più rigidi che si sono rivelati non soltanto del tutto inutili, ma anche, purtroppo, estremamente dannosi. Uno stato che si è totalmente disinteressato dell'infanzia, preoccupato solo, oltretutto con provvedimenti inefficaci e disastrosi, di proteggere gli anziani. E tutto questo mi indigna profondamente!
E' doveroso, sia dal punto di vista morale che da quello fattuale, che ognuno di noi non dimentichi mai più ciò che è successo in questi ultimi tre anni! E che l'indignazione, la rabbia, il disgusto non subisca cali di tensione! Mai!
Ringrazio Armando Schiaffini per il suo lavoro meritorio di aver creato questo video di 40 minuti, la cui visione consiglio a tutti, anche se l'effetto non sarà certamente rilassante.
Mai dimenticare ciò che è successo e mai dimenticare i personaggi che sono stati i protagonisti e i registi di questa commedia tragica!
Peccato che lo studio al quale l'articolo fa riferimento (https://www.mdpi.com/2076-393X/11/1/31), nonostante il titolo che gli autori hanno scelto, riporti dati del tutto diversi: "Come accennato, mentre i risultati sono stati omogenei per la popolazione infetta, l'incidenza di diversi esiti, tra cui la morte e il totale dei PVR-SAE (eventi avversi gravi potenzialmente correlati al vaccino), è stata sostanzialmente più alta tra i soggetti non infetti che hanno ricevuto una o due dosi di vaccino, rispetto a quelli che hanno ricevuto tre o più dosi."
Basta guardare la tabella 3 dello studio per scoprire che il rischio per qualsiasi patologia grave è aumentato con la prima e la seconda dose, e diminuisce con la terza. E che tra i vaccinati chi rischia di più sono coloro che si vaccinano e poi non si ammalano di covid.
Che strano! Dato inspiegabile che forse i follow-up dei trials di sperimentazione, che, chissà perchè, sono stati ad un certo punto interrotti perchè Pfizer e Co. hanno deciso di vaccinare anche il gruppo di controllo, avrebbero potuto chiarire. Comunque, anche se gli autori dell'articolo non si sanno spiegare il perchè, pare non si accorgano neanche che stanno presentando dati in totale contrasto con il titolo del loro articolo.
Davvero non riesco a comprendere come, dopo tre anni, "scienziati" che godono di una buona reputazione come gli autori dell'articolo, ancora si prestino a questa commedia senza oltretutto accorgersi di contraddirsi in maniera evidente. Mi risulta sempre più chiaro che, negli ultimi anni, ho commesso un grave errore, sopravvalutando, sia dal punto di vista scientifico sia da quello morale, tante persone che stimavo!
P.S. complimenti comunque al Fatto Quotidiano che, come tutti i media e i partiti che si possono definire di "sinistra", fin dall'inizio della pandemia ha mostrato una fede incrollabile, senza mai alcun ripensamento, nel "dogma" proclamato dai "nuovi teologi".
Traduco questo interessante articolo apparso sul sito inglese HART.
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Boris Johnson "spinto" dal suo stesso consigliere. Il paternalismo degli scienziati comportamentali.
In un recente articolo apparso sul Telegraph, il professor David Halpern (direttore del Behavioural Insights Team, la "Nudge Unit" del Regno Unito) ha descritto come sia riuscito a utilizzare una strategia psicologica segreta per convincere l'allora primo ministro Boris Johnson a indossare una maschera. Per far capire a Johnson che "una cosa normale per un leader mondiale è indossare una maschera", Halpern mostrò al primo ministro "una serie di immagini di praticamente tutti i leader mondiali che indossavano una maschera, e poi una foto in cui lui non la indossava". Questo approccio al cambiamento comportamentale - formalmente definito "pressione normativa" - si basa sulla tendenza umana intrinseca a evitare attivamente di credere di far parte di una minoranza deviante e, come molte delle tecniche della strumentazione delle scienze comportamentali, raggiunge gran parte della sua influenza al di sotto del livello di consapevolezza di una persona. Questo esempio specifico, condiviso casualmente da Halpern in un'intervista a un giornale, illustra in modo lampante molte cose sbagliate nel modo in cui il "nudging" è stato utilizzato nel corso dell'evento Covid per aumentare la conformità alle direttive di salute pubblica.
