mercoledì 14 settembre 2022

L'ultima speranza

 


Queste sono le parole di un insegnante!
Le faccio mie e spero che possano aprire una breccia nella mente e nell’anima di chi mi sta più a cuore, i giovani. Anche perché questa è l’ultima (e l’unica) speranza che ho rispetto alla possibilità di risalire la china che ci sta conducendo ineluttabilmente verso la società distopica che ci attende in un futuro ormai prossimo. Spero che ci siano altri insegnanti come Cesare Natoli che abbiano il suo stesso coraggio, perché non credo si possa più fare conto sulla maggioranza degli adulti e degli anziani, che ormai si sono persi nell’obnubilamento delle loro menti ad opera di una strategia mediatica mai, a mia memoria, così massiccia e potente.
Forza ragazzi, siete la nostra ultima risorsa!
 
 
 
ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI MIEI STUDENTI
 
Oggi è stato per me il primo giorno di lezioni del nuovo anno scolastico. Nelle tre classi che ho avuto il piacere di incontrare ho cercato di far passare un messaggio, ed è lo stesso che proverò a lanciare con le altre: ragazzi, VI DOVETE ARRABBIARE.
In questa fase storica, chi vi invita pedissequamente al 'rispetto delle regole', non vuole il vostro bene. Chiarisco subito: il mio non è un invito all'anarchia e alla contestazione incontrollata e ingiustificata. Tuttavia, ripeto, non è questo il momento per invitare i giovani al mero e passivo rispetto di indicazioni che vengono dagli adulti. Negli ultimi tre anni, i ragazzi hanno sopportato passivamente decisioni illogiche e ingiustificate. Sono rimasti chiusi in casa, dietro un computer o un cellulare; hanno accettato il green pass per fare piscina, palestra o andare in pizzeria; sono stati dipinti come untori per poorononno o poorozio; hanno accettato di indossare un bavaglio - molto probabilmente inutile - per ore e nel luogo principale della loro crescita emotiva, culturale e relazionale. E molto altro ancora.
Ora basta: incazzatevi! E incazzatevi per queste cose, non per slogan preconfezionati da campagna elettorale.
Lavorate per voi, per il vostro futuro, per i vostri figli. Non possono essere solo pochi cinquantenni e sessantenni (tra quelli lucidi rimasti in giro) a lottare per voi. Il futuro è vostro e di nessun altro.
Piuttosto che farvi pipponi sul senso di responsabilità, o sul fatto (parlo per le classi quinte) che "siete all'ultimo anno e ci sono gli esami" vi ho invitato e vi inviterò a trasformare la cultura in indignazione costruttiva. Indignatevi, indignatevi non appena la vostra coscienza ve lo suggerisce. Magari in qualche circostanza sbaglierete, ma lo avrete fatto in buona fede. Non subite passivamente niente. Nessuna regola, ad esempio. Le regole non sono la giustizia. Il che non vuol dire che non vadano rispettate, ma che si debba pretendere, da chi le impone, la presentazione del loro razionale e della loro legittimità: scientifica, logica, sociale, politica.
Questo è l'augurio che vi faccio. E che faccio in particolare ai ragazzi dell'ultimo anno delle superiori. Studierete la Storia del Novecento. Una Storia in cui incontrerete gente che non ha accettato il precostituito, che non a ha accettato ciò che altri decidevano per la collettività senza scrupoli o legittimazioni etiche. Gente che ha dato anche la vita per questi ideali. Gente che ha molto da insegnarci. Sempre. Oggi più che mai.
Per quanto mi riguarda, mi avrete sempre dalla vostra parte. Anzi, dalla parte della vostra crescita.
Buon anno scolastico, ragazzi.
 

martedì 13 settembre 2022

Game over!

 
Breve conversazione, ieri sera, sulla linea 9 della metro di Parigi.
Sono le 23, davanti a noi una chiassosa famiglia (2 genitori e 4 figli) africana. La madre sta allattando una bambina di circa 2 anni che poi si stacca dal seno e comincia a guardarci e a sorridere. E’ meravigliosa, simpatica e bellissima. Anche noi le sorridiamo. Il papà si accorge di questo gioco di sguardi e ci sorride a sua volta. Fabrizia si rivolge a lui dicendo che la bambina è “vraiment très jolie e simphatique” e gli chiede da dove vengono. Lui, in francese, ci dice che sono del Senegal e che sono venuti a Parigi per un vacanza. Comincia allora una breve conversazione e lui ci dice che è un po’ sorpreso e dispiaciuto perché ha saputo che adesso spegneranno le luci della torre Eiffel alle 23 per risparmiare energia.
Mi rivolgo a Fabrizia e le faccio notare che in Italia una conversazione così, nella metro, sarebbe stata molto difficile perché la persona davanti a noi sarebbe stata considerata un immigrato, un diverso, mentre qui, a Parigi, è un “cittadino” come tutti gli altri e che questa è la differenza fondamentale e sostanziale che a me piace molto.
Il papà ci sente parlare in italiano e allora comincia a rivolgersi a noi in questa lingua. Ci dice che ha vissuto a Treviso per 12 anni e che poi è tornato in Senegal dove ha creato un’impresa di costruzioni. Ci dice che in Senegal c’è molto lavoro, che il paese è ricco di risorse naturali, e che lui, adesso, dà lavoro a 3 italiani, tra cui un ingegnere. C’è orgoglio nelle sue parole, si sente l’energia della vita ma nessun senso di rivalsa, è felice. Gli rispondo che è molto bello sentire che, anni fa, lui è venuto in Italia per lavorare e che oggi, tornato nel suo paese, dà lavoro agli italiani.
Sta arrivando la fermata dove dobbiamo scendere.
Mi rivolgo di nuovo a lui e gli dico che il futuro del mondo è nelle sue mani e in quelle di coloro che abitano quel bellissimo continente, perché noi europei siamo ormai un popolo vecchio e stanco, mentre loro sono giovani nel cuore e desiderosi e felici di vivere.
Annuisce e mi rivolge un sorriso amichevole e tranquillo.
La metro si è fermata, scendiamo.
Game over!


 

lunedì 12 settembre 2022

Grazie EMA, con te mi sento al sicuro!

 


Come volevasi dimostrare Ema ha oggi raccomandato l'autorizzazione per il nuovo (?) vaccino per le varianti BA4 e BA5.
Peccato che per l'autunno tutti aspettino la variante Centaurus.
Interessante è leggere il comunicato odierno di EMA che posto sotto (ho messo in maiuscolo i punti che credo sia importante focalizzare):
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Il comitato per i medicinali per uso umano dell'EMA (CHMP) ha raccomandato l'autorizzazione di un vaccino bivalente adattato che ha come bersaglio le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 oltre al ceppo originale di SARS-CoV-2. Questa raccomandazione amplierà ulteriormente l'arsenale di vaccini disponibili per proteggere le persone contro il COVID-19 mentre la pandemia continua e si prevedono nuove ondate di infezioni nella stagione fredda.Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 è destinato all'uso in persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno ricevuto almeno un ciclo primario di vaccinazione contro la COVID-19. Questo vaccino è una versione adattata del vaccino COVID-19 a mRNA Comirnaty (Pfizer/BioNTech).I vaccini sono adattati per corrispondere meglio alle varianti circolanti di SARS-CoV-2 e SI P͟R͟E͟V͟E͟D͟E͟ che forniscano una protezione più ampia contro le diverse varianti. La valutazione tempestiva dei dati disponibili su questi vaccini adattati consentirà il loro impiego tempestivo nelle campagne di vaccinazione autunnali.Nella sua decisione di raccomandare l'autorizzazione di Comirnaty Original/Omicron BA.4-5, il CHMP ha tenuto conto di tutti i dati disponibili su Comirnaty e sui suoi vaccini adattati, compreso il vaccino adattato Comirnaty Original/Omicron BA.1, autorizzato di recente, e dei vaccini in fase di sperimentazione contro altre varianti problematiche.Il CHMP ha basato il suo parere in particolare sui dati clinici disponibili per Comirnaty Original/Omicron BA.1. Oltre a contenere mRNA corrispondente a sottovarianti di Omicron diverse, ma strettamente correlate, Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 e Comirnaty Original/Omicron BA.1 hanno la stessa composizione. Gli studi clinici condotti con Comirnaty Original/Omicron BA.1 hanno dimostrato che il vaccino era più efficace nell'innescare una risposta immunitaria contro la sottovariante BA.1 rispetto a Comirnaty, ed era altrettanto efficace di Comirnaty contro il ceppo originale. Gli effetti collaterali sono stati paragonabili a quelli osservati con Comirnaty. Ciò è stato ulteriormente supportato dai dati dei vaccini in fase di sperimentazione diretti contro altre varianti, che hanno mostrato profili di sicurezza simili e risposte immunitarie prevedibili contro i ceppi bersaglio.Il parere del CHMP per Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 si basa anche sui dati relativi alla qualità e al processo di produzione, che hanno confermato la conformità agli standard di qualità dell'UE. Inoltre, i dati di immunogenicità (la capacità del vaccino di scatenare una risposta immunitaria) provenienti da S͟T͟U͟D͟I͟ ͟D͟I͟ L͟A͟B͟O͟R͟A͟T͟O͟R͟I͟O͟ ͟N͟O͟N͟ ͟C͟L͟I͟N͟I͟C͟I͟ (ndr. si tratta di studi condotti sui topi) hanno fornito prove a sostegno del fatto che Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 scatena un'immunità adeguata contro i ceppi bersaglio.Sulla base di tutti questi dati, il CHMP ha concluso che Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 D͟O͟V͟R͟E͟B͟B͟E͟ essere più efficace di Comirnaty nell'innescare una risposta immunitaria contro le sottovarianti BA.4 e BA.5. Il profilo di sicurezza del vaccino è stato valutato in base ai dati raccolti. Il profilo di sicurezza del vaccino D͟O͟V͟R͟E͟B͟B͟E͟ essere paragonabile a quello di Comirnaty Original/Omicron BA.1 e dello stesso Comirnaty, per il quale sono disponibili numerosi dati.Gli studi clinici con Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 S͟O͟N͟O͟ ͟I͟N͟ ͟C͟O͟R͟S͟O͟ e il CHMP riceverà i dati clinici emergenti man mano che verranno prodotti.Il parere del CHMP su Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 sarà ora inviato alla Commissione Europea, che adotterà una decisione finale.
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Devo ammettere che l'Agenzia Europea del Farmaco mi dà un grande senso di sicurezza, sono proprio scrupolosi! 😀😀😀    

