venerdì 5 maggio 2023

Ultime notizie da WHO.

Per chi riteneva che fosse ormai giunta l’ora di poter uscire dall’emergenza decretata più di tre anni fa e che fosse possibile ritornare ad una situazione normale nella quale una malattia ormai da tempo simile all’influenza potesse essere gestita e “curata” come sempre è stato per tutte le patologie prima dell’anno di grazia 2020, ecco l’aggiornamento del Piano strategico globale di preparazione e risposta (Sprp) pubblicato l’altroieri da WHO.
Abbandoniamo dunque qualsiasi speranza che i responsabili sanitari mondiali e nazionali possano decidere, adesso o in futuro, di uscire “dall’emergenza” che, evidentemente, è funzionale rispetto ad ambiti sia politici che finanziari. Formalmente decretano la fine dell'emergenza, ma sono solo chiacchiere, perchè poi le direttive vanno in tutt'altra direzione.
Concentriamoci perciò sui noi stessi e sulle modalità migliori (mentali e fattuali) con le quali affrontare il periodo buio che ci aspetta.
Traduco 2 paragrafi del Sprp, quello titolato “Panoramica e obiettivi” e quello “Protezione della comunità”.
Non vi “intossicate” troppo, abbiamo comunque le risorse individuali per poter sopravvivere a qualsiasi idiozia!

𝑃𝑎𝑛𝑜𝑟𝑎𝑚𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑜𝑏𝑖𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖
𝐷𝑎 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑆𝐴𝑅𝑆-𝐶𝑜𝑉-2 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑎𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎, 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 ℎ𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑣𝑎𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑒 ℎ𝑎 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑝𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑖𝑛𝑜 𝑎 𝑟𝑖𝑑𝑢𝑟𝑛𝑒 𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑎𝑡𝑡𝑜. 𝑀𝑜𝑙𝑡𝑖 𝑔𝑜𝑣𝑒𝑟𝑛𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑛𝑒𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖, 𝑚𝑎 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑑 𝑎𝑓𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒𝑧𝑧𝑒 𝑠𝑢 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑒 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑟𝑎𝑛𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑐𝑎 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑔𝑙𝑜𝑏𝑎𝑙𝑒. 𝑇𝑢𝑡𝑡𝑎𝑣𝑖𝑎, 𝑎 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑢𝑔𝑢𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑧𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑣𝑖𝑡𝑎, 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑒 𝑢𝑛 𝑝𝑒𝑠𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑟𝑒𝑐𝑟𝑢𝑑𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑚𝑏𝑒. 𝑀𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑎 𝑖𝑚𝑝𝑎𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑎𝑑 𝑎𝑝𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑙𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19, 𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑖 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑖 40 𝑚𝑒𝑠𝑖. 𝐿𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑑𝑖𝑚𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎, 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎, 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜. 𝐸̀ 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑒𝑐𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑒 𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡𝑎̀, 𝑙𝑎 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎. 𝐷𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑃𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑝𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 2022, 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑣𝑖𝑡𝑎, 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑢𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖, 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑡𝑒𝑠𝑡 𝑑𝑖𝑎𝑔𝑛𝑜𝑠𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑖 𝑒𝑑 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19, 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑑𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑠𝑢 𝑚𝑜𝑟𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀. 𝐼 𝑔𝑜𝑣𝑒𝑟𝑛𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑠𝑖 𝑖𝑙 70% 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑚𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 30% 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑎 𝑑𝑜𝑠𝑒. 𝑀𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑡𝑖 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜𝑝𝑟𝑒𝑣𝑎𝑙𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑒/𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒, 𝑖𝑛 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑎 𝑏𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑒 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑟𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑒. 𝐴𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 5 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑙𝑒 2023, 𝑙'89% 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 𝑒 𝑙'82% 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑒𝑟𝑖𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19. 𝑁𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑒𝑛𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑒̀ 𝑑𝑒𝑙 66%. 𝑇𝑢𝑡𝑡𝑎𝑣𝑖𝑎, 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 𝑛𝑒𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑎 𝑏𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑟𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 (𝐿𝐼𝐶) 𝑒̀ 𝑑𝑒𝑙 52% 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑒̀ 𝑑𝑒𝑙 35%; 𝑖𝑛𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒, 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑜𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑚𝑎𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑏𝑎𝑠𝑠𝑎 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑔𝑙𝑜𝑏𝑎𝑙𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖.
𝐴𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎𝑛𝑜 𝑎 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑎𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑒/𝑟𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎𝑡𝑒 (𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑖𝑢𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆𝐴𝑅𝑆-𝐶𝑜𝑉-2 𝑎𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜), 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑒 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑢𝑜𝑖𝑜𝑛𝑜 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜. 𝑆𝑒𝑏𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑎𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑐𝑖 𝑠𝑖 𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑎𝑐𝑢𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19, 𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑢𝑔𝑔𝑒𝑟𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑎 𝑖𝑙 6% 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑢𝑐𝑎 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑡 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19, 𝑖𝑙 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢𝑔𝑔𝑒𝑟𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑢𝑟𝑒 𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑔𝑜 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑒, 𝑜𝑟𝑎 𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜. 
 
𝑃𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀
𝐼 𝑝𝑖𝑙𝑎𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑣𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑆𝑃𝑅𝑃 2022 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑓𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜, 𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ (𝑅𝐶𝐶𝐸) 𝑒 𝑙𝑎 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑜𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎, 𝑖 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑜, 𝑖 𝑣𝑖𝑎𝑔𝑔𝑖 𝑒 𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑝𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖, 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑠𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑎 𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑠𝑢𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖, 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑎. 𝑆𝑖𝑛 𝑑𝑎𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎, 𝑙'𝑂𝑀𝑆 ℎ𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑖𝑛𝑣𝑜𝑙𝑔𝑒𝑟𝑒, 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑖, 𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑒 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒 𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀. 𝑆𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑒𝑚𝑎𝑛𝑎𝑡𝑒 𝑒 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑒 𝑙𝑖𝑛𝑒𝑒 𝑔𝑢𝑖𝑑𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑂𝑀𝑆 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖, 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑏𝑎𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜, 𝑖𝑛 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆𝐴𝑅𝑆𝐶𝑜𝑉-2, 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑖 𝑝𝑖𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒. 𝐼𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖, 𝑎𝑓𝑓𝑖𝑑𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖, 𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖𝑛𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑠𝑡𝑖𝑣𝑒, 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑙'𝑎𝑐𝑐𝑒𝑡𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑙'𝑎𝑑𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑣𝑖𝑡𝑎. 𝑀𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑑𝑢𝑐𝑖𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑅𝐶𝐶𝐸 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐𝑎, 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑜𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑒 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑜𝑑𝑑𝑖𝑠𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑒𝑠𝑖𝑔𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑒̀ 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑖𝑛 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑒. 𝐺𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑚𝑒𝑚𝑏𝑟𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑞𝑢𝑎𝑑𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑅𝐶𝐶𝐸 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑑𝑖 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑜𝑑𝑒𝑚𝑖𝑐𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑎 𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑖𝑚𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑑𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑒. 𝐿'𝑂𝑀𝑆 ℎ𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑢𝑖𝑑𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙'𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖 𝐶𝑂𝑉𝐼𝐷-19 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑖 𝑒𝑑 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑖. 𝐿'𝑎𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑒 𝑡𝑟𝑒 𝑖 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑂𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑙'𝑖𝑛𝑡𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑜. 𝐿'𝑂𝑀𝑆 ℎ𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑙𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑒 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑒 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎 𝑣𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑖 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑙𝑖𝑛𝑒𝑒 𝑔𝑢𝑖𝑑𝑎 𝑆𝐴𝐺𝐸. 𝐿'𝑂𝑀𝑆, 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑎 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑢𝑙 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜, 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑠𝑢𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑚𝑒𝑚𝑏𝑟𝑖 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑢𝑖 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑜𝑑𝑒𝑚𝑖𝑐𝑎, 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜, 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎
 

 

giovedì 4 maggio 2023

Cambiamo argomento!

