Siamo arrivati alla indicazione della opportunità della quinta dose di vaccino per gli 80enni e i fragili. Confesso che ormai comincio ad avere qualche dubbio sulla affermazione che il vaccino serva a proteggere dalle forme gravi della malattia. Non sono un epidemiologo e quindi chiedo aiuto a chi è esperto in questa materia esponendo le mie perplessità.
E’ fuori di discussione che l’arrivo del vaccino sia coinciso con la diminuizione, in modo drastico, dei decessi da Covid19.
La mie domande sono tre:
-è la vaccinazione che ha prodotto questo risultato o esso è piuttosto in gran parte dovuto alla comparsa di una variante come omicron che non coinvolge le vie aree inferiori (i polmoni) che in misura minima?
-è la vaccinazione oppure il fatto che, dopo il primo anno di pandemia, si è finalmente deciso di curare i malati e non farli arrivare in ospedale se non in condizioni critiche come è stato fatto all’inizio?
-è la vaccinazione oppure il fatto che ci siamo resi conto che l’intubazione generalizzata degli ospedalizzati nella prima ondata ha prodotto solo danni?
Che la vaccinazione non abbia influito sul numero dei contagi è dimostrato ampiamente dai dati forniti fino ad oggi dalle organizzazioni sanitarie, ma, rispetto alla protezione dalle forme gravi, non è che, per caso, siamo tutti soggetti ad un bias cognitivo?
Il dubbio che mi è sorto dipende anche dal fatto che non riesco a comprendere come questo vaccino, per sortire degli effetti, debba essere somministrato ogni 3-4 mesi, particolarità che non avevo mai riscontrato in nessun altro vaccino nel corso della mia, ahimè, lunga carriera.
Ripeto però, sono un medico, e può darsi che dica una grande corbelleria.
Però…..
Qualcuno mi può spiegare perché nelle nazioni nelle quali il tasso di vaccinazione è significativamente inferiore a quello italiano le curve dei contagi e dei decessi sono praticamente sovrapponibili alle nostre, se non migliori?
Chiedo aiuto alla Scienza, spiegatemi dove sto sbagliando!
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