domenica 5 febbraio 2023

Sarebbe ora che la Società Italiana di Pediatria tornasse ad occuparsi della salute dei bambini!

Sul sito della Società Italiana di Pediatria ancora aggi appare in evidenza questo:


Nel frattempo però le emergenze pediatriche sono ben altre.

Questo articolo ( https://www.medscape.com/viewarticle/987595?src=mkm_ret_230204_mscpmrk-OUS_IntStories&uac=31004EJ&impID=5131389&faf=1 ) riferisce il decesso di tre adolescenti in Germania per complicanze dovute al virus influenzale. Ricordo che molti di noi rapportano questa maggiore suscettibilità alle complicazioni di malattie prima più banali alla diminuizione degli stimoli antigenici ricevuti durante il lungo periodo delle "restrizioni".

Comunque sia, è ovvio che di questi problemi dovrebbe seriamente occuparsi la Società Italiana di Pediatria piuttosto che continuare a considerare priorità medica la vaccinazione anticovid dei bambini.

Questo l'articolo:


 

Tre adolescenti con influenza muoiono dopo un'infezione secondaria

Il numero di infezioni respiratorie acute (ARI) nella popolazione tedesca è sceso al 4,7% (prima settimana). Nella settimana precedente il dato era del 7,3%. L'Istituto Robert Koch (RKI) ha annunciato che il valore attuale è simile a quello degli anni pre-pandemici. Tuttavia, c'è ancora motivo di preoccupazione: tre adolescenti con infezione influenzale sono morti nello stato tedesco della Sassonia-Anhalt a causa di infezioni secondarie.
Considerare le infezioni batteriche

L'RKI ha riferito che gli adolescenti presentavano tutti sintomi di meningite batterica. Allo stesso tempo, in tutti e tre i casi sono stati rilevati virus dell'influenza A. Nelle emocolture di due casi è stato rilevato anche lo Streptococcus pyogenes, mentre in un caso era presente lo Staphylococcus aureus. Non vi erano indicazioni di multiresistenza. L'RKI ha ora lanciato un avvertimento: "I tre decessi sono indicativi di un aumento di gravi malattie causate da infezioni batteriche secondarie a un'infezione da influenza A".

I bambini e gli adolescenti sono stati gravemente colpiti dall'influenza in questa stagione influenzale. Di cosa devono essere consapevoli i medici? La raccomandazione afferma che: "Le infezioni secondarie da patogeni batterici - come lo Streptococco di gruppo A, lo pneumococco, l'Haemophilus influenzae e lo S. aureus - sono particolarmente diffuse durante la stagione influenzale e fredda. Questi, oltre al meningococco, devono essere presi in considerazione nella diagnosi differenziale di infezioni batteriche gravi, come la meningite o la sepsi. Un'infezione primaria, ad esempio con un virus influenzale, è probabile che aumenti il rischio di questi patogeni batterici, causando una grave progressione".
Un problema europeo

Il problema non riguarda solo la Germania. Qualche settimana fa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito di un aumento delle infezioni da streptococco invasivo di gruppo A (iGAS) nei bambini di età inferiore ai 10 anni. Dalla fine del 2022, sono giunte segnalazioni da Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito, tra gli altri Paesi.

Nello stesso periodo, l'OMS ha ricevuto anche segnalazioni di molteplici decessi in relazione a malattie da iGAS in bambini di età inferiore ai 10 anni, prevalentemente da Francia, Irlanda e Regno Unito. In Francia e nel Regno Unito, il numero di casi di iGAS osservati nei bambini è stato diverse volte superiore a quello precedente la pandemia.

"È probabile che l'aumento delle malattie da iGAS nei bambini sia anche legato al recente aumento della diffusione dei virus respiratori, tra cui l'influenza stagionale e il virus respiratorio sinciziale", si legge ancora nella raccomandazione. Le coinfezioni aumenterebbero il rischio.
Che cos'è il GAS?

Lo streptococco di gruppo A è la causa più comune di faringite batterica nei bambini in età scolare. Di solito provoca condizioni lievi come mal di gola, mal di testa, febbre e un'eruzione cutanea rossa (scarlattina). In Europa, la patologia raggiunge il suo apice nei mesi invernali e all'inizio della primavera. Sono frequenti i focolai negli asili e nelle scuole. La faringite da GAS viene diagnosticata con un test rapido dell'antigene o una coltura batterica e trattata con antibiotici. A seconda dei sintomi, si può aggiungere anche un trattamento sintomatico.