Oggi voglio parlare di un argomento che, da non credente ma da sempre curioso riguardo l’esperienza della morte specialmente nelle religioni orientali, mi ha sempre affascinato: il momento del finevita.

Lo faccio traducendo un articolo “scientifico” di Perry Wilson che ho trovato su Medscape dal titolo “La sorprendente attività cerebrale nei momenti prima della morte”. Le sue conclusioni sono quelle di uno "scienziato", la nostra interpretazione può essere diversa.
Credo sia importante, in questo mondo di folli, ritornare a interessarci di argomenti diversi da quelli che i media ci propongono quotidianamente. Ne va del nostro benessere mentale!
 
                                                      ____________________________
 
Tutti i partecipanti allo studio di cui vi parlerò questa settimana sono morti. E tre di loro sono morti due volte. Ma le loro morti ci forniscono un'affascinante finestra sulla complessa elettrochimica del cervello morente. Quello che potremmo osservare, infatti, è il correlato fisiologico dell'esperienza di pre-morte.
Il concetto di esperienza di pre-morte è culturalmente onnipresente. Anche se il contenuto sembra seguire le linee culturali - i cristiani occidentali sono più propensi a riferire di aver visto angeli custodi, mentre gli indù sono più propensi a riferire di aver visto messaggeri del dio della morte - alcuni fattori sembrano trascendere la cultura: un'esperienza extracorporea, una sensazione di pace e, naturalmente, la luce alla fine del tunnel.
Da materialista, non discuterò la possibilità che questi elementi comuni riflettano una struttura metafisica dell'aldilà. Più probabilmente, mi sembra che i punti in comune derivino dal fatto che l'esperienza è mediata dal nostro cervello e che i nostri cervelli, quando muoiono, possono essere più simili che diversi.
Stiamo parlando di questo studio, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), condotto da Jimo Borjigin e dal suo team.
La dottoressa Borjigin studia i correlati neurali della coscienza, forse uno dei più grandi interrogativi della scienza di oggi. Per intenderci, se la coscienza deriva da processi cerebrali, quale insieme di processi è minimamente necessario per la coscienza?
Lo studio in questione segue quattro pazienti in stato di incoscienza - in realtà pazienti in coma - durante la sospensione del supporto vitale, fino al momento della morte. Tre di essi avevano subito gravi lesioni cerebrali anossiche in seguito a un arresto cardiaco prolungato. Sebbene il cuore fosse stato riavviato, il danno cerebrale era grave. Il quarto aveva una vasta emorragia cerebrale. Tutti e quattro i pazienti erano quindi in coma e, sebbene non in stato di morte cerebrale, non rispondevano, con il punteggio più basso possibile della Glasgow Coma Scale. Nessuna risposta agli stimoli esterni.
Le famiglie avevano preso la decisione di sospendere il supporto vitale - per rimuovere il tubo di respirazione - ma hanno accettato di iscrivere i loro cari allo studio.
L'équipe ha applicato delle derivazioni EEG alla testa, delle derivazioni ECG al torace e altre apparecchiature di monitoraggio per osservare i cambiamenti fisiologici che si verificavano durante la morte del paziente comatoso e non responsivo.
.............
Ma in due dei quattro pazienti è accaduto qualcosa di veramente sorprendente.
In questo caso, circa 300 secondi prima della morte, si è verificato un picco di potenza alle alte frequenze gamma.
Questo picco di potenza si è verificato nella corteccia somatosensoriale e nella corteccia prefrontale dorsolaterale, aree associate all'esperienza cosciente. Sembra che questo paziente, 5 minuti prima della morte, stesse sperimentando qualcosa.
Ma so cosa state pensando. Questo è un cervello che non riceve ossigeno. Le cellule si disattivano rapidamente e iniziano a reagire in modo casuale: un ultimo sussulto, per così dire, prima della fine. Un rumore senza senso.
Ma la mappatura della funzionalità racconta una storia diversa. I segnali sembrano avere una struttura.
Questi picchi di potenza ad alta frequenza hanno aumentato la connettività nella "zona calda" corticale posteriore, un'area del cervello che molti ricercatori ritengono necessaria per la percezione cosciente. Questa figura non è una mappa della produzione elettrica cerebrale grezza come quella che ho mostrato prima, ma della coerenza tra le regioni cerebrali nella zona calda della coscienza. Le aree rosse indicano un dialogo incrociato, non l'urlo disordinato di neuroni morenti, ma un'ultima serie di messaggi che passano avanti e indietro dai lobi parietali e temporali posteriori.
In effetti, gli schemi elettrici dei cervelli di questi pazienti erano molto simili a quelli osservati negli esseri umani che sognano, così come nei pazienti affetti da epilessia che riferiscono sensazioni di esperienze extracorporee.
È fondamentale rendersi conto di due cose. In primo luogo, questi segnali di coscienza non erano presenti prima che venisse ritirato il supporto vitale. Questi pazienti in coma avevano un'attività cerebrale minima; non c'era alcuna prova che stessero sperimentando qualcosa prima che iniziasse il processo di morte. Questi cervelli si comportano in modo fondamentalmente diverso in prossimità della morte.
In secondo luogo, dobbiamo renderci conto che, sebbene i cervelli di questi individui, nei loro ultimi momenti, sembrassero agire in un modo simile a quello dei cervelli coscienti, non abbiamo modo di sapere se i pazienti stessero davvero vivendo un'esperienza cosciente. Come ho detto, tutti i pazienti dello studio sono morti. A parte la metafisica a cui ho accennato prima, non avremo modo di chiedere loro come hanno vissuto i loro ultimi momenti.
Sia chiaro: questo studio non risponde alla domanda su cosa succede quando moriamo. Non dice nulla sulla vita dopo la morte o sull'esistenza o sulla persistenza dell'anima. Ma fa luce su un problema incredibilmente difficile nelle neuroscienze: il problema della coscienza. E man mano che studi come questo vanno avanti, potremmo scoprire che la radice della coscienza non proviene dal respiro di Dio o dall'energia di un universo vivente, ma da parti molto specifiche di quella macchina molto complicata che è il cervello, che agiscono insieme per produrre qualcosa di trascendente. E per me questo non è meno sublime.

 

mercoledì 3 maggio 2023

Poi non ne parlo più, prometto!

