martedì 13 dicembre 2022

Per non dimenticare.



Ormai molte voci autorevoli stanno operando un ripensamento sulla utilità e sulla dannosità delle politiche di lockdown, che in Italia hanno toccato livelli superiori a qualsiasi altra nazione, tranne la Cina.
Poichè la fine dell'anno solare è caratterizzata, spesso, da un tempo di ricordi, mi fa piacere rammentare una data: il 4 ottobre 2020.
E' il giorno nel quale venne firmata la Great Barrington Declaration (anche io, pochi giorni più tardi aderii).
Evito di ricordare quali e quanti attacchi istituzionali e mediatici subirono i tre primi firmatari di quel documento, limitandomi a riportarla qui integralmente, sottolineando il passo che si riferisce alla strategia proposta per gestire la pandemia.
Credo che sia importante non dimenticare mai che esistevano, e fortunatamente esistono ancora, scienziati che si possono anche oggi fregiare con orgoglio di questo titolo.
 
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In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai Governi in materia di COVID-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo “Protezione Focalizzata” (Focused Protection).
Provenendo da diverse parti del mondo e sia da destra che da sinistra del panorama politico, come epidemiologi abbiamo dedicato la nostra carriera alla protezione delle persone. Le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo periodo. I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – con la conseguenza che questo porterà negli anni a venire a un aumento della mortalità, con la classe operaia e i membri più giovani della società che ne soffriranno il peso maggiore.