Post-verità

 Un' analisi di Carlo Cuppini sul concetto di post-verità. Da leggere assolutamente perchè ci fa capire quanto sia, al giorno d'oggi, potente la possibilità di manipolare il giudizio dell'opinione pubblica, complici tutti i media, sotto totale controllo dell' apparato governativo. E' questa, a mio avviso, la deriva pericolosissima nella quale stiamo già ampiamente precipitando. E che riguarda non solo la pandemia e la guerra, ma che contraddistinguerà le nostre vite per tutto ciò che riguarderà il nostro futuro, perchè ormai "loro" hanno capito che funziona bene e ne hanno oliato tutti i meccanismi.


 

Post-verità
Censura, autocensura, rimozione, falsificazione, manipolazione attraverso il linguaggio sono temi che mi interessano da quanto ho quindici anni. Allora, invece di studiare matematica, leggevo libri di psicologia, sociologia, filosofia e religione (oltre ai fantasy, a Camus e a Tondelli). Queste modalità di relazionarsi degli umani con se stessi, con i propri simili e soprattutto con le strutture di potere sono state al centro del mio romanzo “Il mago”, scritto a 17 anni e dedicato a Giordano Bruno. Poi, molto più tardi, sono tornate fuori nei racconti assurdi di “Il mondo senza gli atomi”. Oggi è impossibile non tornare a riflettere su questi temi, su queste azioni, che possono essere riunite sotto il cappello concettuale di “post-verità”.
1) Alla morte di Gorbaciov la sua figura “doveva” essere celebrata. E se doveva essere celebrato, l’ex leader russo “doveva” essere per forza un antagonista di Putin. E in particolare doveva essere un’oppositore dei progetti putiniani sull’Ucraina. Nei coccodrilli la verità è stata presentata secondo questa logica. Dimenticando che Gorbaciov aveva dato la sua piena benedizione all’annessione della Crimea (“storicamente giusta e legittimata dalla volontà popolare") ed era totalmente contrario all’allargamento della NATO a Est (“una violazione dello spirito degli accordi per la riunificazione della Germania”). Dimenticando anche che sull’Ucraina aveva recentemente dichiarato, dopo l’invasione russa, che l’Occidente doveva tenere conto anche del punto di vista russo. In altre parole, la verità su cui si sono basati molti degli editoriali sulla morte dell’ex leader è stata costruita a tavolino secondo le necessità politiche del momento. Ecco: questa è la post-verità.
2) Questa post-verità fabbricata più o meno uguale in tutte le fucine massmediatiche è stata ripresa funzionalmente anche dal tecnocrate Mario Draghi, per il quale la verità è un fatto tecnico, e tecnicamente modellabile. Lo dimostrò in modo incontrovertibile nel luglio 2021, definendo il “green pass garanzia di frequentare persone non contagiose”. Il postulato era talmente falso che neanche Pinocchio avrebbe potuto pronunciarlo. Tuttavia era indispensabile per giustificare giuridicamente e politicamente la sospensione di numerosi diritti essenziali per milioni di persone, minorenni compresi, lasciati senza alcuna tutela.
3) Infatti, a stretto giro, i due giuristi di riferimento del Sole24Ore, Melzi e d’Eril (non per prendermela proprio con loro, ma per fare un esempio significativo) sostennero la legittimità e la costituzionalità del dispositivo in virtù della presunta - falsa - capacità del vaccino di conferire una completa, effettiva, certa immunizzazione, cioè di impedire il contagio: “Non ravvisiamo alcun problema nel condizionare la frequentazione di questi ultimi [i luoghi chiusi] all’esibizione di un certificato di avvenuta immunizzazione.” Poiché nel passaggio seguente non fanno riferimento al dramma degli ospedali al collasso, ma alla necessità di tutelare i fragili che non si potessero vaccinare (?), con “immunità” intendevano evidentemente “immunità sterilizzante”, cioè impossibilità di contagiarsi e di contagiare. Questo è. E accingendosi a giustificare la sospensione di diritti essenziali – cioè ad assumersi la responsabilità enorme di gettare milioni di persone nel dramma e nella povertà – non erano consentite carenze di informazioni, e ancora meno falle logiche.
4) Le regole della post-verità non prevedono la possibilità di ripensamenti, rettifiche, scuse: infatti in quel caso non ce ne sono state – nonostante che nei luoghi del green pass il virus corresse tra vaccinati e non vaccinati, fragili e non fragili, in barba a Draghi, Melzi e d’Eril. Niente scuse, niente rettifiche, niente risarcimenti alle vittime di misure aberranti e che non hanno centrato l’obiettivo perseguito, perché la (post)verità non è la ricerca del vero, ma la costruzione del funzionale; una enunciazione funzionale quanto più verosimile e plausibile; ma se poi non lo è affatto, pazienza.
Chiariamo un fatto: che l’assunto su cui si basava la “legittimazione” del GP fosse totalmente sbagliato, o meglio falsificato, non fu una scoperta successiva, dovuta al sopraggiungere di nuove e fino a lì ignote conoscenze. Prova ne sia che poche settimane dopo l’articolo di Melzi e D’Eril l’Associazione Nazionale Medici d’Azienda e Competenti bocciava completamente il GP per accedere ai luoghi di lavoro, asserendo che il vaccino non dava ALCUNA garanzia di non essere infettati e di non poter contagiare:
“È bene ricordare - e il MC lo deve richiamare in Azienda - che, allo stato attuale, la possibilità di contagiare e di contagiarsi sussiste indipendentemente dalla condizione vaccinale e/o dal possesso del green pass. Il certificato verde non rappresenta una “misura di sicurezza” per il Datore di Lavoro, a meno che non derivi dal reiterato controllo ogni 48h tramite tampone, condizione che riteniamo perlopiù inattuabile. (…)
Sulla base di queste considerazioni crollano quindi al momento le diverse ipotesi ed i tentativi di giustificare il “ricorso al green pass” in ambito lavorativo.”
5) Censura, autocensura, falsificazione, polarizzazione, criminalizzazione del pensiero critico, persecuzione dei non-unanimi. Questo è il contesto sociale, culturale, politico e mediatico in cui ci troviamo a vivere, con il benestare dei progressisti e dei liberali, che di questa temperie sono stati i principali e più convinti promotori. Che l’epoca delle emergenze sarebbe stata contraddistinta da queste peculiarità è stato evidente fin dal marzo 2020. La sospensione del FOIA (Freedom of information act), infilata da Conte in uno dei primi dpcm antipandemia (il Cura Italia), potrebbe essere visto come un fatto simbolico e inaugurale. Ricordo che il fatto – incomprensibile e ingiustificabile da tutti i punti di vista – fu denunciato soltanto da Laura Carrer, responsabile FOIA Trasparency Italia, sulle colonne del Sole24Ore, nella più clamorosa indifferenza dei ‘liberal’.
6) Uno dei tanti esempi che dà la misura di queste ormai durature deformazioni è un recente articolo di Repubblica firmato da Foschini e Monaco e intitolato “I No Vax diventano No Tax con la regia dell’ultradestra”. Il titolo chiaramente promuove la criminalizzazione del dissenso politico: se io sostengo che la catastrofe energetica che ci sta investendo deriva dall’errore di previsione delle leadership europee, che a marzo erano convinte – per dirla con le parole di Enrico Letta – che le sanzioni "più dure mai comminate in qualche giorno porteranno al collasso l’economia russa”, io sono un NO-tax, dopo essere stato un NO-vax, e ho un rapporto almeno di contiguità ideale con gli autori dell’assalto alla CGIL. Io sono una sigla “criminale”, un no-parola-di-tre-lettere, non un cittadino con le sue opinioni, formatesi attraverso le proprie elaborazioni. No signori: le mie opinioni non sono legittime.
Ma la cosa più interessante di questo articolo si trova nello svolgimento, dove si legge: “…le manifestazioni No Pass che si sono succedute a raffica negli ultimi DUE ANNI, fino all'assalto alla sede nazionale della Cgil il 9 ottobre scorso a Roma.”
Dunque secondo i due giornalisti le manifestazioni contro il green pass sarebbero iniziate un anno prima del varo del green pass. Il quale, nella versione all’italiana che ha determinato la protesta sociale, è iniziato il 6 agosto 2021, tredici mesi fa.
Ancora: “Prima era il Green Pass, poi è stato il turno dei vaccini. Dunque, il conflitto in Russia. Adesso è il caro bollette.” Lo riscrivo: “Prima era il Green Pass, poi è stato il turno dei vaccini.”
Foschini e Monaco danno prova di non avere la minima idea di ciò di cui stanno parlando; danno anzi l’idea che non abbia la minima importanza sapere di cosa si sta parlando, quando si tratta di costruire una post-verità, e in questo caso di dipingere l’identità del nemico pubblico da offrire all’auditorio, per gli orwelliani 15 minuti quotidiani di odio - indispensabili perché si rinsaldi il sentimento identitario nell’obbedienza alle filiere rigidamente verticali di comando, informazione, interpretazione, simbolizzazione.
7) Un altro caso estremamente attuale – interessante e drammatico per le sua implicazioni – è la posizione di Giuseppe Remuzzi rispetto al dirompente e famoso studio sugli antinfiammatori pubblicato sul “Lancet”, impugnato da molti per alzare il livello della critica alla gestione del covid dei governi Conte e Draghi, del continuativo Ministero Speranza, e dell’AIFA diretta da Magrini. Remuzzi si è affrettato a prendere le distanze da chi strumentalizzava a fini politici lo studio, difendendo a spada tratta l’operato di Ministero e AIFA: “In Italia l'atteggiamento del ministero e dell'Aifa è sempre stato IMPECCABILE. Non c'era evidenza che qualcos'altro funzionasse quando sono stati pubblicati i primi risultati sugli antinfiammatori. Quando invece sono apparse le prime evidenze, l'Italia è stato il primo Paese al mondo a introdurre gli antinfiammatori nella cura contro il Covid”.
Qui c’è una conclamata post-verità, nella forma dell’autocontraddizione e parziale falsificazione, che consiste nel lasciare intendere che il Ministero abbia introdotto nei protocolli gli antinfiammatori proprio per la funzione che gli studi di Remuzzi stesso e altri indicano: cioè una funzione non solo e non tanto di “trattamento sintomatico” (abbassare la febbre e togliere il dolore), ma soprattutto – salvificamente – terapeutica (curare l’infiammazione e prevenire le conseguenze anche letali della sua possibile evoluzione, purché la somministrazione avvenga secondo determinati criteri).
Si può facilmente verificare che nei protocolli pubblicati il 26 aprile 2021 e TUTT’ORA in vigore paracetamolo e antinfiammatori sono equiparati - e presentati come uno alternativo agli altri – sotto la voce “trattamenti sintomatici”, con tanto di specifica “in caso di febbre o dolori articolari o muscolari”. Nessuna indicazione, ancora oggi, sull’opportunità e necessità di controllare l’infiammazione - vera fonte di rischio, anche letale, con la malattia in questione – tramite un determinato uso degli antinfiammatori (e non del paracetamolo).
8 ) Quest’ultimo caso è emblematico perché abbiamo la fortuna – grazie ai giornalisti d’inchiesta di Report – di avere a disposizione una cruciale testimonianza rubata a Fredy Suter, il principale collaboratore di Remuzzi per questi studi, grazie alla registrazione di un fuori onda al termine di un’intervista. Il documento risale al febbraio 2022. Durante l’intervista Suter riceve una telefonata – da un suo collaboratore evidentemente allarmato per quello che potrebbe dire, sembrerebbe – al quale dà le seguenti rassicurazioni (trascrivo - si ascolti il link sotto dal minuto 2:30, e soprattutto da 3:55):
“Noi non possiamo dire che non abbiamo potuto fare lo studio perché NON SI POTEVA FARE UNO STUDIO CHE ANDASSE CONTRO LE NORME DEL MINISTERO… ho capito… io cerco di stare estremamente attento su questo, non preoccuparti.”
Il giornalista cerca di approfondire questa dichiarazione scioccante, con la telecamera apparentemente spenta, e Suter si lascia andare.
Giornalista: “Poi alla fin fine loro vi hanno chiesto espressamente di non infilare la tachipirina nel gruppo di controllo per non creare problemi?”
Suter: “Loro non accettavano…”
Giornalista: “La vostra idea iniziale [per lo studio dell’Istituto Mario Negri] era fare tachipirina contro aspirina. Però vi hanno consigliato: evitiamo di fare tachipirina perché andiamo in scontro diretto.”
Suter: “Mi sembra che fosse un po’ così. (…) Personalmente penso che solo con questa norma avremmo risparmiato migliaia di morti.”
Dunque, AIFA e Ministero sono stati “impeccabili” (Remuzzi), oppure con una diversa norma “avremmo risparmiato migliaia di morti” (Suter)? A naso direi che la versione di Suter, detta con la spontaneità di una conversazione privata, è la verità; quella di Remuzzi la post-verità.
Conclusione:
Pare che a molti italiani la vita immersa nella bolla della post-verità piaccia. Sono quelli che, da feroci avversari del M5S, sono diventati ferventi estimatori di Giuseppe Conte; che poi, pur keynesiani se non addirittura socialisti fino al giorno prima, sono diventati devoti al grande privatizzatore Mario Draghi e al suo prestigio internazionale; sono quelli che domani - sono pronto a scommetterci –, pur avendo tremato per anni all’idea di un governo Meloni, diventeranno estimatori della Meloni non appena lei riceverà la benedizione dei consessi internazionali, a costo di rinunciare a qualche asperità del suo programma, e rivestirà la sua azione di governo con l’aura dell’unità nazionale.
Io, per me, non mi sento molto a mio agio, devo confessarlo. Ecco quello che penso.
Se durante una pandemia che causa centinaia di migliaia di morti uno scienziato autorevolissimo arriva prima ad auto-censurarsi nella stessa impostazione di uno studio medico-scientifico che può servire a salvare vite, per non creare problemi alla politica, e poi ad autocensurarsi nella lettura retrospettiva dei fatti, per lo stesso motivo, allora la post-verità è diventata una cosa tanto pervasiva, inquietante e tentacolare che, al confronto, le farraginose e stentate fake news dei cospirazionisti di ogni sorta appaiono come innocue battute di spirito. E mi viene da chiedermi, ancora una volta, cosa sia rimasto dell’etica, della scienza, della trasparenza, del liberalismo, dei diritti (compreso quello alla salute: perché escludere il paracetamolo dal gruppo di controllo nello studio citato, per convenienze politiche, è un limite al diritto alla salute di molti, mi pare), del diritto di critica, della libertà di pensiero, della libertà in generale. 

