giovedì 6 ottobre 2022

Autocritica

 


 

Oggi il mio post sarà più lungo del solito perché vorrei cercare di spiegarmi nel miglior modo possibile. Nasce dalla riflessione e dall’autocritica che deriva da un titolo del Corriere del 22 marzo 2018: “Influenza: epidemia finita, oltre 8 milioni di italiani colpiti. Con 8,1 milioni di italiani messi a letto da inizio stagione, è terminata l’epidemia di influenza in Italia”.

8,1 milioni di italiani, nel 2018, si ammalarono. Presentarono cioè, quell’anno, una malattia sintomatica (febbre, tosse, dolori articolari, mal di gola) che li costrinse a letto per qualche giorno. Certamente, tra di essi, ce ne furono molti che finirono in ospedale e alcuni che ne morirono, ma non ci fu nessun allarme particolare. Le epidemie, allora, si valutavano sul numero dei malati sintomatici e, giustamente, si conteggiava il numero dei contagi in base a coloro che presentavano sintomi specifici.

E se si fosse deciso di sottoporre a tampone tutti i contatti, i familiari, i figli dei malati, i compagni di classe, quanti ne avremmo trovati di asintomatici positivi al virus influenzale?

E quanti morti avremmo conteggiato se avessimo tamponato tutti gli ingressi ospedalieri indipendentemente dal motivo del ricovero?

Nel 2020 è arrivato il SARS-CoV-2, un virus nuovo per il quale non esisteva immunità naturale e non esistevano i vaccini. Per queste ragioni il nuovo virus ha causato un gran numero di decessi, fondamentalmente nelle persone anziane (en passant, mi chiedo quanti decessi avremmo evitato se avessimo deciso di curare i malati come avevamo sempre fatto con tutte le malattie precedenti, influenza compresa. Ma questa è un’altra storia).

Poi il virus, come tutti i virus, è mutato. E’ diventato più contagioso, ma meno aggressivo. Molti si sono infettati e si è sviluppata, nella popolazione, una immunità naturale simile a quella per i virus influenzali. In più sono comparsi i vaccini, che possiamo utilizzare negli anziani e i fragili, come si è sempre fatto anche per l’influenza.

La riflessione e l’autocritica che faccio oggi nasce dalla lettura, ieri, di un bel post sulla pagina di Sara Gandini che ci spiega, dati alla mano, come l’aumento odierno dei contagi di cui molti parlano preoccupati e che imputano alla riapertura delle scuole, non può essere dovuto a questo motivo perché la diminuizione della curva dei contagi aveva cominciato a invertirsi già due settimane prima.

Lo scopo del post è chiaro e giusto. Proteggere le scuole dagli attacchi sconsiderati (mascherine, tamponi, isolamento, DAD) che le stanno di nuovo minacciando, con il sicuro rischio di creare ulteriori danni agli studenti, oltre quelli, inenarrabili, che già hanno subito in questi quasi tre anni passati.

Ma è qui che io vado oltre e faccio autocritica.

Io credo che d’ora in poi, non dobbiamo più seguire sulla loro stessa strada i nostalgici di lockdown, mascherine e quarantene. Basta parlare di curve di contagio, aumenti “esponenziali”, indice di trasmissibilità e positivi asintomatici! Basta con i tamponi! Basta con una narrazione che continua, dopo tre anni, a parlare di una “emergenza”! Basta con i quotidiani bollettini di guerra!

Certamente ci saranno quest’anno persone che saranno messe a letto dal virus. Non so se saranno 8 milioni, spero di meno, ma comunque dovranno essere curate come si è sempre fatto. E’ poco fruttuoso il tentativo di contestare, con dati veri e “scientifici” (questa volta il termine è assolutamente appropriato), gli argomenti che ci vengono “somministrati” dai media. Se non si sono convinti fino ad oggi, non c’è modo di farli ragionare. Sono talebani!

Che fare allora? Ammetto di non saperlo. Forse cercare di far giungere il nostro messaggio, quello della “ragione”, in questo caso sia della mente che del cuore, ai giovani. Cercare di far loro capire che un altro mondo è possibile. Anche se molti di noi si sono rassegnati a “non vivere”, in loro questo desiderio di "vita"è ancora forte, non credo sia possibile altrimenti.

E’ nella loro ribellione che dobbiamo tutti noi sperare e dobbiamo essere pronti a supportarla quando si manifesterà, come io auspico. Speranza utopistica in un mondo come quello di oggi? Quasi sicuramente sì! Ma, credetemi, anche se sono vecchio, io voglio continuare a vivere nella speranza piuttosto che nella paura e nella rabbia. Come ho sempre fatto fino ad adesso!

https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/18_marzo_22/influenza-epidemia-finita-oltre-8-milioni-italiani-colpiti-27589924-2dc9-11e8-b050-709a5e0412ee.shtml 

https://www.facebook.com/sara.gandini/posts/pfbid0qtSzrQDXUzBLVdgLkzmZU9oSig9d1Uitpzrrj6UepT54HE9yZWM9eebY3XgWJWbil

Nessun commento:

Posta un commento

Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...