In rari casi, il GAS può anche causare un'infezione grave e pericolosa per la vita, che si manifesta con batteriemia, polmonite o infezione della pelle e delle ossa (come cellulite, osteomielite o fascite necrotizzante). I bambini con infezioni virali come la varicella (varicella) o l'influenza hanno un rischio maggiore di ammalarsi di iGAS.
Valutazione del rischio europeo

Le infezioni da GAS/iGAS devono essere segnalate solo in alcuni Paesi europei. "È quindi attualmente difficile per l'OMS valutare l'entità complessiva della diffusione nella regione europea", scrive l'OMS. "Sebbene le indagini non siano ancora complete, i dati di tipizzazione indicano che l'aumento dei casi non è legato a un ceppo specifico o nuovo né a un aumento della resistenza agli antibiotici del GAS".

L'Ufficio Regionale OMS per l'Europa e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie stimano che il rischio attuale per la popolazione generale di contrarre l'infezione da iGAS sia basso.


 


sabato 4 febbraio 2023

Solidarietà a Loredana Frasca, Giuseppe Ocone e Raffaella Palazzo



La censura di ISS non si è fatta attendere: "la pubblicazione viola il codice interno di integrità (chissà che cavolo vuol significare!) dei ricercatori ISS".

E allora onore all'onestà di questi scienziati che hanno avuto il coraggio di esporsi pubblicamente in un momento ancora oscuro e oppressivo che a me ricorda quello della Santa Inquisizione.

Ma ormai le crepe alla costruzione che la "scienza" ci ha presentato, inoculandocela come una droga, in questi ultimi tre anni, cominciano ad apparire sempre più numerose e non ci vorrà ancora molto tempo perchè il castello di carte crolli miseramente, trascinando nella rovina, purtroppo, la credibilità di ciò che un tempo rappresentava una speranza per l'umanità, la comunità scientifica.

Grazie Loredana Frasca, grazie Giuseppe Ocone, grazie Raffaella Palazzo!

Abbiamo disperato bisogno di persone come voi!

https://www.iss.it/web/guest//comunicati-stampa/-/asset_publisher/fjTKmjJgSgdK/content/id/8242034 



 



Ora anche l'Istituto Superiore di Sanità si preoccupa!

 

 

Quello che sto dicendo da due anni, adesso lo scrivono anche i ricercatori dell'ISS in un articolo apparso su Pathogens ( https://www.mdpi.com/2076-0817/12/2/233 ) : i vaccini mRNA non offrono garanzie di sicurezza! Anzi, in effetti io ho sempre evocato il principio di precauzione, e quindi la non somministrazione, per quanto riguarda l'utilizzo del vaccino negli adolescenti e nei giovani adulti, mentre qui gli autori manifestano seri dubbi anche per la somministrazione agli anziani. 

Diciamo perciò la verità: i vaccini mRNA sono vaccini(?) sperimentali, di cui da un po' di tempo ormai conosciamo gli effetti avversi a breve e medio termine (che però fino ad oggi si sforzano ancora di tenerci nascosti) e non conosciamo assolutamente nulla di quelli a lungo termine. Vaccini che molto probabilmente hanno determinato un risultato positivo (controllo dei decessi) nel periodo della variante delta, e per i quali, da omicron in poi, vuoi per le caratteristiche delle nuove varianti, vuoi per l'immunità acquisita naturalmente dalla popolazione, si deve seriamente valutare il rapporto rischio/beneficio e comunque soltanto in relazione alla categoria degli anziani e dei gravemente fragili.

Questa la traduzione delle loro conclusioni, molto lunghe ed accurate. Sottolineo i punti principali per coloro che non se la sentono di leggerle per intero.

