martedì 18 aprile 2023

Chi se lo poteva aspettare!?

Alla mia età ormai non mi stupisco più di niente! Questo l'ultimo articolo di Burioni su Journal of Translational Medicine. Notare l'ammissione che Omicron "causa una patologia meno grave, e causa sintomi molto diversi dalle varianti precedenti, colpendo in particolare la gola" e quella che "l'efficacia dei vaccini nell'ostacolare le infezioni e la trasmissione del contagio è diminuita":
A me sembra tanto il preludio di un bel riposizionamento! Ravvedimento o strizza? Godiamoci comunque il risultato aldilà delle valutazioni scientifico-morali sul personaggio.
 
 

 
𝑈𝑛𝑎 𝑟𝑒𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑢𝑙 𝐽𝑜𝑢𝑟𝑛𝑎𝑙 𝑜𝑓 𝑇𝑟𝑎𝑛𝑠𝑙𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑠𝑐𝑟𝑖𝑣𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑛𝑜𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19, 𝑖𝑛 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑒𝑣𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖 𝑆𝐴𝑅𝑆-𝐶𝑜𝑉-2 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜.
«𝑃𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑠𝑐𝑟𝑖𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑙'𝑒𝑣𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑒. 𝐶𝑖𝑜̀ ℎ𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑜𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑎 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑜𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑢𝑛 𝑣𝑎𝑛𝑡𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑒𝑣𝑜𝑙𝑢𝑡𝑖𝑣𝑜, 𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑒 𝑙'𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑜𝑒𝑣𝑎𝑠𝑖𝑣𝑒» 𝑠𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎𝑛𝑜 𝑅𝑒𝑛𝑎𝑡𝑎 𝐺𝑖𝑙𝑖 𝑒 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡𝑜 𝐵𝑢𝑟𝑖𝑜𝑛𝑖, 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑈𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑉𝑖𝑡𝑎 𝑆𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑆𝑎𝑛 𝑅𝑎𝑓𝑓𝑎𝑒𝑙𝑒, 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜. 𝐼 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑎 "𝑧𝑢𝑝𝑝𝑎" 𝑜 "𝑠𝑐𝑖𝑎𝑚𝑒" 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑆𝐴𝑅𝑆-𝐶𝑜𝑉-2, 𝑖𝑛𝑓𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑒𝑠𝑐𝑒 𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑑𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎𝑟𝑒, 𝑒 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑒 𝑢𝑛 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛. «𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑒̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑠𝑎, 𝑚𝑎 ℎ𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑢𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑖𝑡𝑖 𝑒 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑡𝑖; 𝑖𝑛𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒, 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑒𝑙𝑙𝑢𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑓𝑒𝑟𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑛𝑎𝑠𝑜 𝑒 𝑔𝑜𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑖 𝑝𝑜𝑙𝑚𝑜𝑛𝑖» 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐𝑜. 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛, 𝑖𝑛𝑓𝑎𝑡𝑡𝑖, 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑡𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑒, 𝑒 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑔𝑜𝑙𝑎. 𝑆𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎 𝑞𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑠𝑡𝑖𝑎 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑎 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑙𝑜𝑐𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑒. 𝑃𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎 𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖, 𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑖𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑜𝑠𝑡𝑎𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜 𝑒̀ 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑡𝑎. «𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜, 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎𝑣𝑖𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑢𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖𝑛𝑜. 𝐼𝑛 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎̀, 𝑖𝑛𝑓𝑎𝑡𝑡𝑖, 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎, 𝑒𝑣𝑖𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑖 𝑒 𝑟𝑖𝑑𝑢𝑐𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀» 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑒𝑔𝑢𝑜𝑛𝑜. 𝐺𝑙𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑑𝑜𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒, 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑜, 𝑒̀ 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑜𝑡𝑡𝑖𝑚𝑖𝑠𝑚𝑜, 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖 𝑠𝑝𝑟𝑎𝑦 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑟𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎 𝑎𝑙 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19.
 

venerdì 14 aprile 2023

La "memoria"

In Italia si parla spesso della “memoria”. E’ importante che essa sia sempre presente in noi tutti. Ma non basta parlarne soltanto nell’occasione delle “giornate” ad essa consacrate, deve essere “stimolata” ogni giorno. A Parigi, camminando per le strade, capita spesso di trovare, ai portoni d’ingresso delle scuole, targhe come quelle che ho fotografato. Gli studenti che vi entrano, dai bambini degli asili ai liceali, le hanno quotidianamente sotto gli occhi. Per chi non conosce la lingua ne traduco una:
𝐷𝑎𝑙 1942 𝑎𝑙 1944 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖 11000 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑖 𝑓𝑢𝑟𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑖 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑐𝑖𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑔𝑜𝑣𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑓𝑟𝑎𝑛𝑐𝑒𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑉𝑖𝑐ℎ𝑦 𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑎𝑠𝑠𝑖𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑒𝑏𝑟𝑒𝑖. 𝑃𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖 500 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑖 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑟𝑧𝑜 𝑎𝑟𝑟𝑜𝑛𝑑𝑖𝑠𝑠𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡. 𝑀𝑜𝑙𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑡𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑙𝑎 𝑒𝑙𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝐹𝑖𝑙𝑙𝑒𝑠 𝑒𝑡 𝐺𝑎𝑟𝑐𝑜𝑛𝑠 𝑑𝑒𝑠 𝑄𝑢𝑎𝑡𝑟𝑒-𝐹𝑖𝑙𝑠.
𝑁𝑜𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑖 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑚𝑎𝑖.
Confesso che io non manco mai di emozionarmi quando ne leggo una. E sono proprio le emozioni che tengono desta la “memoria”.
Aggiungo che, sempre in Francia, c’è una materia che viene insegnata fin dalle scuole elementari. Si chiama “Enseignement moral et civique”
Questa è la descrizione che ne fa il Ministero dell’Istruzione: “𝐿'𝑒𝑑𝑢𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑐𝑖𝑣𝑖𝑐𝑎 𝑚𝑖𝑟𝑎 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑐𝑖𝑣𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑐𝑟𝑖𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑖𝑙 𝑐𝑢𝑖 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜 𝑒̀ 𝑙𝑜 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑡𝑢𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑢𝑛𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑖𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑒 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒. 𝐿'𝑒𝑑𝑢𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑐𝑖𝑣𝑖𝑐𝑎 𝑚𝑖𝑟𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑎 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒 𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑢𝑛𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑢 𝑐𝑢𝑖 𝑠𝑖 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑅𝑒𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎: 𝑖𝑙 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑔𝑛𝑖𝑡𝑎̀, 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀, 𝑙'𝑢𝑔𝑢𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎 - 𝑖𝑛 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑒 𝑒 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖 -, 𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑑𝑎𝑟𝑖𝑒𝑡𝑎̀, 𝑙𝑎 𝑙𝑎𝑖𝑐𝑖𝑡𝑎̀, 𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎, 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑒 𝑙'𝑎𝑠𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑠𝑖𝑎𝑠𝑖 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑟𝑖𝑚𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑜𝑠𝑠𝑖𝑎 𝑖 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑅𝑒𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑓𝑟𝑎𝑛𝑐𝑒𝑠𝑒, 𝑠𝑎𝑛𝑐𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐷𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑢𝑜𝑚𝑜 𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙 1789 𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑝𝑟𝑒𝑎𝑚𝑏𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑜𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 1946.”
I francesi sono talvolta presuntuosi e un po’ antipatici, ma, rispetto a queste cose, credo che dovrebbero essere presi ad esempio.





 

Che sorpresa!

 

Stupisce anche voi leggere articoli di questo tenore dopo tutto quello che ci hanno propinato e continuano a farlo?
Ben vengano comunque!
Ora sono curioso di vedere se ci sarà un riscontro anche sui media nazionali!
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 𝐈𝐥 𝐂𝐨𝐯𝐢𝐝 𝐥𝐢𝐞𝐯𝐞 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐢𝐝𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐥𝐨 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐞𝐫𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐧𝐞𝐢 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢.
 
I bambini nati da mamme che hanno avuto un Covid lieve o asintomatico durante la gravidanza non presentano alterazioni, sulla base dei risultati di una valutazione completa dello sviluppo del cervello.

Questi i risultati di un nuovo studio condotto dai ricercatori della Columbia University dal titolo “Valutazione del neurosviluppo nei neonati con e senza esposizione all’infezione Sars-CoV-2 materna asintomatica o lieve durante la gravidanza” pubblicato su Jama Network Open. Lo studio è stato finanziato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie e dal National Institutes of Health.

