mercoledì 12 aprile 2023

Il Covid è finito?

 

L’11 maggio sarà decretato, in USA, il termine dello stato di emergenza Covid e, per conseguenza, la fine di tutte le restrizioni, di qualsiasi tipo esse siano.
Ma non pensiate che questo significhi anche la fine, o perlomeno la riduzione “dell’aspetto finanziario” (non voglio definirlo business) legato al Covid19.
Infatti, come ci informa Reuters:
 
Gli Stati Uniti spendono 5 miliardi di dollari per accelerare lo sviluppo di nuovi vaccini COVID.
 
WASHINGTON, 10 aprile (Reuters) - Il governo degli Stati Uniti sta spendendo oltre 5 miliardi di dollari per accelerare lo sviluppo di nuovi vaccini e trattamenti contro la COVID-19, hanno dichiarato lunedì un portavoce del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) e un funzionario dell'amministrazione Biden.
L'investimento, denominato "Project NextGen" e annunciato per la prima volta dai funzionari della Casa Bianca e dell'HHS in un'intervista al Washington Post, mira a fornire una migliore protezione dai coronavirus, compreso quello che causa la COVID-19, che potrebbero diventare minacce future.
"Sebbene i nostri vaccini siano ancora molto efficaci nel prevenire gravi malattie e decessi, sono meno capaci di ridurre le infezioni e la trasmissione nel tempo", ha dichiarato il portavoce dell'HHS.
"Nuove varianti e la perdita di immunità nel tempo potrebbero continuare a sfidare i nostri sistemi sanitari nei prossimi anni".
L'amministrazione del presidente Joe Biden spenderà un minimo di 5 miliardi di dollari in collaborazioni con il settore privato, un approccio simile a quello del progetto "Operation Warp Speed" sotto l'ex presidente Donald Trump che ha accelerato lo sviluppo e la distribuzione dei vaccini nel 2020.
"Il progetto NextGen accelererà e semplificherà il rapido sviluppo della prossima generazione di vaccini e trattamenti attraverso collaborazioni pubblico-private", ha dichiarato il funzionario dell'amministrazione.
"L'infusione di un investimento di 5 miliardi di dollari, come minimo, aiuterà a catalizzare il progresso scientifico in aree che hanno grandi benefici per la salute pubblica degli americani, con l'obiettivo di sviluppare strumenti sicuri ed efficaci per il popolo americano".
Il progetto, che avrà sede presso l'HHS, si coordinerà con il governo e con il settore privato per far progredire una pipeline di nuovi vaccini e trattamenti, ha dichiarato il portavoce dell'HHS. Il progetto coprirà tutte le fasi di sviluppo, dalla ricerca di laboratorio agli studi clinici, fino alla consegna.
Si concentrerà sulla creazione di anticorpi monoclonali di lunga durata resistenti alle nuove varianti di COVID-19 e di vaccini più ampi in grado di proteggere da diversi coronavirus.
Il progetto mira anche ad accelerare lo sviluppo di vaccini che producano immunità mucosale e possano essere somministrati attraverso il naso, nella speranza che possano ridurre drasticamente i tassi di infezione e trasmissione.

martedì 11 aprile 2023

Strategie per fronteggiare il calo delle vaccinazioni.

 

Nessuno, almeno tra gli adulti giovani e sani, si vuole più vaccinare, e allora che si fa? Si ritorna al vecchio e sicuro metodo: la paura!

Una notizia sta girando sui media mondiali. Su Medscape l'articolo è titolato: “Il SARS-CoV-2 attraversa la placenta e infetta il cervello di due neonati: "È la prima volta".

Si tratta di 2 (dico 2) casi  di neonati di cui il primo è deceduto a 13 mesi e l’altro dimesso ma sintomatico al momento dell’uscita dell’articolo di Pediatrics che viene commentato.

Si parla del danno cerebrale, caratterizzato da convulsioni sin dalla nascita, dei due neonati figli di madri positive al tampone.

Se pero’ si va a leggere l’articolo in questione si scopre che:

La madre del primo era stata ricoverata alla 27ima settimana in Terapia Intensiva per polmonite e una non meglio definita “malattia multisistemica” attribuita al Covid19 e, dopo circa un mese di ricovero in TI, era stato deciso il parto cesareo anticipato alla 33ima settimana per “salvare la vita della madre”. Il neonato, negativo al tampone al momento del parto come d’altronde lo era la madre, aveva presentato immediatamente convulsioni e problemi respiratori (sintomi purtroppo comuni in molti bambini pretermine) per i quali era rimasto ospedalizzato per tre mesi.

Poi era stato dimesso perché guarito e senza più sintomi , ma all’età di 13 mesi era stato visitato in PS per un’infezione respiratoria e, rimandato a casa, la madre lo aveva trovato, tre giorni dopo, morto nel suo lettino. L’autopsia (chissà perchè in questi casi, a differenza che per tutti gli anziani deceduti per Covid19,  vengono fatte?) aveva rivelato un cervello più piccolo del normale con altre caratteristiche patologiche.

La madre del secondo è un caso ancora più interessante perché era una asintomatica positiva pero’al tampone già dalla fine del secondo trimestre di gravidanza fino al momento della nascita (dunque più di 3 mesi). Pero’, al momento del parto, ci dicono che aveva una corioamnionite e, come spesso succede in questi casi, il neonato ha presentato una sepsi neonatale con i sintomi, tipici di questa patologia, neurologici (ipotonia e convulsioni) e respiratori (CPAP con ossigeno e cannule nasali) e, purtroppo, pur dimesso in quinta settimana, ha continuato ha presentare problemi di epilessia.

In definitiva dunque si parla di 2 neonati, sempre negativi al tampone, figli di madri positive che presentavano sintomi attribuiti al Covid19, ma sui quali ci sarebbe molto da discutere.

Ma il messaggio che si vuol far arrivare è che il SARS-CoV-2 attraversa la placenta e infetta i neonati producendo in loro danni molto seri , anche nelle gestanti che non hanno mai presentato alcun sintomo e quindi, come afferma alla fine l’articolo di Mescape: “La vaccinazione COVID è risultata sicura in gravidanza e sia la vaccinazione che l'allattamento al seno possono favorire il passaggio degli anticorpi al bambino e contribuire a proteggerlo.”

venerdì 7 aprile 2023

Il post di Carlo Cuppini

Oggi mi limito a riportare il post di Carlo Cuppini perchè penso che debba essere letto da molti. Le sue riflessioni (ed emozioni) rispetto alla sentenza del giudice Cruciani, ignorata dalla maggior parte dei media, che ha mandato assolto un militare accusato di essere entrato nel luogo di lavoro senza green pass, possono essere considerate "definitive" rispetto a al green pass, la dignità della persona e la stupidità del "potere".