T͟e͟n͟e͟r͟e͟ ͟g͟l͟i͟ ͟s͟t͟u͟d͟e͟n͟t͟i͟ ͟f͟u͟o͟r͟i͟ ͟d͟a͟l͟l͟e͟ ͟s͟c͟u͟o͟l͟e͟ ͟è͟ ͟u͟n͟a͟ ͟g͟r͟a͟v͟e͟ ͟i͟n͟g͟i͟u͟s͟t͟i͟z͟i͟a͟.͟
Mantenere queste misure fino a quando non sarà disponibile un vaccino, causerà danni irreparabili con conseguenze sproporzionate per i meno fortunati.
Con il passare del tempo, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che l’incidenza della mortalità da COVID-19 è più di mille volte superiore negli anziani e nei malati rispetto ai giovani. Infatti, per i bambini, COVID-19 è meno pericoloso di molte altre patologie, tra cui l’influenza.
Con l’aumento dell’immunità nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge – cioè il punto in cui il tasso di nuove infezioni diventerà stabile – e che questa immunità può essere aiutata (ma non dipende) da un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge.
L͟’͟a͟p͟p͟r͟o͟c͟c͟i͟o͟ ͟p͟i͟ù͟ ͟u͟m͟a͟n͟o͟,͟ ͟c͟h͟e͟ ͟b͟i͟l͟a͟n͟c͟i͟a͟ ͟i͟ ͟r͟i͟s͟c͟h͟i͟ ͟e͟ ͟i͟ ͟b͟e͟n͟e͟f͟i͟c͟i͟ ͟n͟e͟l͟ ͟r͟a͟g͟g͟i͟u͟n͟g͟i͟m͟e͟n͟t͟o͟ ͟d͟e͟l͟l͟’͟i͟m͟m͟u͟n͟i͟t͟à͟ ͟d͟i͟ ͟g͟r͟e͟g͟g͟e͟,͟ ͟è͟ ͟q͟u͟e͟l͟l͟o͟ ͟d͟i͟ ͟p͟e͟r͟m͟e͟t͟t͟e͟r͟e͟ ͟a͟ ͟c͟o͟l͟o͟r͟o͟ ͟c͟h͟e͟ ͟s͟o͟n͟o͟ ͟a͟ ͟m͟i͟n͟i͟m͟o͟ ͟r͟i͟s͟c͟h͟i͟o͟ ͟d͟i͟ ͟m͟o͟r͟t͟e͟ ͟d͟i͟ ͟v͟i͟v͟e͟r͟e͟ ͟n͟o͟r͟m͟a͟l͟m͟e͟n͟t͟e͟ ͟l͟a͟ ͟l͟o͟r͟o͟ ͟v͟i͟t͟a͟ ͟p͟e͟r͟ ͟c͟o͟s͟t͟r͟u͟i͟r͟e͟ ͟l͟’͟i͟m͟m͟u͟n͟i͟t͟à͟ ͟a͟l͟ ͟v͟i͟r͟u͟s͟ ͟a͟t͟t͟r͟a͟v͟e͟r͟s͟o͟ ͟l͟’͟i͟n͟f͟e͟z͟i͟o͟n͟e͟ ͟n͟a͟t͟u͟r͟a͟l͟e͟,͟ ͟p͟r͟o͟t͟e͟g͟g͟e͟n͟d͟o͟ ͟a͟l͟ ͟m͟e͟g͟l͟i͟o͟ ͟c͟o͟l͟o͟r͟o͟ ͟c͟h͟e͟ ͟s͟o͟n͟o͟ ͟a͟ ͟p͟i͟ù͟ ͟a͟l͟t͟o͟ ͟r͟i͟s͟c͟h͟i͟o͟.͟ ͟N͟o͟i͟ ͟c͟h͟i͟a͟m͟i͟a͟m͟o͟ ͟q͟u͟e͟s͟t͟a͟ ͟s͟t͟r͟a͟t͟e͟g͟i͟a͟ ͟“͟P͟r͟o͟t͟e͟z͟i͟o͟n͟e͟ ͟F͟o͟c͟a͟l͟i͟z͟z͟a͟t͟a͟”͟.͟