I risultati dello studio si espandono su uno studio più piccolo che ha utilizzato i report materni per valutare lo sviluppo dei bambini nati a New York durante la prima ondata della pandemia. Studio che non ha trovato differenze nello sviluppo del cervello tra i bambini che sono stati esposti a Covid in utero e quelli che non sono stati esposti.

Per il nuovo studio, i ricercatori hanno sviluppato un metodo ad hoc per osservare i bambini a distanza, tra marzo 2021 e giugno 2022. Sono stati studiati 407 bambini tra i 5 e gli 11 mesi di età provenienti da tre aree geografiche: New York City, Salt Lake City, Utah e Birmingham, Alabama. Nel complesso, quasi un terzo dei bambini è nato da madri che hanno avuto Covid durante la gravidanza.

Prima della valutazione, ciascuna delle famiglie partecipanti ha ricevuto lo stesso set di giocattoli per bambini e prodotti alimentari in modo che i ricercatori potessero osservare e confrontare le capacità motorie dei bambini in modo standardizzato. I ricercatori hanno anche valutato le abilità cognitive e linguistiche. Non sapevano quali bambini fossero stati esposti al Covid in utero.

“L’idea del nostro nuovo metodo per valutare lo sviluppo da remoto è venuta ai medici della Columbia che hanno rapidamente iniziato a eseguire visite di telemedicina all’inizio della pandemia nel tentativo di continuare a fornire cure di alta qualità in modo sicuro – afferma il coordinatore dello studio Dani Dumitriu, MD, PhD, professore di pediatria e psichiatria presso la Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons – ma nel corso del tempo, ci siamo anche resi conto che osservare i bambini a distanza, in ambiente domestico, ci avrebbe permesso di valutare meglio il loro sviluppo rispetto al laboratorio di ricerca, dove potevano essere spaventati o ansiosi”.

I ricercatori hanno scoperto che i bambini le cui madri avevano il Covid-19 lieve o asintomatico in qualsiasi momento durante la gravidanza si stavano sviluppando in modo simile a quelli le cui madri non avevano mai avuto il Covid.

“L’attuale studio, che ha utilizzato un metodo più rigoroso per valutare i bambini nati durante la pandemia, e fornisce ulteriori prove rassicuranti che avere un caso lieve o asintomatico di Covid durante la gravidanza non influisce sullo sviluppo del cervello nei neonati” afferma Dumitriu.

Ora ha aggiunto “Sono necessari ulteriori studi per dirci l’impatto del Covid più grave sul cervello di un bambino in via di sviluppo”.

giovedì 13 aprile 2023

Sono ridicoli!

 

 
Per caso siete più tranquilli rispetto al Covid19?
Pensate che, oggi, possa essere paragonato all'influenza? Poveri illusi!
Doctor33, sito specialistico rivolto ai medici italiani, riporta la notizia (che sicuramente sarà ripresa dai media nazionali) di 2 studi che dimostrano un maggior numero di ricoveri e una mortalità superiore del Covid rispetto all'influenza.
Io avanzo un' ipotesi: che questo dato sia dovuto al fatto che tutti gli ingressi ospedalieri sono tamponati per il Covid, e quasi nessuno lo è per l'influenza? 😀(la faccina che ride perchè vorrei fosse chiaro che la mia è una domanda ironica e retorica)
Questo è l'articolo (a proposito, strano che i ricoverati per Covid presentino anche un maggior numero di comomorbidità di "malattie serie" degli "influenzati"!😀). Sono ridicoli!
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𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒. 𝐸̀ 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎 𝑐𝑢𝑖 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑑𝑢𝑒 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖, 𝑢𝑛𝑜 𝑖𝑠𝑟𝑎𝑒𝑙𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑒 𝑢𝑛𝑜 𝑎𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎𝑛𝑜, 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑒 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑠𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎𝑙𝑒 2021-2022 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑎 𝑎𝑢𝑡𝑢𝑛𝑛𝑜-𝑖𝑛𝑣𝑒𝑟𝑛𝑜 2022-2023. 𝐼𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑-19 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑚𝑏𝑒 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑖𝑚𝑖𝑙𝑖. 𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜, 𝑐𝑢𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝐴𝑙𝑎𝑎 𝐴𝑡𝑎𝑚𝑛𝑎 𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑔ℎ𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑅𝑎𝑏𝑖𝑛 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑙 𝐶𝑒𝑛𝑡𝑒𝑟 𝑛𝑒𝑙 𝐵𝑒𝑙𝑖𝑛𝑖𝑠𝑜𝑛 𝐻𝑜𝑠𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙 𝑖𝑛 𝐼𝑠𝑟𝑎𝑒𝑙𝑒, ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑑𝑢𝑙𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑑𝑖 𝑆𝑎𝑟𝑠-𝐶𝑜𝑉-2 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑢𝑛 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑙𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑙𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑒 ℎ𝑎 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑙'ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑢𝑡𝑎, 𝐷𝑒𝑙𝑡𝑎 𝑒 𝐴𝑙𝑓𝑎. 𝐼𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎𝑙𝑒 2021-2022 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑖 18 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑖𝑛 𝑠𝑢 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑙 55% 𝑖𝑛 𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 30 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛. 𝐿𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜 ℎ𝑎 𝑐𝑜𝑖𝑛𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 167 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 (𝑒𝑡𝑎̀ 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 71 𝑎𝑛𝑛𝑖, 58% 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑖) 𝑒 221 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 (𝑒𝑡𝑎̀ 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 65 𝑎𝑛𝑛𝑖, 41% 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑖) 𝑡𝑟𝑎 𝑑𝑖𝑐𝑒𝑚𝑏𝑟𝑒 𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑛𝑎𝑖𝑜 2022. 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑖𝑛 63 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 30 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖: 19 (9%) 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 44 (26%) 𝑐𝑜𝑛 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛.

𝐼 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑡𝑒𝑛𝑑𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑑 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑜𝑟𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑙𝑡𝑖, 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑣𝑜𝑙𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑞𝑢𝑜𝑡𝑖𝑑𝑖𝑎𝑛𝑎 (𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎𝑣𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑒 𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑟𝑠𝑖) 𝑒𝑑 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑎 𝑖𝑝𝑒𝑟𝑡𝑒𝑛𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑑𝑖𝑎𝑏𝑒𝑡𝑒, 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑙'𝑎𝑠𝑚𝑎 𝑒𝑟𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝐴𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑛𝑧𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑠𝑢𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑜𝑠𝑠𝑖𝑔𝑒𝑛𝑜 𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑒𝑐𝑐𝑎𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒. 𝐺𝑙𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑒𝑠𝑎𝑚𝑖𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑟𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛, 𝑓𝑟𝑎 𝑙𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑐𝑖𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑙'𝑒𝑡𝑎̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑜𝑟𝑏𝑖𝑑𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑒 𝑠𝑒𝑟𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑎𝑏𝑒𝑡𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑟𝑒𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑟𝑜𝑛𝑖𝑐𝑎, 𝑖𝑙𝑙𝑢𝑠𝑡𝑟𝑎 𝐴𝑡𝑎𝑚𝑛𝑎. «𝐿𝑎 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎 - 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑖𝑠𝑎 - 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑢𝑡𝑎 𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑒𝑠𝑎𝑔𝑒𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑒 𝑎𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑡𝑖-𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑛 𝑙𝑢𝑛𝑔𝑎 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑖 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛» 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙 𝑔𝑟𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎. «𝐼𝑙 𝑑𝑜𝑝𝑝𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑝𝑖𝑑𝑒𝑚𝑖𝑒 𝑠𝑜𝑣𝑟𝑎𝑝𝑝𝑜𝑠𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 - 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑑𝑒 - 𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒𝑟𝑎̀ 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑠𝑢𝑖 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖. 𝐶'𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑙𝑡𝑒𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑖𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑚𝑏𝑒 𝑙𝑒 𝑒𝑝𝑖𝑑𝑒𝑚𝑖𝑒: 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑, 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑡𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑒 𝑠𝑖 𝑒̀ 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑒 𝑠𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑒 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖».