Prometto che questo è l'ultimo articolo, riguardo le mascherine in ambienti sanitari e i tamponi in PS e per il ricovero, che condivido.

 E' inutile infatti continuare a ribadire l'evidenza, peraltro ampiamente prevista.

Illustra le prese di posizione in proposito dei presidenti delle associazione mediche (Fimmg, FIMP), degli assessori regionali, dei direttori sanitari.
Sono bastati 3 giorni, dall'ordinanza dell'impavido Schillaci, a rendere chiaro a tutti che nulla sarebbe cambiato.
Anzi, già si parla della necessità delle mascherine anche per le prossime stagioni influenzali.
Ci si riempe la bocca della parola "Scienza", ma poi tutte le decisioni vengono prese senza alcun riferimento ad essa (articolo Cochrane ).
Cari amici, a questo punto la "questione mascherine" diventa un confronto basato unicamente sui nostri comportamenti personali, più o meno coraggiosi.
Sui tamponi obbligatori per il ricovero invece non credo che si possa fare qualcosa. Sarebbe necessaria una "ribellione" di noi medici sul campo, memori di ciò che abbiamo studiato e del giuramento che abbiamo fatto, ma non mi sembra che oggi ci siano molti medici disponibili a riflettere su cosa dovrebbe significare ricoprire questo ruolo.
 


 


martedì 2 maggio 2023

Previsioni fin troppo facili!

 


E adesso, come ampiamente previsto, cominciano i direttori sanitari!
Così in Veneto:
..................
"𝐶𝑜𝑠𝑖̀ 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 28 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑙𝑒 𝑀𝑖𝑐ℎ𝑒𝑙𝑒 𝑇𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑛, 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑑𝑎 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑃𝑎𝑑𝑜𝑣𝑎, ℎ𝑎 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑣𝑢𝑡𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑅𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑠𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 «𝑒̀ 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑜𝑏𝑏𝑙𝑖𝑔𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑑𝑜𝑠𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑖𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖, 𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑡𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑖 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑡𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑖 𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑃𝑟𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑆𝑜𝑐𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑚𝑏𝑢𝑙𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖». 𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑙𝑜: 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑖, 𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 «𝑖𝑛 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑜𝑟𝑎 𝑖𝑛 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑎𝑡𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎». 𝐴𝑙 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑐𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑢𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑖𝑛𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒, «𝑖𝑛 𝑟𝑒𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑖 𝑡𝑎𝑚𝑝𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖𝑎𝑔𝑛𝑜𝑠𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑙’𝑜𝑏𝑏𝑙𝑖𝑔𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑒𝑠𝑒𝑐𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑢𝑟𝑔𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖, 𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑜 𝑐𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒, 𝑠𝑖𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑢𝑎𝑟𝑙𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑑𝑖𝑎𝑔𝑛𝑜𝑠𝑖 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑜 𝑎 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑒 𝑠𝑜𝑟𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎», 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑙’𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑡𝑒𝑠𝑡 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝑎𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑙 𝑃𝑟𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑐𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜, 𝑝𝑒𝑟𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 «𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐷𝑖𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑆𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐴𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑅𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖», 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑢𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑜𝑏𝑏𝑙𝑖𝑔𝑜 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑎𝑙 31 𝑜𝑡𝑡𝑜𝑏𝑟𝑒 2022». 𝐸 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑐𝑒? 𝐷𝑜𝑝𝑜 𝑙’𝑎𝑡𝑡𝑒𝑠𝑎 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑙’𝑜𝑏𝑏𝑙𝑖𝑔𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑏𝑎𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑝𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑈𝑙𝑠𝑠 2 𝑀𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑇𝑟𝑒𝑣𝑖𝑔𝑖𝑎𝑛𝑎, 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑈𝑙𝑠𝑠 3 𝑆𝑒𝑟𝑒𝑛𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝑖 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖. 𝐼 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑖 𝑝𝑒𝑑𝑖𝑎𝑡𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑎 𝑠𝑎𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑐𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖 𝑎𝑚𝑏𝑢𝑙𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖."

lunedì 1 maggio 2023

MALEDETTI !!!

 

Ve l'avevo preannunciato.
Come era logico aspettarsi dopo l'ordinanza del coraggioso e deciso ministro Schillaci, ecco per prima la regione Toscana che con una sua circolare mantiene le stesse regole che c'erano fino ad oggi per tamponi e mascherine. Altre sicuramente seguiranno (come non pensare ad esempio alla Campania governata da un signore che ha tenuto chiuse le scuole per un anno).
Devo dire che, dovendo fare un confronto tra Speranza e Schillaci, forse do meno colpe al secondo. Almeno, durante il suo regno, un po' di gente in più ricoverata negli ospedali c'era e lui comunque non era un medico come lo è Schillaci.
Non fraintendetemi, nessuna giustificazione. Dico solo che non c'è limite al peggio!
Altri 8 mesi di tamponi per essere ricoverati e mascherine per entrare in ospedale! 
 

 

domenica 30 aprile 2023

Mai dimenticare!

 


LEGGO le parole del presidente Mattarella ieri a Reggio Emilia:
"𝘐𝘭 𝘗𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘔𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘨𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰. 𝘌̀ ' 𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘙𝘦𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘢 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘵𝘢 𝘴𝘶𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰. 𝘐𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦̀ 𝘶𝘯 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘓𝘶𝘪𝘨𝘪 𝘌𝘪𝘯𝘢𝘶𝘥𝘪 - 𝘳𝘪𝘨𝘰𝘳𝘰𝘴𝘰 𝘮𝘢𝘦𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘢 - 𝘪𝘯 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭'𝘢𝘱𝘱𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘎𝘪𝘰𝘳𝘨𝘪𝘰 𝘓𝘢 𝘗𝘪𝘳𝘢 '𝘪𝘯 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢 𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦', 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘳𝘢𝘥𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘴𝘦𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘚𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘧𝘧𝘦𝘳𝘮𝘢𝘷𝘢 𝘤𝘩𝘦 '𝘭𝘰 𝘚𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘩𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘮𝘪𝘴𝘦𝘳𝘪𝘢', 𝘦𝘭𝘦𝘯𝘤𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘪 𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘦 𝘢𝘨𝘨𝘳𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰. 𝘐𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦̀ 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘥𝘰𝘷𝘦𝘳𝘦. 𝘊𝘦 𝘭𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢 𝘭'𝘢𝘳𝘵.4 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦"
 
RAMMENTO gli over 50 ai quali è stato vietato il lavoro e che sono stati privati dello stipendio se decidevano di non farsi vaccinare.
 
RIFLETTO sull'ipocrisia e l'impudenza dei rappresentanti delle nostre istituzioni.

sabato 29 aprile 2023

Sulle mascherine! Di nuovo!