Conclusioni

Questa panoramica sugli eventi avversi del vaccino COVID-19 e COVID-19 non intende discutere l'efficacia del vaccino COVID-19 contro la variante originale e le prime varianti di SARS-CoV-2, poiché tale efficacia è stata documentata da pubblicazioni al momento del primo lancio dei vaccini genetici. Le pubblicazioni fondamentali hanno dimostrato la protezione dalla morte e dalla malattia grave dopo due mesi dalla somministrazione del vaccino. Diversi studi hanno documentato un rapido calo dell'efficacia di queste sostanze, calo che è più evidente dopo la diffusione delle diverse varianti Omicron. Poiché molti studi indicano che le attuali varianti del virus sono meno letali e che esistono terapie efficaci per il trattamento della malattia COVID-19, potrebbe essere il momento giusto per rivedere il rapporto rischio/beneficio di questi interventi farmacologici. Un ulteriore fattore, che mancava all'epoca dei primi studi di efficacia, è che un gran numero di persone acquisisce naturalmente l'immunità anche attraverso le infezioni, comprese quelle pauci-sintomatiche. Pertanto, attualmente, può essere possibile e utile riflettere sugli eventi avversi documentati di questi vaccini basati sull'ingegneria genetica. Un piccolo studio, dopo aver analizzato i dati dell'Agenzia per la Sicurezza Sanitaria del Regno Unito, ha rivelato che il tasso di mortalità nelle persone non vaccinate (per cause diverse dal COVID-19) era inferiore a quello osservato nelle persone che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino COVID-19 [198]. Un recente documento dell'"Office for National statistics" del Regno Unito (https://www.ons.gov.uk/peoplepopulationandcommunity/birthsdeathsandmariages/deaths/datasets/deathsbyvaccinationstatusengland) (consultato il 10 ottobre 2022) riporta i dati di mortalità per il COVID-19 e per tutte le cause escluso il COVID-19 al momento della campagna vaccinale COVID-19. Un'analisi statistica accurata e trasparente di tali dati, che dovrebbe tenere conto di tutte le variabili in gioco, può chiarire i reali effetti dei vaccini genetici. Per esempio, se si verifica un maggior numero di decessi nelle persone vaccinate, si dovrebbe tenere conto del fatto che, tra queste persone, ci sono molti pazienti a rischio e anziani. Un'analisi dovrebbe essere condotta con la consapevolezza di questo bias e dovrebbe dividere i casi in diverse classi di età, stimando la percentuale di persone a rischio nella popolazione più colpita.
Le somministrazioni ripetute (fino a quattro o cinque e oltre) non erano incluse negli studi clinici iniziali dei produttori di vaccini, quindi l'intensità e la frequenza degli eventi avversi possono ora cambiare di fronte a un'infezione che ha una mortalità attuale paragonabile o addirittura inferiore a quella dell'influenza [199]. Non sono disponibili grandi studi sull'uomo relativi ai prodotti mRNA aggiornati, che codificano per due tipi di proteine Spike allo stesso tempo, per quanto riguarda la protezione dalla malattia. In un recente rapporto, l'immunogenicità del vaccino bivalente è stata studiata dopo 28 giorni, ma la valutazione della sicurezza si è fermata al settimo giorno [200]. Rispetto alle altre varianti, la variante Omicron ha un'affinità almeno tre volte maggiore per l'ACE2 (l'affinità si basa sull'interazione della proteina Spike con il suo recettore) [24]. Ciò potrebbe influenzare la funzione di ACE2 in modo più marcato dopo l'inoculazione, quando diverse molecole Spike del tipo Omicron vengono tradotte e diffuse nell'organismo. Un articolo in preprint ha analizzato, separatamente, le reazioni avverse al vaccino vecchio e a quello bivalente tra 76 operatori sanitari e ha riscontrato un maggior numero di reazioni e una maggiore incapacità lavorativa a causa del vaccino bivalente [201]. Sono necessari altri studi più precisi per il vaccino bivalente e quello precedente.
A questo proposito, un recente studio retrospettivo, condotto in una provincia italiana, afferma che non è stato possibile osservare un aumento del rischio di eventi avversi gravi potenzialmente causati dai vaccini nella popolazione di riferimento. Lo studio afferma di aver effettuato osservazioni per 18 mesi. Tuttavia, dalle tabelle presentate, sembra che le persone vaccinate una volta, e soprattutto quelle vaccinate due volte, ma non quelle vaccinate tre volte, abbiano un rischio maggiore di morte per cause non correlate al vaccino 19 e abbiano il doppio o il triplo delle probabilità di avere un infarto o un ictus, rispetto alle persone non vaccinate. Dopo la terza dose, non sono stati osservati eventi avversi rilevanti. Tuttavia, il follow-up di 18 mesi è valido solo per i non vaccinati, perché i vaccinati sono stati seguiti solo dalla data della prima, seconda o terza dose. In effetti, i giorni di follow-up dei soggetti non vaccinati sono doppi, o più che doppi, rispetto a quelli dei soggetti con una, due o tre dosi. Non è chiaro cosa renda solo i soggetti con tripla