mercoledì 14 settembre 2022

L'ultima speranza

 


Queste sono le parole di un insegnante!
Le faccio mie e spero che possano aprire una breccia nella mente e nell’anima di chi mi sta più a cuore, i giovani. Anche perché questa è l’ultima (e l’unica) speranza che ho rispetto alla possibilità di risalire la china che ci sta conducendo ineluttabilmente verso la società distopica che ci attende in un futuro ormai prossimo. Spero che ci siano altri insegnanti come Cesare Natoli che abbiano il suo stesso coraggio, perché non credo si possa più fare conto sulla maggioranza degli adulti e degli anziani, che ormai si sono persi nell’obnubilamento delle loro menti ad opera di una strategia mediatica mai, a mia memoria, così massiccia e potente.
Forza ragazzi, siete la nostra ultima risorsa!
 
 
 
ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI MIEI STUDENTI
 
Oggi è stato per me il primo giorno di lezioni del nuovo anno scolastico. Nelle tre classi che ho avuto il piacere di incontrare ho cercato di far passare un messaggio, ed è lo stesso che proverò a lanciare con le altre: ragazzi, VI DOVETE ARRABBIARE.
In questa fase storica, chi vi invita pedissequamente al 'rispetto delle regole', non vuole il vostro bene. Chiarisco subito: il mio non è un invito all'anarchia e alla contestazione incontrollata e ingiustificata. Tuttavia, ripeto, non è questo il momento per invitare i giovani al mero e passivo rispetto di indicazioni che vengono dagli adulti. Negli ultimi tre anni, i ragazzi hanno sopportato passivamente decisioni illogiche e ingiustificate. Sono rimasti chiusi in casa, dietro un computer o un cellulare; hanno accettato il green pass per fare piscina, palestra o andare in pizzeria; sono stati dipinti come untori per poorononno o poorozio; hanno accettato di indossare un bavaglio - molto probabilmente inutile - per ore e nel luogo principale della loro crescita emotiva, culturale e relazionale. E molto altro ancora.
Ora basta: incazzatevi! E incazzatevi per queste cose, non per slogan preconfezionati da campagna elettorale.
Lavorate per voi, per il vostro futuro, per i vostri figli. Non possono essere solo pochi cinquantenni e sessantenni (tra quelli lucidi rimasti in giro) a lottare per voi. Il futuro è vostro e di nessun altro.
Piuttosto che farvi pipponi sul senso di responsabilità, o sul fatto (parlo per le classi quinte) che "siete all'ultimo anno e ci sono gli esami" vi ho invitato e vi inviterò a trasformare la cultura in indignazione costruttiva. Indignatevi, indignatevi non appena la vostra coscienza ve lo suggerisce. Magari in qualche circostanza sbaglierete, ma lo avrete fatto in buona fede. Non subite passivamente niente. Nessuna regola, ad esempio. Le regole non sono la giustizia. Il che non vuol dire che non vadano rispettate, ma che si debba pretendere, da chi le impone, la presentazione del loro razionale e della loro legittimità: scientifica, logica, sociale, politica.
Questo è l'augurio che vi faccio. E che faccio in particolare ai ragazzi dell'ultimo anno delle superiori. Studierete la Storia del Novecento. Una Storia in cui incontrerete gente che non ha accettato il precostituito, che non a ha accettato ciò che altri decidevano per la collettività senza scrupoli o legittimazioni etiche. Gente che ha dato anche la vita per questi ideali. Gente che ha molto da insegnarci. Sempre. Oggi più che mai.
Per quanto mi riguarda, mi avrete sempre dalla vostra parte. Anzi, dalla parte della vostra crescita.
Buon anno scolastico, ragazzi.
 

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