 

Un invito alla riflessione sempre sulle mascherine e la proroga per altri 8 mesi del loro obbligo nelle residenze per anziani.
Ci rendiamo conto che sono ormai 3 anni che gli anziani ospitati nelle RSA sono "protetti" da qualsiasi contatto un po' più ravvicinato e "intenso" e che non possono più vedere un sorriso sul viso di coloro che stanno loro attorno (inservienti, medici e/o familiari)?
Li hanno vaccinati tutti, ma a cosa è servito?
In realtà li hanno condannati ad una vita priva di stimoli, all'apatia e alla depressione, ancora di più di quanto lo sia naturalmente nelle residenze a loro dedicate.
Considerate un anziano che presenta fisiologicamente "riduzione" della vigoria fisica, sottratto al suo nucleo familiare e agli oggetti che lo hanno accompagnato per una vita, che è consapevole che la fine del suo percorso è vicina e che per vedere un sorriso deve passare il suo tempo davanti la televisione aspettando le battute cretine di un Amadeus qualsiasi!
Barbarie!😡
Ne sono morti tanti durante l'epidemia, prima e dopo l'arrivo del vaccino. D'altronde, da che mondo è mondo, gli anziani muoiono in misura molto maggiore dei giovani, ma fino ad adesso nessuno se ne è stupito.
Tanti perciò continueranno a morire e le mascherine non faranno la differenza!
Ma, rendiamoci conto e denunciamolo, quelli che sono morti in questi 3 anni e che lo faranno nei prossimi 8 mesi moriranno veramente male!


 

venerdì 28 aprile 2023

Schillanza!

 


Dunque, tra le ipotesi che avevo fatto, quella peggiore!
Non solo le mascherine rimarranno obbligatorie nelle RSA, nei reparti ospedalieri a rischio (quali saranno considerati tali?) e nei pronto soccorso se il paziente ha sintomi respiratori (guai a fare uno starnuto!), ma in tutti gli altri luoghi dove si esercita la medicina (studi pediatrici, studi medici, ospedali nella loro interezza) l’obbligatorietà sarà decisa a discrezione dei direttori sanitari e dei medici.
Dunque essa sarà determinata dal grado di ipocondria dei responsabili e, vista la situazione mentale che caratterizza ancora una gran parte della popolazione, medici compresi, credo che poco o nulla cambierà dal 1 maggio.
Credo anche che per gli ospedali i direttori sanitari, anche quelli ai quali il cervello non è andato in fumo, imporranno comunque la obbligatorietà sia per non entrare in conflitto con molti dei loro dipendenti, sia per conformità al principio della medicina difensiva: come ha detto Anelli, presidente dell’ordine dei medici, infatti, in fondo “le mascherine non costano nulla e hanno un efficacia dimostrata”.
Purtroppo, come avevo intuito fin dai suoi primi interventi, Schillaci non è diverso dal suo predecessore che credo avrebbe preso la stessa decisione nell’attuale contesto. Eppure lui è un medico e certe cose dovrebbe averle studiate!
E allora riporto per l’ennesima volta la frase di Tancredi che credo descriva al meglio il mondo attuale, in tutti i suoi aspetti politici e sociali. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
In bocca al lupo, amici miei! Cerchiamo comunque di resistere! Sempre!

giovedì 27 aprile 2023

La Commissione Europea e la nuova legislazione sui prodotti farmaceutici.

 

 

 
La Commissione Europea sta lavorando alla nuova legislazione sui prodotti farmaceutici che è ormai alle battute finali. Per chi non lo sapesse, prima della approvazione, La Commissione, attraverso il servizio “Di’ la tua”, chiede a tutti i cittadini europei che si sono iscritti a tale servizio (io lo sono) il parere personale sui vari provvedimenti allo studio.
Oggi dunque mi è arrivata una mail nella quale mi si chiede di esprimere un’opinione sulla legislazione in questione, inviandomi il link alle informazioni sulla iniziativa.
Posto qui alcuni stralci del documento, facendo presente come in definitiva il progetto sia quello di semplificare il più possibile le autorizzazioni per i “nuovi farmaci”, specialmente quelli creati con le nuove tecnologie di “editing del genoma” come vengono definite.
Insomma, la prossima volta, sarà ancora più semplice (casomai avessero trovato ostacoli per quanto riguarda gli anni dell’epidemia) mettere in commercio qualsivoglia farmaco e/o vaccino.
 
…….
𝐿𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑎𝑐𝑒𝑢𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑎𝑡𝑎 𝑖𝑛 𝑢𝑛'𝑒𝑝𝑜𝑐𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑒 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑒, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑔𝑒𝑛𝑜𝑚𝑖𝑐𝑜, 𝑙𝑒 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑒 𝑑𝑖 𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖𝑛𝑔 𝑑𝑒𝑙 𝑔𝑒𝑛𝑜𝑚𝑎 𝑜 𝑙'𝑖𝑛𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑜 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑏𝑜𝑟𝑖. 𝐴𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑚𝑜𝑑𝑜, 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑜 𝑠𝑡𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖. 𝐿𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑝𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑖 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑖 𝑒 𝑚𝑜𝑑𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑖. 𝐼𝑛𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒, 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑎𝑐𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝑜𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑠𝑚𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑡𝑖𝑐𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑚𝑜𝑑𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖 (𝑂𝐺𝑀), 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑚𝑝𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑓𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖.
…….
𝐸𝑙𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑜𝑛𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑜𝑝𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒:
…….
𝑏) 𝑆𝑒𝑚𝑝𝑙𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑜𝑏𝑖𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑑𝑢𝑟𝑟𝑒, 𝑜𝑣𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒, 𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑑𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖, 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑑 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑑𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀, 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑒𝑑 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑖𝑎. 𝑆𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑎̀ 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖𝑜 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐ℎ𝑒. 𝐼 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑖𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎. 𝑆𝑎𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑒𝑟𝑔𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑒. 𝐿𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑒 𝑐𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑓𝑟𝑢𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑑𝑖𝑔𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑙'𝑢𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖;
…….
𝑓) 𝑖𝑛𝑡𝑟𝑜𝑑𝑢𝑟𝑟𝑒 𝑒𝑙𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜, 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜𝑙𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑚𝑜𝑑𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑛𝑛𝑜𝑣𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑎𝑐𝑖 𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑧𝑒. 𝐶𝑖𝑜̀ 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑛 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑖𝑔𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑒 𝑙'𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑎𝑐𝑖 𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖. 𝐿𝑒 𝑜𝑝𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑣𝑜𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖, 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑖 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖, 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑑𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙'𝑎𝑚𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑑𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑛𝑜𝑣𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖, 𝑛𝑜𝑛𝑐ℎ𝑒́ 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑟𝑒𝑞𝑢𝑖𝑠𝑖𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑎𝑐𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑂𝐺𝑀;
…….

mercoledì 26 aprile 2023

Se lo dice anche l' AIFA!