vaccinazione meno suscettibili alla morte e ad altri incidenti. Esiste la possibilità, non discussa, che coloro che sono stati meno colpiti dai vaccini abbiano deciso di ricevere la terza dose più tempestivamente. Come affermato anche dagli autori, nei prossimi anni saranno necessarie ulteriori ricerche per valutare la sicurezza a lungo termine dei vaccini COVID-19 [202]. Sono necessari altri studi. Si potrebbe valutare il rischio di interferenze (anche attraverso i meccanismi sopra descritti di antagonismo del TCR e di imprinting immunitario), poiché questo rischio dipende dal particolare background genetico di ciascun individuo. Il sistema immunitario è a rischio quando ha a che fare con più varianti epitopiche contemporaneamente, e questo rischio comporta esiti che, al momento, non è possibile prevedere; tra questi esiti, l'ADE può essere considerata uno dei possibili effetti. "L'anergia dei linfociti T coinvolti nell'immunità antivirale potrebbe derivare dalla continua stimolazione del sistema immunitario. Sebbene ciò non sia provato, un recente lavoro pubblicato su Science Immunology mostra come ripetuti aumenti di vaccini basati su mRNA, ma non su DNA, inducano una classe di anticorpi (IgG4), che sono antinfiammatori e dotati di scarse funzioni effettrici (ad esempio, minore citotossicità anticorpo-dipendente, ADCC) [203]. Le IgG4 si sviluppano solitamente contro gli allergeni per proteggere l'organismo da risposte immunitarie eccessive. Tuttavia, se questo meccanismo smorza la risposta immunitaria al virus nei riceventi del vaccino a mRNA, invece di indurre una risposta protettiva, è necessario valutare questo processo. Per il momento, sappiamo che gli anticorpi IgG4 anti-Spike sono stati associati a una progressione più grave della COVID-19 e a una prognosi sfavorevole in studi precedenti [204,205]. Altri vaccini convenzionali, studiati dagli autori in un altro lavoro [164], non hanno mostrato l'induzione di questa classe IgG4, anche dopo inoculazioni ripetute [203]. Poiché la produzione di anticorpi corretti dipende dall'aiuto delle cellule T, la tolleranza nelle cellule T è un effetto indesiderato. Per quanto riguarda l'induzione dell'anergia delle cellule T, che porta alla tolleranza, un recente lavoro ha dimostrato l'induzione della tolleranza sia cellulare che umorale dopo la somministrazione ripetuta di booster di vaccino in un modello murino. L'approccio adottato è stato quello di stimolare i topi con stimolazioni ripetute in modo convenzionale, utilizzando una proteina ricombinante del dominio di legame del recettore (RDB) della SARS-CoV-2. Il risultato è stato una drastica riduzione delle cellule T in seguito alla somministrazione ripetuta del vaccino. Il risultato è stato una drastica riduzione degli anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 e un'alterata attivazione delle cellule T CD4 e CD8; le cellule T hanno acquisito un fenotipo che promuove la tolleranza immunitaria adattativa. Ciò significa anche che la perdita di efficacia della risposta immunitaria potrebbe essere indipendente dal tipo di vaccino e potrebbe riguardare l'effetto negativo di stimolazioni ripetute verso un singolo determinante antigenico per restringere e focalizzare la risposta immunitaria [206].
Le persone a rischio non sono solo i pazienti anziani. Oltre al cancro, che può colpire sia pazienti giovani che anziani, anche le malattie immunomediate e autoimmuni come il diabete, la sclerosi multipla, la psoriasi e altre possono svilupparsi nei giovani. Anche i pazienti pediatrici e i giovani con queste condizioni croniche possono essere a rischio di sviluppo di miocardite, poiché i casi di miocardite non sono rari nei giovani, come riportato sopra. Nella presente revisione, abbiamo riportato frequenze di casi di miocardite fino a 1:300 (indagine attiva) o 1:1000 (indagine passiva) in pazienti giovani e adolescenti. In caso di esami strumentali, queste analisi hanno rivelato frequenze più elevate. In un recente lavoro, giovani pazienti con miocardite indotta da vaccino sono stati seguiti per diversi mesi; non tutti i pazienti hanno avuto una risoluzione dei sintomi, anche se la maggior parte di essi ha risposto al trattamento. Gli autori hanno dimostrato la persistenza di reperti anormali alla risonanza magnetica cardiaca [207] e l'innalzamento di altri parametri che possono essere associati a esiti sfavorevoli. La miocardite è una forma di infiammazione cardiaca che può portare a futuri problemi di salute aggiuntivi in pazienti giovani a rischio con possibilità di vita già compromesse. La comunità scientifica deve essere consapevole e discutere se l'uso degli attuali vaccini genetici COVID-19, giustificato all'epoca delle precedenti varianti mortali del coronavirus, debba essere ancora incoraggiato all'epoca delle varianti Omicron. Un altro recente lavoro ha collegato la formazione di coaguli di sangue alla vaccinazione con vaccini su base genetica in persone di età pari o superiore a 65 anni [208]