domenica 11 settembre 2022

Ah, la "scienza" !!!


 

Certo che considerare il sistema immunitario come una batteria che deve essere ricaricata è veramente il trionfo della "scienza" (notare oltretutto gli inoculandi rigorosamente mascherati).
Che poi mi dovrebbero allora spiegare il razionale scientifico di aver sterilizzato con lockdown e mascherine (e continuare a volerlo fare) i bambini, cioè quella fascia di età nella quale il sistema immunitario si sviluppa soltanto mediante il contatto con virus, batteri e miceti!
Mi chiedo se la "scienza" è rimasta quella di una volta o sia diventata piuttosto una religione. O, come alcuni dicono, anche per lei valga ormai il detto "follow the money".

sabato 10 settembre 2022

Articolo (conclusivo) sui danni causati ai bambini dalle politiche Covid

 


 
 
Oggi propongo questo articolo interessante e esaustivo (e lunghissimo, ben 120 citazioni bibliografiche) apparso sul sito HART dal titolo: "Politiche Covid e danni per i bambini".
Ne consiglio caldamente la lettura a tutti i nostri politici, specialmente a quelli che, poco tempo fa, hanno affermato che "dobbiamo ringraziare i nostri giovani che si sono sacrificati per salvare la vita a tanti più fragili".
I titoli dei paragrafi dell'articolo sono: Chiusura delle scuole - Rischi relativi a infezione e trasmissione di Covid19 - Danni all'educazione - Danni allo sviluppo precoce compreso il linguaggio - Danni al benessere emotivo e alla salute mentale - Danni alla salute fisica - Danni causati dal ridimensionamento dei servizi all'infanzia.
Per coloro che non ce la fanno a leggerlo (li capisco) ne riporto le conclusioni:
 
𝘋𝘶𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘯𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢, 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘢 𝘩𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘰𝘣𝘣𝘭𝘪𝘨𝘩𝘪, 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘳𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘦 𝘭𝘪𝘯𝘦𝘦 𝘨𝘶𝘪𝘥𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘴𝘤𝘶𝘵𝘪𝘣𝘪𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘢 𝘶𝘯'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘢 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘦 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪, 𝘪𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘷𝘶𝘭𝘯𝘦𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪 - 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪, 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦𝘥 𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘷𝘢𝘯𝘵𝘢𝘨𝘨𝘪𝘢𝘵𝘪 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘢𝘨𝘨𝘪𝘶𝘯𝘵𝘪𝘷𝘪. 𝘌̀' 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘴𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘳𝘪𝘧𝘭𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘢 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘶𝘨𝘭𝘪 𝘦𝘳𝘳𝘰𝘳𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘮𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘴𝘶𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘦𝘨𝘨𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘴𝘱𝘳𝘰𝘱𝘰𝘳𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘢𝘵𝘦𝘨𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘮𝘢𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘵𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘪 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19. 𝘐𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦, 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘦𝘴𝘢𝘮𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘭𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘴𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘤𝘶𝘰𝘭𝘦, 𝘥𝘢𝘭 𝘳𝘪𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘴𝘪𝘰𝘯𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘴𝘦𝘳𝘷𝘪𝘻𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘦 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘳𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘦 𝘪𝘭 𝘮𝘢𝘯𝘵𝘦𝘯𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘦 𝘭𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦, 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘳𝘢 𝘮𝘢𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘶𝘯'𝘦𝘮𝘦𝘳𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘶𝘯'𝘢𝘯𝘢𝘭𝘪𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘪/𝘣𝘦𝘯𝘦𝘧𝘪𝘤𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘰. 𝘗𝘰𝘪𝘤𝘩𝘦́ 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘵𝘵𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 "𝘤𝘰𝘯𝘷𝘪𝘷𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘷𝘪𝘳𝘶𝘴", 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪. 𝘓𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘰𝘳𝘢 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘦𝘪𝘯𝘥𝘪𝘳𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘤𝘶𝘱𝘦𝘳𝘰 𝘦𝘥𝘶𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰, 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘧𝘪𝘴𝘪𝘤𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘦𝘯𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘦𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘰, 𝘤𝘰𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦𝘥 𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘷𝘢𝘯𝘵𝘢𝘨𝘨𝘪𝘢𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘪 𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘶𝘭𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘦𝘥𝘶𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪, 𝘥𝘪 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘦 𝘥𝘪 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘭𝘱𝘪𝘵𝘪. 𝘐 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘪 𝘦 𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘦𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘦𝘯𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘪𝘴𝘪𝘤𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦.
𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘰𝘤𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘩𝘢 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦, 𝘴𝘤𝘪𝘰𝘤𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘥𝘶𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘯𝘥𝘦𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘊𝘖𝘝𝘐𝘋-19 𝘪𝘭 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘙𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘜𝘯𝘪𝘵𝘰 𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘪 𝘴𝘦𝘮𝘣𝘳𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘰𝘯𝘷𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘖𝘕𝘜 𝘴𝘶𝘪 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘧𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘥𝘰𝘭𝘦𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘢. 𝘌̀ 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘮𝘢𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘰.𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘦𝘵𝘢̀, 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘤𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢𝘵𝘪 𝘢 𝘶𝘯 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘱𝘰𝘴𝘵𝘪 𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘰𝘴𝘪 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘪. 𝘔𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦, 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘭 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘦 𝘥𝘪 𝘨𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘱𝘰𝘴𝘵𝘪 𝘢 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦.
 
