Oggi condivido il post dell'amico scrittore Carlo Cuppini di cui sottolineo un passaggio: "Bravo banchiere, uomo di solide relazioni, un certo riguardo per la forma (ha abbandonato l’uso tribale del dpcm, è vero)…
È vero: Draghi ha fatto anche cose buone.
Ma per me è soltanto l’artefice della segregazione: tutto il resto scompare.
È colui che ha impedito a un dodicenne di salire sull’autobus per andare a scuola, o a trovare la nonna; a un quindicenne di praticare lo sport a cui dedica tutta la sua passione da dieci anni; a un ventenne di accedere all’università; a un uomo e a una donna di lavorare, e sostenersi; a chiunque di andare al cinema, a teatro, in un museo, attraversare l’Italia se non in possesso di un mezzo proprio."
Da leggere!
L’uomo della segregazione
A marzo 2021 ho accolto con favore la nascita del governo Draghi, pensando che avrebbe segnato un netto cambio di passo rispetto alle modalità attuate dalla precedente compagine. Ero talmente ben disposto che, con un gruppo di persone, ho scritto un appello pieno di proposte e di aspettative, articolate intorno a semplici principi:
1- Come primo atto di governo, soccorrere l'infanzia e l'adolescenza, come si ha il dovere di soccorrere una persona ferita; e trovare modi simbolici e sostanziali per risarcire queste piccole persone per ogni giorno di scuola perso, per ogni esperienza di crescita negata dalle misure massimaliste e indiscriminate attuate del precedente governo, che non aveva previsto né un monitoraggio del disagio, né tantomeno forme di sostegno e compensazione.
2- Ripristinare un reciproco rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, spazzate via dalla logica della colpevolizzazione, dalla caccia all'uomo, dalla delegittimazione del pensiero critico e dalla criminalizzazione del dissenso - veri pilastri della gestione pandemica fino a quel momento (ben più della strategia delle 3T, per esempio, mai attuata, neanche alla lontana, come abbiamo scoperto con una certa sorpresa alla fine del primo lockdown).
3- Amministrare razionalmente e ragionevolmente il rischio, cioè l'inevitabile convivenza con il nuovo virus e con una malattia destinata con ogni evidenza a diventare endemica, disponendo robuste misure di protezione per le categorie a rischio, abbandonando l'idea folle dello "zero covid" e quindi il paradigma della persecuzione dei presunti responsabili del fallimento della suddetta fanta-strategia.
4- In definitiva: cercare soluzioni pratiche “dando” (servizi implementati, corsie protette, opportunità concrete di tutela, dispositivi utili ed efficienti, opportunità di cambio mansione o prepensionamento, informazioni corrette e complete, raccomandazioni sensate, ascolto…) e non “togliendo” (diritti, fiducia, autonomia, mobilità, occasioni di crescita).
Ho sperato davvero che il nuovo governo volesse smantellare quella goffa e tragica parodia di uno Stato etico imbastita da Conte-Casalino-Zingaretti-Speranza-Ricciardi-Sileri-CTS1 - per ripristinare i fondamenti dello Stato liberale.
Oggi, mentre leggo accorati e variegati appelli a Draghi perché decida di restare, io penso che lui e tutti i suoi alleati dovrebbero scomparire dalla scena politica. Qualunque cosa debba arrivare dopo. Quello che arriverebbe dopo, qualunque cosa fosse, si chiamerebbe “i pro e i contro della democrazia, e le sue incognite”.
Sì, desidero intensamente la fine politica di Draghi, e non solo perché ha disatteso tutte le mie aspettative, comportandosi esattamente all’opposto, cioè come il suo predecessore – ma in modo più spaventoso perché assai meno clownesco.
Desidero la sua fine politica soprattutto perché Mario Draghi per me è, e sarà sempre, l’uomo della segregazione.
Negli appelli-suppliche che leggo in questi giorni, che tendono a fare un bilancio agiografico dell’attività politica del personaggio, non trovo alcun riferimento al green pass e al super GP: alla colossale devastazione sociale che hanno determinato (e continuano a determinare, per alcuni), all’inganno che hanno rappresentato per tutti gli italiani che hanno creduto alla promessa del 22 luglio 2021, al precedente giuridico che hanno costituito, al loro grandioso fallimento a 360°, al formidabile alibi che hanno offerto alla politica per non fare niente di niente di niente, per mesi e mesi, in merito alla messa in sicurezza di contesti, luoghi e persone.
Perché il GP era “garanzia di frequentare persone non contagiose”, no?.