Pertanto, in questa fase, il rapporto rischio/beneficio potrebbe essere rivalutato anche per le persone anziane. Lo sviluppo di vaccini più tradizionali basati su antigeni molto meno variabili e non dotati di effetti tossici intrinseci è altamente auspicabile per proteggere gli anziani e le persone a rischio, comprese quelle con autoimmunità [209,210]. Questi vaccini dovrebbero essere in grado di indurre le IgA oltre alle IgG per bloccare la trasmissione. Un lavoro del 2021 ha dimostrato che le IgA possono essere aumentate dai vaccini a base di mRNA di COVID-19, ma solo in persone con una precedente infezione da SARS-CoV-2 e malattia da COVID-19 [211].

venerdì 3 febbraio 2023

L'intervista su Spectator a Carl Heneghan e Tom Jefferson

 E speriamo che, una buona volta, questa farsa possa avere termine!


Questa settimana è stato pubblicato un aggiornamento di una revisione Cochrane che studia il modo in cui gli interventi fisici possono interrompere o ridurre la diffusione dei virus respiratori. La revisione, di cui Tom Jefferson è l'autore principale, esamina le prove di 78 studi randomizzati con oltre 610.000 partecipanti. In altre parole, questa revisione è esattamente il tipo di evidenza di qualità superiore che si desidera quando si prendono decisioni in materia di assistenza sanitaria.  

Il quinto aggiornamento della revisione ha preso in esame il lavaggio delle mani, l'uso di antisettici, la distanza sociale e le barriere come maschere, guanti, camici e visiere.

Viste le controversie del passato, vale la pena di esaminare cosa dice la revisione sugli effetti che le maschere mediche o chirurgiche hanno sul modo in cui si diffondono le malattie respiratorie.  

È interessante notare che 12 studi della revisione, dieci nella comunità e due tra gli operatori sanitari, hanno rilevato che indossare le mascherine nella comunità probabilmente fa poca o nessuna differenza nella trasmissione di malattie simili all'influenza o alla Covid-19. Allo stesso modo, la revisione ha rilevato che le mascherine non hanno avuto alcun effetto sugli esiti dell'influenza confermata in laboratorio o della SARS-CoV-2. Altri cinque studi non hanno mostrato differenze tra un tipo di maschera e un altro.

Questo è il secondo aggiornamento della revisione dall'inizio della pandemia. Il primo aggiornamento è stato ritardato di sette mesi a causa di decisioni editoriali inspiegabili. Quando è stato pubblicato, nel novembre 2020, era troppo tardi per cambiare la politica nazionale Covid; a quel punto, l'attivismo, le prove osservazionali di bassa qualità e la politica governativa avevano stabilito l'agenda per le maschere obbligatorie, e il danno era stato fatto.  

Spesso queste politiche governative si sono basate su studi osservazionali sull'uso delle maschere e sulla diffusione di Covid. Ma le prove osservazionali presentano molti difetti. Ad esempio, in assenza di un protocollo di studio che definisca i metodi prima della realizzazione dello studio, è possibile spostare le date di un'analisi osservazionale in base all'aumento e alla diminuzione delle infezioni. Quindi, se l'analisi viene effettuata in prossimità del picco di infezioni, i risultati favoriranno gli interventi di mascheramento, poiché il tasso di infezione diminuisce rapidamente.  