𝐿'𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑢 '𝐽𝑎𝑚𝑎' 𝑜𝑛𝑙𝑖𝑛𝑒 𝑒 𝑠𝑖 𝑓𝑜𝑐𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑐𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙'𝑎𝑢𝑡𝑢𝑛𝑛𝑜-𝑖𝑛𝑣𝑒𝑟𝑛𝑜 2022-2023, 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑎, 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑒 𝑐𝑖𝑜𝑒̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑣𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑢𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝑃𝑒𝑟 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖 - 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐𝑎𝑙 𝐸𝑝𝑖𝑑𝑒𝑚𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝐶𝑒𝑛𝑡𝑒𝑟, 𝑉𝐴 𝑆𝑎𝑖𝑛𝑡 𝐿𝑜𝑢𝑖𝑠 𝐻𝑒𝑎𝑙𝑡ℎ 𝐶𝑎𝑟𝑒 𝑆𝑦𝑠𝑡𝑒𝑚 - ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 𝑖 𝑑𝑎𝑡𝑎𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝐷𝑒𝑝𝑎𝑟𝑡𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑉𝑒𝑡𝑒𝑟𝑎𝑛𝑠 𝐴𝑓𝑓𝑎𝑖𝑟𝑠 (𝑉𝐴) 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑈𝑛𝑖𝑡𝑖: «𝑇𝑟𝑎 𝑖𝑙 1 𝑜𝑡𝑡𝑜𝑏𝑟𝑒 2022 𝑒 𝑖𝑙 31 𝑔𝑒𝑛𝑛𝑎𝑖𝑜 2023 - 𝑠𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎𝑛𝑜 - 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑟𝑟𝑢𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑢𝑛 𝑟𝑒𝑐𝑜𝑟𝑑 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑡𝑟𝑎 2 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑒 10 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑢𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑠𝑡 𝑝𝑒𝑟 𝑆𝑎𝑟𝑠-𝐶𝑜𝑉-2 𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑖𝑎𝑔𝑛𝑜𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝐶𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 8.996 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑-19 𝑒 2.403 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒». 𝐼 𝑑𝑢𝑒 𝑔𝑟𝑢𝑝𝑝𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑏𝑖𝑙𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎𝑡𝑖 (𝑒𝑡𝑎̀ 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎, 73 𝑎𝑛𝑛𝑖). 𝑅𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜: 𝑖𝑙 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑎 30 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 5,97% 𝑝𝑒𝑟 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑒 𝑑𝑒𝑙 3,75% 𝑝𝑒𝑟 𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑒𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 2,23 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑒𝑛𝑡𝑢𝑎𝑙𝑖. 𝐼𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑒̀ 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑.

mercoledì 12 aprile 2023

I futuri vaccini anticancro.

 


La notizia di questi giorni è l’arrivo, in tempi relativamente brevi, dei “vaccini” contro il cancro.
Il prof. Bassetti ironizza e dice: “E ora come si cureranno il cancro i no vax/no brain visto che continuano a sostenere che questi vaccini fanno male, cambiano il Dna e non funzionano?”
Per prima cosa vorrei far notare l’utilizzo improprio del termine “vaccini”.
Riprendendo la definizione di “vaccino” dal sito AIFA (𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎𝑙𝑖 𝑏𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑖 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 (𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐𝑜𝑟𝑝𝑖, 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑓𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑒𝑙𝑙𝑢𝑙𝑒) 𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑖𝑑𝑑𝑒𝑡𝑡𝑎 “𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎”) è chiaro che il termine deve essere utilizzato soltanto per medicinali che PREVENGONO le malattie, non che le curano. Ma ormai il termine “vaccino” è di moda, sarebbe bello se ne inventassero anche uno sulla stupidaggine!
Detto questo vorrei far notare la fondamentale differenza tra vaccini anticovid e futuri vaccini anticancro.
Credo infatti che, qualora fosse dimostrata, anche indicandone le percentuali, la possibilità di effetti avversi gravi per questo tipo di vaccini, l’accettazione del rischio sia ben diversa da parte di un malato di tumore per il quale non esistono terapie alternative efficaci, piuttosto che da parte di un adolescente sano, che non presenta dunque alcuna malattia ma vuole solo continuare a fare sport.
E, a parte l’accettazione personale, vorrei consigliare al professor Bassetti di riflettere anche sulla diversità di tipo morale nell’invito a vaccinarsi rispetto a questi vaccini, simili nel meccanismo, ma profondamente diversi nello scopo.
Ma credo sia inutile. Ormai la narrazione si è cristallizzata sulla contrapposizione vax/novax e ogni tipo di discussione e ragionamento è andato a farsi benedire!

Il Covid è finito?

 

L’11 maggio sarà decretato, in USA, il termine dello stato di emergenza Covid e, per conseguenza, la fine di tutte le restrizioni, di qualsiasi tipo esse siano.
Ma non pensiate che questo significhi anche la fine, o perlomeno la riduzione “dell’aspetto finanziario” (non voglio definirlo business) legato al Covid19.
Infatti, come ci informa Reuters:
 
Gli Stati Uniti spendono 5 miliardi di dollari per accelerare lo sviluppo di nuovi vaccini COVID.
 
WASHINGTON, 10 aprile (Reuters) - Il governo degli Stati Uniti sta spendendo oltre 5 miliardi di dollari per accelerare lo sviluppo di nuovi vaccini e trattamenti contro la COVID-19, hanno dichiarato lunedì un portavoce del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) e un funzionario dell'amministrazione Biden.
L'investimento, denominato "Project NextGen" e annunciato per la prima volta dai funzionari della Casa Bianca e dell'HHS in un'intervista al Washington Post, mira a fornire una migliore protezione dai coronavirus, compreso quello che causa la COVID-19, che potrebbero diventare minacce future.
"Sebbene i nostri vaccini siano ancora molto efficaci nel prevenire gravi malattie e decessi, sono meno capaci di ridurre le infezioni e la trasmissione nel tempo", ha dichiarato il portavoce dell'HHS.
"Nuove varianti e la perdita di immunità nel tempo potrebbero continuare a sfidare i nostri sistemi sanitari nei prossimi anni".
L'amministrazione del presidente Joe Biden spenderà un minimo di 5 miliardi di dollari in collaborazioni con il settore privato, un approccio simile a quello del progetto "Operation Warp Speed" sotto l'ex presidente Donald Trump che ha accelerato lo sviluppo e la distribuzione dei vaccini nel 2020.
"Il progetto NextGen accelererà e semplificherà il rapido sviluppo della prossima generazione di vaccini e trattamenti attraverso collaborazioni pubblico-private", ha dichiarato il funzionario dell'amministrazione.
"L'infusione di un investimento di 5 miliardi di dollari, come minimo, aiuterà a catalizzare il progresso scientifico in aree che hanno grandi benefici per la salute pubblica degli americani, con l'obiettivo di sviluppare strumenti sicuri ed efficaci per il popolo americano".
Il progetto, che avrà sede presso l'HHS, si coordinerà con il governo e con il settore privato per far progredire una pipeline di nuovi vaccini e trattamenti, ha dichiarato il portavoce dell'HHS. Il progetto coprirà tutte le fasi di sviluppo, dalla ricerca di laboratorio agli studi clinici, fino alla consegna.
Si concentrerà sulla creazione di anticorpi monoclonali di lunga durata resistenti alle nuove varianti di COVID-19 e di vaccini più ampi in grado di proteggere da diversi coronavirus.
Il progetto mira anche ad accelerare lo sviluppo di vaccini che producano immunità mucosale e possano essere somministrati attraverso il naso, nella speranza che possano ridurre drasticamente i tassi di infezione e trasmissione.

martedì 11 aprile 2023

Strategie per fronteggiare il calo delle vaccinazioni.

 

Nessuno, almeno tra gli adulti giovani e sani, si vuole più vaccinare, e allora che si fa? Si ritorna al vecchio e sicuro metodo: la paura!

Una notizia sta girando sui media mondiali. Su Medscape l'articolo è titolato: “Il SARS-CoV-2 attraversa la placenta e infetta il cervello di due neonati: "È la prima volta".

Si tratta di 2 (dico 2) casi  di neonati di cui il primo è deceduto a 13 mesi e l’altro dimesso ma sintomatico al momento dell’uscita dell’articolo di Pediatrics che viene commentato.

