venerdì 30 giugno 2023

La rabbia!

 

Vedere un video come questo mi fa pensare che l’uccisione del diciasettenne Nahel nella banlieu parigina sia solo la scintilla che sta facendo esplodere la rabbia di una larga parte di popolazione che sperimenta una qualità di vita sempre peggiore rispetto alla constatazione che, al contrario, una elite minoritaria diventa sempre più ricca. La filosofia della “catastrofe” che negli ultimi anni rappresenta il progetto politico-mediatico di chi decide le sorti del mondo sta creando scompensi sociali troppo pesanti per poter essere sopportati. Covid, guerra, cataclisma climatico, così come narrati alla popolazione che vede irrealizzabile anche la speranza di una vita migliore in un prossimo futuro, ma si rende anche conto di quanti soldi stiano facendo girare queste “volute” catastrofi, stanno creando anche “scompensi” mentali che favoriscono reazioni come quelle che vediamo nel video.

Continueranno queste violenze oppure la macchina repressiva governativa, che è stata ben sviluppata e allenata in questi ultimi anni, come è probabile, vincerà?

Non so dirlo. So solo che stanno distruggendo il tessuto sociale che, bene o male, fino ad oggi aveva sempre tenuto, almeno nel mondo occidentale. E non so se i risultati che sperano di ottenere (arricchimento e/o potere personale, controllo elettronico della popolazione, annullamento della capacità critica dell’individuo) siano effettivamente realizzabili.

Io spero di no, non tanto per me quanto per le giovani generazioni che, devo ammettere, sono state sfortunate a nascere in un periodo storico come quello di oggi.


 

mercoledì 28 giugno 2023

Pensateci anche voi!

 

Una mia riflessione sul perché abbiamo la prova che il lockdown non è servito a nulla.
Basta mettere a confronto l’eccesso di mortalità nel periodo della pandemia tra Italia e Svezia. E’ assolutamente evidente che in Svezia le cose siano andate meglio.
E’ d’altronde vero che le critiche a questo tipo di confronto sono state molteplici e feroci. La densità abitativa, l’educazione degli svedesi sono le variabili che più vengono ricordate per dimostrare che il paragone tra i due paesi è impossibile.
Ebbene io le prendo per buone e domando: possiamo almeno dire, considerando queste variabili, che non c’è stata alcuna differenza riguardo l’impatto del Covid tra i due paesi?
E non è questa la prova provata che dunque il lockdown (chiusura attività economiche, chiusura scuole, mascherine) non è servito a niente?
Che l’evoluzione del Covid è stata quella naturale di ogni epidemia causata da agenti eziologici nuovi per i quali non esiste immunità specifica?
Esiste però una differenza fondamentale.
Tegnell, che è stato lo stratega della risposta governativa al virus, ha ammesso, a differenza degli “scienziati” e dei politici nostrani, che un errore lo ha commesso: non ha protetto sufficientemente le residenze per anziani. A tal riguardo credo che tutti noi dovremmo ricordare ciò che veniva detto nella Great Barrington Declaration che, purtroppo, oggi, nessuno ricorda o cita più: la protezione degli anziani nei primi periodi dell’epidemia.
In prospettiva questo significa molto. Nell’eventuale prossima epidemia credo che la Svezia non farà più questo errore. Non so invece cosa accadrà da noi.
Nel caso ciò accadesse sfido chiunque ad avere il minimo dubbio rispetto alla superiorità della strategia svedese nell’evitare tutti i danni (economia, salute mentale, istruzione, prevenzione delle malattie, ecc. ecc.) che stiamo scontando attualmente e che continueremo a scontare chissà per quanto tempo ancora!

 

Covid, emergenza globale! Per sempre!

 

Questo è l'articolo che mi appare stamattina nella newsletter di Doctor33. Lo riporto integralmente perchè evidenzia chiaramente che la decisione presa dagli organismi mondiali come l'OMS è quella di continuare a presentare il covid come una emergenza globale. Anche se, e questo mi conforta, anche loro non hanno più la spudoratezza di invitare tutti alla vaccinazione, ma solo gli over 65 e i "fragili". Stupenda in tal senso la frase "𝘊𝘰𝘷𝘪𝘥-19 𝘴𝘪 𝘦̀ 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘧𝘪𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯'𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘦, 𝘵𝘳𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘵𝘶𝘮𝘰𝘳𝘪, 𝘱𝘢𝘵𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘦 𝘤𝘢𝘳𝘥𝘪𝘰𝘷𝘢𝘴𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪, 𝘥𝘪𝘢𝘣𝘦𝘵𝘦 𝘦 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘦 𝘱𝘰𝘭𝘮𝘰𝘯𝘢𝘳𝘪 𝘤𝘳𝘰𝘯𝘪𝘤𝘩𝘦". Questo virus è proprio un gran "volpone"!😀
A proposito, per conoscere meglio Hans Henri P. Kluge, direttore della Regione europea dell'Oms, posto la foto con la quale si presenta, ancora oggi, sul sito ufficiale dell'OMS. E' chiaro con chi abbiamo a che fare!
 
 

Il Covid non è scomparso. Ecco i soggetti più vulnerabili e le misure da adottare secondo Oms Europa

Sono quasi 36 milioni gli europei, uno ogni 30 abitanti del Vecchio continente, che hanno sviluppato il Long Covid nei primi tre anni della pandemia.
Lo ha dichiarato Hans Henri P. Kluge, direttore della Regione europea dell'Oms, sottolineando come per questi cittadini sarà duro il ritorno alla vita normale.

"Soffrono in silenzio - ha precisato - lasciati indietro mentre altri guariscono dal Covid". "Il Long Covid - ha aggiunto Kluge - rimane un vuoto nella nostra conoscenza, che deve essere urgentemente colmato. Fino a quando non svilupperemo diagnosi più complete e trattamenti adeguati per il Long Covid, non ci riprenderemo dalla pandemia. È necessario che si sviluppi la ricerca e proseguire con le vaccinazioni". La priorità, secondo il direttore dell'area europea dell'Oms, "deve essere la vaccinazione della parte di popolazione vulnerabili, gli anziani con altre patologie e gli immunocompromessi. Per questi gruppi dovremmo assicurare un tasso di vaccinazione di almeno il 70%, includendo anche la dose booster".
Kluge ha osservato che "quest'estate sarà la prima in più di tre anni che molti di noi potranno godere senza l'incombente minaccia del Covid-19. Anche se potrebbe non essere un'emergenza sanitaria pubblica globale, tuttavia, il Covid-19 non è scomparso. Quasi 1.000 nuovi decessi per Covid-19 continuano a verificarsi in tutta la regione europea ogni settimana, e questa è una sottostima a causa del calo dei Paesi che segnalano regolarmente decessi per Covid-19 all'Oms".

Vietato però abbassare la guardia, avverte in conferenza stampa Kluge. "Anche se non è più un'emergenza sanitaria pubblica globale, Covid non è scomparso. Quasi mille nuovi morti continuano a verificarsi in tutta la regione ogni settimana - ricorda - e si tratta di una sottostima, considerato il calo dei Paesi che segnalano regolarmente i decessi Covid-19 all'Oms".