Ma quando nel novembre 2020 abbiamo sottolineato la preoccupante mancanza di prove solide sulle maschere facciali e i problemi degli studi osservazionali, siamo stati redarguiti, sospesi da Facebook e inseriti nella lista dei sorvegliati speciali del governo.   

Quello che molti non hanno notato all'epoca è che gli studi che prendono in considerazione gli individui - invece delle popolazioni - possono portare a decisioni politiche errate. Gli studi che coinvolgono gli individui spesso seguono le persone che hanno scelto specificamente di indossare una maschera. Ma le politiche sulle maschere obbligatorie sono molto diverse: coinvolgono molte persone che non amano indossare le maschere ogni giorno, e molte persone che non le indossano affatto. Uno studio che prende in esame solo i portatori di maschere non riflette il modo in cui le persone si comportano a livello di popolazione.

I risultati della revisione Cochrane riportano un'aderenza relativamente bassa all'uso della maschera, che è simile a quanto accade nel mondo reale. Con una migliore aderenza e maschere di qualità superiore (e se si fa attenzione quando si esce dalla porta), si potrebbe ridurre di poco il rischio in contesti specifici. Tuttavia, quando si estende ogni potenziale piccolo beneficio a coloro che escono regolarmente dalla porta di casa, l'effetto non si può considerare un intervento a livello di popolazione. 
I mandati che riguardano l'intera popolazione non hanno mai avuto senso. Inoltre, anche in popolazioni ad alta aderenza come il Giappone, non hanno arginato l'inevitabile aumento delle infezioni. Parte del problema potrebbe essere dovuto al fatto che durante la pandemia il governo ha dovuto far vedere che stava facendo qualcosa. Interventi come il lavaggio delle mani e i vaccini sono invisibili, ma le maschere hanno agito come segno visibile di conformità.  

In questa pandemia abbiamo assistito a forti convinzioni su ciò che funziona e ciò che non funziona. A volte, è stata più simile a una partita di calcio, con cheerleader da una parte e dall'altra che incitavano il pubblico avversario. Diverse politiche, come i mandati per le maschere, le restrizioni e gli interventi non provati, sembrano ora assurde con il senno di poi. E con lo svanire della cultura della paura, la popolazione è diventata fin troppo consapevole dei loro effetti dannosi.  

Non abbiamo seguito un approccio basato sulle prove durante la pandemia. Ora ci ritroviamo con le conseguenze umane, sociali ed economiche di politiche prive di prove. 

https://www.spectator.co.uk/article/do-mask-mandates-work/?utm_source=substack&utm_medium=email 

giovedì 2 febbraio 2023

Lettera aperta dei medici inglesi



In una lettera aperta del 31 gennaio ( https://www.hartgroup.org/joint-open-letter-to-charity-commission/ ) un significativo numero di medici rivolge un appello al prof. Charalambos Antoniades, direttore di un dipartimento di ricerca cardiologica dell'Università di Oxford, a rendere noti i risultati di una ricerca, condotta dal suo team, che avrebbe evidenziato i danni che i vaccini mRNA producono al tessuto cardiaco e che lo stesso avrebbe tenuta nascosta per timore di perdere i finanziamenti delle industrie farmaceutiche.

Questa richiesta era stata anche oggetto di una interrogazione parlamentare da parte del deputato Andrew Bridgen il 13 dicembre 2022, che non ha mai ricevuto risposta.

Nella lettera aperta sono riportati tutti gli studi più importanti che evidenziano il rischio di danno cardiaco provocato dai vaccini. Poichè rappresentano una ottima summa delle conoscenze su questo aspetto, fino ad oggi negato (o nascosto, come questa vicenda ci insegna) dalle autorità sanitarie, mi sembra utile riferirli qui, per fare il punto della situazione.