Per gli altri questa la traduzione completa:
 
I bambini e i giovani sono il futuro di ogni società. Sono evidentemente vulnerabili e richiedono la cura e la protezione delle loro famiglie e della comunità in generale. Prima della pandemia di Covid, nel Regno Unito la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo era universalmente approvata da tutti i professionisti che lavoravano con bambini e giovani. I nostri sistemi giuridici, clinici ed educativi riflettevano il principio dell'articolo 3, secondo cui l'interesse superiore del bambino deve essere prioritario. È stato inquietante osservare che, a partire dal marzo 2020, con l'arrivo della Covid-19 nel Regno Unito, l'ansia collettiva che ne è derivata ha portato il governo, la pubblica amministrazione, la maggior parte degli enti e delle istituzioni pubbliche a dimenticare il proprio impegno nei confronti di questo principio. La politica di salute pubblica e l'azione governativa degli ultimi due anni hanno ripetutamente omesso di considerare i bisogni dei bambini e dei giovani, per non parlare di "metterli al primo posto". Nel corso della pandemia, i bambini e i giovani sono stati regolarmente sottoposti a interventi dannosi e non comprovati, nonostante decenni di conoscenze accumulate e accettate sulle condizioni necessarie per il loro benessere fisico e mentale e per il loro sviluppo sociale, emotivo e cognitivo.Le prove sempre più evidenti dei danni subiti dai bambini negli ultimi due anni suggeriscono che la risposta del governo ha dato eccessivo peso alla necessità di proteggere gli adulti vulnerabili a scapito dei danni meno immediatamente evidenti (ma più a lungo termine) al benessere e al futuro dei nostri bambini e ragazzi.È essenziale che il governo e la società in generale riconoscano questi danni e ne comprendano appieno l'impatto, in modo da sostenere adeguatamente il risanamento. Questo documento cataloga i danni causati ai bambini e ai giovani dalle misure di sanità pubblica attuate nel tentativo di controllare la diffusione e l'impatto della pandemia COVID-19. Si tratta di un ampio aggiornamento sulle prove di efficacia della pandemia. Si tratta di un ampio aggiornamento delle prove pubblicate nel marzo 2021.
 
Chiusura delle scuole
Durante la pandemia, le scuole nel Regno Unito sono state chiuse per due volte alla maggior parte dei bambini (tra il 20 marzo e il luglio 2020 - con alcuni gruppi di anni che sono tornati in qualche modo nel trimestre estivo 2020 - e di nuovo tra il 6 gennaio 2021 e l'8 marzo 2021). I bambini del Regno Unito hanno sperimentato alcuni dei periodi più lunghi di chiusura delle scuole in Europa. Tra marzo 2020 e luglio 2021, i bambini sono stati fuori dalle aule per quasi la metà (44%) di tutti i giorni di scuola [2]. Un briefing interno del governo del novembre 2020 ha delineato la crescente preoccupazione e l'evidenza dei danni causati dalla chiusura delle scuole durante la prima serrata del Regno Unito (marzo-luglio 2020) [3]. Il rapporto elencava molteplici danni, tra cui il rischio per i risultati scolastici (soprattutto per i bambini più svantaggiati), l'esacerbazione del divario di risultati e altre disuguaglianze, l'impedimento all'identificazione tempestiva dei bisogni di apprendimento, i danni alla salute mentale e fisica di bambini e ragazzi e al loro sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Il rapporto ha evidenziato ulteriori rischi per i bambini vulnerabili a causa della riduzione dell'accesso ai servizi essenziali e ha messo in dubbio gli effetti di periodi prolungati di apprendimento a distanza sui risultati scolastici. Nonostante questo ampio elenco di preoccupazioni significative fosse noto al Dipartimento dell'Istruzione, che ha preparato congiuntamente questo documento con lo SPI-B (Scientific Pandemic Influenza Group on Behaviours) per essere esaminato dal SAGE (Scientific Advisory Group for Emergencies) nel novembre 2020, le scuole del Regno Unito hanno chiuso per la seconda volta nel gennaio 2021. Nel gennaio 2021 la Public Health England ha riconosciuto l'enorme impatto sulla salute mentale e sull'istruzione e che le scuole svolgono solo un ruolo limitato nella trasmissione virale [4]. Nello stesso mese, il professor Russell Viner, presidente del Royal College of Paediatrics & Child Health e membro del SAGE, ha dichiarato: "Quando chiudiamo le scuole, chiudiamo le loro vite - non a beneficio loro, ma del resto della società" [5]. Un editoriale del BMJ pubblicato il 23 febbraio 2021 affermava che "la chiusura delle scuole non è basata sull'evidenza e danneggia i bambini" [6], continuando a dire che "mantenere le scuole aperte dovrebbe essere la priorità assoluta del Regno Unito". Nonostante i danni noti (evidenziati dall'impatto della chiusura delle scuole nel 2020) e le preoccupazioni sollevate da molti esperti del settore, il governo non ha aperto le scuole fino all'8 marzo 2021. Quando le scuole sono state aperte, sono state istruite a operare un sistema di test e tracciamento che ha portato a molti altri giorni di istruzione persi per i bambini della nazione. Il sistema obbligava i bambini sani a sottoporsi di routine al test per la Covid-19 e i contatti dei bambini risultati positivi a isolarsi a casa. Nel luglio 2021, quasi un quarto degli alunni inglesi (1,7 milioni di bambini) era assente da scuola per motivi legati al Covid e non legati al Covid [7].
Dato il ruolo sfaccettato che le scuole e gli altri contesti educativi e di assistenza all'infanzia svolgono nella società e nella vita dei bambini, molti dei danni ai bambini elencati in questo documento sono legati indissolubilmente alla chiusura delle scuole e alle assenze ripetute dovute al sistema di test che ha funzionato nelle scuole tra marzo 2021 e febbraio 2022.
Gli asili nido, le scuole e i college sono luoghi di educazione e di socializzazione. Sono luoghi di sicurezza incentrati sul bambino che promuovono lo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo. Inoltre, svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio della salute e dello sviluppo dei bambini, nell'identificazione tempestiva di bisogni aggiuntivi, nell'attuazione di interventi appropriati per affrontare tali bisogni e, soprattutto, nella salvaguardia dei bambini dai danni nelle case delle famiglie e nella comunità in generale.
Nel considerare l'impatto delle chiusure delle scuole sull'istruzione e sul benessere emotivo e fisico di bambini e ragazzi, è necessario ricordare che non possono essere comprese in modo isolato. Durante entrambe le chiusure che hanno comportato la chiusura delle scuole, queste sono state accompagnate da altre restrizioni (ad esempio, l'interazione sociale nella comunità, la cancellazione di attività sportive e di altre attività extrascolastiche, l'interruzione delle reti familiari e amicali) e da una maggiore pressione sulle famiglie (ad esempio, a causa dei genitori che lavorano da casa e dell'istruzione domiciliare [8], delle pressioni finanziarie [9], degli adulti che lottano con la salute mentale e le relazioni [10] e, in alcune famiglie, dell'aumento dei livelli di abuso di sostanze [11,12] e di violenza domestica [13]). I seguenti dati illustrano la miriade di ragioni per cui asili, scuole, college e altre strutture che offrono opportunità sociali, educative, extrascolastiche e sportive a bambini e giovani non dovrebbero mai più chiudere per mitigare la diffusione della COVID-19, e perché pratiche non comprovate come il mascheramento e il test di routine di bambini sani e la ricerca di contatti (che hanno portato a ripetute assenze da scuola e a un ulteriore isolamento sociale) non dovrebbero essere consigliate in caso di future epidemie.
 