Il coronavirus Sars-CoV-2 "continua a colpire in modo sproporzionato i più deboli e i più vulnerabili", rimarca Kluge, ribadendo l'importanza del vaccino: "La priorità - raccomanda - deve essere vaccinare le popolazioni vulnerabili, gli anziani, i pazienti con condizioni mediche di base e gli immunocompromessi. Per questi gruppi dovremmo garantire una copertura vaccinale di almeno il 70%, comprese le dosi di richiamo primarie e aggiuntive".

"Covid-19 - sottolinea il numero uno di Oms Europa - si è approfittato di un'epidemia di malattie, tra cui tumori, patologie cardiovascolari, diabete e malattie polmonari croniche, che oggi causano il 75% della mortalità nella nostra regione. I pazienti con queste condizioni mediche di base erano, e sono tuttora, molto più vulnerabili alle forme gravi di Covid. Semplici misure possono aiutare a ridurre il carico di queste cosiddette patologie non trasmissibili, e combattere la prossima pandemia quando arriverà. Chi di noi ha i mezzi e l'opportunità, ad esempio, può fare 25 minuti di esercizio moderato al giorno, smettere di fumare", ricordare che "meno alcol si assume e meglio è, e limitare l'assunzione di sale".

lunedì 26 giugno 2023

Almeno ci fosse un'analisi retrospettiva!

 


Attualmente è del tutto evidente l’aumento delle patologie tumorali e cardiache in stadio avanzato (ma anche di tutte le altre) per la mancanza di prevenzione che si è verificata durante l’epidemia. Per dare una misura del fenomeno, ricordo che l’Agenas ha riportato che nel 2020 ci sono stati 1,7 milioni di ricoveri ospedalieri in meno a causa del Covid. Tutto ciò è avvenuto per il micidiale “combinato disposto” tra “evitiamo lo stress degli ospedali” e “andare in ospedale ci può fare infettare”.

Come per tutto ciò che riguarda il Covid non esiste purtroppo in Italia, sia da parte dei “decisori” sia da parte dei media, alcuna analisi retrospettiva degli errori commessi. Tutto è stato fatto al meglio!
Questo significa che alla prossima “epidemia” è molto probabile che verranno commessi gli stessi errori e la popolazione subirà gli stessi danni.
Trovo sconcertante, ad esempio, che non siano ancora arrivate le scuse per frasi come “chi non si vaccina, muore e fa morire gli altri” oppure “il GP dà la sicurezza di trovarsi in ambienti nei quali non è possibile il contagio” eventualmente addossando la responsabilità agli “scienziati” che le hanno suggerite.
In altre nazioni invece pare che si cominci a parlare di tutto questo, ricordando i pochi medici e scienziati che fin dall’inizio si erano opposti a queste dannose strategie.
Questa la prima parte dell’articolo sul Guardian di ieri:
 
Il capo dell'NHS inglese ha criticato lo slogan del governo che esortava i cittadini a "proteggere il servizio sanitario nazionale" all'inizio della pandemia di Covid, in quanto ritiene che possa aver scoraggiato le persone a farsi avanti per ricevere le cure di cui hanno bisogno.

Simon Stevens, che ha guidato l'NHS fino al luglio 2021, è stato uno dei "più grandi critici" dello slogan e non ha partecipato alla discussione governativa che ha portato alla diffusione della frase.

La rivelazione è emersa in un nuovo libro sul servizio sanitario, in cui si legge che le figure sanitarie di alto livello hanno presto cercato di capire i potenziali danni causati dallo slogan.

"Era uno slogan tremendamente potente", scrive la giornalista Isabel Hardman in Fighting for Life: The Twelve Battles That Made Our NHS, and the Struggle for Its Future.

"Era popolare nel governo, ma non in modo universale. Infatti, uno dei suoi maggiori critici era Simon Stevens. Stevens non era presente alle telefonate in cui [i consulenti del governo] hanno ideato "Protect the NHS", e inizialmente si è lamentato in privato del fatto che desse l'impressione che il pubblico fosse al servizio del servizio sanitario, e non che il servizio sanitario fosse al servizio del pubblico.

In ogni caso, l'attenzione si è rapidamente concentrata sull'importanza di "proteggere il servizio sanitario nazionale". Ma non c'è mai stata una chiara definizione di ciò da cui si voleva proteggere".

Più tardi, nel 2020, Lord Stevens ha fatto riferimento alle sue preoccupazioni riguardo allo slogan, scrivendo: "Piuttosto che dire 'Proteggere il NHS', il personale del servizio sanitario preferisce dire: 'Aiutateci ad aiutarvi'".

Anche alti esponenti dell'NHS hanno tentato di lottare contro lo slogan a partire dalla primavera del 2020, esortando i pazienti a rivolgersi a loro come di consueto.

Ad aprile, Sir Stephen Powis, direttore medico nazionale dell'NHS, ha dichiarato in una conferenza stampa: "Se avete una qualsiasi condizione di emergenza, che si tratti di un bambino malato, di una madre o di una madre in gravidanza preoccupata per i movimenti del bambino, dovreste cercare i servizi di emergenza proprio come avete sempre fatto.

"Sono lì per voi e anche se ci stiamo concentrando sul coronavirus, è importante che continuiamo a concentrarci anche su altre condizioni di emergenza".

………………...

sabato 24 giugno 2023

Fatemi illudere!

Credo che ormai anche “loro” si siano resi conti che non possono più “consigliare” la vaccinazione anticovid di bambini, adolescenti e adulti sani utlizzando le campagne di terrore del 2021 e 2022 (decessi pediatrici, Mis-C, “chi non si vaccina muore e fa morire”, diffusione incontrollata a fronte di una assoluta assenza di effetti collaterali del vaccino, ecc. ecc.).
Hanno realizzato che consapevolezza personale e articoli su possibili effetti avversi del vaccino stanno via via aumentando e, nonostante continui la censura delle riviste scientifiche alla pubblicazione di studi in tal senso, comprendono che, alla fine, la diga crollerà perché l’ondata di piena non potrà essere fermata.
Sperano perciò che un periodo di decantazione possa portare all’ “oblio” degli interventi spietati e scellerati che hanno messo in atto, utilizzando anche, come spesso succede nella storia dell’umanità, la strategia ben nota di portare all’attenzione pubblica la comparsa di nuove emergenze globali destinate alla distruzione del genere umano.
Perciò ormai nessuna “istituzione scientifica” ufficiale parla più, per il prossimo autunno-inverno, di vaccinazione per tutti, bensì di vaccinazione “consigliata” solo per gli over 65 e i “fragili”, che poi mi sono sempre chiesto che cosa cavolo voglia significare!
Io però, che la memoria desidero conservarla, mi ricordo bene le campagne di vaccinazione, aggressive e prive di qualsiasi dubbio, per i bambini e i lattanti messe in campo, nel 2021 e 2022 dalle Società Scientifiche della Pediatria italiana con l’enorme spazio a loro concesso dai media. Anche loro, fortunatamente, oggi tacciono.
Dobbiamo comunque riconoscere che la campagna mediatica in generale ha avuto successo.
Gli italiani, non dissimilmente dagli abitanti delle altre nazioni “progredite” (quelle del “terzo mondo”, forse perché i vaccini non li avevano, se la sono in parte scampata) si sono vaccinati in massa. Non so se tutti convinti di farlo o, piuttosto, costretti!
Se vediamo i dati riportati da Statista il tasso vaccinale è veramente molto alto.
Però, e questo mi conforta, per la fascia di età 5-11 anni è del 35%. Senza alcun dubbio, troppi, ma comunque molto meno di quanto "loro" avevano sperato!
Mi piace pensare che una infinitesimale responsabilità per questo dato la possa avere anche io, considerando ciò che ho scritto, fin dall’inizio, su queste pagine.
Probabilmente è solo un’illusione, ma consentitemela per favore, fa bene al mio cuore!
 