Questo il post

ORAZIONE CIVILE
Vorrei richiamare l’attenzione sulla sentenza del 10 marzo del Tribunale Militare di Napoli (giudice Andrea Cruciani, relativa a un militare accusato di essere entrato nel luogo di lavoro senza green pass) per due motivi. Primo: i media non ne hanno fatto cenno (tranne una testata di cui non ho molta considerazione) come se fosse un fatto irrilevante, mentre io penso che avrà un peso nella storia giudiziaria del Covid, e per questo merita di essere conosciuta da chi si interessa a questo aspetto. Secondo: a prescindere dal potere che avrà di “fare giurisprudenza” sul tema del green pass e degli obblighi vaccinali, il testo costituisce una vibrante orazione civile che a mio avviso merita di essere letta, meditata, diffusa.
Per quello che mi riguarda, alcuni passaggi andrebbero letti nelle scuole.
Il testo è piuttosto lungo (20 pagine), molto argomentato, documentato e fitto di riflessioni e considerazioni contestuali. Dal punto di vista tecnico, per quello che posso valutare da profano, è estremamente solido; ma in questo senso non costituisce una novità assoluta rispetto ad altre sentenze (richiamate nel testo) che sullo stesso tema sono andate nella medesima direzione: assolvendo l’imputato e condannando invece la misura del green pass e/o l’obbligo vaccinale.
La forza di questa sentenza a mio avviso si trova sul piano letterario, per così dire: laddove esprime la tragedia di una società divisa, squartata dalle misure massimaliste e ciniche prese da un governo che non ha guardato in faccia a niente e a nessuno, nemmeno ai minorenni e agli adolescenti. Vediamo qui un giudice che non ha paura di prendere nettamente le distanze da uno specifico pronunciamento della Corte Costituzionale, motivando in dettaglio, con grande lucidità e con altrettanto vigore, la propria decisione. In queste pagine leggiamo una lezione su quali rapporti dovrebbero sussistere, in uno stato di diritto, tra l’ambito del diritto e quello della scienza; ascoltiamo un accorato appello a rimettere al centro dell’operato delle istituzioni i valori centrali della Costituzione, a partire dalla dignità della persona e del lavoro; il quale, a valutare dalle disposizioni e dal pronunciamento della Consulta di ottobre, sembra essere stato ridotto, implicitamente, a fatto accessorio: lavoro come lusso di cui un cittadino può essere privato anche in assenza di stringenti motivazioni.
Tecnicamente, il cuore della sentenza si riassume facilmente: il militare è assolto perché il fatto non sussiste, cioè non si dà il caso dell’offensività della condotta. In parole povere, il fatto che il militare non vaccinato sia entrato nel luogo di lavoro per timbrare il cartellino non ha determinato un rischio di contagio maggiore rispetto a quello causato dalla presenza dei colleghi entrati esibendo il green pass. E questo in considerazione del fatto che il vaccino non è garanzia di non infettarsi e di non infettare: non lo è mai stato, e meno che mai lo era – dati ufficiali alla mano – nei lungo autunno-inverno del green pass e del super green pass.
Si può dire che il green pass abbia costituito riduzione del rischio, in qualche misura, a livello statistico; per quanto un non vaccinato e un vaccinato da più di tre mesi avessero e abbiano la stessa identica possibilità di infettarsi (se ignoriamo i dati emersi da settembre scorso sull’immunità negativa, almeno in apparenza, dei vaccinati con la terza dose). Ma questa ipotetica riduzione statistica di certo non consente di considerare proporzionato la negazione del lavoro e della retribuzione di un individuo.
Caso mai servisse la “prova del nove”, basta notare che l’Italia del green pass e la Spagna senza green pass sono uscite in modo identico dalla pandemia (la Spagna prima, caso mai).
Del resto, anche se la sentenza non la cita, non si può non ripensare alla nota ufficiale dell’Associazione Nazionale Medici Aziendali, risalente al settembre 2021, all’alba quindi dell’epoca del green pass, che dichiarava nel modo più netto che quello strumento non era assolutamente idoneo a garantire la sicurezza epidemiologica sui luoghi di lavoro, e che, non potendo realisticamente sottoporre tutti i lavoratori a tamponi quotidiani, l’unica reale forma di sicurezza sul lavoro erano i protocolli già in vigore: sanificazione, igiene, distanziamento, mascherine, aerazione…
Chi dovrebbe intendersi di sicurezza sui luoghi di lavoro, se non l’Associazione Nazionale Medici Aziendali? Eppure la loro nota è stata ignorata dal governo "dei migliori”, dal governo del “comanda la scienza”, dal governo progressista, democratico, per metà aspirante “laburista”; ignorato, al pari della richiesta di Amnesty di garantire a tutti, anche ai non vaccinati, tutte le opportunità, a partire dal diritto al lavoro; ignorato, come la risoluzione del Consiglio d’Europa 2361/2021 che, in piena pandemia, e agli albori della campagna vaccinale, chiedeva a tutti gli Stati di non discriminare i non vaccinati e di non esercitare pressioni per spingere alla vaccinazione: “7.3.1. ensure that citizens are informed that the vaccination is NOT mandatory and that no one is politically, socially, or otherwise pressured to get themselves vaccinated, if they do not wish to do so themselves; 7.3.2. ensure that no one is discriminated against for not having been vaccinated, due to possible health risks or not wanting to be vaccinated”
Forse questo giudice sarà considerato un visionario, un anti-vaccinista, un provocatore; e anche un terrapiattista-fascista-trumpiano-putiniano… perché così funziona la censura oggi: delegittima e rende grottesco, innescando ovunque l’efficientissimo e gratuito meccanismo dell’autocensura.
Ma allora come mai nel merito medico/scientifico la sua posizione coincide con quella dei Medici Aziendali? E come mai le sue considerazioni etiche, politiche e di principio convergono con quelle del Consiglio Europeo e di Amnesty International?
Il punto è che se considerassimo valide le considerazioni scientifiche dei Medici Aziendali e quelle etiche/politiche di Amnesty e del Consiglio d’Europa, cioè se avesse ragione questo giudice, allora sarebbe inevitabile rileggere l’operato della draghisfera (intendendo non solo il suo governo, ma tutto ciò che ha approvato le sue misure, dal Presidente della Repubblica ai partiti della maggioranza e non solo, agli editorialisti, agli influencer, ai singoli cittadini assenzienti) come la più brutale, irrazionale, ingiustificata manifestazione di autoritarismo che la Repubblica abbia conosciuto dalla sua nascita.
Deve essersi trovata proprio di fronte a questo dilemma, la Corte Costituzione, nel momento in cui è stata chiamata a esprimersi sulla costituzionalità degli obblighi e del green pass. Lo scrivevo in un post (“Il dilemma del giudice”) alla vigilia del pronunciamento nell’ottobre scorso: salvare il governo, il Presidente della Repubblica, l’80% della classe dirigente, del mondo partitico, istituzionale e mediatico, o affermare la semplice razionalità e la semplice giustizia applicando il dettato Costituzionale? Era ovvio che la scelta sarebbe stata la prima. Il green pass sarebbe potuto essere fermato a monte, come hanno fatto le Corti Costituzionali spagnole, senza distruggere lo Stato; ma di certo non era possibile valutarlo con oggettività a cose fatte, poiché nessuno Stato potrebbe permettersi di affrontare lo tsunami che ne deriverebbe: tutto verrebbe spazzato via. E quindi… ”To big to fail”, per così dire. A costo di distruggere la credibilità della Corte Costituzionale.
Il giudice va a fondo in questa contraddizione, e la Corte Costituzionale, appunto, ne esce molto male. Il giudice richiama i precedenti pronunciamenti della stessa Corte in merito a obblighi vaccinali, trattamenti sanitari obbligatori ecc., e mostra che per arrivare a definire “non irragionevole” l’obbligo del vaccino anti-covid e il green pass è stato necessario arrampicarsi in modo grottesco (dico io) sugli specchi. Clamoroso il seguente passaggio: in passato la Consulta ha decretato che gli obblighi sanitari sono legittimi soltanto quando gli eventuali effetti avversi sono definibili “tollerabili”, cioè temporanei e lievi; adesso quindi, per legittimare l’obbligo di vaccino anticovid, decide che questi trattamenti sono da considerarsi “tollerabili” in virtù del fatto che, in caso di reazioni gravi (anche fatali), danno diritto a un indennizzo.
Qualcuno riderà, ma c’è poco da ridere. Quando la Corte Costituzionale decide di perdere completamente la sua credibilità in nome delle convenienze politiche, lo scenario è tragico e i cittadini restano orfani delle istituzioni più alte. Restano cioè senza garanzia di giustizia.
Si legge nella sentenza di Napoli: “Questo giudice si discosta invece da tale ultima interpretazione della Consulta, ritenendo che le menzionate statuizioni della consolidata e pregressa giurisprudenza della stessa Corte Costituzionale (…) anche utilizzando il mero criterio ermeneutico letterale, vadano interpretate in tutt’altro modo, e più precisamente nel senso che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 Cost. solo se gli unici effetti negativi prevedibili siano temporanei, di scarsa entità e tollerabili. Giammai quindi allorché effetti avversi gravi, irreversibili e finanche fatali fossero prevedibili. (…) Un trattamento sanitario obbligatorio inteso in tal senso, ad avviso d questo Giudice, violerebbe ‘i limiti imposti dal rispetto della dignità umana’ (art. 32 Cost.), risultando disumano.”
Del resto Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale fino al settembre 2021, lo aveva detto chiaramente: “La giurisprudenza della Corte costituzionale, nelle materie in cui la Scienza ha un peso, è di ascoltare le ragioni della Scienza.” Una frase che appare folle, un non-sense degno di Lewis Carroll, se pensiamo che la scienza, soprattutto sulle situazioni nuove e in via di svolgimento, non ha *una* voce, ma molte voci, spesso contrastanti, e procede per ipotesi diverse e anche contrarie, le quali vengono dibattute e ridotte via via che si accumulano dati e conoscenze conclusive. Quella maiuscola usata da Amato nel tweet fa di quel complesso ambito del sapere umano che è scienza un totem, una divinità inesistente, davanti alla quale inginocchiarsi tacendo. E non esistendo una divinità del genere, con un nome del genere, è del tutto evidente a cosa si riferiva Amato: alle autorità scientifiche statali, che invece esistono. Infatti la sentenza della Consulta fa riferimento all’ISS: non ai dati dei vari rapporti pubblicati, passati magari al vaglio della ragione, ma a qualche affermazione apodittica scritta in qualche paragrafo introduttivo (tipo che i vaccini sono molto efficaci nel prevenire l’infezione).
Non importa se oggi i vertici di quelle stesse istituzioni risultano indagati con una serie di gravi capi di imputazione; non importa il torbido che, anche al di là degli eventuali rilievi penali, è emerso dalle intercettazioni messe agli atti e pubblicate nelle scorse settimane; non importa se tre ricercatori dell’ISS hanno pubblicato uno studio che si discosta nettamente dalla posizione ufficiale dell’Istituto in materia di strategia vaccinale, alla luce di un rapporto rischio/beneficio da rivalutare urgentemente.
Scrive il Giudice a pagina 10 della sentenza: “Il Giudice quindi non può limitarsi a recepire passivamente e supinamente dei dati scientifici ancora non definitivi e provvisori, sia pure se provenienti dalle autorità nazionali ed internazionali preposte alla ricerca scientifica, con apodittici richiami a tali dati. Al contrario il Giudice è tenuto ad operare un vaglio critico su tali dati, debitamente illustrando quale ipotesi scientifica ritenga applicabile al caso concreto e per quali motivi.”
Che differenza con la tautologia salva-potere di Giuliano Amato!
Segue una parte sulle reazioni avverse in cui il giudice valuta giustificata la scelta di non vaccinarsi in virtù dello “stato di necessità”: necessità di tutelarsi dal reale rischio di incorrere in una reazione avversa grave, anche letale, quale che sia la sua probabilità.
Ma questo aspetto, personalmente, mi interessa meno, e vado alla riflessione conclusiva sulla dignità della persona e sulla centralità del lavoro nella nostra Costituzione e nella nostra democrazia. Leggendo questa parte mi sono venute le lacrime agli occhi, e non in senso metaforico. Le parole scritte nero su bianco dal giudice mi hanno commosso profondamente, hanno sciolto una contrattura civile che mi portavo dentro da mesi, la stessa che mi ha reso dolorosamente estranei amici, parenti, conoscenti, la stessa che ha spinto me e tanti altri a forme di protesta radicali, fino allo sciopero della fame. Le parole di questo giudice, scritte e pubblicate adesso che l’onda è passata, mi fanno pensare che non tutto è stato travolto e portato via, e che anche in futuro ci sarà chi sarà pronto a resistere al fascismo trasparente, quello che non puzza di olio di ricino, che non dice mai una parola politicamente scorretta e frequenta tutti i salotti internazionali giusti. In questo senso parlo di orazione civile.
“Ci si deve necessariamente e nuovamente discostare da quanto pur sostenuto nella citata sentenza della Corte Costituzionale (…) allorché si afferma che: ‘l’obbligatorietà del vaccino lascia comunque al singolo la possibilità di scegliere se adempiere o sottrarsi all’obbligo, assumendosi responsabilmente, in questo secondo caso, le conseguenze previste dalla legge.’ Una tale interpretazione, esasperatamente formalistica e cinica, finisce anche per svilire la centralità che la stessa Costituzione attribuisce al lavoro, quale imprescindibile mezzo di sostentamento e di sviluppo della persona umana.”
“Questo Giudice intende piuttosto adottare un’interpretazione costituzionalmente orientata (…) Sul lavoro infatti si fonda non solo la dignità professionale ma anche la dignità personale dell’essere umano che vuole mantenersi con le proprie forze, costituendo il reddito da lavoro per lo più il reddito di sussistenza, senza il quale si scivola nel degrado e nella dipendenza. (…) Il lavoro, quindi, per una persona che intende vivere una vita libera e dignitosa, non è una scelta, bensì una necessità. Non vi è dunque margine di scelta alcuno per il lavoratore, il quale se vuole continuare a sopravvivere dignitosamente, si vede costretto a sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio, essendo previsto, per il caso di non adempimento, la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.”
Dunque: il Giudice dichiara “non luogo a procedere (…) perché il fatto non sussiste.”