Rischi legati alla trasmissione e all'infezione da Covid-19
I bambini hanno un rischio estremamente basso di contrarre la COVID-19. I decessi di sei bambini precedentemente sani sono stati registrati per l'intero anno 1/3/20-1/3/21, che comprendeva due ondate invernali [14]. I bambini hanno anche una probabilità molto minore rispetto agli adulti di trasmettere il virus, infatti vivere o lavorare con bambini piccoli riduce il rischio di malattia grave [15,16]. Considerando la trasmissione minima del SARS-CoV-2 all'aperto [17], il ruolo essenziale della luce solare e dell'attività all'aperto per la salute e il benessere [18] e gli enormi benefici dell'attività extrascolastica, del gioco e degli eventi sportivi per il benessere e lo sviluppo dei bambini [19], è probabile che le restrizioni alla socializzazione all'aperto e all'attività extrascolastica durante le serrate nazionali abbiano avuto un beneficio minimo per la salute pubblica e abbiano contribuito in modo sproporzionato ai danni mentali e fisici dei bambini [20]. L'impatto dei danni di molte misure di salute pubblica e delle chiusure delle scuole (riassunte di seguito) sembra essere stato sproporzionato rispetto ai benefici per i bambini stessi o per la società in generale [3,5,6,21].
 
Danni all'istruzione
Le ricerche esistenti dimostrano che anche pochi giorni di perdita di apprendimento in più possono avere un forte impatto sui risultati scolastici e sulla vita [22,23]. Nel Regno Unito, i bambini hanno subito una perdita di circa 60-65 giorni entro il luglio 2021 [24], una perdita di gran lunga superiore a quella studiata in precedenza. Diversi studi [25],[26] hanno confermato che le perdite di apprendimento subite durante la pandemia si sono manifestate con forti divari nei risultati tra i bambini provenienti da ambienti più poveri e le loro controparti più privilegiate. Gli accademici dell'LSE hanno concluso che una probabile conseguenza di una così ampia perdita di istruzione sarà un significativo declino dei livelli di mobilità sociale per le generazioni più giovani. Nel luglio del 2021, i rapporti commissionati dal governo hanno iniziato a quantificare i danni all'apprendimento dovuti alla chiusura delle scuole e alle assenze dovute al Covid [27]. A quel punto, esistevano informazioni dettagliate solo per il trimestre autunnale del 2020. Esistevano relativamente poche informazioni sugli studenti delle scuole secondarie e nessuno studio aveva esaminato l'impatto della chiusura delle scuole sull'apprendimento degli studenti del decimo anno e oltre. I dati riassunti per il governo indicano che i bambini della scuola primaria erano in ritardo di "circa un mese" rispetto alle aspettative di apprendimento nel trimestre autunnale del 2020 e che i bambini svantaggiati erano stati colpiti in modo sproporzionato. Altre ricerche hanno individuato un divario di circa 2 mesi nei progressi in lettura e matematica per gli alunni del secondo anno, ma un ritardo di circa 7 mesi per gli alunni più svantaggiati. Nel marzo 2022, la Commissione per l'istruzione della Camera dei Comuni ha pubblicato un rapporto che riassume i danni causati ai bambini dalla chiusura delle scuole. Il documento conclude che la chiusura delle scuole è stata "a dir poco un disastro nazionale" in termini di risultati e salute mentale dei bambini. Il documento mette urgentemente in dubbio che il programma di "recupero" del governo sia adatto allo scopo.
Quando le scuole sono state aperte durante la pandemia, sono state adottate misure di mitigazione che hanno probabilmente aumentato l'ansia dei bambini e compromesso il loro funzionamento educativo, sociale ed emotivo. I bambini sono stati tenuti separati dagli altri gruppi dell'anno, è stato impedito loro di partecipare alle attività dell'intera comunità e sono stati costantemente ricordati attraverso messaggi di salute pubblica, istruzioni agli insegnanti e pratiche comportamentali (ad esempio sistemi unidirezionali e mascheramento) della minaccia in corso [28]. Il test asintomatico bisettimanale per la SARS-CoV-2 è stato introdotto nelle scuole secondarie del Regno Unito nel gennaio 2021, una misura apparentemente concordata con i sindacati degli insegnanti per garantire il sostegno all'apertura delle scuole. Sebbene le indicazioni fossero specifiche per l'istruzione secondaria, molte scuole primarie, asili nido e scuole materne hanno richiesto il test di routine anche per i bambini affidati alle loro cure. Anche nei college e nelle università sono stati richiesti test autodiagnostici regolari da parte degli studenti.
Non ci sono prove che il governo abbia effettuato un'adeguata valutazione o un'analisi costi-benefici di questa misura, nonostante le preoccupazioni sull'efficacia di questa pratica [29],[30], sul suo valore in termini di utilizzo delle risorse in un momento di maggiore necessità all'interno del sistema educativo a seguito delle chiusure [31], sull'impatto sulla frequenza dei bambini che avevano già perso una quantità significativa di lezioni frontali durante le chiusure [32] e sul potenziale di danni fisici [33],[34] e psicologici [35],[36] per i bambini e i giovani.
 
Danni allo sviluppo precoce, compreso il linguaggio e la parola
Prove sempre più evidenti indicano che lo sviluppo dei nostri bambini più piccoli è stato particolarmente danneggiato durante le chiusure, le chiusure e le interruzioni di asili nido, scuole materne, scuole dell'infanzia e classi di accoglienza (servizi per la prima infanzia). Questo è diventato sempre più evidente quando i bambini che stavano attraversando il periodo critico dello sviluppo dei primi anni tra il 2020 e il 2021 sono arrivati nelle classi di scuola materna e di accoglienza. È noto da tempo che lo sviluppo precoce (in particolare tra la nascita e i tre anni, ma in tutta la prima infanzia) è fondamentale per plasmare l'apprendimento, il comportamento e la salute nel corso della vita [37]. La prima infanzia offre una finestra critica di opportunità per modellare la traiettoria dello sviluppo olistico di un bambino e costruire le basi per il suo futuro. Le tre aree principali dello sviluppo - sviluppo personale, sociale ed emotivo, comunicazione e linguaggio e sviluppo fisico - sono sensibili al tempo a causa di fattori biologici che consentono rapide connessioni cerebrali, in particolare nei primi tre anni di vita, ma che continuano per tutta la prima infanzia. Tutti e tre i processi sono sempre in azione per un bambino piccolo. In ogni attività, il bambino prova sentimenti e sviluppa un senso di sé e degli altri, è impegnato fisicamente attraverso i sensi e i movimenti e sta imparando a capire e a comunicare con gli altri. È attraverso queste esperienze che il bambino accede al mondo che lo circonda e alle relazioni con le altre persone, che a loro volta aprono le porte all'apprendimento in tutti i settori [38]. Lo sviluppo nei primi anni di vita è quindi un momento di enormi opportunità, ma anche di enormi rischi. Le tappe dello sviluppo mancate in questa fase cruciale sono molto più difficili da affrontare in seguito, quindi è fondamentale che le interazioni e le esperienze dei bambini nei primi anni sostengano lo sviluppo in queste aree fondamentali. La ricerca ha costantemente dimostrato che un buon sviluppo nella prima infanzia (che richiede opportunità di nuove esperienze, di gioco e di esplorazione e molteplici interazioni sociali) ha un impatto positivo diretto sui risultati di salute a lungo termine del bambino e migliora le opportunità future, i risultati scolastici e persino il potenziale di guadagno [39]. Non è quindi sorprendente - e poteva essere previsto dai responsabili politici - che l'interruzione dello sviluppo dei bambini piccoli attraverso le ordinanze di permanenza a casa e la chiusura di strutture ludiche, parchi giochi, gruppi di gioco e asili nido, abbia portato a ritardi nello sviluppo (con conseguenze potenzialmente gravi a lungo termine) per molti, in particolare per i più vulnerabili e svantaggiati. Un briefing dell'Ofsted, basato sulle ispezioni effettuate su 70 strutture educative nel gennaio e febbraio 2022, ha espresso preoccupazione per il numero di bambini piccoli il cui sviluppo sociale è ritardato. Amanda Spielman, ispettore capo dell'Ofsted, ha osservato che le ordinanze di permanenza a casa e la chiusura di strutture hanno ridotto drasticamente le esperienze e le interazioni sociali dei bambini e hanno aumentato la quantità di tempo che trascorrono sugli schermi. Ha anche menzionato i danni causati allo sviluppo sociale dei bambini dall'interazione con adulti che indossano maschere [40].
L'Ofsted ha rilevato che i bambini piccoli faticavano a leggere e a rispondere alle espressioni facciali, si presentavano a scuola con un vocabolario limitato e con scarse capacità di autocura (comprese le capacità di andare in bagno e di vestirsi da soli) [41].
Un'inchiesta del Daily Mail del giugno 2022 riportava risultati simili e riportava la ricerca della Education Endowment Foundation, che aveva riscontrato un numero significativo di bambini di quattro e cinque anni (bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni all'inizio della pandemia) che arrivavano a scuola con problemi di linguaggio e di parola, problemi di interazione sociale e di fiducia e ritardi nella deambulazione [42].
Il Times Education Committee ha riferito nel giugno 2022 che in alcune aree, dopo la pandemia, l'80-90% dei bambini arrivava alla reception "non pronto per la scuola". Alcuni bambini non erano in grado di dire il proprio nome, parlavano con un linguaggio infantile, non erano in grado di fare i bisogni e presentavano ritardi nelle abilità fisiche [43].
Tutte queste fonti riportano che i bambini più poveri e svantaggiati - quelli che vivono in case piccole e senza spazi di gioco esterni - hanno sofferto di più durante la pandemia. L'Institute of Fiscal Studies ha recentemente cercato di quantificare questi danni nel suo recente rapporto sulle disuguaglianze nella prima infanzia [44]. L'Istituto stima che la percentuale di bambini che raggiungono i livelli di sviluppo previsti, in particolare nelle aree delle abilità sociali e della comunicazione, sia diminuita di tre punti percentuali durante la pandemia, con i bambini più poveri più colpiti. La conclusione è che "tutti i segnali indicano che [la risposta alla pandemia] ha esacerbato le disuguaglianze sociali". Durante la pandemia, sembra che il governo e la società nel suo complesso abbiano creduto erroneamente che i percorsi di apprendimento, lo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo dei bambini possano essere interrotti e poi ripresi senza gravi conseguenze. Si è trattato di un errore madornale, che avrebbe dovuto essere evitato se i responsabili politici avessero tenuto conto della ricchezza di conoscenze accettate sullo sviluppo infantile, ad esempio [45], [46] [47].
 