Si parla del danno cerebrale, caratterizzato da convulsioni sin dalla nascita, dei due neonati figli di madri positive al tampone.

Se pero’ si va a leggere l’articolo in questione si scopre che:

La madre del primo era stata ricoverata alla 27ima settimana in Terapia Intensiva per polmonite e una non meglio definita “malattia multisistemica” attribuita al Covid19 e, dopo circa un mese di ricovero in TI, era stato deciso il parto cesareo anticipato alla 33ima settimana per “salvare la vita della madre”. Il neonato, negativo al tampone al momento del parto come d’altronde lo era la madre, aveva presentato immediatamente convulsioni e problemi respiratori (sintomi purtroppo comuni in molti bambini pretermine) per i quali era rimasto ospedalizzato per tre mesi.

Poi era stato dimesso perché guarito e senza più sintomi , ma all’età di 13 mesi era stato visitato in PS per un’infezione respiratoria e, rimandato a casa, la madre lo aveva trovato, tre giorni dopo, morto nel suo lettino. L’autopsia (chissà perchè in questi casi, a differenza che per tutti gli anziani deceduti per Covid19,  vengono fatte?) aveva rivelato un cervello più piccolo del normale con altre caratteristiche patologiche.

La madre del secondo è un caso ancora più interessante perché era una asintomatica positiva pero’al tampone già dalla fine del secondo trimestre di gravidanza fino al momento della nascita (dunque più di 3 mesi). Pero’, al momento del parto, ci dicono che aveva una corioamnionite e, come spesso succede in questi casi, il neonato ha presentato una sepsi neonatale con i sintomi, tipici di questa patologia, neurologici (ipotonia e convulsioni) e respiratori (CPAP con ossigeno e cannule nasali) e, purtroppo, pur dimesso in quinta settimana, ha continuato ha presentare problemi di epilessia.

In definitiva dunque si parla di 2 neonati, sempre negativi al tampone, figli di madri positive che presentavano sintomi attribuiti al Covid19, ma sui quali ci sarebbe molto da discutere.

Ma il messaggio che si vuol far arrivare è che il SARS-CoV-2 attraversa la placenta e infetta i neonati producendo in loro danni molto seri , anche nelle gestanti che non hanno mai presentato alcun sintomo e quindi, come afferma alla fine l’articolo di Mescape: “La vaccinazione COVID è risultata sicura in gravidanza e sia la vaccinazione che l'allattamento al seno possono favorire il passaggio degli anticorpi al bambino e contribuire a proteggerlo.”

venerdì 7 aprile 2023

Il post di Carlo Cuppini

Oggi mi limito a riportare il post di Carlo Cuppini perchè penso che debba essere letto da molti. Le sue riflessioni (ed emozioni) rispetto alla sentenza del giudice Cruciani, ignorata dalla maggior parte dei media, che ha mandato assolto un militare accusato di essere entrato nel luogo di lavoro senza green pass, possono essere considerate "definitive" rispetto a al green pass, la dignità della persona e la stupidità del "potere".