giovedì 6 aprile 2023

La mente umana è come un ombrello – funziona meglio quando è aperta.

 

 

Stiamo oggi assistendo ad un non banale aumento della mortalità “non covid” nel 2021 e 2022.

In Gran Bretagna si è acceso, su questo tema, un importante dibattito e numerosi studi indicano che non emergono correlazioni tra questo evento e le vaccinazioni anticovid che percio’ non ne sono responsabili. Piuttosto la responsabilità è attribuita all’inefficienza, dopo anni di tagli alla spesa, del sistema sanitario inglese non più in grado di fronteggiare le esigenze sanitarie della popolazione.

In verità io qualche dubbio ce l’ho, penso che non dovremmo essere cosi’ drastici e che dovremmo mantenere la mente aperta a tutte le ipotesi.

Riferendomi alla nostra realtà, di cui ho personale esperienza, (anche in Italia riscontriamo un aumento non prevedibile della mortalità che anche qui da alcuni è imputato al disastro del SSN), credo che l’affermare che il Sistema Sanitario Pubblico (ma anche quello privato, almeno in gran parte) sia allo sfascio è incontestabile.

Ma la verità è che lo è ormai da moltissimo tempo (anni di definanziamento hanno raggiunto il loro scopo) e non credo che ci siano stati significativi peggioramenti nel corso di questi ultimi tre anni. Si potrebbe invece affermare, e con maggiore veridicità, che nulla piuttosto è stato fatto in questi tre anni, pur avendone l’occasione e la possibilità, per risolvere almeno alcune delle criticità più serie.

Qualora volessimo attribuire alle disfunzioni del SSN la colpa dell’attuale aumento di mortalità forse faremmo meglio a pensare alla quasi totale assenza, nell’ultimo periodo, dei servizi di prevenzione e diagnosi precoce, provocata dalle strategie messe in atto per fronteggiare l’epidemia, ma in questo caso la responsabilità è da attribuire ad altri.


Ma siamo poi cosi’ sicuri che possiamo fin da adesso eliminare anche il minimo dubbio che una responsabilità, almeno parziale, possa averla anche la vaccinazione universale della popolazione?

In fondo non scordiamoci che stiamo parlando di una tecnologia (mRNA che induce le nostre stesse cellule a produrre proteine proprie del virus) mai utilizzata prima e per la quale io credo che poco più di due anni siano assolutamente insufficienti a valutarne tutte le implicazioni e a prendere percio’ posizioni di certezza e sicurezza assoluta. Sicuramente non lo sarebbero mai stati prima del Covid, di questo sono certo io.

Faccio un esempio: se i numeri della mortalità in eccesso ci dicono che in questi ultimi due anni sono aumentati i casi di infarto del miocardio, come facciano ad essere certi che, almeno in parte, non siano causati dalle miocarditi, anche non diagnosticate, insorte successivamente alla vaccinazione eseguita anche un anno prima?

Lo stesso potremmo chiederci per i casi di ictus cerebrale in relazione ai problemi di coagulazione o per le morti improvvise dei pazienti che soffrono di malattie autoimmuni e potrei continuare ancora per molto.