Probabilmente, il problema principale degli scienziati comportamentali sponsorizzati dallo Stato è la loro presunzione di sapere, e solo loro, cosa sia "giusto" per tutti noi. A quanto pare, Halpern si sente giustificato a manipolare segretamente il primo ministro di un Paese affinché indossi una maschera, presumibilmente alimentato dalla convinzione che, così facendo, stia contribuendo a un bene superiore, modellando il comportamento di Johnson - e, indirettamente, della popolazione in generale - in una direzione che "giova" a tutti noi. Nello stesso articolo del Telegraph, il nostro più importante scienziato comportamentale descrive la sua intenzione di amplificare il messaggio di indossare una maschera: "vedere ciò che fanno gli altri influenza fortemente il tuo comportamento" e "lo fa capire bene". Poi, in modo un po' sinistro, equipara la sua messaggistica occulta alla costruzione di un'"impalcatura" fino a quando l'uso della maschera "inizia a diventare più automatico, poi si può togliere l'impalcatura". In tutto questo, non c'è il minimo accenno di riconoscimento del fatto che l'uso di maschere da parte di persone sane nella comunità è una questione molto controversa, con forti prove che suggeriscono che questa pratica è inefficace e associata a una serie di danni fisici, sociali e psicologici.
Un'altra presunzione paternalistica dimostrata da Halpern nell'articolo del Telegraph è che la "mentalità collettivista" (adottata dalle culture orientali) sia superiore alle inclinazioni più individualiste evidenti nelle società occidentali. Questa premessa molto discutibile, secondo cui il collettivismo - che tipicamente implica un controllo statale dall'alto verso il basso delle masse - dovrebbe avere la meglio sui diritti e le libertà individuali, è sostenuta anche da altri influencer psicologici di spicco attivi durante l'evento Covid. Stephen Reicher (professore di psicologia sociale presso l'Università di St Andrews e membro del gruppo di sinistra Independent Sage), in un recente articolo pubblicato sul Guardian, ha sostenuto la necessità di "riformulare l'uso della maschera come una questione comunitaria: non si tratta tanto di individui che esercitano una responsabilità personale, quanto di una collettività che esercita una responsabilità sociale, che si prende cura l'uno dell'altro, che si assicura che tutti noi ne usciamo bene". Quindi, oltre a promuovere il collettivismo, la formulazione utilizzata da Reicher è un classico esempio di ego nudge, che ritrae i portatori di maschere come i buoni, e i non-corrispondenti come i cattivi.
Questi signori che si autoproclamano arbitri di ciò che è nel nostro interesse sembrano non riconoscere i danni e le preoccupazioni etiche associate ai loro metodi di persuasione psicologica. Per esempio, Halpern si entusiasma per il fatto che "nei periodi chiave della pandemia... la pressione sociale informale ha iniziato a esercitare una forte pressione sulle persone affinché indossassero le maschere", apparentemente ignaro del fatto che i suoi commenti sarebbero stati interpretati come un eufemismo per il disprezzo e la diffamazione di coloro che sceglievano di non indossarne una. Chiaramente, il consulente scientifico indipendente citato nel libro di Laura Dodsworth del 2021, A State of Fear, ha dato prova di perspicacia affermando che "gli psicologi non sembrano essersi accorti quando la scienza comportamentale ha smesso di essere altruistica ed è diventata manipolativa" e che è diventata più incentrata su "come far fare alle persone ciò che vogliamo".
Queste le "chiacchiere" del ministro Schillaci, con il "carico finale" della campagna "Proteggiamoci, anche per i momenti più belli – Vacciniamoci contro il Covid e l’influenza stagionale".
Pensando al suo predecessore, credo che, alla fin fine, l'originale sia sempre meglio dell'imitazione! 😁😁😁
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Stop al fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di
minori e donne in gravidanza e divieto di emissioni dei nuovi prodotti
non da fumo (sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato)
con la relativa pubblicità
Con riferimento al tema dell’assistenza domiciliare l’investimento previsto all’interno del Pnrr “persegue l’obiettivo
di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare
fino a prendere in carico, in linea con le migliori prassi europee,
entro il 30 giugno 2026, il 10 per cento della popolazione di età
superiore ai 65 anni, rispetto all’attuale media di circa il 5 per cento
relativa alle diverse regioni italiane”. Lo ha detto il ministro della
Salute, Orazio Schillaci in audizione davanti alla Commissione Affari sociali della Camera, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Assistenza domiciliare
“Il livello medio nazionale del valore del 10 per cento – ha spiegato – da raggiungere con il contributo di tutte le regioni o province autonome,
terrà conto di specifiche difficoltà regionali. La milestone italiana
prevede la pubblicazione del decreto di assegnazione delle risorse per
conseguire il primo step dell’incremento del 10 per cento di nuovi
assistiti previsto entro giugno 2023; oggi è in corso di definizione la
chiave di riparto poiché si sta lavorando all’accordo in Conferenza
delle regioni”, ha sottolineato Schillaci. "Inoltre - ha aggiunto -
ricordo che è in corso di definizione il disegno di legge recante
deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone
anziane, anche in attuazione della missione 5, componente 2, riforma 2,
del piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di assistenza
agli anziani non autosufficienti, ove le deleghe previste riguardano
precipuamente le politiche per l’invecchiamento attivo, la promozione dell’autonomia, la prevenzione della fragilità,
l’assistenza e la cura delle persone anziane anche non autosufficienti.