    Devo dire che Palù, pur con tutte le giravolte che ha compiuto,, non è certo uno dei personaggi peggiori che abbiamo conosciuto in questi anni di epidemia. Diciamo che è stato una persona un po’ “confusa”, non so se per convenienza (in fondo è stato nominato presidente di AIFA) o per scarsa lucidità, anche se propendo per la prima ipotesi.
    Comunque questa intervista di ieri al Corsera non è male, anche se gravata dai “dogmi della fede” che comunque un rappresentante istituzionale non puo’ contraddire, almeno in questo periodo storico.
    Ve la propongo:
     
    𝑷𝒂𝒍𝒖̀: «𝑰𝒍 𝑪𝒐𝒗𝒊𝒅 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒖𝒏 𝒓𝒊𝒔𝒄𝒉𝒊𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐. 𝑽𝒂 𝒅𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒂𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒏𝒅𝒆𝒎𝒊𝒂»
     
    «𝐿𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑡𝑎. 𝐶𝑟𝑒𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙’𝑂𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑠𝑖𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑡𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑠𝑖𝑎 𝑑𝑜𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑎 𝑢𝑛 𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑢𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑢𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎». 𝐼𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑜𝑙𝑜𝑔𝑜 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑔𝑖𝑜 𝑃𝑎𝑙𝑢̀, 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝐴𝑖𝑓𝑎 (𝐴𝑔𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑓𝑎𝑟𝑚𝑎𝑐𝑜), 𝑞𝑢𝑎𝑡𝑡𝑟𝑜 𝑚𝑒𝑠𝑖 𝑓𝑎 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎 𝑑𝑒𝑐𝑙𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑆𝑎𝑟𝑠 -𝐶𝑜𝑣-2 𝑎 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑒𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑐𝑜, 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑠𝑖 𝑖𝑛𝑜𝑓𝑓𝑒𝑛𝑠𝑖𝑣𝑜. 𝑂𝑔𝑔𝑖 𝑣𝑎 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒.
    𝐼𝑛 𝑈𝑠𝑎 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝐵𝑖𝑑𝑒𝑛 ℎ𝑎 𝑑𝑒𝑐𝑟𝑒𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝐿’𝑂𝑚𝑠 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜𝑟𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎, 𝑐’𝑒̀ 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜?
    «𝑁𝑜, 𝑢𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀. 𝑂𝑔𝑔𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑒̀ 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑎𝑖 𝑝𝑜𝑐𝑜 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑙𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑖𝑛𝑛𝑜𝑐𝑢𝑜. 𝐸̀ 𝑚𝑢𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑒 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑜 𝑎 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑜𝑟𝑎 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑜 𝐴𝑟𝑡𝑢𝑟𝑜, 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑎𝑓𝑓𝑟𝑒𝑑𝑑𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑖. 𝐻𝑎 𝑢𝑛’𝑖𝑛𝑐𝑢𝑏𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑏𝑟𝑒𝑣𝑒, 𝑑𝑢𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒-𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜, 𝑞𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ ℎ𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑎𝑠𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑒. 𝑆𝑖 𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑒 𝑣𝑖𝑒 𝑛𝑎𝑠𝑎𝑙𝑖, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑖𝑛 𝑏𝑟𝑜𝑛𝑐ℎ𝑖 𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑚𝑜𝑛𝑖».
    𝐼𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝐴𝑟𝑡𝑢𝑟𝑜 𝑒̀ 𝑑𝑒𝑏𝑜𝑙𝑒?
    «𝐴𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑎 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑐𝑖𝑎𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜-𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑑𝑎 𝑂𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑛, 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑜, 𝑙𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑟𝑒𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖 𝐶𝑒𝑟𝑏𝑒𝑟𝑢𝑠, 𝐺𝑟𝑖𝑓𝑜𝑛 𝑒 𝐾𝑟𝑎𝑘𝑒𝑛. 𝐸̀ 𝑢𝑛 𝑚𝑢𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑛𝑜𝑐𝑢𝑜, 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑖𝑎 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑒. 𝐼𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖, 𝑒̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑔𝑟𝑎𝑐𝑖𝑙𝑖».
    𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑜𝑝 𝑎𝑙𝑙’𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎?
    «𝐿’𝑂𝑚𝑠 ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑏𝑎𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎, 𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑚𝑎𝑟𝑧𝑜 2020, 𝑒̀ 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑢𝑛’𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 (𝑃ℎ𝑒𝑖𝑐), 𝑚𝑎 𝑙𝑜 𝑒𝑟𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑔𝑒𝑛𝑛𝑎𝑖𝑜 2020 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑖𝑛𝑐𝑖𝑜̀. 𝑆𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑛𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒 𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑣𝑖𝑟𝑎𝑙𝑖 𝑚𝑎𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑐ℎ𝑒. 𝑁𝑜𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑢𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑒. 𝐶𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑠𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑣𝑖𝑟𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑜 𝑒̀ 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑢𝑏𝑏𝑖𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑡-𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑐𝑜. 𝐿𝑜 𝑑𝑖𝑐𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖 𝑑𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀, 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑖 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖, 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑒𝑠𝑎».
    𝑈𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒?
    «𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜, 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑒𝑟𝑎̀ 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑎𝑏𝑖𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑣𝑟𝑎̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑟𝑒𝑑𝑑𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙’𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎».
    𝑄𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑜?
    «𝑈𝑛 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑓𝑎𝑠𝑒 ℎ𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑛𝑖, 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑣𝑒𝑟 80, 𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑖 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑖𝑚𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑖𝑛𝑑𝑒𝑏𝑜𝑙𝑖𝑡𝑜».
    𝐸 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖?
    «𝑆𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑡𝑖-𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑎𝑛𝑡𝑖-𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑 𝑎𝑢𝑡𝑢𝑛𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛» 𝑢𝑛 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑢𝑠𝑎
    𝐿𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑠𝑢𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖?
    «𝑄𝑢𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑔𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙 30% 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑙 90% 𝑑𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑒 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑒. 𝐻𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜. 𝑀𝑎 𝑖𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑟𝑎𝑝𝑖𝑑𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑚𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑟𝑔𝑙𝑖 𝑑𝑖𝑒𝑡𝑟𝑜».
    𝐿𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎, ℎ𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑖?
    «𝑆𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑟𝑜𝑛𝑎𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖𝑣𝑎 𝑢𝑛’𝑢𝑚𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑓𝑒𝑠𝑎. 𝐿𝑎 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑟𝑎𝑝𝑖𝑑𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖, 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑎𝑔𝑛𝑜𝑠𝑡𝑖𝑐𝑖, 𝑡𝑒𝑟𝑎𝑝𝑒𝑢𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖𝑣𝑖, 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑒 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑒 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑖𝑛𝑒𝑣𝑖𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑙𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠».
    𝐿𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑖̀?
    «𝑆𝑒 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑖 𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖, 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑚𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜. 𝐿𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑒 𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑚𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑎𝑙 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑢𝑡𝑒𝑙𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑢𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑓𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑣𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑙𝑎𝑚𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑛𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑟𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖. 𝐿’𝑢𝑟𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑎𝑠𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑖 𝑣𝑎𝑐𝑐𝑖𝑛𝑖, 𝑒𝑟𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑎𝑙 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑑𝑜𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑠𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 6,9 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑒 690 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎𝑡𝑖».
    𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑟𝑖𝑔𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑒?
    «𝐶ℎ𝑖 𝑒̀ 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑎 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑜, 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑜, 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑎𝑔𝑖𝑟𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒. 𝐼𝑛𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑝𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜, 𝑖𝑛 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝑅𝑖𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑜̀ 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑚𝑖𝑙𝑡𝑎̀ 𝑐ℎ𝑒, 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑡𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑜𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑐𝑟𝑖𝑡𝑖𝑐𝑖, 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑓𝑎𝑙𝑙𝑎𝑐𝑖. 𝑆𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑒 𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑓𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜, 𝑠𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑚𝑖𝑛𝑎𝑐𝑐𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑡𝑒𝑠𝑜𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑒𝑠𝑝𝑒𝑟𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑠𝑢𝑡𝑎».
     