Al limite troverei più corretto attribuire, sempre in parte, l’eccesso di mortalità ad eventuali postumi del Covid stesso, ma stranamente neanche gli “scienziati” più schierati fanno cenno a questa ipotesi e parlano piuttosto dei problemi del Long Covid del quale pero’, almeno fino ad adesso, tra i 100 e più sintomi caratterizzanti, non viene menzionato quello della morte.

Dunque ribadisco il mio invito a mantenere la mente aperta a tutte le possibilità e valutare (perché non è mai stata presa in considerazione l’idea di una “sorveglianza attiva” su lungo periodo per questi vaccini e ci si è affidati soltanto ai follow-up delle case produttrici?) con coscienza e spirito critico tutte le possibili variabili per l’interpretazione di un dato, la mortalità in eccesso, ormai acclarato.


P.S. a quelli che potrebbero obiettare che sono tanti i lavori scientifici che dimostrano l’assenza di correlazione “vaccini/mortalità in eccesso”, ricordo che sono ugualmente tanti quelli che affermano che i lockdown sono stati utilissimi, le mascherine indispensabili, la chiusura delle scuole necessaria, la vaccinazione dei bambini irrinunciabile.


mercoledì 5 aprile 2023

Viste le premesse ci possiamo accontentare, per il momento!

 

Che si potessero tranquillizzare e pensare ad altro era scontato che non potesse avvenire, almeno per il momento, viste le premesse.
Ma almeno adesso l'ECDC parla di vaccino solo per le persone superiori ai 60 anni e tutti gli altri possono cosi' tirare un respiro di sollievo. E ammette anche che tanto efficace poi non è, se prevede che, vaccinando i sessantenni nella "campagna di autunno", si potranno evitare "solo" il 32% di ospedalizzazioni in Europa.
Comunque, per il momento, io mi contento, non mi potevo aspettare di più. Rimane, per loro, il problema di come "piazzare" le milioni di dosi acquistate.
Questo il comunicato di oggi:
 
𝘚𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘳𝘷𝘦𝘨𝘭𝘪𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘌𝘊𝘋𝘊, 𝘢 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘰𝘯𝘥𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19, 𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘶𝘪 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘻𝘢𝘵𝘢 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢𝘵𝘪 𝘪𝘯 𝘰𝘴𝘱𝘦𝘥𝘢𝘭𝘦. 𝘐 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘴𝘶𝘨𝘨𝘦𝘳𝘪𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘚𝘈𝘙𝘚-𝘊𝘰𝘝-2 𝘯𝘦𝘪 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘜𝘌/𝘚𝘌𝘌 𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘷𝘶𝘭𝘯𝘦𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪.
𝘚𝘦𝘣𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘰𝘳𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢 𝘦𝘮𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘶𝘯 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘰 𝘴𝘤𝘩𝘦𝘮𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘪𝘳𝘶𝘴, 𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘦̀ 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘥𝘰 𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰-𝘪𝘯𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰, 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘭𝘶𝘦𝘯𝘻𝘢𝘭𝘦.
𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘪 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘵𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘳𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰 2023 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯'𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘶𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰, 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘰 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 60 𝘢𝘯𝘯𝘪, 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 32% 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘴𝘱𝘦𝘥𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘜𝘌/𝘚𝘌𝘌.
𝘐𝘱𝘰𝘵𝘪𝘻𝘻𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘶𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰, 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘳𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰 2023 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘰 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 60 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘷𝘦𝘳𝘢 2023 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘰 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 80 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 44% 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘴𝘱𝘦𝘥𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19.
𝘕𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘳𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘭𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢, 𝘨𝘭𝘪 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘌𝘊𝘋𝘊 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘴𝘶 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘳𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘵𝘳𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘦𝘧𝘧𝘪𝘤𝘢𝘤𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰, 𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘴𝘵𝘪𝘯𝘢𝘵𝘢𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘦𝘤𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰/𝘪𝘯𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰 2022/23 𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘪𝘵𝘶𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭 2022.
𝘐𝘯 𝘥𝘦𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘪𝘷𝘢, 𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘵𝘦𝘨𝘪𝘦 𝘢𝘥𝘢𝘵𝘵𝘦 𝘢𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘰 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦 𝘥𝘢𝘪 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘪, 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘰, 𝘪𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘢𝘴𝘴𝘰𝘳𝘣𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘧𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢 𝘥'𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘢𝘵𝘵𝘰. 𝘗𝘦𝘳𝘮𝘢𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘵𝘦𝘷𝘰𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘦𝘳𝘵𝘦𝘻𝘻𝘦 𝘴𝘶𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘪 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘪 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘪𝘯𝘧𝘭𝘶𝘦𝘯𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘦.
𝘗𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘦, 𝘭𝘦 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘪𝘳𝘢𝘵𝘦, 𝘪𝘯𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘳𝘢𝘨𝘨𝘪𝘶𝘯𝘨𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘤𝘢𝘯𝘢𝘭𝘪 𝘦 𝘮𝘦𝘴𝘴𝘢𝘨𝘨𝘦𝘳𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘢𝘵𝘪, 𝘦 𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘶 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘪𝘭 𝘵𝘪𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪 𝘦 𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘪.

A quando anche da noi la "Guida per il risarcimento dei danni da vaccini Covid19"?

 

Beh, almeno in altre nazioni non viene negata o sottovalutata la possibilità di effetti avversi anche gravi dei vaccini come sta accadendo in Italia dove si continua a respingere la possibilità che essi possano aver contribuito, anche in piccola parte, all’eccesso di mortalità per tutte le cause al quale si è assistito, come in tutti gli altri paesi, nel 2022.

In Australia ad esempio viene pubblicata (3 aprile) una corposa (64 pagine) guida per la richiesta di risarcimento per danni da vaccini Covid 19.

La guida è molto dettagliata, dà una valutazione economica degli impatti dei differenti effetti avversi sulla vita sociale e lavorativa, li esamina anche in relazione all’età a partire da 1 anno di vita, e prende in considerazione anche i casi di decesso visto che indica le varie modalità di risarcimento per gli eredi.
Insomma in altri paesi la consapevolezza della effettiva possibilità di subire un danno utilizzando questi vaccini è ormai accertata e si ritiene opportuno e utile fornire ai cittadini una guida per richiedere un indennizzo.

Quanto ci vorrà perché anche da noi (è una questione di tempo perché l’evidenza non puo’ essere nascosta per sempre) questa verità venga riconosciuta da tutti?





 


martedì 4 aprile 2023

Sempre sulle mascherine, ma questa volta rispetto alla ragionevolezza!

 


La Mayo Clinic, per chi non la conoscesse, è (leggo da Wikipedia): 𝑢𝑛'𝑜𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛-𝑝𝑟𝑜𝑓𝑖𝑡 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑟𝑒𝑒 𝑚𝑒𝑡𝑟𝑜𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑈𝑛𝑖𝑡𝑖 𝑑'𝐴𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎: 𝑅𝑜𝑐ℎ𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟 𝑛𝑒𝑙 𝑀𝑖𝑛𝑛𝑒𝑠𝑜𝑡𝑎, 𝐽𝑎𝑐𝑘𝑠𝑜𝑛𝑣𝑖𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝐹𝑙𝑜𝑟𝑖𝑑𝑎 𝑒 𝑃ℎ𝑜𝑒𝑛𝑖𝑥 𝑖𝑛 𝐴𝑟𝑖𝑧𝑜𝑛𝑎. 𝐼𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝐻𝑒𝑎𝑙𝑡ℎ 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖 70 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑐𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑀𝑖𝑛𝑛𝑒𝑠𝑜𝑡𝑎, 𝐼𝑜𝑤𝑎 𝑒 𝑊𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑛. 𝐿𝑎 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑔𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎, 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑢𝑖 𝑖𝑙 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑙 𝑆𝑐ℎ𝑜𝑜𝑙. 𝐿𝑎 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝑒̀ 𝑛𝑜𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑚𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑐𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑑 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀. 𝐿𝑎 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝐹𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 "100 𝐵𝑒𝑠𝑡 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑎𝑛𝑖𝑒𝑠 𝑡𝑜 𝑊𝑜𝑟𝑘 𝐹𝑜𝑟" 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑐𝑢𝑡𝑖𝑣𝑖.
Oggi ha diffuso questo comunicato:
 
𝘈 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘦𝘥𝘪̀ 10 𝘢𝘱𝘳𝘪𝘭𝘦, 𝘭'𝘶𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘪𝘯𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘢𝘳𝘢̀ 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘢𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦 𝘢𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘢𝘳𝘦𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘶𝘴 𝘥𝘦𝘭 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘏𝘦𝘢𝘭𝘵𝘩 𝘚𝘺𝘴𝘵𝘦𝘮. 𝘐𝘯 𝘭𝘪𝘯𝘦𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘦𝘳𝘢̀ 𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘭'𝘶𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘪𝘯𝘢 𝘪𝘯 𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪. 𝘐 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘪𝘮𝘮𝘶𝘯𝘰𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘮𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘴𝘢𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘢𝘷𝘷𝘪𝘴𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘰𝘴𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘪𝘯𝘢 𝘥𝘶𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘮𝘢𝘯𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤.
𝘓𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘴𝘵𝘢 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘷𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘵𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘣𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪, 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤. 𝘐 𝘤𝘢𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘮𝘪𝘯𝘶𝘪𝘵𝘪 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘨𝘦𝘯𝘯𝘢𝘪𝘰 2022, 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦 𝘢 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘭𝘰 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪 𝘢 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦.
𝘓𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘴𝘤𝘦𝘨𝘭𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘰𝘴𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢̀ 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯 𝘵𝘢𝘭 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰.
 