 

giovedì 22 giugno 2023

Non perdiamo completamente la fiducia!

 

Nonostante la sfiducia che ho maturato verso la “scienza medica” in questi ultimi tempi, considerata l’accettazione acritica rispetto agli interventi adottati per l’epidemia (vaccinazione, lockdown, mascherine ecc.), mi rimane sempre la fiducia che esistano comunque degli autoanticorpi, nella “scienza”, che, con il tempo, riescano a far emergere la verità, come è già successo altre volte. Forse sono troppo ottimista, ma non mi dispiace essere così, perché mi permette di pensare con minore preoccupazione alla vita futura dei miei nipoti.
Dunque questo articolo che mette in dubbio l’utilità della cardioaspirina, farmaco di moda, ormai da tempo prescritto nella maggioranza della popolazione anziana e non, per la prevenzione degli accidenti cardiovascolari e ne evidenzia, tra l'altro, un possibile effetto collaterale che può incidere sulla qualità della vita (deterioramento cognitivo e depressione), mi induce alla speranza che anche per i vaccini anticovid in un giorno non troppo lontano si possa giungere alla “verità scientifica”.
Questo, purtroppo, non potrà riparare gli eventuali danni che un uso indiscriminato, non limitato ai soli soggetti a rischio, ha già provocato nella popolazione.
E questo neanche modifica il mio giudizio su una classe medica che ha permesso, senza fiatare, che venissero messi in atto provvedimenti dannosi, ascientifici e contrari ai principi ippocratici (chiusura scuole, mascherine, vaccinazione bambini e adolescenti, cancellazione di diritti fondamentali come il lavoro, ecc.), ma almeno mi dà una speranza per il futuro.
 
 AVVERTENZA SULL'ASPIRINA: L'ANEMIA PUÒ AUMENTARE CON L'USO

Gli anziani che assumono quotidianamente aspirina a basso dosaggio hanno un rischio maggiore del 20% di sviluppare anemia anche senza aver già avuto un evento emorragico maggiore, secondo i risultati di un nuovo studio randomizzato e controllato.

Nello studio, pubblicato il 20 giugno negli Annals of Internal Medicine, i ricercatori hanno analizzato i dati dello studio Aspirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE) e hanno esaminato le concentrazioni di emoglobina di 19.114 pazienti anziani sani e residenti in comunità.

"Sapevamo da ampi studi clinici, compreso il nostro studio ASPREE, che l'aspirina giornaliera a basso dosaggio aumentava il rischio di emorragie clinicamente significative", ha dichiarato Zoe McQuilten, MBBS, PhD, ematologa presso la Monash University in Australia e autrice principale dello studio. "Dal nostro studio abbiamo scoperto che l'aspirina a basso dosaggio aumentava anche il rischio di anemia durante la sperimentazione, e questo era probabilmente dovuto a un'emorragia non clinicamente evidente".

L'anemia è comune tra i pazienti anziani. Secondo la Cleveland Clinic, può causare affaticamento, battito cardiaco accelerato o irregolare, cefalea, dolore toracico e suoni martellanti o rimbombanti nell'orecchio. Può anche peggiorare condizioni come l'insufficienza cardiaca congestizia, il deterioramento cognitivo e la depressione nelle persone di 65 anni e più.

La US Preventive Services Task Force ha modificato la sua raccomandazione sull'aspirina per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari nel 2022, raccomandando di non iniziare l'aspirina a basso dosaggio per gli adulti di 60 anni o più. Per gli adulti di età compresa tra i 40 e i 59 anni che presentano un rischio di malattia cardiovascolare a 10 anni pari o superiore al 10%, l'agenzia raccomanda che i pazienti e i medici decidano di iniziare l'uso dell'aspirina a basso dosaggio caso per caso, poiché il beneficio netto è ridotto.

McQuilten ha detto di aver trascorso gli ultimi 5 anni a studiare i substrati dell'anemia e di condizioni come il tumore del sangue. In molti casi di anemia, i medici non sono in grado di determinare la causa sottostante, ha detto. Uno studio pubblicato nel 2021 sul Journal of American Geriatrics Society ha rilevato che in circa un terzo dei casi di anemia l'eziologia non era chiara.

Circa il 50% delle persone di età superiore ai 60 anni coinvolte nell'ultimo studio ha assunto aspirina per la prevenzione dal 2011 al 2018. Secondo McQuilten, questo numero è probabilmente diminuito dopo le modifiche apportate alle linee guida nel 2022, ma l'uso a lungo termine potrebbe essere proseguito tra i pazienti più anziani. I ricercatori hanno anche esaminato i livelli di ferritina, che fungono da indicatore dei livelli di ferro, al basale e dopo 3 anni.

Secondo i ricercatori, l'incidenza di anemia è stata di 51 eventi per 1000 anni-persona nel gruppo dell'aspirina rispetto a 43 eventi per 1000 anni-persona nel gruppo del placebo. La probabilità stimata di incorrere in anemia entro 5 anni è stata del 23,5% nel gruppo aspirina e del 20,3% (nel gruppo placebo. La terapia con aspirina ha comportato un aumento del 20% del rischio di anemia (95% CI: 1,12 - 1,29).

I soggetti che hanno assunto aspirina avevano maggiori probabilità di avere livelli sierici di ferritina più bassi a 3 anni rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo. La diminuzione media della ferritina tra i partecipanti che hanno assunto l'aspirina è stata superiore dell'11,5% (95% CI: 9,3% - 13,7%) rispetto a quelli che hanno assunto il placebo.

Basil Eldadah, MD, PhD, medico supervisore presso il National Institute on Aging, parte del National Institutes of Health, ha dichiarato che i risultati dovrebbero incoraggiare i medici a prestare maggiore attenzione ai livelli di emoglobina e a discutere con i pazienti della necessità di assumere aspirina.