     P.S. notare che l'intervistatrice è Margherita De Bac, un'antica "talebana" di vaccini e green pass. E' il segno che hanno capito che è necessario un "riposizionamento" per evitare le future "figure di m..."😀

     

 

martedì 25 aprile 2023

Mai abbassare la guardia!

 Non mi ero reso conto!

Per chi lo avesse dimenticato, il Ministero della Salute continua ad emettere il suo bollettino settimanale sul monitoraggio del Covid 19. Ho dunque realizzato che nell'ultima settimana "𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖" cosi' come anche "𝑖𝑙 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑢𝑛 𝑙𝑖𝑒𝑣𝑒 𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑎𝑙 𝑑𝑖𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑖𝑡𝑖𝑐𝑖𝑡𝑎̀". Fortunatamente "𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑝𝑝𝑢𝑟 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑎𝑡𝑎, 𝑑𝑎𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑛𝑜𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑖 (segnali di cosa vorrei sapere io?!😀)
 
Ma, mi chiedo, quando decideranno di smetterla con il Covid19 con cosa lo rimpiazzeranno? Per ora i tentativi (vaiolo delle scimmie, aviaria) non sembra abbiano avuto buon esito.
Non sarebbe più intelligente ritornare ad un'era precedente quando le malattie, che ovviamente ci sono sempre state, si affrontavano con l'ansia di chi le subiva, ma non certo con la paura dell'intera popolazione e, soprattutto, ci si impegnava a vivere al meglio piuttosto che ad evitare la morte?
Comunque, ecco il professor Rezza nella sua ultima interpretazione di venerdi' 21 aprile. Ormai è diventato un vero professionista delle scene!😀
 

 

lunedì 24 aprile 2023

Considerazioni di un vecchio pediatra.

 

 

Forse questo mio post non sarà interessante, ma io vorrei esprimere che questa attuale discussione sulla correttezza nell’usare la parola vaccino per i preparati farmaceutici utilizzati per curare alcuni tumori e che avranno un sicuro sviluppo nel prossimo futuro la trovo da una parte inutile, ma dall’altra anche molto significativa.
Premetto che, per i miei antichi studi (forse superati), mi hanno insegnato che i vaccini sono quelli che prevengono le malattie, mentre i farmaci sono quelli che le curano, indipendentemente dal tipo di meccanismo utilizzato (in questo caso mRNA che induce la produzione di determinate proteine da parte delle cellule).
Da questa mia nozione ne consegue la fondamentale differenza che io ritengo esserci tra i due termini: i vaccini vengono utilizzati nei soggetti SANI, i farmaci in quelli MALATI.
E’ vero che ormai è da tempo che si utilizza il termine “vaccini antitumorali”, ma io credo che sia stato un errore, non è il meccanismo di azione che li deve definire, bensi’ lo scopo.
D’altronde il far passare la percezione che i vaccini possano sia prevenire che curare le malattie ha fatto si’, io credo, che fosse accettata, senza porsi molte domande, la necessità della vaccinazione universale contro il Covid.
Se infatti i vaccini servono a tutto (all’inizio della vicenda anche a bloccare i contagi), chi potrebbe essere cosi’ stupido da avere dubbi nel farseli somministrare?
Si è dunque perso di vista (inconsapevolmente o deliberatamente, a voi il giudizio) che, considerato che i vaccini, fino ad oggi, sono stati somministrati ai SANI per non farli ammalare, si sarebbe dovuto attentamente valutare quali SANI avessero realmente la necessità di essere vaccinati per evitare una malattia che avrebbe potuto loro provocare gravi complicazioni. E questo indipendentemente dallo studio di eventuali effetti avversi che, comunque la si pensi, necessiterà, come è sempre stato, di ancora molto tempo prima di dare risultati “scientifici”.
Dunque la domanda finale: lattanti, bambini, adolescenti, giovani adulti avevano realmente il bisogno di essere vaccinati?
Domanda correlata anche al secondo insegnamento che mi è stato dato durante i miei antichi studi (e che io ho sempre cercato di seguire): applicare sempre, in ogni atto medico, il “principio di precauzione”.

Come faremmo senza una informazione libera e onesta? 😀


 

E' inutile, non ce la fanno proprio! La "missione" del giornalismo è ormai diventata quella di terrorizzare i propri lettori ricordando loro che se continuano a voler vivere come facevano prima del Covid, rischiano non solo di morire, ma anche di farlo tra sofferenze atroci.
Il titolo de il Mattino di oggi "INCUBO AVIARIA A NAPOLI" ne è la dimostrazione evidente.
 
"𝑆𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑣𝑖𝑎𝑟𝑖𝑎. 𝐼𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑢𝑛 50𝑒𝑛𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑆𝑐𝑎𝑓𝑎𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎 𝑡𝑟𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑅𝑖𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑒𝑑 𝐸𝐶𝑀𝑂 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑑𝑎 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝐶𝑜𝑙𝑙𝑖 𝑑𝑖 𝑁𝑎𝑝𝑜𝑙𝑖. ….l’𝑢𝑜𝑚𝑜, 𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎 𝑆𝑐𝑎𝑓𝑎𝑡𝑖, ℎ𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎. 𝐸̀ 𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑒𝑟𝑑𝑖̀ 𝑝𝑜𝑚𝑒𝑟𝑖𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑎𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑐𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑈𝑚𝑏𝑒𝑟𝑡𝑜 𝐼 𝑑𝑖 𝑁𝑜𝑐𝑒𝑟𝑎 𝐼𝑛𝑓𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝑖𝑛𝑠𝑢𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎, 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑜𝑙𝑚𝑜𝑛𝑖𝑡𝑒 𝑏𝑖𝑙𝑎𝑡𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒….𝐴𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑠𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑎𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑡𝑖𝑝𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑠𝑖𝑚𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖…. 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑎𝑠𝑜 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑙’𝑢𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑎𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑒̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑢𝑛’𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑖𝑝𝑜𝐴…. 𝑜𝑟𝑎 𝑠𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜𝑛𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑎𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑡𝑖𝑝𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝐴. «𝑁𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑢𝑑𝑖𝑎𝑚𝑜 - 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎 𝑉𝑖𝑟𝑛𝑜 - 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑖𝑝𝑜 𝐻5𝑁1, 𝑜𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑣𝑖𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑔𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑖𝑡𝑎̀.”
 
Adesso attendo la reazione del nostro premuroso Governatore. Chiuderà di nuovo le scuole per qualche mese? 😀😀

domenica 23 aprile 2023

Non dimentichiamoci di loro!


 
Come ho ricordato altre volte, c'è ancora una categoria di persone che continua a soffrire per le "regole" che sono state imposte per il covid: gli anziani delle RSA. Per loro il martirio non è finito e anzi continuerà nel futuro. Mascherine (che il ministro Schillaci continuerà a mantenere obbligatorie), visite dei familiari limitate, distanziamento sociale, "segregazione nella struttura" con enormi limiti e difficoltà per le uscite.
Sono definiti soggetti "fragili" e, per questo motivo, vengono sottoposti a protocolli di "protezione" che, in pratica, servono soltanto ad accompagnarli alla morte in maniera inumana e, io credo, anche in tempi più rapidi di quelli previsti dalla natura.
Non dimentichiamoci di loro! Noi siamo adesso qui a parlare di commissioni d'inchiesta, mascherine, effetti avversi del vaccino, ma loro continuano a soffrire e non è giusto che un individuo, alla fine del suo cammino, sia trattato cosi'.
Un esempio tra tanti:

venerdì 21 aprile 2023

Lo dico in francese: Va te faire foutre!