Dalla lettera aperta:

Esiste un numero significativo di segnali che indicano che i vaccini COVID-19 hanno provocato patologie cardiache, il che giustifica una revisione urgente della loro sicurezza:

  1. Lo studio Pfizer ha registrato quattro arresti cardiaci nel gruppo di vaccinazione ma solo uno nel gruppo placebo dopo 6 mesi (sebbene i numeri siano troppo piccoli per essere statisticamente significativi, si tratta di un segnale che avrebbe dovuto essere seguito).
  2.     L'evidenza della miocardite indotta dal vaccino è ben consolidata e nei pazienti più anziani può essere erroneamente diagnosticata come una qualsiasi delle forme più comuni di malattia cardiaca. Il tasso di infarto miocardico era sproporzionatamente alto nei primi tre giorni dopo la vaccinazione.
  3.     Studi condotti in Tailandia e in Svizzera hanno evidenziato un aumento dei livelli di troponina coerente con il danneggiamento del muscolo cardiaco nel 3% dei vaccinati. Le cellule cardiache non possono essere sostituite e la conseguente cicatrizzazione può portare a problemi di conduzione elettrica e morte improvvisa. Il 30% dei bambini dello studio tailandese presentava segni o sintomi cardiaci.
  4.     La proteina spike derivata dal vaccino è stata rilevata nelle biopsie cardiache di 9 dei 15 pazienti con miocardite post-vaccinazione.
  5.     Le persone vaccinate presentavano un aumento dei fattori di rischio cardiovascolare tale da far prevedere un aumento significativo del rischio di malattie cardiache (dall'11% al 25% di rischio di infarto in 5 anni). Questo studio è stato criticato per la mancanza di un gruppo di controllo, ma è l'equivalente di uno studio clinico in fase iniziale per dimostrare un problema di sicurezza.
  6.     Uno studio israeliano ha mostrato un aumento del 25% delle chiamate per sindrome coronarica acuta e arresto cardiaco nei giovani tra i 16 e i 39 anni, associato alla prima e alla seconda dose di vaccino, ma non all'infezione da COVID-19.
  7.     Nel 2021 le ambulanze inglesi hanno ricevuto 14.000 chiamate di arresto cardiaco in più rispetto al 2020.
  8.     Si è registrato un aumento dei decessi per cause cardiache e l'eccesso di decessi è stato riscontrato in modo sproporzionato nei gruppi più vaccinati, ad esempio nelle coorti meno disagiate e nelle persone di etnia bianca.
  9.     In un rapporto su 35 autopsie in Germania, sono stati confermati 5 decessi causati dal vaccino COVID-19 e altri 20 decessi per i quali non è stato possibile escludere un contributo della vaccinazione.
  10.     Studi post mortem hanno mostrato un'infiammazione delle arterie coronarie dopo la vaccinazione, che ha causato la morte quattro mesi dopo.
  11.     Un altro rapporto post-mortem ha evidenziato la presenza di proteine spike derivate dal vaccino nel muscolo cardiaco, in assenza di infezione da COVID-19, in un soggetto che aveva avuto una miocardite prima di morire.
  12.     Gli ospedali australiani hanno subito un'intensa pressione sui servizi a partire dall'estate del 2021, nonostante in quel periodo non vi fossero tassi significativi di infezione da COVID-19 o riduzioni della capacità sanitaria.
  13.     Gli australiani hanno assistito a un aumento, in tempi analoghi, dell'eccesso di decessi non dovuti a COVID, con la cardiopatia ischemica come principale responsabile. Ciò è avvenuto nonostante l'assenza di un volume significativo di casi di COVID-19 o di una riduzione dell'assistenza sanitaria prima di Omicron, come è avvenuto nel Regno Unito.
  14.     L'analisi esplorativa sistematica delle possibili cause dell'aumento dei decessi in eccesso, confrontando i Paesi, suggerisce che non si può escludere un legame con la qualità dell'assistenza sanitaria, ma non c'è alcun legame con COVID-19 o Long Covid. Esiste un debole legame con la gravità del blocco, ma una forte correlazione con la vaccinazione.


mercoledì 1 febbraio 2023

MERDE!

 

 

Scusatemi, ma non trovo un altro termine adatto per definire i responsabili di questo episodio riportato da Il Giorno del 29 gennaio.