Questo il post

ORAZIONE CIVILE
Vorrei richiamare l’attenzione sulla sentenza del 10 marzo del Tribunale Militare di Napoli (giudice Andrea Cruciani, relativa a un militare accusato di essere entrato nel luogo di lavoro senza green pass) per due motivi. Primo: i media non ne hanno fatto cenno (tranne una testata di cui non ho molta considerazione) come se fosse un fatto irrilevante, mentre io penso che avrà un peso nella storia giudiziaria del Covid, e per questo merita di essere conosciuta da chi si interessa a questo aspetto. Secondo: a prescindere dal potere che avrà di “fare giurisprudenza” sul tema del green pass e degli obblighi vaccinali, il testo costituisce una vibrante orazione civile che a mio avviso merita di essere letta, meditata, diffusa.
Per quello che mi riguarda, alcuni passaggi andrebbero letti nelle scuole.
Il testo è piuttosto lungo (20 pagine), molto argomentato, documentato e fitto di riflessioni e considerazioni contestuali. Dal punto di vista tecnico, per quello che posso valutare da profano, è estremamente solido; ma in questo senso non costituisce una novità assoluta rispetto ad altre sentenze (richiamate nel testo) che sullo stesso tema sono andate nella medesima direzione: assolvendo l’imputato e condannando invece la misura del green pass e/o l’obbligo vaccinale.
La forza di questa sentenza a mio avviso si trova sul piano letterario, per così dire: laddove esprime la tragedia di una società divisa, squartata dalle misure massimaliste e ciniche prese da un governo che non ha guardato in faccia a niente e a nessuno, nemmeno ai minorenni e agli adolescenti. Vediamo qui un giudice che non ha paura di prendere nettamente le distanze da uno specifico pronunciamento della Corte Costituzionale, motivando in dettaglio, con grande lucidità e con altrettanto vigore, la propria decisione. In queste pagine leggiamo una lezione su quali rapporti dovrebbero sussistere, in uno stato di diritto, tra l’ambito del diritto e quello della scienza; ascoltiamo un accorato appello a rimettere al centro dell’operato delle istituzioni i valori centrali della Costituzione, a partire dalla dignità della persona e del lavoro; il quale, a valutare dalle disposizioni e dal pronunciamento della Consulta di ottobre, sembra essere stato ridotto, implicitamente, a fatto accessorio: lavoro come lusso di cui un cittadino può essere privato anche in assenza di stringenti motivazioni.
Tecnicamente, il cuore della sentenza si riassume facilmente: il militare è assolto perché il fatto non sussiste, cioè non si dà il caso dell’offensività della condotta. In parole povere, il fatto che il militare non vaccinato sia entrato nel luogo di lavoro per timbrare il cartellino non ha determinato un rischio di contagio maggiore rispetto a quello causato dalla presenza dei colleghi entrati esibendo il green pass. E questo in considerazione del fatto che il vaccino non è garanzia di non infettarsi e di non infettare: non lo è mai stato, e meno che mai lo era – dati ufficiali alla mano – nei lungo autunno-inverno del green pass e del super green pass.
Si può dire che il green pass abbia costituito riduzione del rischio, in qualche misura, a livello statistico; per quanto un non vaccinato e un vaccinato da più di tre mesi avessero e abbiano la stessa identica possibilità di infettarsi (se ignoriamo i dati emersi da settembre scorso sull’immunità negativa, almeno in apparenza, dei vaccinati con la terza dose). Ma questa ipotetica riduzione statistica di certo non consente di considerare proporzionato la negazione del lavoro e della retribuzione di un individuo.
Caso mai servisse la “prova del nove”, basta notare che l’Italia del green pass e la Spagna senza green pass sono uscite in modo identico dalla pandemia (la Spagna prima, caso mai).
Del resto, anche se la sentenza non la cita, non si può non ripensare alla nota ufficiale dell’Associazione Nazionale Medici Aziendali, risalente al settembre 2021, all’alba quindi dell’epoca del green pass, che dichiarava nel modo più netto che quello strumento non era assolutamente idoneo a garantire la sicurezza epidemiologica sui luoghi di lavoro, e che, non potendo realisticamente sottoporre tutti i lavoratori a tamponi quotidiani, l’unica reale forma di sicurezza sul lavoro erano i protocolli già in vigore: sanificazione, igiene, distanziamento, mascherine, aerazione…
Chi dovrebbe intendersi di sicurezza sui luoghi di lavoro, se non l’Associazione Nazionale Medici Aziendali? Eppure la loro nota è stata ignorata dal governo "dei migliori”, dal governo del “comanda la scienza”, dal governo progressista, democratico, per metà aspirante “laburista”; ignorato, al pari della richiesta di Amnesty di garantire a tutti, anche ai non vaccinati, tutte le opportunità, a partire dal diritto al lavoro; ignorato, come la risoluzione del Consiglio d’Europa 2361/2021 che, in piena pandemia, e agli albori della campagna vaccinale, chiedeva a tutti gli Stati di non discriminare i non vaccinati e di non esercitare pressioni per spingere alla vaccinazione: “7.3.1. ensure that citizens are informed that the vaccination is NOT mandatory and that no one is politically, socially, or otherwise pressured to get themselves vaccinated, if they do not wish to do so themselves; 7.3.2. ensure that no one is discriminated against for not having been vaccinated, due to possible health risks or not wanting to be vaccinated”
Forse questo giudice sarà considerato un visionario, un anti-vaccinista, un provocatore; e anche un terrapiattista-fascista-trumpiano-putiniano… perché così funziona la censura oggi: delegittima e rende grottesco, innescando ovunque l’efficientissimo e gratuito meccanismo dell’autocensura.
Ma allora come mai nel merito medico/scientifico la sua posizione coincide con quella dei Medici Aziendali? E come mai le sue considerazioni etiche, politiche e di principio convergono con quelle del Consiglio Europeo e di Amnesty International?
Il punto è che se considerassimo valide le considerazioni scientifiche dei Medici Aziendali e quelle etiche/politiche di Amnesty e del Consiglio d’Europa, cioè se avesse ragione questo giudice, allora sarebbe inevitabile rileggere l’operato della draghisfera (intendendo non solo il suo governo, ma tutto ciò che ha approvato le sue misure, dal Presidente della Repubblica ai partiti della maggioranza e non solo, agli editorialisti, agli influencer, ai singoli cittadini assenzienti) come la più brutale, irrazionale, ingiustificata manifestazione di autoritarismo che la Repubblica abbia conosciuto dalla sua nascita.
Deve essersi trovata proprio di fronte a questo dilemma, la Corte Costituzione, nel momento in cui è stata chiamata a esprimersi sulla costituzionalità degli obblighi e del green pass. Lo scrivevo in un post (“Il dilemma del giudice”) alla vigilia del pronunciamento nell’ottobre scorso: salvare il governo, il Presidente della Repubblica, l’80% della classe dirigente, del mondo partitico, istituzionale e mediatico, o affermare la semplice razionalità e la semplice giustizia applicando il dettato Costituzionale? Era ovvio che la scelta sarebbe stata la prima. Il green pass sarebbe potuto essere fermato a monte, come hanno fatto le Corti Costituzionali spagnole, senza distruggere lo Stato; ma di certo non era possibile valutarlo con oggettività a cose fatte, poiché nessuno Stato potrebbe permettersi di affrontare lo tsunami che ne deriverebbe: tutto verrebbe spazzato via. E quindi… ”To big to fail”, per così dire. A costo di distruggere la credibilità della Corte Costituzionale.
Il giudice va a fondo in questa contraddizione, e la Corte Costituzionale, appunto, ne esce molto male. Il giudice richiama i precedenti pronunciamenti della stessa Corte in merito a obblighi vaccinali, trattamenti sanitari obbligatori ecc., e mostra che per arrivare a definire “non irragionevole” l’obbligo del vaccino anti-covid e il green pass è stato necessario arrampicarsi in modo grottesco (dico io) sugli specchi. Clamoroso il seguente passaggio: in passato la Consulta ha decretato che gli obblighi sanitari sono legittimi soltanto quando gli eventuali effetti avversi sono definibili “tollerabili”, cioè temporanei e lievi; adesso quindi, per legittimare l’obbligo di vaccino anticovid, decide che questi trattamenti sono da considerarsi “tollerabili” in virtù del fatto che, in caso di reazioni gravi (anche fatali), danno diritto a un indennizzo.
Qualcuno riderà, ma c’è poco da ridere. Quando la Corte Costituzionale decide di perdere completamente la sua credibilità in nome delle convenienze politiche, lo scenario è tragico e i cittadini restano orfani delle istituzioni più alte. Restano cioè senza garanzia di giustizia.
Si legge nella sentenza di Napoli: “Questo giudice si discosta invece da tale ultima interpretazione della Consulta, ritenendo che le menzionate statuizioni della consolidata e pregressa giurisprudenza della stessa Corte Costituzionale (…) anche utilizzando il mero criterio ermeneutico letterale, vadano interpretate in tutt’altro modo, e più precisamente nel senso che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 Cost. solo se gli unici effetti negativi prevedibili siano temporanei, di scarsa entità e tollerabili. Giammai quindi allorché effetti avversi gravi, irreversibili e finanche fatali fossero prevedibili. (…) Un trattamento sanitario obbligatorio inteso in tal senso, ad avviso d questo Giudice, violerebbe ‘i limiti imposti dal rispetto della dignità umana’ (art. 32 Cost.), risultando disumano.”
Del resto Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale fino al settembre 2021, lo aveva detto chiaramente: “La giurisprudenza della Corte costituzionale, nelle materie in cui la Scienza ha un peso, è di ascoltare le ragioni della Scienza.” Una frase che appare folle, un non-sense degno di Lewis Carroll, se pensiamo che la scienza, soprattutto sulle situazioni nuove e in via di svolgimento, non ha *una* voce, ma molte voci, spesso contrastanti, e procede per ipotesi diverse e anche contrarie, le quali vengono dibattute e ridotte via via che si accumulano dati e conoscenze conclusive. Quella maiuscola usata da Amato nel tweet fa di quel complesso ambito del sapere umano che è scienza un totem, una divinità inesistente, davanti alla quale inginocchiarsi tacendo. E non esistendo una divinità del genere, con un nome del genere, è del tutto evidente a cosa si riferiva Amato: alle autorità scientifiche statali, che invece esistono. Infatti la sentenza della Consulta fa riferimento all’ISS: non ai dati dei vari rapporti pubblicati, passati magari al vaglio della ragione, ma a qualche affermazione apodittica scritta in qualche paragrafo introduttivo (tipo che i vaccini sono molto efficaci nel prevenire l’infezione).
Non importa se oggi i vertici di quelle stesse istituzioni risultano indagati con una serie di gravi capi di imputazione; non importa il torbido che, anche al di là degli eventuali rilievi penali, è emerso dalle intercettazioni messe agli atti e pubblicate nelle scorse settimane; non importa se tre ricercatori dell’ISS hanno pubblicato uno studio che si discosta nettamente dalla posizione ufficiale dell’Istituto in materia di strategia vaccinale, alla luce di un rapporto rischio/beneficio da rivalutare urgentemente.
Scrive il Giudice a pagina 10 della sentenza: “Il Giudice quindi non può limitarsi a recepire passivamente e supinamente dei dati scientifici ancora non definitivi e provvisori, sia pure se provenienti dalle autorità nazionali ed internazionali preposte alla ricerca scientifica, con apodittici richiami a tali dati. Al contrario il Giudice è tenuto ad operare un vaglio critico su tali dati, debitamente illustrando quale ipotesi scientifica ritenga applicabile al caso concreto e per quali motivi.”
Che differenza con la tautologia salva-potere di Giuliano Amato!
Segue una parte sulle reazioni avverse in cui il giudice valuta giustificata la scelta di non vaccinarsi in virtù dello “stato di necessità”: necessità di tutelarsi dal reale rischio di incorrere in una reazione avversa grave, anche letale, quale che sia la sua probabilità.
Ma questo aspetto, personalmente, mi interessa meno, e vado alla riflessione conclusiva sulla dignità della persona e sulla centralità del lavoro nella nostra Costituzione e nella nostra democrazia. Leggendo questa parte mi sono venute le lacrime agli occhi, e non in senso metaforico. Le parole scritte nero su bianco dal giudice mi hanno commosso profondamente, hanno sciolto una contrattura civile che mi portavo dentro da mesi, la stessa che mi ha reso dolorosamente estranei amici, parenti, conoscenti, la stessa che ha spinto me e tanti altri a forme di protesta radicali, fino allo sciopero della fame. Le parole di questo giudice, scritte e pubblicate adesso che l’onda è passata, mi fanno pensare che non tutto è stato travolto e portato via, e che anche in futuro ci sarà chi sarà pronto a resistere al fascismo trasparente, quello che non puzza di olio di ricino, che non dice mai una parola politicamente scorretta e frequenta tutti i salotti internazionali giusti. In questo senso parlo di orazione civile.
“Ci si deve necessariamente e nuovamente discostare da quanto pur sostenuto nella citata sentenza della Corte Costituzionale (…) allorché si afferma che: ‘l’obbligatorietà del vaccino lascia comunque al singolo la possibilità di scegliere se adempiere o sottrarsi all’obbligo, assumendosi responsabilmente, in questo secondo caso, le conseguenze previste dalla legge.’ Una tale interpretazione, esasperatamente formalistica e cinica, finisce anche per svilire la centralità che la stessa Costituzione attribuisce al lavoro, quale imprescindibile mezzo di sostentamento e di sviluppo della persona umana.”
“Questo Giudice intende piuttosto adottare un’interpretazione costituzionalmente orientata (…) Sul lavoro infatti si fonda non solo la dignità professionale ma anche la dignità personale dell’essere umano che vuole mantenersi con le proprie forze, costituendo il reddito da lavoro per lo più il reddito di sussistenza, senza il quale si scivola nel degrado e nella dipendenza. (…) Il lavoro, quindi, per una persona che intende vivere una vita libera e dignitosa, non è una scelta, bensì una necessità. Non vi è dunque margine di scelta alcuno per il lavoratore, il quale se vuole continuare a sopravvivere dignitosamente, si vede costretto a sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio, essendo previsto, per il caso di non adempimento, la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.”
Dunque: il Giudice dichiara “non luogo a procedere (…) perché il fatto non sussiste.”

giovedì 6 aprile 2023

La mente umana è come un ombrello – funziona meglio quando è aperta.