Una nota sull' “apprendimento a distanza”
Durante la devastante chiusura delle scuole, il governo ha promosso l'idea che l'apprendimento virtuale o "a distanza" fosse un sostituto adeguato dell'insegnamento in presenza. L'argomentazione secondo cui i bambini potevano accedere a un "apprendimento a distanza di alta qualità" [48] è stata utilizzata per giustificare l'estensione della chiusura delle scuole al pubblico durante la prima serrata e la reintroduzione della politica di chiusura delle scuole nel gennaio 2021. Fenomeni ampiamente conosciuti sulle esigenze, il comportamento e i modelli di apprendimento di bambini e giovani adulti avrebbero potuto informare il governo che l'apprendimento a distanza non era un sostituto adeguato della frequenza scolastica [49]. Non è adatto a bambini e adolescenti, che si distraggono facilmente, sia con attività online che in tempo reale, ed è improbabile che siano in grado di prestare attenzione a materiale accademico dalla loro camera da letto senza un adulto che li sorvegli da vicino. In particolare, non è adatto ai bambini più svantaggiati, che hanno meno probabilità di disporre della tecnologia, del sostegno dei genitori e di ambienti domestici adatti allo studio [50], e ai bambini della scuola dell'infanzia, che imparano principalmente attraverso il gioco e l'interazione sociale e hanno bisogno di alti livelli di sostegno da parte degli adulti [51]. L'apprendimento a distanza è problematico per i bambini con bisogni educativi speciali e per quelli con esigenze mediche complesse, per i quali manca una strategia chiara per consentire il ritorno a scuola [52]. L'apprendimento a distanza (soprattutto in concomitanza con le restrizioni sociali nazionali, come gli ordini di "restare a casa") ha danneggiato tutti i bambini e gli adolescenti, perché li ha privati delle interazioni interpersonali senza restrizioni con i coetanei e gli adulti, necessarie per la loro salute cognitiva, emotiva e mentale [53],[54]. Molti bambini hanno sperimentato la solitudine durante la chiusura delle scuole (nonostante trascorrano in media tre ore al giorno sui social media), contribuendo allo sviluppo o all'esacerbazione di disturbi mentali [55]. L'apprendimento a distanza, inoltre, non ha consentito di ottenere i benefici per la salvaguardia dei bambini che l'ambiente scolastico offre, come tragicamente dimostrato dall'aumento dei livelli di abuso e negligenza dei bambini vulnerabili, il cui benessere non poteva essere adeguatamente monitorato dal personale docente durante la chiusura delle scuole [56], e che ha portato, in alcuni casi di alto profilo, alla morte dei bambini [57],[58],[59].
 
Chiusura delle scuole: in sintesi
L'apprendimento dei bambini è stato danneggiato dalla chiusura delle scuole e dalle assenze ripetute. Le conseguenze sono state particolarmente gravi per i bambini più poveri e vulnerabili della nostra società e per i più piccoli. Oggi, nel Regno Unito, 105.000 bambini rimangono fuori dall'istruzione o "gravemente assenti", non essendo mai tornati a scuola dopo la chiusura delle scuole [60]. Molti di loro sono i più vulnerabili tra i nostri giovani e sono a rischio di abusi e di sfruttamento criminale o sessuale. Nel dicembre 2021, Jaime Saavedra, direttore globale della Banca Mondiale per l'istruzione, ha avvertito che il potenziale aumento della "povertà di apprendimento" dovuto a queste politiche potrebbe "avere un impatto devastante sulla produttività futura, sui guadagni e sul benessere di questa generazione di bambini e giovani, delle loro famiglie e delle economie mondiali" [61]. Mentre si esamina il danno arrecato all'apprendimento e allo sviluppo di molti bambini britannici negli ultimi due anni e si cerca di trarre lezioni per il futuro, è importante notare che in Svezia, dove le scuole per i minori di 16 anni non sono mai state chiuse, i bambini svedesi non sembrano aver subito alcuna perdita di apprendimento durante la pandemia e il benessere psicosociale degli studenti sembra essere rimasto relativamente illeso [62], [63].
 
Danni al benessere emotivo e alla salute mentale
Gli esperti sono sempre più preoccupati per l'aumento dei problemi di salute mentale di bambini e ragazzi nel Regno Unito dal marzo 2020. Gli esperti hanno messo in guardia i politici da un'imminente catastrofe della salute mentale in queste fasce d'età, esacerbata dalla pandemia COVID-19 e dalle relative politiche di salute pubblica. Le serrate, gli ordini di "restare a casa", i messaggi di paura del governo e la chiusura delle scuole hanno portato a un aumento dell'isolamento, della solitudine, dell'ansia e di altri disturbi mentali nei bambini e nei giovani [64], [65]. Prima dell'arrivo del COVID-19 nel Regno Unito, la salute mentale dei bambini era in "crisi" [66]. Studi britannici e internazionali hanno evidenziato che i disturbi affettivi nei giovani sono aumentati notevolmente dal 2007. Nel 2017, 1 giovane su 8 tra i 5 e i 19 anni presentava almeno un disturbo mentale [67]. I servizi hanno faticato a soddisfare la domanda: nel 2018 un bambino su quattro che si è rivolto ai servizi è stato rifiutato [68]. Più della metà dei bambini accettati ha atteso più di 18 settimane prima di accedere ai servizi [69]. A partire da marzo 2020, gli esperti hanno allertato il governo sul probabile aumento della domanda di servizi di salute mentale per bambini a causa dell'impatto negativo della politica di salute pubblica COVID-19 su questa fascia di età [70]. Da allora sono state raccolte prove convincenti, con la pubblicazione di numerosi rapporti coerenti nel rilevare un aumento significativo del disagio tra i bambini e i giovani [71],[72],[73]. La ricerca ha evidenziato le gravi implicazioni immediate e a lungo termine che esperienze come la solitudine, l'isolamento e la quarantena hanno sulla salute mentale dei bambini. Oggi 1 giovane su 6 soddisfa i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale [74]. A questi risultati corrispondono testimonianze aneddotiche e resoconti angoscianti dal fronte [75]. Il numero di bambini che si presentano nei reparti di Pronto Soccorso con gravi problemi di salute mentale, tra cui l'autolesionismo, è aumentato del 50% nel periodo 2020-2021 [76].
La salute mentale dei bambini sembra essere stata colpita in modo sproporzionato durante la pandemia. Tra aprile e settembre 2021, si è registrato un aumento dell'81% delle segnalazioni ai servizi di salute mentale per bambini e ragazzi rispetto allo stesso periodo del 2019. L'aumento per gli adulti (19 anni e oltre) nello stesso periodo è stato dell'11% [77].
Le presentazioni di disturbi alimentari e i bisogni di questi pazienti sono aumentati durante la pandemia. Il numero di bambini e giovani in attesa di iniziare un trattamento per un sospetto disturbo alimentare è quadruplicato rispetto ai livelli pre-pandemia, arrivando a 2083 nel settembre 2021. Il numero di bambini e ragazzi che si rivolgono ai dipartimenti di emergenza principalmente per un disturbo alimentare è raddoppiato, passando da 107 nell'ottobre 2019 a 214 nell'ottobre 2021 [76].
I ricercatori dell'University College di Londra (UCL) hanno scoperto che i sintomi depressivi come il basso umore, la perdita di piacere e la scarsa concentrazione negli adolescenti sono aumentati del 6% dopo l'impatto del Covid, con 60.000 bambini in più di età secondaria che hanno soddisfatto i criteri diagnostici per la depressione clinica [78].
Una nuova ricerca dimostra che le gravi forme di autolesionismo tra i giovani sono aumentate durante i rigidi blocchi del COVID-19. I ricercatori del King's College di Londra hanno scoperto che i ragazzi che necessitavano di un supporto urgente da parte dei servizi di emergenza sono raddoppiati e poi triplicati per i bambini in affidamento [79].
Ricercatori e operatori hanno osservato un aumento drammatico dei bambini che presentano tic e comportamenti simili a tic durante la pandemia, un fenomeno che spiegano come legato a condizioni di sviluppo neurologico non diagnosticate e all'ansia legata alla pandemia [80].
Nel Regno Unito i bambini delle scuole secondarie sono stati obbligati a indossare la mascherina nelle scuole durante la pandemia, nonostante le scarse prove che questa pratica riduca significativamente la trasmissione [81] e nonostante i danni sociali ed emotivi previsti per i bambini. Sono stati fatti pochi tentativi per capire l'impatto sui bambini e il profilo rischio/beneficio di tale istruzione. Un ampio studio tedesco ha riscontrato che il 68% dei genitori ha riferito danni al benessere e alla felicità dei bambini [82] e un altro studio tedesco ha rilevato che, nonostante i tassi di infezione molto bassi all'interno delle scuole, i bambini avevano alti livelli di paura e punteggi scadenti nella qualità della vita [83]. La pandemia sembra aver avuto un impatto devastante sui giovani della nazione. La crisi ha rappresentato un "duplice" problema per la salute mentale: le restrizioni in materia di salute pubblica hanno favorito lo sviluppo di problemi di salute mentale e hanno creato ostacoli significativi a trattamenti basati su dati concreti. Con i bambini confinati in casa e isolati dalla vita della comunità, i servizi statutari e di terzi ridotti o messi in linea e molte strategie utilizzate per migliorare le difficoltà di salute mentale vietate o limitate (ad esempio, lo sport, il legame con la famiglia, l'impegno scolastico, la socializzazione), molti bambini e giovani sono stati lasciati ad affrontare il deterioramento della salute mentale senza un sostegno adeguato. Anche in questo caso, i bambini più svantaggiati hanno sofferto di più. La salute mentale dei bambini è stata colpita in modo sproporzionato e trattata con interesse superficiale dai politici durante la pandemia, nonostante la ricerca ci dica che il cervello dei bambini e dei giovani è particolarmente sensibile ai fattori di stress ambientale con potenziali implicazioni per tutta la vita [84],[85]. Complessivamente, l'esordio del primo disturbo mentale avviene prima dei 14 anni in un terzo degli individui, a 18 anni in quasi la metà (48,4%) e prima dei 25 anni nella metà dei casi (62,5%), con un picco/età media di esordio di 14,5/18 anni per tutti i disturbi mentali [86]. Già solo per questo motivo, i responsabili delle politiche e i professionisti che lavorano in settori che hanno un impatto sui bambini dovrebbero essere estremamente cauti nell'introdurre politiche che potrebbero potenzialmente danneggiare la salute mentale e il benessere emotivo dei bambini. Durante la pandemia COVID-19, non è stata adottata la dovuta cautela, con conseguenze devastanti.
 