͟L͟’͟a͟d͟o͟z͟i͟o͟n͟e͟ ͟d͟i͟ ͟m͟i͟s͟u͟r͟e͟ ͟p͟e͟r͟ ͟p͟r͟o͟t͟e͟g͟g͟e͟r͟e͟ ͟l͟e͟ ͟p͟e͟r͟s͟o͟n͟e͟ ͟v͟u͟l͟n͟e͟r͟a͟b͟i͟l͟i͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟l͟’͟o͟b͟i͟e͟t͟t͟i͟v͟o͟ ͟c͟e͟n͟t͟r͟a͟l͟e͟ ͟d͟e͟l͟l͟e͟ ͟r͟i͟s͟p͟o͟s͟t͟e͟ ͟d͟i͟ ͟s͟a͟l͟u͟t͟e͟ ͟p͟u͟b͟b͟l͟i͟c͟a͟ ͟a͟ ͟C͟O͟V͟I͟D͟-͟1͟9͟.͟ ͟A͟ ͟t͟i͟t͟o͟l͟o͟ ͟d͟i͟ ͟e͟s͟e͟m͟p͟i͟o͟,͟ ͟l͟e͟ ͟c͟a͟s͟e͟ ͟d͟i͟ ͟c͟u͟r͟a͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟u͟t͟i͟l͟i͟z͟z͟a͟r͟e͟ ͟p͟e͟r͟s͟o͟n͟a͟l͟e͟ ͟c͟o͟n͟ ͟i͟m͟m͟u͟n͟i͟t͟à͟ ͟a͟c͟q͟u͟i͟s͟i͟t͟a͟ ͟e͟d͟ ͟e͟s͟e͟g͟u͟i͟r͟e͟ ͟f͟r͟e͟q͟u͟e͟n͟t͟i͟ ͟t͟e͟s͟t͟ ͟s͟u͟ ͟i͟l͟ ͟r͟e͟s͟t͟o͟ ͟d͟e͟l͟ ͟p͟e͟r͟s͟o͟n͟a͟l͟e͟ ͟e͟ ͟s͟u͟ ͟t͟u͟t͟t͟i͟ ͟i͟ ͟v͟i͟s͟i͟t͟a͟t͟o͟r͟i͟.͟ ͟L͟a͟ ͟r͟o͟t͟a͟z͟i͟o͟n͟e͟ ͟d͟e͟l͟ ͟p͟e͟r͟s͟o͟n͟a͟l͟e͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟r͟i͟d͟o͟t͟t͟a͟ ͟a͟l͟ ͟m͟i͟n͟i͟m͟o͟.͟ ͟I͟ ͟p͟e͟n͟s͟i͟o͟n͟a͟t͟i͟ ͟c͟h͟e͟ ͟v͟i͟v͟o͟n͟o͟ ͟i͟n͟ ͟c͟a͟s͟a͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟f͟a͟r͟s͟i͟ ͟c͟o͟n͟s͟e͟g͟n͟a͟r͟e͟ ͟a͟ ͟d͟o͟m͟i͟c͟i͟l͟i͟o͟ ͟g͟e͟n͟e͟r͟i͟ ͟a͟l͟i͟m͟e͟n͟t͟a͟r͟i͟ ͟e͟ ͟a͟l͟t͟r͟i͟ ͟b͟e͟n͟i͟ ͟d͟i͟ ͟p͟r͟i͟m͟a͟ ͟n͟e͟c͟e͟s͟s͟i͟t͟à͟.͟ ͟Q͟u͟a͟n͟d͟o͟ ͟p͟o͟s͟s͟i͟b͟i͟l͟e͟,͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟i͟n͟c͟o͟n͟t͟r͟a͟r͟e͟ ͟i͟ ͟f͟a͟m͟i͟l͟i͟a͟r͟i͟ ͟a͟l͟l͟’͟e͟s͟t͟e͟r͟n͟o͟ ͟p͟i͟u͟t͟t͟o͟s͟t͟o͟ ͟c͟h͟e͟ ͟a͟l͟l͟’͟i͟n͟t͟e͟r͟n͟o͟.͟ ͟U͟n͟ ͟e͟l͟e͟n͟c͟o͟ ͟c͟o͟m͟p͟l͟e͟t͟o͟ ͟e͟ ͟d͟e͟t͟t͟a͟g͟l͟i͟a͟t͟o͟ ͟d͟i͟ ͟m͟i͟s͟u͟r͟e͟,͟ ͟c͟o͟m͟p͟r͟e͟s͟i͟ ͟g͟l͟i͟ ͟a͟p͟p͟r͟o͟c͟c͟i͟ ͟a͟l͟l͟e͟ ͟f͟a͟m͟i͟g͟l͟i͟e͟ ͟m͟u͟l͟t͟i͟g͟e͟n͟e͟r͟a͟z͟i͟o͟n͟a͟l͟i͟,͟ ͟p͟u͟ò͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟i͟m͟p͟l͟e͟m͟e͟n͟t͟a͟t͟o͟ ͟e͟d͟ ͟è͟ ͟a͟l͟l͟a͟ ͟p͟o͟r͟t͟a͟t͟a͟ ͟e͟ ͟d͟e͟l͟l͟e͟ ͟c͟a͟p͟a͟c͟i͟t͟à͟ ͟d͟i͟ ͟t͟u͟t͟t͟i͟ ͟i͟ ͟p͟r͟o͟f͟e͟s͟s͟i͟o͟n͟i͟s͟t͟i͟ ͟d͟e͟l͟l͟a͟ ͟s͟a͟n͟i͟t͟à͟ ͟p͟u͟b͟b͟l͟i͟c͟a͟.͟
