lunedì 24 aprile 2023

Considerazioni di un vecchio pediatra.

 

 

Forse questo mio post non sarà interessante, ma io vorrei esprimere che questa attuale discussione sulla correttezza nell’usare la parola vaccino per i preparati farmaceutici utilizzati per curare alcuni tumori e che avranno un sicuro sviluppo nel prossimo futuro la trovo da una parte inutile, ma dall’altra anche molto significativa.
Premetto che, per i miei antichi studi (forse superati), mi hanno insegnato che i vaccini sono quelli che prevengono le malattie, mentre i farmaci sono quelli che le curano, indipendentemente dal tipo di meccanismo utilizzato (in questo caso mRNA che induce la produzione di determinate proteine da parte delle cellule).
Da questa mia nozione ne consegue la fondamentale differenza che io ritengo esserci tra i due termini: i vaccini vengono utilizzati nei soggetti SANI, i farmaci in quelli MALATI.
E’ vero che ormai è da tempo che si utilizza il termine “vaccini antitumorali”, ma io credo che sia stato un errore, non è il meccanismo di azione che li deve definire, bensi’ lo scopo.
D’altronde il far passare la percezione che i vaccini possano sia prevenire che curare le malattie ha fatto si’, io credo, che fosse accettata, senza porsi molte domande, la necessità della vaccinazione universale contro il Covid.
Se infatti i vaccini servono a tutto (all’inizio della vicenda anche a bloccare i contagi), chi potrebbe essere cosi’ stupido da avere dubbi nel farseli somministrare?
Si è dunque perso di vista (inconsapevolmente o deliberatamente, a voi il giudizio) che, considerato che i vaccini, fino ad oggi, sono stati somministrati ai SANI per non farli ammalare, si sarebbe dovuto attentamente valutare quali SANI avessero realmente la necessità di essere vaccinati per evitare una malattia che avrebbe potuto loro provocare gravi complicazioni. E questo indipendentemente dallo studio di eventuali effetti avversi che, comunque la si pensi, necessiterà, come è sempre stato, di ancora molto tempo prima di dare risultati “scientifici”.
Dunque la domanda finale: lattanti, bambini, adolescenti, giovani adulti avevano realmente il bisogno di essere vaccinati?
Domanda correlata anche al secondo insegnamento che mi è stato dato durante i miei antichi studi (e che io ho sempre cercato di seguire): applicare sempre, in ogni atto medico, il “principio di precauzione”.

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