"Se qualcuno sta già assumendo aspirina per qualsiasi motivo, è bene tenere d'occhio l'emoglobina", ha detto Eldadah, che non ha partecipato allo studio. "Se qualcuno sta assumendo l'aspirina e ha un'età avanzata, e non è per un'indicazione come la malattia cardiovascolare, deve considerare seriamente se questa è la migliore opzione terapeutica".

Lo studio non ha esaminato le conseguenze funzionali dell'anemia sui partecipanti, che secondo Eldadah potrebbero essere oggetto di ricerche future. I ricercatori hanno detto che una limitazione era che non era chiaro se l'anemia fosse sufficiente a causare sintomi che influivano sulla qualità della vita dei partecipanti o se il sanguinamento occulto causasse l'anemia. Inoltre, i ricercatori non hanno documentato se i pazienti avessero consultato i loro medici abituali e se avessero ricevuto un trattamento per l'anemia nel corso dello studio.


martedì 20 giugno 2023

Confessione.

 

Tre giorni fa ho scritto un post nel quale avanzavo l’ipotesi che la comparsa di una sintomatologia allergica alla mia non giovane età età di 71 anni potesse essere dovuta alle tre dosi di vaccino che avevo fatto.
Giustamente, in un commento su FB, mi è stato chiesto perché, considerato ciò che scrivo da sempre, io, dopo le prime due dosi avevo fatto anche la terza.
Poichè la domanda mi sembra legittima e, in fondo, spesso me lo chiedo anche io, provo qui a dare una spiegazione che non vuole assolutamente essere una giustificazione. Anche io sono fallibile come tutti gli esseri umani.
Le prime due dosi le ho fatte dopo averci ragionato. Ero consapevole dei rischi di un vaccino non sperimentato, ma ho considerato la mia età e i possibili danni di un virus nuovo per il quale non esistevano ancora anticorpi specifici. Del noto effetto “harvesting” abbiamo parlato spesso e vale comunque per tutti i virus e batteri che appaiono sulla terra (l’influenza “spagnola” è forse l’esempio più noto).
C’è da dire poi che, in fondo, considerata la mia professione, prima del Covid la mia fiducia nella “scienza” aveva ancora un certo peso nelle mie decisioni.
La terza dose, lo ammetto, l’ho fatta perché spesso vado a Parigi, l’esecuzione dei tamponi era per me estremamente fastidiosa e poco tollerabile, il pass sanitario dopo sei mesi scadeva e ho valutato che, avendo fatto già due dosi, i rischi non aumentavano di molto con la terza. Probabilmente oggi non prenderei la stessa decisione, ma come ho detto prima, anche io talvolta sbaglio e non ho mai preteso di essere portatore di verità, ma piuttosto di dubbi.
Comunque sia, ciò che mi conforta è che, fin dall’inizio, a differenza di alcuni amici, mi sono opposto con fermezza e chiarezza alla vaccinazione per i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti sani che sono poi, specialmente i primi, le categorie che mi sono state sempre a cuore.
E su questo non ho mai avuto alcun dubbio anche se la mia esposizione in tal senso ha provocato dei problemi, almeno su FB!

 

Complimenti agli "sceneggiatori"! Da Oscar!

 

 
Ecco un esempio di dove sono andati a finire i soldi (quantità inimmaginabili) che il Covid ha permesso di far guadagnare a coloro che lo hanno intenzionalmente descritto come l'evento "fine del mondo".
Questo bel cumulo di DPI (mascherine e camici) lo hanno trovato in Hampshire.
Non so se scoprire che la strategia messa in atto per fare soldi non sia dunque una prerogativa solo italiana possa rincuorarci. Certo è che la regia è stata indubbiamente di tipo mondiale e bisogna ammettere che gli sceneggiatori sono stati veramente bravi, da Oscar!
 
"Enorme mucchio di DPI inutilizzati scaricati vicino a una riserva naturale nell'HampshireUna montagna di confezioni inutilizzate di dispositivi di protezione individuale (DPI) è stata scoperta scaricata in un terreno della New Forest, nell'Hampshire.Non si sa come le confezioni di grembiuli medici, e forse anche di maschere facciali, siano finite nel sito della cittadina di Calmore.
..........................
L'anno scorso, il Commons Public Accounts Committee ha dichiarato che il governo ha perso il 75% dei 12 miliardi di sterline spesi per i dispositivi di protezione individuale nel primo anno della pandemia COVID-19 a causa di prezzi gonfiati e kit non conformi ai requisiti, tra cui 4 miliardi di sterline di DPI che non potevano essere utilizzati nel NHS."



domenica 18 giugno 2023

Dove erano tutti quanti?!

Un editoriale sull'ultimo numero del Wall Street Journal che espone fatti ben noti, ma che comunque è sempre utile ribadire. Sono stato l'altroieri a Napoli alla presentazione di un libro sulla criminalità infantile in Campania alla quale erano presenti i massimi esponenti delle istituzioni giudiziarie. Si è parlato del sensibile aumento, negli ultimi 2 anni, del tasso di abbandono scolastico come una delle cause dell'aumento della criminalità infantile. Avrei voluto chiedere (non ne ho avuta la possibilità) dove erano tutti quanti quando in Campania le scuole sono state chiuse per il periodo più lungo che in qualsiasi altra parte del globo e nessuno ha detto una parola. Certe volte mi innervosisco davvero!

Continuano ad accumularsi le prove che i bambini sono stati le maggiori vittime della risposta del governo alla Covid. L'ultima viene da un nuovo rapporto del Centers for Disease Control and Prevention, secondo cui gli omicidi e i suicidi giovanili hanno toccato i massimi da 20 anni a questa parte nel 2021, in seguito alle serrate e al ricorso a un'azione di polizia più aggressiva. Questi nuovi dati mostrano che, dopo un lieve calo tra il 2018 e il 2019, i suicidi giovanili sono aumentati nel 2020 e nel 2021. L'aumento nei due anni tra i giovani in età universitaria (20-24 anni) è stato il più grande in almeno due decenni. L'aumento dei problemi di salute mentale tra i giovani durante la pandemia è stato ampiamente descritto. Un'indagine del CDC ha rilevato che circa la metà dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha sperimentato ansia o depressione durante l'estate del 2020. Il lockdown e le chiusure dei college hanno spinto alcuni di loro in uno stato depressivo e in un tunnel di social media. Il picco di omicidi ha attirato meno attenzione, anche se i numeri sono ancora più impressionanti. Tra il 2019 e il 2021, il tasso di omicidi tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 24 anni è aumentato del 37% e ancora di più tra quelli di età compresa tra i 15 e i 19 anni (44%) e tra i 10 e i 14 anni (56%). Il CDC non tenta di diagnosticare i colpevoli, ma non è difficile identificarli: all'inizio della pandemia, i governi hanno fatto uscire di prigione i criminali, presumibilmente per ridurre la diffusione della Covid. Secondo l’Ufficio delle statistiche sulla giustizia, il numero di persone in custodia di carceri statali, federali o private è diminuito di 215.800 unità tra febbraio 2020 e febbraio 2021. San Francisco ha ridotto la popolazione carceraria del 40%. Allo stesso tempo, le proteste dopo la morte di George Floyd nel maggio 2020 hanno scatenato un'ondata di proteste contro le forze dell’ordine. I procuratori distrettuali  in tutto il Paese hanno smesso di perseguire crimini cosiddetti senza vittime, come il taccheggio e l'uso di di droga, anche quando i colpevoli avevano un passato di violenza. Con la chiusura delle scuole, alcuni adolescenti si sono dati al comportamento antisociale. Le vittime dell'aumento della violenza non sono stati solo i giovani uomini, ma anche i bambini finiti nel mirino della violenza delle bande. Mentre i leader politici erano ossessionati di proteggere i bambini da un virus che presentava pochi rischi per i giovani, hanno ignorato pericoli ben più gravi. Nel 2020 il suicidio è stato la seconda e l'omicidio la quarta la quarta causa di morte tra gli adolescenti tra i 10 e i 14 anni. Il Covid non era nella top 10. Il numero di omicidi è 13 volte superiore dei decessi per Covid tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Il virus si è ritirato, ma non le politiche distruttive di polizia.