Danni alla salute fisica
Lo sviluppo fisico e il benessere dei bambini e dei giovani richiedono necessariamente una vita attiva. Ciò consente la salute cardiovascolare, lo sviluppo muscolare e una massa e densità ossea sana, il che permette una buona salute fisica durante l'infanzia e riduce enormemente le possibilità di cattiva salute nella vita adulta [87]. L'attività all'aria aperta e il gioco sono essenziali per una produzione ottimale di vitamina D, favoriscono un sonno migliore, un sano sviluppo degli occhi e riducono le difficoltà comportamentali [88]. Il contatto sociale per i bambini più piccoli aiuta a stimolare il loro sistema immunitario in via di sviluppo ed è dimostrato che aumenta le infezioni non contagiose. Le ordinanze di "restare a casa", i divieti di praticare sport all'aperto e la chiusura delle scuole hanno ridotto drasticamente le opportunità per i bambini di dedicarsi al gioco all'aperto, allo sport e all'attività sociale nel 2020 e nel 2021, con evidenti conseguenze negative per la salute fisica dei bambini.
I bambini erano più sedentari durante le serrate. Durante la prima serrata, solo il 19% dei bambini raggiungeva le indicazioni del Chief Medical Officer di 60 minuti di attività fisica al giorno [89].
I bambini provenienti da famiglie meno abbienti avevano il doppio delle probabilità di non fare attività fisica rispetto a quelli provenienti da famiglie più agiate [90]. I bambini che non hanno spazi all'aperto nelle loro case sono svantaggiati in termini di benessere fisico e mentale.
Nel Regno Unito sono stati registrati aumenti statisticamente significativi dell'indice di massa corporea (BMI) e una riduzione della forma fisica tra i bambini [91] in seguito a chiusure.
Nel 2021, il National Child Measurement Programme del governo britannico ha registrato il più grande aumento dei tassi di obesità infantile in un solo anno da quando il programma è stato avviato 15 anni prima [92]. Gli esperti hanno attribuito questo drammatico aumento ai cambiamenti dello stile di vita imposti dalla risposta alla pandemia, citando lo stile di vita sedentario dei bambini e l'enorme aumento (fino a 4 ore) del tempo trascorso sullo schermo al giorno durante le serrate e la chiusura delle scuole.
Un ulteriore impatto negativo della riduzione dell'attività all'aria aperta per i giovani e dell'aumento del tempo trascorso sullo schermo sembra essere stato l'aumento della miopia nei bambini dopo la chiusura delle scuole. Alcuni studi hanno rilevato che la reclusione in casa durante la pandemia COVID-19 sembra essere associata a un significativo spostamento della miopia nei bambini. La vista dei bambini più piccoli ha subito un impatto maggiore rispetto a quelli di età superiore, probabilmente perché la loro vista è più sensibile ai cambiamenti ambientali in una fase critica dello sviluppo [93].
Una recente epidemia di epatite [94] in bambini piccoli (età media di 3 anni) è stata attribuita a una combinazione di due virus diversi, AdV-F41 e AAV2. È stato ipotizzato che questa insolita coinfezione sia il risultato di una ridotta esposizione ai virus durante i periodi di blocco [95]. I focolai di bronchiolite da RSV e di altre infezioni sono stati attribuiti al cosiddetto "debito immunitario" [96].
Anche l'interruzione dei servizi sanitari per i bambini, causata dal drastico ridimensionamento dei servizi sanitari e dalle maggiori difficoltà di accesso alle cure di routine, ha avuto ripercussioni sulla salute dei bambini, con ulteriori conseguenze di vasta portata.
Durante le serrate, il Chief Dental Officer (CDO) ha consigliato di sospendere e rinviare tutte le cure dentistiche di routine e non urgenti.
Di conseguenza, ai bambini e ai giovani del Regno Unito, compreso un gruppo di neonati che avrebbero avuto diritto alla prima visita odontoiatrica (365.000, cioè la metà della coorte di nascita dell'anno precedente), è stato negato l'accesso alle cure odontoiatriche di routine, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per la loro salute orale e il loro benessere generale[97]. Anche in questo caso, i bambini provenienti da ambienti meno abbienti sono stati colpiti in modo sproporzionato.
Le presenze dei bambini nei reparti di pronto soccorso pediatrico si sono ridotte drasticamente (di oltre il 50%) durante le serrate nazionali, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza dei bambini, sul loro benessere e sulla loro capacità di accedere a cure essenziali per patologie gravi durante questi periodi, esponendoli a danni evitabili e a conseguenze potenzialmente catastrofiche per la loro salute a lungo termine [98].
Sono state sollevate preoccupazioni per i la diminuizione delle visite dovuti all'adesione dei genitori agli ordini di "rimanere a casa" e ai messaggi del governo sulla riduzione della pressione sui servizi sanitari. Gli oncologi pediatrici hanno riferito di una riduzione degli accessi per la valutazione del cancro, il che ha sollevato preoccupazioni per i tumori non diagnosticati nella comunità e per le presentazioni tardive che possono rappresentare un danno evitabile [99].
L'isolamento ha anche provocato un calo dei tassi di immunizzazione infantile, soprattutto per quanto riguarda il vaccino contro il morbillo-parotite-rosolia (MMR) a un anno di età, sollevando preoccupazioni su future epidemie di malattie prevenibili con il vaccino [100]. Sono emerse preoccupazioni per la riduzione dei tassi di vaccinazione contro la poliomielite in un periodo in cui circolano ceppi vaccinali vivi [101].
 
