Talvolta mi chiedo se, continuando quasi quotidianamente a parlare di Covid, non rischi di diventare noioso. In effetti sui media non se ne parla quasi più, gli argomenti sono altri: la guerra, i diritti LGBTQ, il clima, la transizione energetica, i ponti sullo stretto, ecc. ecc.
Anche quando mi trovo a mettere in mezzo l’argomento nei miei rapporti personali noto talvolta, specie da parte degli interlocutori più giovani, una sensazione quasi di fastidio. Giustamente molte persone vogliono non pensarci più, lasciare dietro le proprie spalle una esperienza dolorosa e faticosa.
Poi pero’ rifletto e constato che ancora oggi:
tante sono le persone che si vedono girare per strada con le mascherine
per essere ricoverati in ospedale per qualsiasi patologia si deve fare un tampone
per entrare in una struttura sanitaria o in una RSA si deve indossare una mascherina
andare a trovare un parente o un amico ricoverato è estremamente difficile se non impossibile
gli anziani continuano ad essere segregati nelle residenze e a non poter avere contatti sociali
sono ancora molti che al primo accesso di tosse corrono a farsi il tampone
ci sono pediatri che chiedono l’esecuzione del tampone prima di visitare i loro piccoli pazienti
nella scuola c’è ancora l’obbligo di mascherina se c’è stato un caso di Covid in classe
il Ministero della Salute continua a pubblicare bollettini settimanali che ci informano del numero di ricoveri e decessi e catalogano, ancora oggi, regioni italiane come “ad alto rischio”
la Commissione Covid del Parlamento Europeo stabilisce, pochi giorni fa, che “ il lockdown è stata la misura più efficiente per fermare il virus”
e probabilmente sto dimenticando tante altre assurde realtà
E a queste riflessioni si aggiunge la certezza che, prima o poi, come è sempre successo da che mondo è mondo, ci troveremo a vivere una nuova ondata epidemica, fosse anche dovuta a un ceppo influenzale un po’ diverso dai soliti, come è capitato nel 1957, nel 1968, nel 1977 e nel 2017, che causerà un aumento dei ricoveri e dei decessi.
E allora che succederà? Ricominceremo tutto daccapo? Lockdown, mascherine, vaccinazioni di massa (casomai con vaccini ancora più sperimentali), chiusura delle scuole, pass più o meno green, terrore?
Penso percio’che io debba continuare a scrivere, senza ripensamenti, dell’insensatezza delle strategie messe in atto in questi ultimi tre anni per le quali, fortunatamente, mi sembra che oggi si cominci a prendere coscienza in parti sempre più ampie di popolazione.
La mia speranza è che il contribuire a mantenere alta l’attenzione potrebbe servire a che, la prossima volta, ci siano più persone, rispetto alle poche che lo hanno fatto durante l’ultima epidemia, che si oppongano alle scelte sbagliate compiute e che, con tutta evidenza, potrebbero sicuramente ripetersi.
E’ ovvio che sono anche conscio che la mia fine potrebbe essere quella di un Don Chisciotte che, abbandonato e solo, carica a testa bassa i mulini a vento che vede all’orizzonte, ma io sono un medico, e non posso (e non voglio) moralmente esimermi dalle responsabilità di una scelta che ho fatto più di 50 anni fa iscrivendomi alla Facoltà di Medicina, e cioè impegnarmi per la tutela della salute delle persone.
Dunque, anche se rischio che i miei “followers” diminuiscano in maniera significativa, continuero’ come sto facendo oggi.
E al diavolo il “clickbait”, qualora mi fosse mai interessato!
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