Il 30 aprile scadrà, in Italia, l'obbligo di mascherina in ospedali, strutture sanitarie e RSA.
Cosa farà il ministro Schillaci? Io un sospetto ce l'ho, ma non ve lo dico!😀

lunedì 3 aprile 2023

Come Don Chisciotte.

 


Talvolta mi chiedo se, continuando quasi quotidianamente a parlare di Covid, non rischi di diventare noioso. In effetti sui media non se ne parla quasi più, gli argomenti sono altri: la guerra, i diritti LGBTQ, il clima, la transizione energetica, i ponti sullo stretto, ecc. ecc.

Anche quando mi trovo a mettere in mezzo l’argomento nei miei rapporti personali noto talvolta, specie da parte degli interlocutori più giovani, una sensazione quasi di fastidio. Giustamente molte persone vogliono non pensarci più, lasciare dietro le proprie spalle una esperienza dolorosa e faticosa.

Poi pero’ rifletto e constato che ancora oggi:

  • tante sono le persone che si vedono girare per strada con le mascherine

  • per essere ricoverati in ospedale per qualsiasi patologia si deve fare un tampone

  • per entrare in una struttura sanitaria o in una RSA si deve indossare una mascherina

  • andare a trovare un parente o un amico ricoverato è estremamente difficile se non impossibile

  • gli anziani continuano ad essere segregati nelle residenze e a non poter avere contatti sociali

  • sono ancora molti che al primo accesso di tosse corrono a farsi il tampone

  • ci sono pediatri che chiedono l’esecuzione del tampone prima di visitare i loro piccoli pazienti

  • nella scuola c’è ancora l’obbligo di mascherina se c’è stato un caso di Covid in classe

  • il Ministero della Salute continua a pubblicare bollettini settimanali che ci informano del numero di ricoveri e decessi e catalogano, ancora oggi, regioni italiane come “ad alto rischio”

  • la Commissione Covid del Parlamento Europeo stabilisce, pochi giorni fa, che “ il lockdown è stata la misura più efficiente per fermare il virus”

  • e probabilmente sto dimenticando tante altre assurde realtà

E a queste riflessioni si aggiunge la certezza che, prima o poi, come è sempre successo da che mondo è mondo, ci troveremo a vivere una nuova ondata epidemica, fosse anche dovuta a un ceppo influenzale un po’ diverso dai soliti, come è capitato nel 1957, nel 1968, nel 1977 e nel 2017, che causerà un aumento dei ricoveri e dei decessi.

E allora che succederà? Ricominceremo tutto daccapo? Lockdown, mascherine, vaccinazioni di massa (casomai con vaccini ancora più sperimentali), chiusura delle scuole, pass più o meno green, terrore?

Penso percio’che io debba continuare a scrivere, senza ripensamenti, dell’insensatezza delle strategie messe in atto in questi ultimi tre anni per le quali, fortunatamente, mi sembra che oggi si cominci a prendere coscienza in parti sempre più ampie di popolazione.

La mia speranza è che il contribuire a mantenere alta l’attenzione potrebbe servire a che, la prossima volta, ci siano più persone, rispetto alle poche che lo hanno fatto durante l’ultima epidemia, che si oppongano alle scelte sbagliate compiute e che, con tutta evidenza, potrebbero sicuramente ripetersi.

E’ ovvio che sono anche conscio che la mia fine potrebbe essere quella di un Don Chisciotte che, abbandonato e solo, carica a testa bassa i mulini a vento che vede all’orizzonte, ma io sono un medico, e non posso (e non voglio) moralmente esimermi dalle responsabilità di una scelta che ho fatto più di 50 anni fa iscrivendomi alla Facoltà di Medicina, e cioè impegnarmi per la tutela della salute delle persone.

Dunque, anche se rischio che i miei “followers” diminuiscano in maniera significativa, continuero’ come sto facendo oggi.

E al diavolo il “clickbait”, qualora mi fosse mai interessato!



domenica 2 aprile 2023

Il Long Covid esiste! Eccome!

 

Che gli effetti a lungo termine del Covid, considerato non tanto come malattia, ma come motivo e giustificazione delle strategie adottate per affrontarlo, siano presenti oggi e lo saranno anche in futuro, non c'è ombra di dubbio.
Non parlo dunque del Long Covid "medico"  il quale, considerato il fatto che è caratterizzato da oltre 200 sintomi (?😀) rappresenterà comunque sempre una diagnosi possibile per qualsiasi medico, quanto piuttosto di quello "strutturale" che impatterà sulle nostre vite future in ambiti come quello dell'istruzione, della salute mentale, dello stile di vita, ecc.ecc.
Oggi un articolo di Reuters ci racconta quanto sono diminuiti i punteggi per l'esame di abilitazione alla professione legale negli Stati Uniti:
 
(𝑅𝑒𝑢𝑡𝑒𝑟𝑠, 31 𝑚𝑎𝑟𝑧𝑜) - 𝐼 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑒𝑠𝑎𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑒𝑛𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑒𝑏𝑏𝑟𝑎𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑐𝑢𝑡𝑖𝑣𝑜, ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑒𝑟𝑑𝑖̀ 𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑎𝑚𝑖, 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑟𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑢𝑛𝑖𝑡𝑒𝑛𝑠𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑢𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19.
𝐼𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑀𝑢𝑙𝑡𝑖𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝐵𝑎𝑟 𝐸𝑥𝑎𝑚 - 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑎 𝑚𝑢𝑙𝑡𝑖𝑝𝑙𝑎 𝑑𝑖 200 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑒𝑠𝑎𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑜𝑐𝑎𝑡𝑜 - 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 131,1, 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑎𝑙𝑜 𝑑𝑖 1,5 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒, ℎ𝑎 𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑁𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑐𝑒 𝑜𝑓 𝐵𝑎𝑟 𝐸𝑥𝑎𝑚𝑖𝑛𝑒𝑟𝑠.
𝐼 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑖 3 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙 2021, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑀𝐵𝐸 𝑑𝑖 𝑓𝑒𝑏𝑏𝑟𝑎𝑖𝑜 𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑖 134 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖.
𝑅𝑜𝑠𝑒𝑚𝑎𝑟𝑦 𝑅𝑒𝑠ℎ𝑒𝑡𝑎𝑟, 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒, ℎ𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑙'𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑐𝑎𝑙𝑜 𝑠𝑖𝑎 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑒𝑡𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙'𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜.
 
Talvolta mi chiedo se effetti come questo siano da considerare imprevisti o se invece siano stati ben programmati.
Come infatti diceva il Che: "𝗨𝗻 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝗶𝗻𝗴𝗮𝗻𝗻𝗮𝗿𝗲"

 

sabato 1 aprile 2023

Parola del Signore. Amen!