 

 

Stiamo oggi assistendo ad un non banale aumento della mortalità “non covid” nel 2021 e 2022.

In Gran Bretagna si è acceso, su questo tema, un importante dibattito e numerosi studi indicano che non emergono correlazioni tra questo evento e le vaccinazioni anticovid che percio’ non ne sono responsabili. Piuttosto la responsabilità è attribuita all’inefficienza, dopo anni di tagli alla spesa, del sistema sanitario inglese non più in grado di fronteggiare le esigenze sanitarie della popolazione.

In verità io qualche dubbio ce l’ho, penso che non dovremmo essere cosi’ drastici e che dovremmo mantenere la mente aperta a tutte le ipotesi.

Riferendomi alla nostra realtà, di cui ho personale esperienza, (anche in Italia riscontriamo un aumento non prevedibile della mortalità che anche qui da alcuni è imputato al disastro del SSN), credo che l’affermare che il Sistema Sanitario Pubblico (ma anche quello privato, almeno in gran parte) sia allo sfascio è incontestabile.

Ma la verità è che lo è ormai da moltissimo tempo (anni di definanziamento hanno raggiunto il loro scopo) e non credo che ci siano stati significativi peggioramenti nel corso di questi ultimi tre anni. Si potrebbe invece affermare, e con maggiore veridicità, che nulla piuttosto è stato fatto in questi tre anni, pur avendone l’occasione e la possibilità, per risolvere almeno alcune delle criticità più serie.

Qualora volessimo attribuire alle disfunzioni del SSN la colpa dell’attuale aumento di mortalità forse faremmo meglio a pensare alla quasi totale assenza, nell’ultimo periodo, dei servizi di prevenzione e diagnosi precoce, provocata dalle strategie messe in atto per fronteggiare l’epidemia, ma in questo caso la responsabilità è da attribuire ad altri.


Ma siamo poi cosi’ sicuri che possiamo fin da adesso eliminare anche il minimo dubbio che una responsabilità, almeno parziale, possa averla anche la vaccinazione universale della popolazione?

In fondo non scordiamoci che stiamo parlando di una tecnologia (mRNA che induce le nostre stesse cellule a produrre proteine proprie del virus) mai utilizzata prima e per la quale io credo che poco più di due anni siano assolutamente insufficienti a valutarne tutte le implicazioni e a prendere percio’ posizioni di certezza e sicurezza assoluta. Sicuramente non lo sarebbero mai stati prima del Covid, di questo sono certo io.

Faccio un esempio: se i numeri della mortalità in eccesso ci dicono che in questi ultimi due anni sono aumentati i casi di infarto del miocardio, come facciano ad essere certi che, almeno in parte, non siano causati dalle miocarditi, anche non diagnosticate, insorte successivamente alla vaccinazione eseguita anche un anno prima?

Lo stesso potremmo chiederci per i casi di ictus cerebrale in relazione ai problemi di coagulazione o per le morti improvvise dei pazienti che soffrono di malattie autoimmuni e potrei continuare ancora per molto.

Al limite troverei più corretto attribuire, sempre in parte, l’eccesso di mortalità ad eventuali postumi del Covid stesso, ma stranamente neanche gli “scienziati” più schierati fanno cenno a questa ipotesi e parlano piuttosto dei problemi del Long Covid del quale pero’, almeno fino ad adesso, tra i 100 e più sintomi caratterizzanti, non viene menzionato quello della morte.

Dunque ribadisco il mio invito a mantenere la mente aperta a tutte le possibilità e valutare (perché non è mai stata presa in considerazione l’idea di una “sorveglianza attiva” su lungo periodo per questi vaccini e ci si è affidati soltanto ai follow-up delle case produttrici?) con coscienza e spirito critico tutte le possibili variabili per l’interpretazione di un dato, la mortalità in eccesso, ormai acclarato.


P.S. a quelli che potrebbero obiettare che sono tanti i lavori scientifici che dimostrano l’assenza di correlazione “vaccini/mortalità in eccesso”, ricordo che sono ugualmente tanti quelli che affermano che i lockdown sono stati utilissimi, le mascherine indispensabili, la chiusura delle scuole necessaria, la vaccinazione dei bambini irrinunciabile.


mercoledì 5 aprile 2023

Viste le premesse ci possiamo accontentare, per il momento!

 

Che si potessero tranquillizzare e pensare ad altro era scontato che non potesse avvenire, almeno per il momento, viste le premesse.
Ma almeno adesso l'ECDC parla di vaccino solo per le persone superiori ai 60 anni e tutti gli altri possono cosi' tirare un respiro di sollievo. E ammette anche che tanto efficace poi non è, se prevede che, vaccinando i sessantenni nella "campagna di autunno", si potranno evitare "solo" il 32% di ospedalizzazioni in Europa.
Comunque, per il momento, io mi contento, non mi potevo aspettare di più. Rimane, per loro, il problema di come "piazzare" le milioni di dosi acquistate.
Questo il comunicato di oggi:
 
𝘚𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘳𝘷𝘦𝘨𝘭𝘪𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘌𝘊𝘋𝘊, 𝘢 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘰𝘯𝘥𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19, 𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘶𝘪 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘻𝘢𝘵𝘢 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢𝘵𝘪 𝘪𝘯 𝘰𝘴𝘱𝘦𝘥𝘢𝘭𝘦. 𝘐 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘴𝘶𝘨𝘨𝘦𝘳𝘪𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘚𝘈𝘙𝘚-𝘊𝘰𝘝-2 𝘯𝘦𝘪 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘜𝘌/𝘚𝘌𝘌 𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘷𝘶𝘭𝘯𝘦𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪.
𝘚𝘦𝘣𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘰𝘳𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢 𝘦𝘮𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘶𝘯 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘰 𝘴𝘤𝘩𝘦𝘮𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘪𝘳𝘶𝘴, 𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘦̀ 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘥𝘰 𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰-𝘪𝘯𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰, 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘭𝘶𝘦𝘯𝘻𝘢𝘭𝘦.
𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘪 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘵𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘳𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰 2023 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯'𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘶𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰, 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘰 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 60 𝘢𝘯𝘯𝘪, 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 32% 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘴𝘱𝘦𝘥𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘜𝘌/𝘚𝘌𝘌.
𝘐𝘱𝘰𝘵𝘪𝘻𝘻𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘶𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰, 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘳𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰 2023 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘰 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 60 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘷𝘦𝘳𝘢 2023 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘰 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘢 80 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 44% 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘴𝘱𝘦𝘥𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19.
𝘕𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘳𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘭𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢, 𝘨𝘭𝘪 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘌𝘊𝘋𝘊 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘴𝘶 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘳𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘵𝘳𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘦𝘧𝘧𝘪𝘤𝘢𝘤𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰, 𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘥𝘪 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘴𝘵𝘪𝘯𝘢𝘵𝘢𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘦𝘤𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘶𝘵𝘶𝘯𝘯𝘰/𝘪𝘯𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰 2022/23 𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘪𝘵𝘶𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭 2022.
𝘐𝘯 𝘥𝘦𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘪𝘷𝘢, 𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘵𝘦𝘨𝘪𝘦 𝘢𝘥𝘢𝘵𝘵𝘦 𝘢𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘰 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦 𝘥𝘢𝘪 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘪, 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘰, 𝘪𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘢𝘴𝘴𝘰𝘳𝘣𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘧𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢 𝘥'𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘢𝘵𝘵𝘰. 𝘗𝘦𝘳𝘮𝘢𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘵𝘦𝘷𝘰𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘦𝘳𝘵𝘦𝘻𝘻𝘦 𝘴𝘶𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘪 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘦𝘱𝘪𝘥𝘦𝘮𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘪 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘪𝘯𝘧𝘭𝘶𝘦𝘯𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘦.
𝘗𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘦, 𝘭𝘦 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘪𝘳𝘢𝘵𝘦, 𝘪𝘯𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘳𝘢𝘨𝘨𝘪𝘶𝘯𝘨𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘤𝘢𝘯𝘢𝘭𝘪 𝘦 𝘮𝘦𝘴𝘴𝘢𝘨𝘨𝘦𝘳𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘢𝘵𝘪, 𝘦 𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘶 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘪 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘪𝘭 𝘵𝘪𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘤𝘤𝘪𝘯𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪 𝘦 𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘪.