In particolare, è prevista l’emanazione di uno o più decreti
legislativi finalizzati ad assicurare la sostenibilità economica e la
flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane e
per le persone anziane non autosufficienti, nonché la promozione del
progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali in favore
delle persone anziane non autosufficienti".
Divieto di fumo
In considerazione della preoccupante diffusione di stili di vita non salutari “intendo proporre l’aggiornamento e l’ampliamento
dell’articolo 51 della legge 3/2003 per estendere il divieto di fumo in
altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza;
eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi;
estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo
(sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato); estendere
il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai
device dei prodotti del tabacco riscaldato” ha spiegato.
Assunzioni e salario personale Ssn.
Riguardo a questo tema - ha aggiunto Schillaci - ribadisco che sarà
necessario garantire adeguate risorse al sistema soprattutto nelle
specialità e negli ambiti disciplinari che oggi registrano scarse adesioni. Rinnovo il mio impegno ad assicurare le necessarie risorse
al sistema, per reclutare nuovi professionisti e per restituire la
giusta serenità a tutti coloro che sono già in servizio e lavorano con
dedizione ed impegno, talvolta in sedi disagiate e rischiose,
migliorandone progressivamente le condizioni di lavoro, anche al fine di
ridurre le condizioni di rischio che favoriscono, in particolare nei servizi maggiormente critici, persino l’emergere di episodi di violenza in danno
degli operatori sanitari. Mi preme, più in generale, però sottolineare
che le difficoltà che ora si riscontrano nel nostro SSN sono il frutto
di errate strategie e di trascuratezza nelle valutazioni di annose
problematiche, che affondano le radici nel passato".
Medici a gettone
“Ribadisco che è mia intenzione affrontare, anche con provvedimenti straordinari e di urgenza, il fenomeno crescente
del ricorso ad appalti esterni da parte delle aziende e degli enti del
Ssn per garantire i servizi assistenziali” ha proseguito. Per quanto
riguarda il rendere maggiormente attrattivo il lavoro del personale
sanitario nel servizio pubblico, attraverso una progressiva
detassazione, “come noto questo è un tema sul quale il governo ripone
particolare attenzione, come testimoniano, peraltro, le recenti norme
inserite in legge di bilancio riguardanti la detassazione dei premi di
produttività e di risultato. Sul medesimo tema – ha aggiunto Schillaci –
ho in corso interlocuzioni con il ministro dell’Economia e delle
finanze e, per quanto di competenza, con i ministri della Pubblica
amministrazione e del Lavoro”. "Come ho evidenziato riguardo al fenomeno
dei c.d. “gettonisti” o “turnisti”, anche il mondo della sanità è
coinvolto in processi di esternalizzazione e sempre più professionisti
preferiscono non legarsi ad un’organizzazione con il classico contratto di lavoro a tempo indeterminato, prediligendo forme di ingaggio atipiche,
anche in ragione delle remunerazioni proporzionalmente più elevate.
E’quindi fondamentale assicurare le necessarie risorse al sistema, per
restituire la giusta serenità a tutti i professionisti che ogni giorno
lavorano con dedizione ed impegno, talvolta in sedi disagiate e rischiose, migliorandone progressivamente le condizioni di lavoro, anche al fine di ridurre le condizioni di
rischio che favoriscono, in particolare nei servizi maggiormente
critici, persino l’emergere di episodi di violenza in danno degli
operatori sanitari". "L’uso distorto delle esternalizzazioni, infatti -
ha rimarcato - non soltanto genera un sempre più gravoso onere in capo
alle strutture, ma comporta anche gravi criticità in termini di
sicurezza delle cure, sia perché non sempre offre adeguate garanzie
sulle competenze dei professionisti coinvolti, sia per la ridotta fidelizzazione di questi
ultimi alle strutture pubbliche, derivante da ingaggi professionali
spesso distribuiti contemporaneamente su più sedi, con conseguente
mancanza di conoscenza da parte dei “turnisti” dell’organizzazione delle
unità operative in cui svolgono le loro prestazioni per poche ore
nell’arco del mese".