Il Papa torna a casa. La "polmonite infettiva" per la quale è stato ricoverato è stata debellata. Prima di tornare pero' decide di visitare i bambini ricoverati e "𝙣𝙚𝙡 𝙧𝙚𝙥𝙖𝙧𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙤𝙣𝙘𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙖 𝙥𝙚𝙙𝙞𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙖 𝙞𝙡 𝙋𝙖𝙥𝙖 𝙝𝙖 𝙧𝙚𝙜𝙖𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙖𝙞 𝙗𝙞𝙢𝙗𝙞 𝙪𝙤𝙫𝙖 𝙙𝙞 𝙘𝙞𝙤𝙘𝙘𝙤𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙚 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞"
Gesto bellissimo!
Voglio solo far notare che i bambini oncologici sono i pazienti più "fragili", che al Papa due giorni prima era stata diagnosticata una "polmonite infettiva" e che, chiaramente, non indossa alcuna mascherina.
Sia chiaro che io penso che abbia fatto bene, non ha fatto correre rischi particolari ai piccoli ricoverati perchè la mascherina non serve, né a lui che evidentemente non era più contagioso, né ancor di più a tutti i "sani" che frequentano ospedali, case di cura e RSA per ragioni varie.
Lui, che è in contatto con entità superiori, lo sa bene e sa anche che è molto meglio mostrare il proprio volto sorridente a un malato, specialmente se è un bambino. 😀😀

Il mondo di domani.


 

A mio avviso il mondo occidentale, e per prima la vecchia Europa, è destinato al decadimento e al passaggio di testimone, prima o poi, ad etnie di tipo diverso da quella “ariana”, e non penso tanto a quella cinese o indiana, quanto piuttosto ai “neri” dell’Africa. E a me non dispiace, anche perché credo che, dal punto di vista fisico, i “neri” siano superiori a noi (da quello mentale, poi, visto cio’ che è successo in questi anni, non c’è proprio storia!) e credo che l'incrocio delle razze possa portare beneficio anche alla nostra, ormai vecchia e stanca.

Pensate alla famosa frase di Steve Jobs quando volle indicare la via del successo nella vita ai ragazzi che lo ascoltavano: “Stay Hungry, Stay Foolish!”.

Che gli occidentali, nella loro grande maggioranza, siano “folli” non c’è ombra di dubbio. Lo stiamo vedendo in questi ultimi anni. Una tale paura della morte che rinunciano senza alcun problema, ma anzi con convinzione, a vivere (lockdown, distanziamento, mascherine, negazione della socialità, ecc.) e poi pero’ permettono che non solo venga iniziata una guerra che ha tutte le probabilità di divenire mondiale e quindi provocare lutti molto più numerosi del virus innominabile, ma ne plaudono all’escalation in questa direzione. Pura schizofrenia!

Ma “affamati”, considerati gli stili di vita che ancora ci caratterizzano, specialmente nel mondo giovanile, non mi sembra proprio.

La popolazione invece che più sembra rispondere all’invito del buon Steve è quella africana.

Non hanno certo mostrato, vuoi per motivi socio-economici, vuoi per indole mentale, paura negli anni dell’epidemia ed hanno continuato a vivere le loro vite.

Che siano “affamati”, in senso non metaforico, non c’è dubbio alcuno. Noi occidentali abbiamo determinato questa condizione, ormai stabile, nel corso dei secoli considerando che gli africani vivono nel continente più ricco di materie prime al mondo che noi stiamo sfruttando da tempo immemorabile.

Che siano “folli” poi, lo dimostra il loro imbarcarsi in carrette del mare, infischiandosene di quella morte che noi tanto terrorizza, pur di raggiungere i luoghi dove pensano di trovare una vita diversa e migliore.

Dunque i perfetti realizzatori dell’invito di Steve, “folle e affamato” almeno negli anni della sua giovinezza.

Per questo credo che il mondo di domani sia loro.

Che dire dunque: In bocca al lupo!




venerdì 31 marzo 2023

Sarà l'età, ma sto diventando sempre più scettico!


 

Io sono sempre stato un "europeista" convinto. Devo confessare che negli ultimi tempi comincio ad avere più di un dubbio! 😀😀
P.S. quale sarebbe stato poi il "modello basato sui medici di base"? Prescrizione telefonica di "prendi un po' di tachipirina e aspetta che arrivi il momento che ti toccherà ricoverarti in ospedale"?

giovedì 30 marzo 2023

Cosi' ci smantellano le certezze!!!

 


Wow! Che mi tocca leggere!😮
Medscape, il sito di divulgazione medica forse più importante e seguito al mondo, si è sempre distinto, fin dall'inizio della storia, come assolutamente schierato con la posizione ufficiale, granitico, senza se e senza ma.
Oggi leggo questo articolo dal titolo "Aumento delle morti in eccesso, ma perchè?" dove non solo trovo questo grafico che mi fa vedere che l'eccesso di mortalità negli Stati Uniti è iniziato, e in maniera molto evidente, già nel 2019, ma mi fa anche leggere, testuale, che:
 
Innanzitutto, si può notare che anche prima della pandemia, gli Stati Uniti hanno un problema di eccesso di mortalità. Questo non è del tutto una sorpresa; sappiamo che le cosiddette "morti per disperazione", quelle dovute all'abuso di alcol, alle overdose di droga e al suicidio, sono ai massimi storici e tendono a colpire una popolazione "nel fiore degli anni" che altrimenti non sarebbe destinata a morire. Infatti, il 50% dei decessi in eccesso negli Stati Uniti si verifica tra i 15 e i 64 anni.
I decessi in eccesso sono anche una percentuale preoccupante dei decessi totali. Nel 2017, il 17% dei decessi totali negli Stati Uniti poteva essere considerato "in eccesso". Nel 2021, questo numero era raddoppiato al 35%. Nel 2021 sono morte quasi 900.000 persone negli Stati Uniti che forse non ne avevano bisogno.
L'ovvio colpevole è la COVID, ma l'eccesso di decessi associati alla COVID spiega solo circa il 50% dell'eccesso registrato nel 2021. Il resto riflette qualcosa di ancora più preoccupante: un peggioramento dei fallimenti del passato, forse esacerbati dalla pandemia ma non dovuti al virus stesso.
 
Mi chiedo dove andremo a finire se le certezze assolute che abbiamo vissuto in questi ultimi anni vengono messe in discussione? 😀😀😀 
 

 



mercoledì 29 marzo 2023

"Le reazioni avverse ai vaccini sono estremamente rare" secondo EMA. Meno male, adesso siamo tutti più tranquilli !!!

Leggo un articolo su Doctor 33, un sito specializzato riservato a medici e farmacisti, di un’audizione al Parlamento europeo di Emer Cooke, direttrice di EMA (Agenzia Europea Medicinali) la quale ha affermato in quella sede che le reazioni avverse ai vaccini anticovid sono estremamente rare.

Nell'Ue abbiamo chiesto alle compagnie produttrici rapporti di monitoraggio ogni mese oltre ai normali rapporti semestrali - ha aggiunto Cooke - e abbiamo intensificato la ricerca osservazionale e il sistema di sorveglianza internazionale" sulle potenziali reazioni avverse. Questo ha consentito di trovarne "anche di rarissime e con incredibile velocità, di solito con i vaccini ci vogliono anni", ha proseguito. "Oggi il profilo di sicurezza dei vaccini Covid è molto alto - ha concluso Cooke - la grandissima maggioranza degli effetti collaterali è molto tenue e arriva nelle settimane immediatamente seguenti la vaccinazione, e questo per i vaccini è normale".

Meno male che i rapporti di monitoraggio li hanno chiesti alle case produttrici, abbiamo visto quanto siano state felici e disponibili, fino ad adesso, a divulgare i dati in loro possesso!😀

La cosa comunque strana è che se andiamo a visionare i dati sugli effetti avversi dei vaccini sul sito di EUDRA, la Banca Dati europea degli effetti avversi ai farmaci, troviamo tabelle che non ci rassicurano cosi’ tanto come le parole della Cooke!

Queste le tabelle dati dei vaccini Pfizer, Moderna e Astra Zeneca:




 

E per finire un'informazione interessante. La Cooke, prima di diventare direttrice di EMA, ha lavorato per l’organizzazione lobbistica EFPIA, La Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche.