Perché grazie alle primule eravamo “all’ultimo miglio” – e se non arrivavamo mai alla fine di questo miglio, e ancora non ci siamo arrivati, doveva essere per forza colpa dei sabotatori, no?
Perché l’entusiasmo collettivo per la rinascita del concetto-archetipo di “non-persona”, untermensch, il potente sollevarsi di una psicologia di massa aberrante già vista periodicamente nel corso della Storia, distraevano tutti dalla consapevolezza che nessun pensiero strategico veniva prodotto nei palazzi dei decisori intorno al fatto che la malattia stava già, da un pezzo, diventando endemica, e che l’unica cosa sensata era programmare attentamente l'inevitabile convivenza di tutta la comunità nazionale con il covid, sul breve, medio e lungo termine. Altroché ultimo miglio.
Inoltre – e questo è il fatto davvero indimenticabile (e tuttavia nessuno sembra rammentarlo, nel processo di beatificazione e perpetuazione in corso) – Mario Draghi non ha esitato un istante a condannare alla segregazione centinaia di migliaia di minorenni, mentre il virus girava ovunque (inavvertitamente, in molti casi, proprio grazie ai creduloni del “Gp garanzia di frequentare ecc”), e si contavano 130.000 contagi al giorno, ovunque, nei luoghi del GP, ovviamente, come altrove.
Mario Draghi non ha esitato un istante a condannare alla segregazione centinaia di migliaia di minorenni, che sono sì finiti anche loro in ospedale, in una certa misura: una misura che di certo non ha rischiato di far saltare il sistema sanitario, né ha mai contribuito a mettere sotto pressione gli ospedali, né ha causato una catastrofe sanitaria a livello generazionale.
Nell'accanimento compiaciuto della persecuzione - tra i deliri degli sci-influencer e quelli degli amministratori - non è stato fatto nulla, di nulla, di nulla, per rendere praticabile una convivenza con il virus: nessun progetto, nessuna iniziativa per attuare una protezione mirata dei fragili; per rafforzare le strutture sanitarie territoriali (lo abbiamo visto bene nel dicembre scorso, vero?); i mezzi pubblici sovraffollati mai considerati un problema da risolvere immediatamente (tanto si sale solo con il GP, no?); le scuole da attrezzare in modo che mai più a nessuno possa venire in mente che sia necessario chiuderle, con la ventilazione meccanica delle aule, la praticabilità a fini didattici degli spazi esterni, gli accessi angusti e fatiscenti, i servizi igienici inadeguati, le classi sovraffollate… - tutto risolto grazie ad accorti investimenti e progetti, no? Ma quando mai? Draghi annuncia miliardi di tagli al settore istruzione per i prossimi anni. E le classi pollaio sono destinate a restare tali.
Bravo banchiere, uomo di solide relazioni, un certo riguardo per la forma (ha abbandonato l’uso tribale del dpcm, è vero)…
È vero: Draghi ha fatto anche cose buone.
Ma per me è soltanto l’artefice della segregazione: tutto il resto scompare.
È colui che ha impedito a un dodicenne di salire sull’autobus per andare a scuola, o a trovare la nonna; a un quindicenne di praticare lo sport a cui dedica tutta la sua passione da dieci anni; a un ventenne di accedere all’università; a un uomo e a una donna di lavorare, e sostenersi; a chiunque di andare al cinema, a teatro, in un museo, attraversare l’Italia se non in possesso di un mezzo proprio.
Questo è Mario Draghi. E questo sono anche i suoi alleati: ideatori e attuatori del più grande, irrazionale, disumano, fallimentare diversivo della storia della Repubblica Italiana, usato per nascondere dietro la persecuzione di un capro espiatorio – minorenni compresi – la più conclamata, arrogante e colpevole inadeguatezza, in un momento delicato e drammatico per il Paese.
Per me possono scomparire.
E che fine fa il PNRR senza Draghi? Per me potreste riprendervi quelle palate di quattrini, se questo servisse a restituire la dignità a questo Paese. In qualche modo ci riprenderemo. Le mani per spalare i detriti ce le abbiamo.
PS.
Un amico scrittore mi informa che gli è appena stata cancellata la presentazione di un libro, per ordine del responsabile della struttura che avrebbe dovuto ospitarla, perché lui, l’amico scrittore, avrebbe scritto in qualche occasione recente pensieri critici su Mario Draghi. Prendo nota di questa informazione. E lancio i miei pensieri educatamente critici nel vasto mare. Poi ogni farò quello che sente di dover fare.
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