Fino a poco tempo fa, la "scienza" considerava la presenza nel siero degli anticorpi verso uno specifico virus o batterio come protezione verso una possibile infezione da parte dello stesso . Un esempio eclatante e a tutti noto è la richiesta di eseguire il test anticorpale contro la rosolia nel primo trimestre di gravidanza, per poi consigliare la vaccinazione rubeolica a tutte le gestanti che non presentano anticorpi verso una malattia che, se contratta in gravidanza, può causare aborto o malformazioni gravi.
Presento qui l'ultimo aggiornamento dell'indagine di sieroprevalenza (cioè della presenza di anticorpi contro il coronavirus segno di avvenuta infezione) del CDC nella popolazione pediatrica americana.
Mi spoglio della mia veste di medico e faccio due domande da profano:
1. perchè chiedere di vaccinare i bambini con dati di questo tipo?
2. il fatto che praticamente tutta la popolazione pediatrica si sia infettata non dovrebbe dimostrare la innocuità del virus in questa fascia di età?
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