A tal proposito il deputato Gerald Hauser, in una interrogazione al parlamento europeo, ha affermato questo:

FPÖ - Hauser: la direttrice dell'EMA ha trascorso tutta la sua vita lavorativa a fare lobby per l'industria farmaceuticaVienna (OTS) - "Non è possibile che dal novembre 2020 l'Agenzia europea per i medicinali EMA sia guidata dalla dottoressa Emer Cooke, una lobbista per le aziende farmaceutiche che ora chiedono l'approvazione dei loro vaccini Covid. L'attuale direttrice dell'EMA ha trascorso tutta la sua vita lavorativa nell'industria farmaceutica e ora è anche responsabile, tra le altre cose, dell'approvazione, del controllo e dell'efficacia di farmaci e vaccini - come per AstraZeneca. In qualsiasi democrazia decente, si parlerebbe di conflitto di interessi in un caso del genere", ha dichiarato oggi il membro del Consiglio Nazionale Libero Mag.

"Per esempio, Emer Cooke era anche responsabile di un budget di circa 306 milioni di euro per il 2020 - ma il 91% di questo budget proveniva da compensi di aziende farmaceutiche. A partire dal 1985, ha ricoperto diverse posizioni nell'industria farmaceutica e dal 1991 al 1998 è stata membro del consiglio di amministrazione della Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (EFPIA), un'organizzazione di lobbying delle maggiori aziende farmaceutiche europee. Qui ha trascorso otto anni facendo lobbying per le 'Big 30' dell'industria farmaceutica europea, tra cui Pfizer, AstraZeneca, Novartis, Johnson & Johnson", ha criticato Hauser e ha continuato: "Una simile carriera può essere descritta solo con le seguenti ipotesi: 'insider trading vero e proprio', 'nepotismo' o 'corruzione'. Questo dovrebbe anche essere preso in considerazione se in futuro l'EMA sarà considerata una prova della correttezza dei test sui prodotti medici".



lunedì 27 marzo 2023

Ne vedremo delle belle nel prossimo futuro!

Ecco a cosa conduce il terrore indotto da "scienziati" e media, abbinato all'ipocondria già presente in numerosi individui che tre anni di Covid ha sdoganato, trasformandola da psicosi da curare in una virtù che porta a prendere decisioni "precauzionali" e "preventive". Il tutto, ovviamente, condito dall'assoluta ignoranza rispetto alle malattie e alla loro modalità di trasmissione. La notizia sotto riportata fa il paio con la disinfezione delle strade alla quale abbiamo assistito nella prima fase dell'epidemia.
La scarlattina, di cui realmente stiamo assistendo ad un aumento di casi, rispetto agli anni pre-covid, come d'altronde lo vediamo per tante altre malattie infettive dopo tre anni di mascherine e "isolamento", oggi provoca la "sanificazione" e la conseguente chiusura delle scuole per un periodo più o meno lungo.
E siamo solo all'inizio!
 

 

 

Giornalismo d'inchiesta: fortunatamente esiste ancora!

Riporto qui il testo integrale dell'articolo di oggi su La Verità di Maddalena Loy, giornalista della cui amicizia mi onoro e che non ha mai avuto timore a contrastare la narrazione ufficiale ricercando con meticolosità  dati reali, sempre ignorati e nascosti dai media "accreditati".

Una lettura che ci permette di interpretare con più chiarezza gli accadimenti degli anni dell'epidemia.