 

sabato 17 giugno 2023

E chi ci crede?!?!

 


Voi ci credete? Io ho molti dubbi!
Segnalo un particolare. L'articolo dice che:"Facebook ha dichiarato di aver eliminato 1,3 miliardi di account falsi tra ottobre e dicembre e di aver rimosso più di 12 milioni di contenuti sulla COVID-19 e sui vaccini che gli esperti di salute pubblica hanno segnalato come disinformazione."
Nel merito vorrei far notare che i sedicenti "esperti di salute pubblica" in Italia sono quelli di Open di Mentana. Permettetemi dunque di affermare che la definizione mi sembra un po' "eccessiva" e "azzardata",  per parlare con decenza!😀
 
Meta revoca le misure per contrastare la disinformazione sul COVID
 
16 giugno (Reuters) - Meta Platforms (META.O) ha dichiarato venerdì che una politica messa in atto per frenare la diffusione della disinformazione relativa alla COVID-19 su Facebook e Instagram non sarà più in vigore a livello globale.Le piattaforme di social media come Facebook e Twitter sono state sottoposte a un'immensa pressione per affrontare la disinformazione legata alla pandemia, comprese le false affermazioni sui vaccini, spingendole ad adottare misure rigorose.All'inizio del 2021, Facebook ha dichiarato di aver eliminato 1,3 miliardi di account falsi tra ottobre e dicembre e di aver rimosso più di 12 milioni di contenuti sulla COVID-19 e sui vaccini che gli esperti di salute pubblica hanno segnalato come disinformazione.Nel luglio dello scorso anno, la casa madre di Facebook ha chiesto il parere del suo comitato di supervisione indipendente per modificare l'approccio attuale, visto il miglioramento delle fonti di informazione autentiche e della consapevolezza generale sul COVID.Tuttavia, venerdì Meta ha dichiarato che le regole rimarranno in vigore nei Paesi che hanno ancora una dichiarazione di emergenza sanitaria COVID-19 e che l'azienda continuerà a rimuovere i contenuti che violano le sue politiche di disinformazione sul coronavirus."Stiamo consultando esperti di salute per capire quali affermazioni e categorie di disinformazione potrebbero continuare a rappresentare un rischio", ha dichiarato Meta in un post sul blog.All'inizio di novembre, anche Twitter ha ritirato la sua politica di disinformazione sul COVID-19.

venerdì 16 giugno 2023

Cosa ne pensate?

 

 
Segnalazione e interrogativo per i colleghi medici che mi onorano di leggere i miei post (ma anche per tutti gli altri).
Sono attualmente in pieno e fastidioso attacco allergico (starnuti continui, rinorrea, lacrimazione, prurito al naso).
Il problema è che ho 71 anni e mai, nella mia vita, ho sofferto di allergie di qualsiasi tipo. Non ho cognizione di insorgenza di allergia stagionale in vecchiaia, salvo rarissimi casi e per questo chiedo il vostro parere.
A me il dubbio che il vaccino (3 dosi) possa entrarci in qualche modo, sinceramente mi viene. D'altronde quando mi sono vaccinato ero cosciente che qualche rischio lo correvo, ma allora mi fidavo di più e, comunque, ho valutato che la mia età avanzata potesse rappresentare un problema rispetto alla variante delta che allora circolava.
La consapevolezza del rischio mi ha portato a sconsigliare fin dall'inizio la vaccinazione per i bambini, gli adolescenti e gli adulti sani, tanto più ancora quando è comparsa omicron e quando è stato da subito chiaro che la vaccinazione non impediva il contagio.
Forse oggi farei scelte personali diverse, non so.
Comunque poco male, ho preso un antistaminico e vedrò cosa succederà all'arrivo dei prossimi pollini.

 

Esperienza quotidiana e riflessione successiva.

 

Condivido la mia esperienza odierna. Riso o pianto, decidete voi!

In fila alla cassa di un negozio di materiale elettrico. Una giovane ed elegante signora davanti a me sta pagando e, alla richiesta del commesso se vuole una busta, risponde di no perché “ è da un po’ che si è convertita alla vita ecologica e salutare”.

Paga, si volta e… la mascherina d’ordinanza sul viso!

Riflettete un po’!

Se anche adesso continuiamo ad assistere a comportamenti di questo tipo, e vi assicuro che ne vedo tanti simili, cosa succederà alla prossima ondata epidemica, indipendentemente che sia di Covid, d’influenza, di raffreddore o di qualsiasi altro virus decideranno essere “letale” per il genere umano?

Mi sa proprio che abbiamo perso la battaglia in difesa della ragione e della scienza, quella vera però!


 

giovedì 15 giugno 2023

Le ultime sul Long Covid.

 


 

Dopo la parentesi berlusconiana, che spero termini di far notizia in tempi brevi, riprendo a parlarvi di Covid.

Anzi di Long Covid che ormai, vista la irrilevanza attuale dell’infezione, è diventata la nuova emergenza mondiale insieme alla possibile comparsa di nuove e letali varianti.

Ecco dunque scoprire che, se avevate problemi di sonno prima di beccarvi il Covid19 (mi raccomando, sempre un tampone ai minimi sintomi di naso che cola!😀) il rischio di sviluppare un Long Covid è per voi superiore rispetto a coloro che dormivano sereni. Come afferma l’articolo di cui riporto alcuni stralci: “Sebbene sia stata ufficializzata la fine dell'emergenza sanitaria, osservano gli scienziati, l'elevata prevalenza di sintomi di Long Covid potrebbe produrre una seconda crisi sanitaria, "andando a interessare circa 4 sopravvissuti a Covid su 10”.