 
Allora, pare che tutto sia deciso: dal 30 aprile mascherine nei reparti nei quali sono presenti pazienti "fragili" (quali poi saranno?) e nelle RSA (poveri anziani, accompagnati ormai, dall'inizio dell'epidemia, alla non-vita e dunque alla morte molto prima del termine naturale!)
Purtroppo lo avevo previsto e dunque non è per me una novità.
Questo post solo per riportare le parole di Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei Medici come riferite dall'articolo di Doctor 33:
𝐴𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑒𝑑𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑂𝑟𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖 (𝐹𝑛𝑜𝑚𝑐𝑒𝑜), 𝐹𝑖𝑙𝑖𝑝𝑝𝑜 𝐴𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎 𝑠𝑢𝑙 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑖𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑟𝑎𝑔𝑖𝑙𝑖 𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑡𝑒𝑟𝑎𝑝𝑖𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑛𝑠𝑖𝑣𝑒. «𝐸̀ 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑟𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒. 𝑀𝑎 𝑎𝑙 𝑑𝑖 𝑙𝑎̀ 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑙𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑒 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑜 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 𝑜 𝑎𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑙'𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑛𝑒 𝑙'𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑜 𝑙𝑎̀ 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑙𝑜 𝑟𝑖𝑡𝑒𝑛𝑔𝑎𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜», 𝑠𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎. 𝑃𝑒𝑟 𝐴𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖, 𝑙𝑒 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 «𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑢𝑠𝑎𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑐'𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑎 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎. 𝑆𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑖𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑒 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎 𝑢𝑛'𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑖𝑎 𝑑𝑖𝑚𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑎». 𝐼𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑖𝑙 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑐ℎ𝑜𝑐 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎, «𝑜𝑟𝑎 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎 𝑎𝑑 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑎. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑒𝑛𝑔𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑖. 𝐹𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑠𝑒 𝑐𝑖 𝑎𝑐𝑐𝑜𝑟𝑔𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑒̀ 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑙'𝑎𝑣𝑣𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑓𝑜𝑐𝑜𝑙𝑎𝑖𝑜 𝑙𝑎 '𝑝𝑟𝑒𝑠𝑐𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒' 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑠𝑐ℎ𝑒𝑟𝑖𝑛𝑎, 𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑡𝑜, ℎ𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑜. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒», 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑒 𝐴𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖. 𝐷𝑖𝑠𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑜𝑔𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑡𝑎𝑚𝑝𝑜𝑛𝑖 𝐶𝑜𝑣𝑖𝑑, 𝑐ℎ𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑜𝑟𝑖𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑖. «𝐴𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑒̀ 𝑟𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒. 𝐸 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑖 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀ 𝑎𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖 𝑡𝑒𝑠𝑡 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑟𝑖𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜. 𝐼𝑛𝑠𝑜𝑚𝑚𝑎, 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑒 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑎𝑙 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑜, 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖».
Il presidente, a parte l'affermazione "le mascherine non costano nulla e hanno un'efficacia dimostrata",  non solo vorrebbe che la decisione fosse presa a discrezione dei direttori sanitari (con tutto il casino che ne conseguirebbe, visto che sarebbe legata alla maggiore o minore ipocondria dei personaggi), ma dice anche una cosa molto interessante: "𝐈𝐧𝐬𝐨𝐦𝐦𝐚, 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐥 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐨, 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐭𝐞𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢"
Ah, se avesse fatto la stessa affermazione al tempo del protocollo "tachipirina e vigile attesa"!!!🤬

giovedì 20 aprile 2023

Sulla censura medico-scientifica.

 

Come già detto altre volte, Medscape è il più importante sito mondiale di divulgazione di notizie scientifiche, rivolto principalmente alla classe medica. Io sono iscritto da anni e ricevo quotidianamente una newsletter che riporta e commenta i più interessanti articoli medico-scientifici che escono sulle più importanti riviste. In quella di oggi mi ha colpito uno dal titolo “Un medico muore per una rara reazione al vaccino COVID”.

Sono andato dunque a cliccare il link per leggerne il commento e, sorpresa (ma non poi tanto), ecco cosa ho trovato: “Nota dell'editore: questo articolo è stato rimosso perché non soddisfa i nostri standard editoriali.”

Amici miei, la censura (anzi in questo caso meglio definirla autocensura, oltretutto assai ridicola) continua imperterrita e la “politica editoriale” del più importante sito di divulgazione scientifica per i medici e quella di tenere loro nascosti i motivi per i quali un collega è morto per una reazione avversa al vaccino.

Perchè, mi chiedo io, fare cosi’ se le reazioni avverse al vaccino sono cosi’ rare come viene da sempre affermato? Perchè non informare i medici delle modalità peculiari del decesso del loro collega affinché possano farne buon uso nella loro pratica quotidiana? Perchè l’informazione medico-scientifica è sottoposta, dall’inizio dell’epidemia, ad una cosi’ pesante censura?

Mi permetto allora di chiedere a tutti coloro che, allo scopo di tranquillizzare i loro lettori, citano gli innumerevoli articoli scientifici che riportano efficacia e assenza di effetti avversi dei vaccini: siete proprio sicuri che ci siano ricercatori che decidano di studiare i vaccini da un diverso punto di vista, con la eventualità di essere messi al bando, per questo motivo, dalla comunità scientifica ? E, soprattutto, qualora decidano di farlo, siete proprio sicuri che i loro articoli vengano pubblicati?

Ricordo loro che “il dubbio” è la principale qualità che deve essere alla base di qualsiasi discussione scientifica e che chi ancora lo pratica non puo’ essere catalogato, come loro sbrigativamente fanno, come un pericoloso e ascientifico “novax”.




mercoledì 19 aprile 2023

Invito ad una riflessione!

 


Il buon Ricciardi afferma: "Oggi ogni 24 ore muoiono in Italia circa 200 persone che, avendo altre patologie, sono colpite anche da una sepsi-infezione ospedaliera che risulta resistente agli antibiotici."
Se la cifra è corretta (e io questa volta credo a Ricciardi), fanno 72000 decessi ogni anno.
Mi chiedo allora: perchè questa situazione, presente già da tanti anni, non ha mai procurato un allarme neanche lontanamente simile a quello che ha procurato il Covid19?
E' una situazione simile, perchè anche i decessi Covid erano in gran parte portatori di altre patologie, ma anche diversa perchè i decessi da infezioni di germi antibioticoresistenti sono destinati ad aumentare negli anni futuri, mentre quelli Covid sono diminuiti enormemente.
Sapete che la ricerca su nuovi antibiotici è ormai ferma da più di 30 anni? Che da 30 anni non è più stato sintetizzato un antibiotico realmente nuovo? Il motivo è semplice: non è più remunerativa per le aziende che percio' hanno smesso di farla.
Sapete quanto ha guadagnato Pfizer da vaccino e Paxlovid?
37 miliardi di dollari nel 2021 e 54 nel 2022.
Ma non vi preoccupate, la soluzione è pronta. "Dare vita all'Osservatorio ONsAR, che avrà l'obiettivo di monitorare il fenomeno in tutte le Regioni e dare impulso a politiche attive di contrasto."
E' una consolazione sapere che i nostri responsabili sanitari e le industrie farmaceutiche si preoccupano cosi' tanto della nostra salute! 😀😀
P.S. riporto l'articolo anche con slides, perchè credo possa essere letto solo dai medici registrati
 



 

Furbi e previdenti!