Decreto tariffe
“Il compito del dicastero della Salute è quello di dare impulso alle azioni da intraprendere, tracciare il disegno generale
cui dare corso e monitorare i singoli servizi sanitari regionali,
verificando, attraverso l’opera di monitoraggio, la quantità e la
qualità dell’erogazione delle prestazioni sanitarie sul
territorio. Fondamentale a tale fine sarà l’adozione del cosiddetto
decreto tariffe, e quindi l’effettiva adozione del nuovo nomenclatore
nazionale, poiché attraverso di esso sarà resa uniforme in tutte le regioni la definizione
e la codifica delle prestazioni ambulatoriali”, ha precisato Orazio
Schillaci. “Ribadisco che tale uniformità – aggiunge – renderà possibile
il monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali LEA attraverso il
confronto diretto tra regioni in termini di soddisfazione di bisogni sanitari, di accessibilità ai servizi, di tempi di attesa e di appropriatezza delle prescrizioni”.
Carenza farmaci
Per la carenza di farmaci "il problema davvero reale è su 30 medicinali. Seguiamo la questione e c'è un tavolo aperto" ha detto all'Adnkronos Salute il ministro della Salute. Sui farmaci mancanti "gli italiani possono stare tranquilli, non serve fare scorte" ha
assicurato Schillaci. In Commissione Affari sociali della Camera, il
ministro ha osservato che sul tema della carenza dei farmaci "bisogna
anche constatare che la comunicazione allarmistica di questi giorni sta generando quella che tecnicamente si chiama 'carenza di rimbalzo':
l'accaparramento del farmaco da parte dei pazienti, preoccupati di
avere a disposizione una scorta di un prodotto che sembrerebbe 'a
rischio', rafforza il picco di domanda, e crea ulteriori tensioni
nell'approvvigionamento". "L'11 gennaio scorso - ha ricordato - ho convocato un tavolo di lavoro permanente sull'approvviggionamento dei
farmaci per definire la reale entità del fenomeno" carenze "e indicare
proposte risolutive". Tavolo allargato anche "ai Nas e ai medici di
medicina generale". Quello che emerge è che, ha fatto notare il
ministro, "una sovrapposizione di fenomeni di natura diversa (aumenti di
costi legati alla situazione internazionale, picco di domanda per i farmaci 'stagionali', polarizzazione su poche molecole delle scelte terapeutiche proposte dai
prescrittori per le malattie di stagione, coda delle difficoltà
produttive legate alla pandemia da Covid) sta creando tensione
nell'approvvigionamento di alcuni medicinali specifici, fondamentalmente
antiinfiammatori, antinfluenzali e antibiotici". Visto il quadro
corrente, ha annunciato Schillaci, "oltre a supportare le iniziative di
comunicazione tese a chiarire la reale situazione delle carenze, si è
già valutato di procedere, dopo questa fase di 'crisi mediatica', a una revisione dell'impianto della lista dei farmaci carenti,
già discussa e concordata in sede di Tavolo Tecnico Indisponibilità
presso l'Agenzia italiana del farmaco Aifa, con gli attori interessati:
si provvederà ad espungere dalla lista principale tutti i farmaci di non
significativa importanza. In questo quadro, sarà anche possibile
definire e promuovere d’intesa con tutta la rete, ulteriori iniziative formative e informative che aiutino ad aumentare l'accesso agli strumenti già disponibili
(equivalenti, galenica, importazione). In prospettiva, inoltre, sono
stati proposti anche altri interventi strutturali rispetto al tema degli
aumenti di costi indotti dalla tensione internazionale: la
rivalutazione dei prezzi dei farmaci al di sotto della soglia dei 5
euro, che sono a maggiore rischio di perdita di remuneratività, è ad
esempio tra questi".
Vaccini Covid
Riguardo alla vaccinazione sappiamo che la sua valenza come strumento di prevenzione e il
senso di responsabilità degli italiani dimostrato in occasione della
massiccia adesione alla campagna vaccinale anti Covid-19 hanno permesso
di tornare a vivere senza le limitazioni del passato. Tuttavia, non
bisogna abbassare la guardia, soprattutto per proteggere la salute delle
persone fragili e degli anziani. Per questi motivi, il Ministero della
salute ha lanciato la campagna “Proteggiamoci, anche per i momenti più belli –
Vacciniamoci contro il Covid e l’influenza stagionale”, proprio per
invitare a mantenere un comportamento responsabile nei confronti del
Covid-19 e dell’influenza stagionale, promuovendo la vaccinazione,
strumento di primaria importanza per proteggere sé stessi e gli altri.
La campagna è stata rivolta alla molteplicità dei soggetti che, per
diverse condizioni, sono i destinatari dell’offerta vaccinale contro l’influenza stagionale e contro il Covid-19, principalmente le persone fragili e gli anziani", ha spiegato il ministro.