Vi prego di notare l’utilizzo del termine “sopravvissuti”. Chi, come me, l’ha avuto ed è ancora vivo, deve coonsiderarsi un vero fortunato!😀

 

Avere disturbi del sonno prima dell'infezione da Sars-CoV-2 sembra essere associato a un maggior numero di sintomi di Long Covid. E' quanto emerge da una ricerca italiana. A firmare lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica 'Brain, Behavior, and Immunity', sono ricercatori del Laboratorio di psicofisiologia del sonno e neuroscienze cognitive dell'università degli Studi dell'Aquila. Sotto la lente il possibile ruolo di condizioni pre-esistenti come una scarsa qualità del sonno, sintomi di insonnia, una ridotta durata del sonno. Questi disturbi, secondo le conclusioni degli autori, rappresentano un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di pressoché tutti i sintomi di Long Covid esaminati, oltre che determinare maggiori tempi di recupero funzionale.

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Sebbene sia stata ufficializzata la fine dell'emergenza sanitaria, osservano gli scienziati, l'elevata prevalenza di sintomi di Long Covid potrebbe produrre una seconda crisi sanitaria, "andando a interessare circa 4 sopravvissuti a Covid su 10". L'eziologia di questa sindrome rimane ancora poco compresa e pochi sono i fattori di rischio attualmente riconosciuti. Da qui l'idea di indagare sul sonno che - spiegano i ricercatori dell'Univaq - gioca un ruolo cruciale nella regolazione del sistema immunitario e nelle risposte infiammatorie dell'organismo.

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In quest’ottica, i disturbi del sonno potrebbero svolgere un ruolo significativo nella predisposizione ai sintomi che seguono nel lungo termine l’infezione da Sars-CoV-2.

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Dai dati raccolti è risultata una relazione tra sonno pre-infezione e Long Covid. "L'identificazione di potenziali fattori di rischio di Long Covid rappresenta una sfida medica di primo ordine, al fine di garantire l’individuazione di popolazioni vulnerabili e la definizione di interventi preventivi mirati", spiega Michele Ferrara, responsabile del progetto di ricerca e direttore del Laboratorio.

"Disturbi del sonno come l'insonnia rappresentano una delle manifestazioni cliniche di Long Covid più comuni - aggiunge Federico Salfi, assegnista di ricerca, ideatore e primo autore dell'articolo -. Con il nostro studio abbiamo voluto ribaltare il paradigma e proporre un nuovo punto di vista, dimostrando come i problemi di sonno costituiscano anche un importante antecedente della sindrome Long Covid". Ad oggi, milioni di sopravvissuti al Covid si trovano a convivere con un ampio spettro di manifestazioni cliniche che interferiscono con la loro vita quotidiana, arrivando a volte anche a compromettere la capacità di riprendere una routine lavorativa regolare, sovraccaricando i sistemi sanitari internazionali con ingenti costi sociali ed economici.

"Il prossimo step è sicuramente quello di valutare se interventi preventivi mirati al miglioramento della qualità e durata del sonno possano ridurre le sequele del Covid. Le implicazioni potrebbero essere di vasta portata, alla luce della preesistente epidemia di disturbi del sonno che affligge la nostra società, situazione ulteriormente peggiorata proprio durante il periodo pandemico", concludono i due autori del lavoro.


mercoledì 14 giugno 2023

'A livella.

 


Mi ha impressionato e suscitato pietà (nel senso latino del termine: la pìetas verso tutti i defunti, amici o nemici che siano) vedere l’ultima foto di Berlusconi. Un uomo provato dall'età e dalla malattia che si reca a mangiare un ghiacciolo in un luogo evocatore di ricordi. Uno di noi, insomma!
Ci aveva abituato a “dover” vedere in lui sempre un uomo “giovane “ e in forma e forse la sua mancanza di accettazione del passare del tempo, gli ha impedito di programmare la sopravvivenza della sua creatura politica alla sua fine. Io credo infatti che il suo partito sia destinato al dissolvimento anche se probabilmente lo sarebbe stato comunque visto che, in definitiva, si è sempre trattato di un “one man show”.
Ho riflettuto una volta di più che la morte è l’unico evento certo e ineluttabile della nostra esistenza, fin dalla nostra nascita, e che questa consapevolezza ci permette, alla fine, di “vivere” meglio e senza timori.
Mi è ritornata anche alla mente la poesia di Totò, che voglio qui ricordare perché ci permette, a mio avviso, di rifletter non tanto sulla caducità della vita, quanto piuttosto sulla importanza e il “dovere morale” di viverla al meglio, ognuno rispetto alle possibilità che la vita gli offre.
 
Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fa' chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno puntualmente, in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado, e con i fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza
St'anno m'è capitata 'n'avventura…
dopo di aver compiuto il triste omaggio
(Madonna), si ce penzo, che paura!
ma po' facette un'anema 'e curaggio.
'O fatto è chisto, statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d' 'a chiusura:
io, tomo tomo, stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.
"QUI DORME IN PACE IL NOBILE MARCHESE
SIGNORE DI ROVIGO E DI BELLUNO
ARDIMENTOSO EROE DI MILLE IMPRESE
MORTO L'11 MAGGIO DEL '31."
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto…
… sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele, cannelotte e sei lumine.
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce steva n'ata tomba piccerella
abbandunata, senza manco un fiore;
pe' segno, solamente 'na crucella.
E ncoppa 'a croce appena si liggeva:
"ESPOSITO GENNARO NETTURBINO".
Guardannola, che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!
Questa è la vita! 'Ncapo a me penzavo…
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pure all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i' rummanette 'chiuso priggiuniero,
muorto 'e paura… nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto, che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia…
Penzaje; stu fatto a me mme pare strano…
Stongo scetato … dormo, o è fantasia?
Ate che' fantasia; era 'o Marchese:
c' 'o tubbo, 'a caramella e c' 'o pastrano;
chill'ato appriesso' a isso un brutto arnese:
tutto fetente e cu 'na scopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro…
'o muorto puveriello… 'o scupatore.
'Int' a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se retireno a chest'ora?
Putevano stà 'a me quase 'nu palmo,
quando 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e, tomo tomo… calmo calmo,
dicette a don Gennaro: "Giovanotto!
Da voi vorrei saper, vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono un blasonato?!
La casta e casta e va, si, rispettata,
ma voi perdeste il senso e la misura;
la vostra salma andava, si, inumata;
ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non posso
la vostra vicinanza puzzolente.
Fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso
tra i vostri pari, tra la vostra gente".
"Signor Marchese, nun è colpa mia,
i' nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie b stata a ffa' sta fessaria,
i' che putevo fa' si ero muorto'?
Si fosse vivo ve farrie cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse,
e proprio mo, obbj'… 'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa."
"E cosa aspetti, oh turpe macreato,
che 1'ira mia raggiunga 1'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei gih dato piglio alla violenza!"
"Famne vedé… piglia sta violenza…
'A verità, Marché', mme so' scucciato
'e te senti; e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so' mazzate!…
Ma chi te cride d'essere… nu ddio?
Ccà dinto, 'o vvuò capì, ca simmo eguale?…
… Morto si' tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'n'ato è tale e qquale."
"Lurido porco!… Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?"
"Tu qua' Natale … Pasca e Ppifania!!
f T' 'o vvuo' mettere 'ncapo… 'int' 'a cervella
che staje malato ancora 'e fantasia?…
'A morte 'o ssaje ched'e"…. e una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt' 'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
tu nun t'he fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti… nun fa' 'o restivo,
suppuorteme vicino - che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie… appartenimmo â morte!"

lunedì 12 giugno 2023

Per le mie lettrici di mezza età!