A quando anche da noi la "Guida per il risarcimento dei danni da vaccini Covid19"?

 

Beh, almeno in altre nazioni non viene negata o sottovalutata la possibilità di effetti avversi anche gravi dei vaccini come sta accadendo in Italia dove si continua a respingere la possibilità che essi possano aver contribuito, anche in piccola parte, all’eccesso di mortalità per tutte le cause al quale si è assistito, come in tutti gli altri paesi, nel 2022.

In Australia ad esempio viene pubblicata (3 aprile) una corposa (64 pagine) guida per la richiesta di risarcimento per danni da vaccini Covid 19.

La guida è molto dettagliata, dà una valutazione economica degli impatti dei differenti effetti avversi sulla vita sociale e lavorativa, li esamina anche in relazione all’età a partire da 1 anno di vita, e prende in considerazione anche i casi di decesso visto che indica le varie modalità di risarcimento per gli eredi.
Insomma in altri paesi la consapevolezza della effettiva possibilità di subire un danno utilizzando questi vaccini è ormai accertata e si ritiene opportuno e utile fornire ai cittadini una guida per richiedere un indennizzo.

Quanto ci vorrà perché anche da noi (è una questione di tempo perché l’evidenza non puo’ essere nascosta per sempre) questa verità venga riconosciuta da tutti?





 


martedì 4 aprile 2023

Sempre sulle mascherine, ma questa volta rispetto alla ragionevolezza!

 


La Mayo Clinic, per chi non la conoscesse, è (leggo da Wikipedia): 𝑢𝑛'𝑜𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛-𝑝𝑟𝑜𝑓𝑖𝑡 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑟𝑒𝑒 𝑚𝑒𝑡𝑟𝑜𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑈𝑛𝑖𝑡𝑖 𝑑'𝐴𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎: 𝑅𝑜𝑐ℎ𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟 𝑛𝑒𝑙 𝑀𝑖𝑛𝑛𝑒𝑠𝑜𝑡𝑎, 𝐽𝑎𝑐𝑘𝑠𝑜𝑛𝑣𝑖𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝐹𝑙𝑜𝑟𝑖𝑑𝑎 𝑒 𝑃ℎ𝑜𝑒𝑛𝑖𝑥 𝑖𝑛 𝐴𝑟𝑖𝑧𝑜𝑛𝑎. 𝐼𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝐻𝑒𝑎𝑙𝑡ℎ 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖 70 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑐𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑀𝑖𝑛𝑛𝑒𝑠𝑜𝑡𝑎, 𝐼𝑜𝑤𝑎 𝑒 𝑊𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑛. 𝐿𝑎 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑔𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎, 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑢𝑖 𝑖𝑙 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑙 𝑆𝑐ℎ𝑜𝑜𝑙. 𝐿𝑎 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝑒̀ 𝑛𝑜𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑚𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑐𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑑 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀. 𝐿𝑎 𝑀𝑎𝑦𝑜 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝐹𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎 "100 𝐵𝑒𝑠𝑡 𝐶𝑜𝑚𝑝𝑎𝑛𝑖𝑒𝑠 𝑡𝑜 𝑊𝑜𝑟𝑘 𝐹𝑜𝑟" 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑐𝑢𝑡𝑖𝑣𝑖.
Oggi ha diffuso questo comunicato:
 
𝘈 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘦𝘥𝘪̀ 10 𝘢𝘱𝘳𝘪𝘭𝘦, 𝘭'𝘶𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘪𝘯𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘢𝘳𝘢̀ 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘢𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦 𝘢𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘢𝘳𝘦𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘶𝘴 𝘥𝘦𝘭 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘏𝘦𝘢𝘭𝘵𝘩 𝘚𝘺𝘴𝘵𝘦𝘮. 𝘐𝘯 𝘭𝘪𝘯𝘦𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘦𝘳𝘢̀ 𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘭'𝘶𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘪𝘯𝘢 𝘪𝘯 𝘢𝘮𝘣𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪. 𝘐 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘪𝘮𝘮𝘶𝘯𝘰𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘮𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘴𝘢𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘢𝘷𝘷𝘪𝘴𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘰𝘴𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘪𝘯𝘢 𝘥𝘶𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘮𝘢𝘯𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤.
𝘓𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤 𝘴𝘵𝘢 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘷𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘵𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘣𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪, 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘊𝘭𝘪𝘯𝘪𝘤. 𝘐 𝘤𝘢𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘮𝘪𝘯𝘶𝘪𝘵𝘪 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘨𝘦𝘯𝘯𝘢𝘪𝘰 2022, 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦 𝘢 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘭𝘰 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘪 𝘢 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦.
𝘓𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘴𝘤𝘦𝘨𝘭𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘰𝘴𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘭𝘢 𝘔𝘢𝘺𝘰 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢̀ 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯 𝘵𝘢𝘭 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰.
 
Il 30 aprile scadrà, in Italia, l'obbligo di mascherina in ospedali, strutture sanitarie e RSA.
Cosa farà il ministro Schillaci? Io un sospetto ce l'ho, ma non ve lo dico!😀

lunedì 3 aprile 2023

Come Don Chisciotte.

 


Talvolta mi chiedo se, continuando quasi quotidianamente a parlare di Covid, non rischi di diventare noioso. In effetti sui media non se ne parla quasi più, gli argomenti sono altri: la guerra, i diritti LGBTQ, il clima, la transizione energetica, i ponti sullo stretto, ecc. ecc.

Anche quando mi trovo a mettere in mezzo l’argomento nei miei rapporti personali noto talvolta, specie da parte degli interlocutori più giovani, una sensazione quasi di fastidio. Giustamente molte persone vogliono non pensarci più, lasciare dietro le proprie spalle una esperienza dolorosa e faticosa.

Poi pero’ rifletto e constato che ancora oggi:

  • tante sono le persone che si vedono girare per strada con le mascherine

  • per essere ricoverati in ospedale per qualsiasi patologia si deve fare un tampone

  • per entrare in una struttura sanitaria o in una RSA si deve indossare una mascherina

  • andare a trovare un parente o un amico ricoverato è estremamente difficile se non impossibile

  • gli anziani continuano ad essere segregati nelle residenze e a non poter avere contatti sociali

  • sono ancora molti che al primo accesso di tosse corrono a farsi il tampone

  • ci sono pediatri che chiedono l’esecuzione del tampone prima di visitare i loro piccoli pazienti

  • nella scuola c’è ancora l’obbligo di mascherina se c’è stato un caso di Covid in classe

  • il Ministero della Salute continua a pubblicare bollettini settimanali che ci informano del numero di ricoveri e decessi e catalogano, ancora oggi, regioni italiane come “ad alto rischio”

  • la Commissione Covid del Parlamento Europeo stabilisce, pochi giorni fa, che “ il lockdown è stata la misura più efficiente per fermare il virus”

  • e probabilmente sto dimenticando tante altre assurde realtà

E a queste riflessioni si aggiunge la certezza che, prima o poi, come è sempre successo da che mondo è mondo, ci troveremo a vivere una nuova ondata epidemica, fosse anche dovuta a un ceppo influenzale un po’ diverso dai soliti, come è capitato nel 1957, nel 1968, nel 1977 e nel 2017, che causerà un aumento dei ricoveri e dei decessi.