͟A͟ ͟c͟o͟l͟o͟r͟o͟ ͟c͟h͟e͟ ͟n͟o͟n͟ ͟s͟o͟n͟o͟ ͟v͟u͟l͟n͟e͟r͟a͟b͟i͟l͟i͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟i͟m͟m͟e͟d͟i͟a͟t͟a͟m͟e͟n͟t͟e͟ ͟c͟o͟n͟s͟e͟n͟t͟i͟t͟o͟ ͟d͟i͟ ͟r͟i͟p͟r͟e͟n͟d͟e͟r͟e͟ ͟l͟a͟ ͟v͟i͟t͟a͟ ͟c͟o͟m͟e͟ ͟n͟o͟r͟m͟a͟l͟e͟.͟ ͟S͟e͟m͟p͟l͟i͟c͟i͟ ͟m͟i͟s͟u͟r͟e͟ ͟i͟g͟i͟e͟n͟i͟c͟h͟e͟,͟ ͟c͟o͟m͟e͟ ͟i͟l͟ ͟l͟a͟v͟a͟g͟g͟i͟o͟ ͟d͟e͟l͟l͟e͟ ͟m͟a͟n͟i͟ ͟e͟ ͟l͟a͟ ͟p͟e͟r͟m͟a͟n͟e͟n͟z͟a͟ ͟a͟ ͟c͟a͟s͟a͟ ͟q͟u͟a͟n͟d͟o͟ ͟s͟i͟ ͟è͟ ͟m͟a͟l͟a͟t͟i͟,͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟p͟r͟a͟t͟i͟c͟a͟t͟e͟ ͟d͟a͟ ͟t͟u͟t͟t͟i͟ ͟p͟e͟r͟ ͟a͟b͟b͟a͟s͟s͟a͟r͟e͟ ͟l͟a͟ ͟s͟o͟g͟l͟i͟a͟ ͟d͟i͟ ͟i͟m͟m͟u͟n͟i͟t͟à͟ ͟d͟i͟ ͟g͟r͟e͟g͟g͟e͟.͟ ͟L͟e͟ ͟s͟c͟u͟o͟l͟e͟ ͟e͟ ͟l͟e͟ ͟u͟n͟i͟v͟e͟r͟s͟i͟t͟à͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟a͟p͟e͟r͟t͟e͟ ͟a͟l͟l͟’͟i͟n͟s͟e͟g͟n͟a͟m͟e͟n͟t͟o͟ ͟i͟n͟ ͟p͟r͟e͟s͟e͟n͟z͟a͟.͟ ͟L͟e͟ ͟a͟t͟t͟i͟v͟i͟t͟à͟ ͟e͟x͟t͟r͟a͟s͟c͟o͟l͟a͟s͟t͟i͟c͟h͟e͟,͟ ͟c͟o͟m͟e͟ ͟l͟o͟ ͟s͟p͟o͟r͟t͟,͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟r͟i͟p͟r͟e͟s͟e͟.͟ ͟I͟ ͟g͟i͟o͟v͟a͟n͟i͟ ͟a͟d͟u͟l͟t͟i͟ ͟a͟ ͟b͟a͟s͟s͟o͟ ͟r͟i͟s͟c͟h͟i͟o͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟l͟a͟v͟o͟r͟a͟r͟e͟ ͟n͟o͟r͟m͟a͟l͟m͟e͟n͟t͟e͟,͟ ͟p͟i͟u͟t͟t͟o͟s͟t͟o͟ ͟c͟h͟e͟ ͟d͟a͟ ͟c͟a͟s͟a͟.͟ ͟D͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟e͟s͟s͟e͟r͟e͟ ͟a͟p͟e͟r͟t͟i͟ ͟i͟ ͟r͟i͟s͟t͟o͟r͟a͟n͟t͟i͟ ͟e͟ ͟l͟e͟ ͟a͟l͟t͟r͟e͟ ͟a͟t͟t͟i͟v͟i͟t͟à͟ ͟c͟o͟m͟m͟e͟r͟c͟i͟a͟l͟i͟.͟ ͟A͟r͟t͟e͟,͟ ͟m͟u͟s͟i͟c͟a͟,͟ ͟s͟p͟o͟r͟t͟ ͟e͟ ͟t͟u͟t͟t͟e͟ ͟a͟t͟t͟i͟v͟i͟t͟à͟ ͟c͟u͟l͟t͟u͟r͟a͟l͟i͟ ͟d͟o͟v͟r͟e͟b͟b͟e͟r͟o͟ ͟r͟i͟p͟r͟e͟n͟d͟e͟r͟e͟ ͟n͟o͟r͟m͟a͟l͟m͟e͟n͟t͟e͟.͟
Le persone più a rischio possono partecipare se lo desiderano, mentre la società nel suo insieme gode della protezione conferita ai più vulnerabili da coloro che hanno costruito l’immunità di gregge.
Dott. Martin Kulldorff
Dott. Sunetra Gupta
Dott. Jay Bhattacharya
 

 

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