 


ATTENZIONE!

Riguardo i disturbi che potreste avere, soffrite di Long Covid, la menopausa non c'entra niente! 😀😀😀

"Man mano che medici e ricercatori imparano a conoscere meglio il Long Covid, emerge un dato interessante: Le donne in menopausa e perimenopausa sembrano avere maggiori probabilità di subire gravi complicazioni a causa del virus.

I ricercatori britannici hanno recentemente notato che le donne di mezza età affette da Long Covid sembrano avere sintomi specifici e gravi, tra cui nebbia cerebrale, affaticamento, vertigini di nuova insorgenza e difficoltà a dormire durante la notte.

I medici ritengono inoltre possibile che il Long Covid peggiori i sintomi della perimenopausa e della menopausa. I livelli più bassi di estrogeni e testosterone sembrano essere la causa.

"La teoria del Long Covid prevede un'interruzione temporanea della produzione fisiologica di ormoni steroidei da parte delle ovaie, che potrebbe peggiorare i sintomi della perimenopausa e della menopausa", ha dichiarato JoAnn V. Pinkerton, MD, professore di ostetricia presso l'Università della Virginia a Charlottesville e direttore esecutivo della North American Menopause Society.

I sintomi del Long Covid e quelli della menopausa possono anche essere molto difficili da distinguere.

Un altro studio britannico avverte che, a causa di questo tipo di sovrapposizione di sintomi, le donne di mezza età possono essere mal diagnosticate. Una ricerca della North American Menopause Society mostra che molte donne possono avere problemi a riprendersi dal Long Covid, a meno che non venga trattata la loro carenza ormonale"

https://www.medscape.com/viewarticle/992853?ecd=WNL_trdalrt_pos1_ous_230612&impID=5519502&icd=login_success_email_match_norm 

Vedremo come andrà a finire!

 


Le azioni legali sono spesso state il mezzo per ristabilire la corretta verità scientifica (vedi caso Pandemrix).

L'articolo:

AMBURGO, 11 giugno (Reuters) - BioNTech si presenterà lunedì in tribunale per difendersi dalla causa intentata da una donna tedesca che chiede un risarcimento per i presunti effetti collaterali del suo vaccino COVID-19, il primo di centinaia di casi che potrebbero verificarsi nel paese.

La donna, esercitando il diritto di non rendere pubblico il proprio nome ai sensi della legge tedesca sulla privacy, ha citato in giudizio l'azienda tedesca produttrice del vaccino per ottenere almeno 150.000 euro (161.500 dollari) di danni fisici e un risarcimento per danni materiali non specificati, secondo quanto riferito dal tribunale regionale di Amburgo che sta esaminando il caso e dallo studio legale Rogert & Ulbrich, che la rappresenta.

La ricorrente sostiene di aver sofferto di dolori alla parte superiore del corpo, gonfiore alle estremità, affaticamento e disturbi del sonno a causa del vaccino.

La prima udienza si terrà lunedì.

Tobias Ulbrich, avvocato di Rogert & Ulbrich, ha dichiarato a Reuters che intende contestare in tribunale la valutazione effettuata dalle autorità di regolamentazione dell'Unione Europea e dagli organismi tedeschi di valutazione dei vaccini, secondo cui il vaccino BioNTech ha un profilo rischio-beneficio positivo.

La legge farmaceutica tedesca stabilisce che i produttori di farmaci o vaccini sono tenuti a pagare i danni per gli effetti collaterali solo se la "scienza medica" dimostra che i loro prodotti causano danni sproporzionati rispetto ai benefici o se le informazioni riportate sull'etichetta sono errate.

BioNTech, che detiene l'autorizzazione all'immissione in commercio in Germania per il vaccino sviluppato insieme a Pfizer, ha dichiarato di aver concluso, dopo un'attenta valutazione, che il caso era privo di fondamento.

"Il profilo beneficio-rischio di Comirnaty rimane positivo e il profilo di sicurezza è stato ben caratterizzato", ha dichiarato l'azienda biotecnologica, riferendosi al nome commerciale del vaccino.

L'azienda ha sottolineato che circa 1,5 miliardi di persone hanno ricevuto il vaccino in tutto il mondo, tra cui più di 64 milioni in Germania.

L'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) afferma che il Comirnaty di BioNTech, il più comunemente usato nel mondo occidentale, è sicuro da usare.

In un incontro con i media la scorsa settimana, l'EMA ha ribadito i benefici di tutti i vaccini COVID che ha approvato, compreso quello di BioNTech, affermando che solo nel primo anno della pandemia si stima che i vaccini abbiano contribuito a salvare quasi 20 milioni di vite a livello globale.

L'azienda ha dichiarato che esiste un rischio molto limitato di miocardite e pericardite, due tipi di infiammazione cardiaca, in seguito alla vaccinazione con Comirnaty, soprattutto nei giovani maschi.

Gli effetti collaterali inattesi dopo l'approvazione di un farmaco sono rari. La velocità senza precedenti con cui sono stati sviluppati i vaccini COVID durante la pandemia ha fatto sì che potenziali effetti collaterali non comuni non siano stati individuati con la stessa prontezza con cui sarebbero stati individuati in studi tradizionalmente più lunghi.

L'EMA ha dichiarato che il monitoraggio della sicurezza non è stato compromesso durante la valutazione accelerata.

A maggio l'EMA aveva registrato quasi 1,7 milioni di segnalazioni spontanee di sospetti effetti collaterali, pari a circa 0,2 ogni 100 dosi somministrate.

Quasi 768 milioni di dosi di vaccino sono state somministrate nello Spazio economico europeo (SEE), che comprende i 27 Stati membri dell'UE più Islanda, Liechtenstein e Norvegia.

Gli effetti collaterali temporanei più comuni sono mal di testa, febbre, affaticamento e dolori muscolari.

L'EMA monitora anche gli eventi avversi o le malattie che si verificano dopo la vaccinazione e controlla le frequenze che superano i tassi normali nella popolazione non vaccinata.

Non è chiaro chi pagherebbe le spese legali o l'indennizzo se il querelante vincesse la causa.

Secondo alcune fonti, alcuni degli accordi di acquisto di vaccini all'ingrosso stipulati dall'UE con i produttori di vaccini, tra cui BioNTech-Pfizer, contenevano esenzioni di responsabilità totali o parziali sia per le spese legali che per i potenziali risarcimenti, il che potrebbe costringere i governi dell'UE a sostenere una parte dei costi.

Come molti altri Paesi, anche la Germania ha un programma di sostegno finanziario del settore pubblico per le persone che subiscono danni permanenti dai vaccini, noto come programma di indennizzo senza colpa, ma la partecipazione al programma non impedisce di chiedere un risarcimento separatamente.