 

Che si fossero tutelati e messi al sicuro fin dall'inizio, era ben chiaro a tutti. Leggere l'odierno articolo di Reuters ne dà la piena conferma:
 
𝐋𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐫𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐂𝐎𝐕𝐈𝐃-𝟏𝟗 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐞𝐬𝐢𝐠𝐮𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐫𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐞𝐧𝐬𝐞.
 

Di oltre 8.000 persone che hanno presentato richieste di risarcimento al governo federale sostenendo di aver subito lesioni a causa dei vaccini COVID-19, tre hanno ora ricevuto pagamenti in denaro, come dimostrano nuovi dati governativi.

Il loro risarcimento complessivo? Meno di 5.000 dollari.

Una persona che ha avuto una reazione anafilattica all'iniezione ha ricevuto 2.020 dollari dal Countermeasures Injury Compensation Program, o CICP.

Un'altra persona che si è ammalata di miocardite - un'infiammazione del muscolo cardiaco - ha ricevuto 1.583 dollari, mentre un secondo malato di miocardite ha ricevuto 1.033 dollari, secondo i dati pubblicati la scorsa settimana. La richiesta di risarcimento di un terzo paziente affetto da miocardite è stata approvata, ma gli è stato negato il risarcimento per mancanza di spese ammissibili.

Ho riportato la cronaca dell'ondata di richieste di risarcimento per il vaccino COVID-19 presentate al CICP fin dai primi giorni della pandemia.

Il fatto che il CICP abbia elargito solo tre piccoli risarcimenti conferma ciò che ho sempre pensato: Il programma governativo non è adeguato a giudicare questi casi.

Il tribunale senza colpa gestito dalla Health Resources and Services Administration è limitato dallo statuto per quanto riguarda l'assistenza che può offrire, con un risarcimento limitato alle spese mediche non rimborsate e fino a 50.000 dollari all'anno di salario perso. Può essere disponibile anche un'indennità di morte fino a 422.035 dollari.

Non è prevista alcuna indennità per dolore e sofferenza, né danni punitivi, né spese legali, né audizioni o pareri pubblici, né diritto all'appello giudiziario. Ma è l'unico ricorso legale disponibile per i pochi sfortunati che hanno subito gravi effetti negativi dai vaccini.

Per essere chiari, non sono un anti-vaxxer, e ci sono ampie prove che i vaccini hanno evitato milioni di ospedalizzazioni e morti. Tuttavia, più di 260 milioni di americani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, il che rende quasi inevitabile che almeno alcuni abbiano reazioni avverse.

I produttori del vaccino COVID-19 sono manlevati dal governo e non sono parte del procedimento CICP. I produttori di vaccini Pfizer Inc, Moderna Inc e Johnson & Johnson non hanno risposto alle mie richieste di commento.

"Non credo che nessuno sia contento di questi risarcimenti", mi ha detto Renée Gentry, direttore della Vaccine Injury Litigation Clinic della George Washington University Law School. "Si tratta di somme di valore irrisorie, il tipo di risarcimenti che sconvolgono la persona danneggiata da un vaccino e che possono scatenare la rabbia e l'esitazione nei confronti del vaccino che vediamo".

Un portavoce del CICP, in una e-mail, ha dichiarato che il programma è "il pagatore di ultima istanza e può solo rimborsare o pagare servizi o articoli medici ragionevoli, o la perdita di reddito da lavoro che non sono coperti da altri pagatori terzi, come l'assicurazione sanitaria, i benefici degli Affari dei Veterani o l'indennizzo dei lavoratori".

Lo scudo di responsabilità dei produttori di vaccini deriva da una dichiarazione del 2020 ai sensi del Public Readiness and Emergency Preparedness Act, che il Segretario alla Salute e ai Servizi Umani Xavier Becerra ha annunciato la scorsa settimana che sarà modificato anche se l'emergenza sanitaria pubblica è destinata a scadere l'11 maggio (il Presidente Joe Biden ha firmato la legge che pone fine all'emergenza nazionale COVID-19 il 10 aprile).

La modifica della legge estenderà la protezione della responsabilità a "tutti i vaccini e i trattamenti COVID-19 la cui distribuzione è attualmente diretta dal governo degli Stati Uniti".

Per il socio di Siri & Glimstad Aaron Siri, che ha dichiarato che il suo studio di 25 avvocati è stato contattato da migliaia di persone che ritengono di aver subito gravi lesioni a causa dei vaccini COVID-19, la "necessità di un'altra via di risarcimento è essenziale".

In linea di massima, gli avvocati specializzati in casi di lesioni da vaccino non rappresentano i clienti davanti al CICP. Le prospettive di recupero sono troppo scarse per giustificare le spese.

Non si tratta solo del fatto che i risarcimenti tendono a essere esigui. È che vincere è un'impresa ardua.

Per avere la meglio, i richiedenti devono superare un ostacolo enorme: produrre "prove mediche e scientifiche convincenti, affidabili e valide" che dimostrino di aver subito una grave lesione come "conseguenza diretta" del vaccino.

Data la novità dei vaccini, tali prove inconfutabili scarseggiano. Ad oggi, il CICP ha deciso un totale di 706 richieste di risarcimento legate al trattamento COVID, respingendone il 97% da parte di persone che lamentavano una serie di disturbi come attacchi cardiaci, meningite, sindrome di Guillain-Barre, convulsioni e morte.

Dei 22 ricorrenti accolti - 18 dei quali sono ancora in attesa di sapere quanto riceveranno - quasi tutti soffrivano di condizioni infiammatorie come la miocardite, che colpisce il cuore.

A mio avviso, c'è un modo migliore per gestire le richieste di risarcimento: spostarle in un consesso più generoso e consolidato, il Vaccine Injury Compensation Program, che già accoglie le richieste di risarcimento per 16 vaccini comuni.

Anche qui i produttori di vaccini sono al riparo da ogni responsabilità. Invece, i risarcimenti (comprese le spese legali) sono finanziati da una tassa di 75 centesimi per vaccino, con 4,9 miliardi di dollari assegnati ai querelanti dall'inizio del programma nel 1988.

Lo spostamento dei casi richiederà un'azione del Congresso e un aumento delle risorse per il tribunale dei vaccini, già sovraccarico. Ma offre un percorso per aiutare migliaia di persone che aspettano di vedere ascoltate le loro richieste di risarcimento.

Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...