E allora che succederà? Ricominceremo tutto daccapo? Lockdown, mascherine, vaccinazioni di massa (casomai con vaccini ancora più sperimentali), chiusura delle scuole, pass più o meno green, terrore?

Penso percio’che io debba continuare a scrivere, senza ripensamenti, dell’insensatezza delle strategie messe in atto in questi ultimi tre anni per le quali, fortunatamente, mi sembra che oggi si cominci a prendere coscienza in parti sempre più ampie di popolazione.

La mia speranza è che il contribuire a mantenere alta l’attenzione potrebbe servire a che, la prossima volta, ci siano più persone, rispetto alle poche che lo hanno fatto durante l’ultima epidemia, che si oppongano alle scelte sbagliate compiute e che, con tutta evidenza, potrebbero sicuramente ripetersi.

E’ ovvio che sono anche conscio che la mia fine potrebbe essere quella di un Don Chisciotte che, abbandonato e solo, carica a testa bassa i mulini a vento che vede all’orizzonte, ma io sono un medico, e non posso (e non voglio) moralmente esimermi dalle responsabilità di una scelta che ho fatto più di 50 anni fa iscrivendomi alla Facoltà di Medicina, e cioè impegnarmi per la tutela della salute delle persone.

Dunque, anche se rischio che i miei “followers” diminuiscano in maniera significativa, continuero’ come sto facendo oggi.

E al diavolo il “clickbait”, qualora mi fosse mai interessato!



domenica 2 aprile 2023

Il Long Covid esiste! Eccome!

 

Che gli effetti a lungo termine del Covid, considerato non tanto come malattia, ma come motivo e giustificazione delle strategie adottate per affrontarlo, siano presenti oggi e lo saranno anche in futuro, non c'è ombra di dubbio.
Non parlo dunque del Long Covid "medico"  il quale, considerato il fatto che è caratterizzato da oltre 200 sintomi (?😀) rappresenterà comunque sempre una diagnosi possibile per qualsiasi medico, quanto piuttosto di quello "strutturale" che impatterà sulle nostre vite future in ambiti come quello dell'istruzione, della salute mentale, dello stile di vita, ecc.ecc.
Oggi un articolo di Reuters ci racconta quanto sono diminuiti i punteggi per l'esame di abilitazione alla professione legale negli Stati Uniti:
 
(𝑅𝑒𝑢𝑡𝑒𝑟𝑠, 31 𝑚𝑎𝑟𝑧𝑜) - 𝐼 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑒𝑠𝑎𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑒𝑛𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑒𝑏𝑏𝑟𝑎𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑐𝑢𝑡𝑖𝑣𝑜, ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑒𝑟𝑑𝑖̀ 𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑎𝑚𝑖, 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑟𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑢𝑛𝑖𝑡𝑒𝑛𝑠𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑢𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19.
𝐼𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑀𝑢𝑙𝑡𝑖𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝐵𝑎𝑟 𝐸𝑥𝑎𝑚 - 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑎 𝑚𝑢𝑙𝑡𝑖𝑝𝑙𝑎 𝑑𝑖 200 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑒𝑠𝑎𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑜𝑐𝑎𝑡𝑜 - 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 131,1, 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑎𝑙𝑜 𝑑𝑖 1,5 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒, ℎ𝑎 𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑁𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑐𝑒 𝑜𝑓 𝐵𝑎𝑟 𝐸𝑥𝑎𝑚𝑖𝑛𝑒𝑟𝑠.
𝐼 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑖 3 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙 2021, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑀𝐵𝐸 𝑑𝑖 𝑓𝑒𝑏𝑏𝑟𝑎𝑖𝑜 𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑖 134 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖.
𝑅𝑜𝑠𝑒𝑚𝑎𝑟𝑦 𝑅𝑒𝑠ℎ𝑒𝑡𝑎𝑟, 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒, ℎ𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑙'𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑐𝑎𝑙𝑜 𝑠𝑖𝑎 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑒𝑡𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙'𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜.
 
Talvolta mi chiedo se effetti come questo siano da considerare imprevisti o se invece siano stati ben programmati.
Come infatti diceva il Che: "𝗨𝗻 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝗶𝗻𝗴𝗮𝗻𝗻𝗮𝗿𝗲"

 

sabato 1 aprile 2023

Parola del Signore. Amen!


Il Papa torna a casa. La "polmonite infettiva" per la quale è stato ricoverato è stata debellata. Prima di tornare pero' decide di visitare i bambini ricoverati e "𝙣𝙚𝙡 𝙧𝙚𝙥𝙖𝙧𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙤𝙣𝙘𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙖 𝙥𝙚𝙙𝙞𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙖 𝙞𝙡 𝙋𝙖𝙥𝙖 𝙝𝙖 𝙧𝙚𝙜𝙖𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙖𝙞 𝙗𝙞𝙢𝙗𝙞 𝙪𝙤𝙫𝙖 𝙙𝙞 𝙘𝙞𝙤𝙘𝙘𝙤𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙚 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙞"
Gesto bellissimo!
Voglio solo far notare che i bambini oncologici sono i pazienti più "fragili", che al Papa due giorni prima era stata diagnosticata una "polmonite infettiva" e che, chiaramente, non indossa alcuna mascherina.
Sia chiaro che io penso che abbia fatto bene, non ha fatto correre rischi particolari ai piccoli ricoverati perchè la mascherina non serve, né a lui che evidentemente non era più contagioso, né ancor di più a tutti i "sani" che frequentano ospedali, case di cura e RSA per ragioni varie.
Lui, che è in contatto con entità superiori, lo sa bene e sa anche che è molto meglio mostrare il proprio volto sorridente a un malato, specialmente se è un bambino. 😀😀

Il mondo di domani.


 

A mio avviso il mondo occidentale, e per prima la vecchia Europa, è destinato al decadimento e al passaggio di testimone, prima o poi, ad etnie di tipo diverso da quella “ariana”, e non penso tanto a quella cinese o indiana, quanto piuttosto ai “neri” dell’Africa. E a me non dispiace, anche perché credo che, dal punto di vista fisico, i “neri” siano superiori a noi (da quello mentale, poi, visto cio’ che è successo in questi anni, non c’è proprio storia!) e credo che l'incrocio delle razze possa portare beneficio anche alla nostra, ormai vecchia e stanca.

Pensate alla famosa frase di Steve Jobs quando volle indicare la via del successo nella vita ai ragazzi che lo ascoltavano: “Stay Hungry, Stay Foolish!”.

Che gli occidentali, nella loro grande maggioranza, siano “folli” non c’è ombra di dubbio. Lo stiamo vedendo in questi ultimi anni. Una tale paura della morte che rinunciano senza alcun problema, ma anzi con convinzione, a vivere (lockdown, distanziamento, mascherine, negazione della socialità, ecc.) e poi pero’ permettono che non solo venga iniziata una guerra che ha tutte le probabilità di divenire mondiale e quindi provocare lutti molto più numerosi del virus innominabile, ma ne plaudono all’escalation in questa direzione. Pura schizofrenia!

Ma “affamati”, considerati gli stili di vita che ancora ci caratterizzano, specialmente nel mondo giovanile, non mi sembra proprio.

La popolazione invece che più sembra rispondere all’invito del buon Steve è quella africana.

Non hanno certo mostrato, vuoi per motivi socio-economici, vuoi per indole mentale, paura negli anni dell’epidemia ed hanno continuato a vivere le loro vite.

Che siano “affamati”, in senso non metaforico, non c’è dubbio alcuno. Noi occidentali abbiamo determinato questa condizione, ormai stabile, nel corso dei secoli considerando che gli africani vivono nel continente più ricco di materie prime al mondo che noi stiamo sfruttando da tempo immemorabile.

Che siano “folli” poi, lo dimostra il loro imbarcarsi in carrette del mare, infischiandosene di quella morte che noi tanto terrorizza, pur di raggiungere i luoghi dove pensano di trovare una vita diversa e migliore.

Dunque i perfetti realizzatori dell’invito di Steve, “folle e affamato” almeno negli anni della sua giovinezza.

Per questo credo che il mondo di domani sia loro.

Che dire dunque: In bocca al lupo!




Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...