Gli Stati Uniti hanno concesso ai produttori l'immunità dalla responsabilità per i vaccini COVID che ricevono l'approvazione normativa.

Rogert & Ulbrich afferma di aver intentato circa 250 cause per clienti che chiedono un risarcimento per i presunti effetti collaterali del vaccino COVID-19.

Un altro studio legale, Caesar-Preller, afferma di rappresentare 100 casi, ed entrambi affermano di coprire separatamente quasi tutti i casi in Germania.

Una serie di casi simili sono stati presentati in Italia.


venerdì 9 giugno 2023

Dai, non è possibile!

 

 

 
L'articolo in questione in sostanza ci dice che chi ha un tumore polmonare al IV stadio piuttosto che il Long Covid deve considerarsi un fortunato. Vive meglio!
Ormai le mie reazioni sono unicamente di stupore: possibile arrivare a un tale grado di demenza per scrivere, ma soprattutto pubblicare, su BMJ Open oltretutto,articoli "scientifici" come questi?
Questa la traduzione della prima parte (tralascio la seconda per evitarvi il vomito):
 
"Secondo una ricerca, molte persone affette da Long Covid hanno una qualità di vita relativa alla salute inferiore a quella delle persone affette da alcuni tumori avanzati.
L'affaticamento è il sintomo con il maggiore impatto sulla vita quotidiana dei pazienti affetti da Covid lungo, secondo uno studio condotto da ricercatori dell'University College di Londra (UCL) e dell'Università di Exeter. Hanno scoperto che molti di loro erano gravemente malati e presentavano punteggi di affaticamento peggiori o simili a quelli delle persone affette da anemia legata al cancro o da gravi malattie renali.
Anche i punteggi relativi alla qualità di vita correlata alla salute erano inferiori a quelli delle persone con tumori metastatici avanzati, come il tumore al polmone al quarto stadio. Nel complesso, l'impatto di Long Covid sulle attività quotidiane dei pazienti è stato peggiore di quello dei pazienti con ictus e paragonabile a quello delle persone con malattia di Parkinson."
 

giovedì 8 giugno 2023

Nulla di nuovo, certo! Solo conferme!


 

Una volta le aziende farmaceutiche erano attente e discrete riguardo le attività di promozione dei loro prodotti, ma oggi hanno abbandonato ogni precauzione e ritegno. Cittadinanza Attiva, che ammetto non conoscere bene, ma il cui nome ho spesso sentito associato a iniziative lodevoli, ha appena pubblicato la guida““Covid, Long Covid e fragilità: Teniamo alta l’attenzione!”.

Il passo interessante è:

il programma BE A.W.A.R.E di Cittadinanzattiva e la Guida “Covid, Long Covid e fragilità. Teniamo alta l’attenzione!”, grazie all’apporto di competenze ed esperienze da parte della comunità scientifica, dei professionisti e degli operatori sanitari e delle Associazioni di pazienti, evidenziano l’importanza di non “abbassare la guardia”, continuando a monitorare l’evoluzione del COVID-19, mantenendo e potenziando i servizi sanitari costruiti in questi tre anni e investendo sulla prevenzione della malattia (con piani di vaccinazione rivolti a tutta la popolazione e protocolli specifici per coloro che rientrano nei “target” più a rischio in caso di infezione da COVID- 19).

Dunque “prevenzione della malattia con piani di vaccinazione rivolti a tutta la popolazione”.

Il costo economico di questo programma sarà sicuramente importante perché prevede:

  • una campagna social di informazione e sensibilizzazione (con diffusione a livello europeo)

  • un ciclo di workshop informativi rivolti ai pazienti e alla popolazione generale (webinar/eventi in presenza)

  • un’attività di tutela, con un indirizzo e-email dedicato


E chi finanzia tutto questo apparato? 

Ma è ovvio, Pfizer!

Nulla di nuovo, certo! Solo la conferma ulteriore di quanto potenti, e ormai anche incuranti di poter suscitare sospetti, le multinazionali farmaceutiche nel mondo di oggi.

martedì 6 giugno 2023

Obiettivo raggiunto!

 


Come volevasi dimostrare! 
Il certificato digitale Covid19, alias green pass, ha rappresentato un’invenzione troppo appetitosa per poter essere dismessa. Oltretutto, avendo avuto anche l’approvazione della grande maggioranza della popolazione che lo ha accettato con entusiasmo.
Ed ecco percio’ l’accordo EU-OMS per la creazione della “rete globale di certificazione della salute digitale” sfruttando l’esperienza europea.
Traduco la prima parte dell’articolo che ho letto stamani. La seconda parte, che ci racconta l’attenzione e l’elogio della privacy che sarà alla base della creazione di questa rete digitale mondiale, cosi’ come affermato da Stella Kyriakides e Tedros Ghebreyesus, la lascio perdere per non far venire anche a voi il vomito come è successo a me:
 

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e la Commissione europea hanno lanciato la rete globale di certificazione della salute digitale, basandosi sul quadro del certificato digitale COVID dell'UE.

Il certificato COVID digitale dell'UE è entrato in vigore il 1° luglio 2021. Il certificato doveva attestare lo stato di una persona in merito alla vaccinazione COVID.

Sebbene la COVID non sia più un'emergenza sanitaria di portata internazionale, come dichiarato dall'OMS un mese fa, e gli europei abbiano da tempo abbandonato il certificato, i sistemi non vengono buttati via, ma piuttosto il contrario.

Il quadro, i principi e le tecnologie aperte del certificato vengono ora ripresi dall'OMS per costruire la rete globale di certificazione della salute digitale, con l'obiettivo di consentire al mondo di beneficiare della convergenza dei certificati digitali.

Lunedì (5 giugno), Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute, e il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus hanno firmato un accordo amministrativo e una lettera di intenti presso la sede dell'OMS a Ginevra, in base ai quali l'OMS adotterà il sistema di certificazione digitale COVID-19 dell'UE nel giugno 2023.

L'obiettivo è quello di creare un sistema globale per facilitare la mobilità mondiale e proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future.

A due anni dal lancio del certificato COVID, Kyriakides ha dichiarato di essere lieta che "l'Organizzazione mondiale della sanità adotterà il quadro del certificato COVID digitale dell'UE".

"Con questa partnership storica con l'OMS, stiamo potenziando l'innovazione dell'UE nel campo della salute digitale per garantire una mobilità sicura a tutti i cittadini del mondo", ha dichiarato il capo della sanità dell'UE.

Ha aggiunto che "non c'è partner migliore dell'OMS per far progredire il lavoro iniziato nell'UE e sviluppare ulteriormente le soluzioni globali per la salute digitale".

Questo è il primo tassello della Rete globale di certificazione della salute digitale (GDHCN) dell'OMS, che svilupperà un'ampia gamma di prodotti digitali per garantire una salute migliore in tutto il mondo.

La rete di certificati COVID-19 diventerà operativa già il 5 giugno. Finora il quadro è stato adottato da quasi 80 Paesi.

Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...