Un flusso generoso e ininterrotto di denaro a tutti, nel privato e nel pubblico: medici, società di congressi e di formazione, ma anche enti, associazioni di categoria, fondazioni, Asl, università e ospedali. I «trasferimenti di valore» (ToV, Transfer of values) dell’azienda farmaceutica Pfizer a tutto ciò che ruota intorno a medicina e salute sono infiniti e documentano come funziona – lecitamente - il sistema della «pesca a strascico» che ha ormai cronicizzato la dipendenza della medicina dall’industria del farmaco. Complice il progressivo ritiro dello Stato dal sostegno alla ricerca e allo sviluppo, i documenti pubblici che raccolgono i beneficiari Pfizer negli ultimi anni rendono plasticamente se non ammanettata, alle aziende farmaceutiche, rappresentando i conflitti d’interessi che imperversano, aumentati negli anni della pandemia. I trasferimenti di valore della sola Pfizer per ricerca e sviluppo, che nel 2019 erano pari a 6.353.707 euro, nel 2020 sono balzati a 10.242.454 euro, per poi toccare quota 10.319.009 euro nel 2021. E pensare che nel 2018, la somma dei trasferimenti Pfizer in Italia era stata di «soli» 169.602 euro. Al di là delle somme erogate urbi et orbi dalla multinazionale americana, è il variegato elenco dei beneficiari che balza all’occhio. Non sono soltanto i privati a godere del sostegno di Pfizer, ma spesso anche enti pubblici, associazioni e federazioni che, nel corso della pandemia, sono state consultate da stampa e media per convincere i cittadini a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Cittadinanzattiva (organizzazione cattolica di sinistra che ha dato vita al Tribunale del malato) ad esempio, nel 2022 ha ricevuto 243.127 euro, dei quali 142.000 in donazioni e grants. Di questi ultimi, 101.000 sono stati impegnati per un focus sugli antivirali contro il Covid (di cui Pfizer è una delle maggiori produttrici, con il suo Paxlovid). Altro esempio: a dicembre 2022 La Verità dedicò un articolo al webinar «Alfabetizzazione sanitaria ed esitazione vaccinale», organizzato dalla potente Fondazione Umberto Veronesi. Evento dal sapore propagandistico, risultò molto sbilanciato a favore della controversa vaccinazione anti Covid dei giovanissimi: ne scrivemmo perché a farsi portavoce dell’« urgenza vaccinale» sui bambini, nel corso di quell’evento, furono decisori pubblici come il professor Giovanni Rezza dell’Istituto superiore della sanità e Cinzia Caporale, dirigente del Consiglio nazionale delle ricerche ed ex membro del secondo Cts rinnovato da Mario Draghi. Ebbene, quel convegno è stato finanziato proprio da chi quei vaccini li produce, ossia Pfizer, che ha dato alla Fondazione Veronesi un contributo di 120.000 euro, sotto forma di donazione, per il progetto «Io vivo sano – Prevenzione Vaccini». Il 2021 è stato l’anno in cui l’opinione pubblica, incerta sull ’opportunità della vaccinazione anticovid dei bambini e dei ragazzi poco scalfiti dal virus, ha subìto forti pressioni a mezzo stampa, esercitate anche dai rappresentanti istituzionali. Sconcerta dunque constatare che tra i beneficiari delle sovvenzioni e donazioni della Pfizer ci siano associazioni come la Fimp, Federazione italiana medici pediatri, che a giugno 2021, quando fu approvato il vaccino Pfizer per gli over 12, elaborò il volantino-decalogo «Perché vaccinare tuo figlio adolescente contro il Covid», che campeggia ancora oggi negli ambulatori di tutti i pediatri di famiglia italiani. La Fimp ha ricevuto 128.300 euro da Pfizer nel 2021, e altri 130.476 nel 2020. Anche la Sip, Società italiana pediatria, si è fatta notare in pandemia per lo zelo con cui ha sponsorizzato la vaccinazione dei bambini. Nel volantino «8 domande e 8 risposte sul vaccino Covid», ha minimizzato le miocarditi da vaccino («lievi, di modesta entità e risolvibili»), consigliando la vaccinazione anche per evitare «l’isolamento sociale», sic: Pfizer le ha offerto contributi per 59.650 euro nel 2019 (nel 2018 nulla). Inizialmente istituito per curare i disturbi della crescita, anche l’Istituto auxologico italiano di Milano si è speso per la vaccinazione dei minori con i soliti mantra: «I vaccini a Rna-messaggero Moderna e Pfizer sono sicuri ed efficaci », «gli eventi avversi sono bassi, ma le persone hanno ancora timore, arrivando anche a non vaccinarsi». L’Istituto è arrivato «anche» a percepire 169.736 euro da Pfizer. La polemica forse più feroce del 2020, poi proseguita anche nel 2021 e nel 2022, è quella che ha coinvolto i medici di base (Mmg, medici di medicina generale), alcuni dei quali accusati di non aver visitato i pazienti malati e di essersi appiattiti sulle indicazioni istituzionali che, almeno fino al 30 novembre 2020, suggerivano paracetamolo e vigile attesa per «curare» la malattia, in attesa che arrivassero i vaccini. Sono stati proprio gli Mmg a godere di molti finanziamenti erogati da Pfizer: nel 2020 hanno ricevuto 12.500 euro erogati alla Simg (Società italiana di medicina generale) e 86.977 euro concessi a Metis srl, la società scientifica dei medici di medicina generale, nel 2021 i contributi Pfizer sono saliti a 69.000 euro per la Simg e 254.720 euro a favore di Metis srl. Anche i rianimatori delle terapie intensive della Siaarti sono stati sostenuti da Pfizer: 63.000 euro nel 2020, 167.000 euro nel 2021. Il 2021 è stato anche l’anno in cui sono partite le prime segnalazioni di eventi avversi da vaccino, che ad oggi, lo ricordiamo, sono 140.595, di cui 26.291 gravi e 971 segnalazioni di decesso post-vax. La scorsa settimana Mario Giordano ha mostrato in esclusiva a Fuori dal Coro le mail interne dell’Agenzia italiana del farmaco in cui, a fronte dell’arrivo, già a inizio 2021, di segnalazioni «rilevanti» di eventi avversi e tassi altissimi, funzionari Aifa raccomandavano che i dati «non fossero pubblicati o divulgati ». Anche le società specialistiche non ne fecero menzione, e ciò scoraggiò molti cittadini a inoltrare le segnalazioni, a tutt’oggi sottostimate. Gli eventi avversi si sono manifestati spesso come miocarditi, infarti e problemi cardiocircolatori. Nessuna associazione di categoria italiana ha mai preso in considerazione l’ipotesi che potesse essere stato il vaccino a slatentizzare o scatenare questi problemi. Alcune di queste hanno ricevuto sovvenzioni da Pfizer: 70.750 euro alla Società italiana cardiologia nel 2020, 62.000 nel 2021 (niente nella tabella 2018), 541.940 euro all’Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) nel 2020 e 533.656 euro nel 2021 (nel 2019 furono 362.250, nel 2018 solo argent de poche: 1.500 euro) e 20.665 alla Fondazione italiana per il cuore nel 2022. La macchina della propaganda è stata ben oliata anche da Pfizer alle aziende che organizzano eventi e congressi scientifici per conto di medici e università, e sopratutto alle società, accreditate presso il ministero della Salute, che fanno formazione Ecm (educazione continua in medicina). Paperone del 2021 è Qb Group (678.323 euro, oltre ai 77.850 del 2019 e i 117.307 del 2020), società di Padova, la città dove è nata la Fondazione «Sviluppo di terapia genica con tecnologia a Rna», beneficiaria a sua volta di 320 milioni di euro del Pnrr. È andata molto bene anche a Editree srl di Monza, che nel 2019 ha ricevuto da Pfizer ben 986.123 euro in sovvenzioni, mantenendone 320.426 nel 2020 e altri 327.893 euro nel 2021. A seguire Materia Prima s.r.l di Bergamo (137.640 euro nel 2020 e 494.341 euro, addirittura in donazioni, nel 2021), agenzia di comunicazione leader nel settore medico. A fare incetta dei generosi contributi Pfizer anche Academy srl di Milano, Executive Congress srl di Firenze, Planning Congress di Bologna, Nadirex di Pavia, Dynamicon Education di Milano, Oliba srl di Roma e Aristea di Genova, tra le tante. Una menzione a parte merita Edra Spa, società di consulenza che nel 2020 ha ricevuto da Pfizer 353.150 euro: il suo chief scientific officer è Luca Pani, ex direttore generale Aifa ed ex dirigente della commissione per la valutazione dei medicinali di Ema. Altri importanti beneficiari dei contributi Pfizer sono le università e gli ospedali, sovvenzionati a macchia d’olio in tutta Italia: si va dalla Fondazione Irccs Ospedale San Martino di Genova, che ha ricevuto 77.893 euro in donazioni nel 2021 contro i 33.050 del 2019 e i 10.800 del 2020, all’Università di Genova (20.000 euro nel 2020 e 67.500 euro nel 2021, di cui 33.000 in donazioni), passando per l’Istituto San Raffaele di Milano, dove lavora il professor Roberto Burioni (40.000 euro di donazioni nel 2020, saliti a 151.741 nel 2021). Donazioni di piccola-media entità alle università di Foggia, Messina, Padova, Pavia, Verona, Torino, Milano, Pisa, Roma La Sapienza, Camerino e Salerno nel 2021, oltre a quelle di Napoli, Milano Bicocca, Caserta, Ferrara, L’Aquila, Cagliari, Modena, Firenze, Varese Insubria e Ancona nel 2020. Per non dimenticare gli ospedali: si va dal Policlinico di Milano all’Istituto oncologico romagnolo di Forlì, passando per l’Ospedale Maggiore di Bologna.

Elencarli tutti è impossibile, e stiamo parlando soltanto di Pfizer.


 

domenica 26 marzo 2023

Ghebreyesus: ”5000 morti a settimana per il Covid"


Quando sento dire dal buon Theodor, direttore dell’OMS, che ci stiamo avviando verso la fine dell’emergenza anche se dobbiamo restare all’erta perché comunque ancora oggi si riscontrano “5000 decessi (preciso che sono nella quasi totalità di anziani over 80) a settimana nel mondo”, mi spunta sulla bocca un sorriso (amaro).

E’ infatti un numero insignificante considerando che ancora oggi tamponiamo tutti coloro che entrano in un ospedale per qualsivoglia patologia e oltretutto lo facciamo con tamponi a 42-45 cicli di amplificazione.

Facciamo l’ipotesi che decidessimo di fare un tampone faringeo per il meningococco (i portatori sani di questo batterio variano, secondo gli studi, dal 10 al 30% della popolazione adulta) a tutti coloro che entrano in ospedale. Altro che 5000 morti a settimana per “meningite” conteremmo nel mondo!

Ma andiamo oltre in ipotesi suggestive!

E se decidessimo di fare agli ospedalizzati anche un tampone, nasale e/o cutaneo, per lo Staphylococcus aureus, germe presente sulla cute e nel naso del 30% della popolazione adulta e che puo’ causare oltre che patologie cutanee, anche polmoniti, osteomieliti, artriti settiche, endocarditi e setticemie?

Allora si’ che saremmo di fronte ad una pandemia mai vista prima!

Alla fine conteremmo decine di migliaia di decessi per “Covid meningo-stafilococcico”.

E allora, recuperiamo una buona volta la ragione e l’evidenza medica. Se vogliamo continuare a fare tamponi (solo quelli ospedalieri, perché per tutti gli altri è giunta l’ora, una buona volta, di smettere di farli!), facciamoli soltanto a coloro che entrano in ospedale con sintomi specifici e riferibili al SARS-CoV-2 e non ai pazienti ricoverati per infarto cardiaco, ictus cerebrale o tumore metastatizzato all’ultimo stadio, per non parlare dei traumatizzati. E facciamolo utilizzando cicli di amplificazioni ragionevoli, cioè non più di 36, come d’altronde era stato suggerito nella prima fase dell’epidemia considerando che i test positivi oltre questo cut-off, per i non sintomatici, possono essere considerati solo come segnali di infezione passata e superata.

Sono sicuro che il numero di morti Covid diminuirebbe significativamente e tutti ( specie coloro che ancora pensano di rischiare la morte andando a fare la spesa in un supermercato affollato) sarebbero più sereni.

Altrimenti i “5000 decessi settimanali covid” di anziani over 80 (che stranamente è la classe di età che mostra la più alta mortalità generica da che mondo è mondo) e forse anche molti di più in futuro, rappesenteranno una costante fino a quando l’uomo sarà soppiantato, sulla terra, da qualche altra specie;

…..a meno che, ovviamente, questo dato immutabile nel tempo non sia funzionale a qualche altro progetto, che pero’ con la tutela della salute pubblica credo abbia ben poco a che vedere.





Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...