Danni causati dal ridimensionamento o dalla modifica delle pratiche da parte dei servizi per l'infanzia
Durante la pandemia, e in particolare nelle fasi iniziali, le organizzazioni di assistenza sociale e del terzo settore hanno ridotto i loro servizi o sono state costrette a lavorare in modi remoti o socialmente distanti a causa delle linee guida della sanità pubblica sull'allontanamento sociale. Molti enti di volontariato o caritatevoli che fornivano servizi essenziali alle nostre famiglie più vulnerabili hanno chiuso i battenti perché non potevano garantire la "sicurezza" - in particolare in termini di trasmissione della COVID-19 - dei loro assistiti e del personale [102]. Di conseguenza, la sicurezza e il benessere delle persone più vulnerabili - in termini di rischi diversi da quelli posti dalla COVID-19 - sono stati spesso compromessi.
Il numero di famiglie interessate da questi cambiamenti è difficile da quantificare e le stime variano in modo significativo. Un sondaggio condotto da Mencap [103] nel luglio 2020 ha rilevato che due terzi delle famiglie hanno dichiarato che la quantità di assistenza sociale ricevuta dall'autorità locale è diminuita "molto" rispetto a quella ricevuta prima della pandemia di Covid-19, mentre Parkinson's UK ha riscontrato che quasi la metà delle persone che ricevono assistenza sociale a pagamento, sia finanziata privatamente che dal comune, ha visto una riduzione dell'assistenza sociale [104]. Queste esperienze sono state condivise dalle famiglie di bambini e ragazzi, soprattutto quelli con esigenze complesse, tra cui la disabilità [105],[106].
A causa delle restrizioni e delle mutate pratiche di lavoro, molti bambini vulnerabili erano meno individuabili dai professionisti, aumentando il rischio che non venissero identificate le prove di un danno nei loro confronti. Anche quando le restrizioni sono state revocate, e la maggior parte dei bambini è tornata a scuola e ha potuto accedere nuovamente ad alcuni servizi, molti professionisti non hanno potuto rivedere questi bambini, a causa delle misure di salute pubblica nelle scuole e perché alcuni servizi non erano ancora offerti o funzionavano a una capacità inferiore rispetto ai livelli pre-pandemici [107]. Di conseguenza, tra il 2020 e il 2022 si sono verificati ritardi nell'identificazione dei bambini vulnerabili e dei loro bisogni, e le famiglie hanno avuto meno opportunità di chiedere e accedere all'aiuto. L'accesso ai servizi terapeutici e di sostegno per i bambini disabili, in particolare, ha continuato a essere limitato fino al 2022, lasciando bambini e famiglie senza assistenza. Alcuni gruppi di bambini vulnerabili sono stati particolarmente colpiti, con un potenziale impatto a lungo termine e devastante sullo sviluppo, sulle prospettive educative e sulla salute fisica ed emotiva.
Nonostante l'aumento della spesa per l'assistenza sociale ai bambini, quelli vulnerabili all'incuria e all'abuso sono stati esposti a rischi aggiuntivi durante la pandemia. Le restrizioni dovute alla chiusura delle scuole e le limitazioni all'interazione sociale con la famiglia e con la comunità in generale li hanno resi "invisibili", soprattutto in un momento in cui le pressioni all'interno delle famiglie erano enormemente aumentate dalle tensioni finanziarie e di salute mentale degli adulti e dalla mancanza di un sostegno più ampio da parte della comunità mentre le famiglie erano isolate a casa [108]. I tassi di rinvio durante i periodi di blocco sono stati significativamente più bassi rispetto a periodi analoghi. Tra maggio 2020 e gennaio 2022, i tassi di segnalazione sono stati inferiori del 10% rispetto alle settimane comparabili tra il 2017 e il 2020.
L'NSPCC ha riferito che nel periodo compreso tra marzo 2021 e marzo 2022, i reati di negligenza e crudeltà sui minori sono aumentati di un quarto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'ente di beneficenza ha sottolineato la tensione che molte famiglie hanno vissuto durante la pandemia e le difficoltà di accesso all'aiuto precoce. 56
Gli esperti hanno anche evidenziato un aumento del rischio di mutilazioni genitali femminili durante le assenze scolastiche prolungate [109].
Alcuni casi di abuso su minori di alto profilo, che hanno tragicamente comportato la morte di un bambino, hanno incluso elementi di difficoltà nell'identificare, monitorare e intervenire nei primi segnali di pericolo a causa delle restrizioni di chiusura e dell'impatto sulle reti sociali e sui servizi [110],[111],[112].
Durante le restrizioni, a causa della difficoltà di fornire una regolare supervisione faccia a faccia e dei ritardi dei tribunali per la famiglia, molti assistenti sociali hanno adottato un approccio particolarmente cauto nel revocare l'affidamento, il che significa che molte famiglie o bambini affidati non hanno ricevuto un sostegno di persona e sono rimasti in un limbo per la revisione dei loro casi, mettendo ulteriormente a dura prova le famiglie vulnerabili e i loro tentativi di ricominciare la loro vita in attesa [113].
I giovani che lasciano il sistema di assistenza - alcuni dei nostri giovani più vulnerabili - sono stati particolarmente colpiti dall'isolamento durante i periodi di blocco. La salute mentale di questo gruppo ha subito un impatto negativo, con la mancanza di accesso a un supporto e a una consulenza di buona qualità e l'interruzione della transizione ai servizi per adulti. È noto che i care leavers sono particolarmente vulnerabili alle difficoltà di salute mentale, alla mancanza di una casa, alla dipendenza e allo sfruttamento criminale e sessuale e necessitano di un sostegno significativo nella loro transizione verso una vita adulta indipendente e sana [114].
Anche i giovani detenuti nelle carceri e negli istituti per minori sono tra i più vulnerabili e traumatizzati. Questa coorte ha vissuto circostanze particolarmente strazianti durante le restrizioni del COVID-19. Il regime nelle carceri è stato severo e ha comportato un'elevata probabilità di successo. Il regime nelle carceri era severamente limitato, con la maggior parte dei bambini posti in isolamento prolungato. Non c'erano visite di persona, né istruzione diretta nella maggior parte degli istituti, né terapia. I bambini hanno avuto difficoltà ad accedere al sostegno necessario per pianificare il rilascio. Le consuete tutele esistenti, compresi i servizi di difesa in loco, non erano più presenti [115]. Questi giovani sono stati esposti a un livello inaccettabile di disagio e di rischio, con conseguenze potenzialmente devastanti e di vasta portata.
I bambini con genitori in carcere hanno dovuto affrontare fino a dodici mesi di assenza di contatti con i genitori durante la pandemia, a causa delle restrizioni sulle visite faccia a faccia e dell'assenza di servizi di videochiamata per i detenuti fino al gennaio 2021. Questa perdita di contatto ha avuto un impatto negativo sulle relazioni, sul benessere e sulla salute mentale di questo gruppo particolarmente vulnerabile di bambini che in precedenza avevano sperimentato interazioni positive e regolari con i genitori in carcere [116]. In molti casi, gli effetti di questa perdita di contatto e dell'interruzione delle relazioni familiari saranno probabilmente a lungo termine e influenzeranno il ricongiungimento familiare e il reinsediamento dopo la detenzione.
I bambini con disabilità sono stati colpiti in modo sproporzionato dalle restrizioni della pandemia e i gruppi di difesa hanno sottolineato che spesso i loro diritti e bisogni fondamentali non sono stati soddisfatti, compreso l'accesso all'istruzione e ai servizi di supporto essenziali, tra cui la logopedia e altre terapie pediatriche. Le famiglie di questi bambini sono state messe particolarmente a dura prova a causa della riduzione dei servizi e dei mandati che hanno limitato l'accesso alle reti di supporto familiare e sociale. La violazione dei diritti di questi bambini ha incluso il loro diritto alla vita, con il timore che le cure che potrebbero prolungare o salvare la vita di persone con esigenze complesse siano rese più difficili da accedere durante le serrate e riducano l'accesso all'assistenza sanitaria [117].
 
Il Recupero
Durante la pandemia, la politica della sanità pubblica ha prodotto obblighi, restrizioni e linee guida che hanno indiscutibilmente causato danni significativi a un'intera generazione di bambini e giovani, in particolare ai più vulnerabili - quelli a rischio di danni, quelli socialmente ed economicamente svantaggiati e quelli con bisogni complessi e aggiuntivi.
È indispensabile riflettere a fondo sugli errori commessi e sui danni causati da una politica sbagliata che ha danneggiato in modo sproporzionato una categoria che non è mai stata a rischio di patologie gravi causate dal COVID-19. In particolare, dobbiamo esaminare e quantificare ulteriormente i danni causati dalla chiusura delle scuole, dal ridimensionamento dei servizi essenziali e dalle restrizioni sociali che hanno limitato il sostegno necessario e il mantenimento di relazioni significative per i bambini e le famiglie, in modo che nessun governo ricorra mai più a questi strumenti nel tentativo di gestire un'emergenza nazionale senza un'analisi completa dei costi/benefici della posta in gioco. Il presidente del Comitato ristretto per l'istruzione, Robert Halfon, e il Commissario per l'infanzia hanno parlato apertamente dell'impatto della chiusura delle scuole. La proposta di legge "Ten Minute Rule", che designerebbe le scuole come "infrastrutture essenziali", ha superato il primo ostacolo e, in caso di successo, significherebbe che in futuro le scuole non potranno essere chiuse senza un dibattito e un'approvazione parlamentare completi [118].
Poiché accettiamo uno stato di "convivenza con il virus", dobbiamo dare priorità alla salute dei bambini e dei giovani. Le risorse dovrebbero ora essere reindirizzate verso la promozione del recupero educativo, della salute fisica e del benessere emotivo, con particolare attenzione ai bambini socialmente ed economicamente svantaggiati per i quali i risultati educativi, di sviluppo e di salute sono stati più gravemente colpiti. I politici e i professionisti dovrebbero ricordare l'importanza della salute emotiva e del benessere fisico per consentire a tutti i bambini di prosperare. I principi della pratica informata sui traumi - un concetto promosso e accettato ampiamente nelle scuole e nei college prima della pandemia, attraverso iniziative come THRIVE [119] e il programma Trauma-Informed Schools [120] - sono urgentemente necessari per promuovere il recupero, con lo sviluppo di programmi che riconoscano l'importanza dell'attività all'aria aperta, dello sport e del fitness per la salute fisica e mentale dei nostri bambini. Questi principi dovrebbero essere presenti anche in tutti gli ambienti in cui i giovani imparano e risiedono: nelle nostre scuole, nelle nostre case dei bambini, nei nostri istituti per giovani criminali e nelle nostre prigioni.
Questo documento ha mostrato come, scioccamente, durante la pandemia di COVID-19 il governo del Regno Unito e la maggior parte degli enti pubblici sembrino aver dimenticato il loro impegno nei confronti della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza 1. È chiaro che negli ultimi due anni l'interesse dei bambini non è mai stato al primo posto.
Come società, dobbiamo chiederci come siamo arrivati a un punto in cui i giovani sono stati regolarmente sottoposti a interventi dannosi e non comprovati. Mentre sosteniamo la loro salute, dobbiamo chiedere al governo di impegnarsi nell'interesse dei bambini e di garantire che non siano mai più sottoposti a esperienze del genere.
 

venerdì 9 settembre 2022

Una dose al giorno, leva il medico di torno!


 
Evvai con la quinta!
Io credo che se anche fosse vero che i vaccini non hanno alcun effetto collaterale e dunque li possiamo somministrare a tutti, anche a quelli che non ne hanno assolutamente bisogno, è la quantità totale che provocherebbe danni alla salute.
Anche una mela fa bene, ma se ne mangiamo 10 stiamo male.
Dove si è mai visto un vaccino che per avere effetto (poco in verità e che comunque non ha alcuna azione sull'infettarsi con il virus) deve essere somministrato ripetutamente ogni 2-3 mesi?
Questi personaggi ormai non hanno più limiti, se fosse per loro ne dovremmo fare una dose al giorno. Vivono ormai in un trip mentale e non riescono più a recuperare un minimo di lucidità, se mai l'hanno avuta in precedenza.
E vergogna per i giornalisti che continuano a dar loro spazio!
 

Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...