Questa la notizia:

Codogno (Lodi) - Morire da soli in ospedale ai tempi del Covid, nel periodo più buio della pandemia, era diventato purtroppo, tragicamente “normale“: decine di persone non ebbero la possibilità di avere accanto a sè i propri famigliari nel momento di maggior sofferenza. Un elemento straziante, ma imposto dalla necessità di non veicolare il virus che si diffondeva con estrema rapidità e tutelare i più “fragili“. Oggi, nonostante la pandemia sia terminata, un caso emerso drammaticamente in queste ultime ore riporta la questione alla ribalta della discussione. E c’è chi si ribella con il proprio carico di dolore e di rabbia.Una donna di 90 anni, residente nella Bassa, è deceduta nella notte tra giovedì e venerdì in un reparto dell’ospedale di Codogno per un arresto cardiaco e la nipote, in un post sui social, ha denunciato di non esserle potuta stare accanto, insieme ad altri famigliari, nelle ultime ore della sua vita."Era una nonna che aveva bisogno delle cure ospedaliere, ma anche di quelle delle persone che amava, quelle che l’hanno sempre coccolata ed accudita. Abbiamo pregato i medici di poterla assistere. Eravamo disposti a fare il tampone ogni volta che fosse necessario a spese nostre. Pronti a rimanere all’esterno del reparto e ad intervenire qualora si fosse agitata".Ed invece, nulla. Secondo i famigliari, nessuno è potuto entrare in stanza oltre all’orario di visite e quindi "la nostra nonna ha gridato tutta la notte chiamando i propri figli, legata ai polsi". Una contenzione fisica che viene prevista previo consenso informato da parte dei famigliari.La nipote mostra anche una foto choc del polso della donna pieno di lividi in conseguenza dei lacci contenitivi, facendo intendere appunto che non ce ne sarebbe stato bisogno se ad accudirla di notte avessero potuto rimanere i parenti stretti. Ieri il tam tam della notizia è rimbalzata in poche ore.L’Asst di Lodi, tramite l’ufficio stampa, ha confermato che sono ancora in vigore le norme restrittive sugli accessi. "Gli ingressi sono ancora contingentati perchè il Covid potrebbe avere effetti devastanti in un contesto di fragilità - spiegano - Non è ancora il momento di allentare le norme. Ai famigliari è stato spiegato più volte il motivo per cui non era possibile rimanere all’interno. In fondo solo negli ultimi giorni ci stiamo liberando dal problema del virus, chiudendo i reparti Covid e ritornando alla normalità". Dura presa di posizione della consigliera comunale di Codogno, Rosanna Montani, sensibile sui temi della sanità sul territorio. "Mi ha colpito il fatto umano della vicenda, della sofferenza di chi non trova risposta. La gestione dei reparti ha ancora significato in questo modo visto che non c’è una unicità sulla questione dell’accesso dei parenti? La tutela della salute dovrà interrogarsi sui metodi, sui sistemi di approccio e sull’assistenza. Si faccia chiarezza sull’episodio. Rimane la sofferenza di una persona fragile morta da sola. Non è questa la sanità e la cura cui abbiamo diritto".

E, a parte la barbarie dell'episodio, non voglio neanche commentare l'inizio dell'articolo: Morire da soli in ospedale ai tempi del Covid, nel periodo più buio della pandemia, era diventato purtroppo, tragicamente “normale“: decine di persone non ebbero la possibilità di avere accanto a sè i propri famigliari nel momento di maggior sofferenza. Un elemento straziante, ma imposto dalla necessità di non veicolare il virus che si diffondeva con estrema rapidità e tutelare i più “fragili“.

Giustificare la ferocia e la crudeltà che ha permesso che tanti morissero in solitudine in ospedale durante la fase iniziale della pandemia rende una "merda" anche l'estensore dell'articolo.

Credo che sarebbe giusto istituire un "giorno della memoria" anche per questa barbarie che non si discosta, per quel che riguarda il necessario e imperituro ricordo della empietà dei responsabili, da quella vista nei lager nazisti.

Riflessioni sul 41bis.

 

 

Oggi condivido con voi il post su FB di Maurizio Rainisio e invito tutti a riflettere (e a non dimenticare) su quello che noi tutti abbiamo vissuto nel 2020. 

E nel dare il nostro giudizio è importante considerare quello che Rainisio ci ricorda: il 9 marzo 2020 (quando Conte annunciò il lockdown) l'epidemia era già da un mese che stava rallentando.


Poco fa ho sentito una parte del dibattito, piuttosto acceso sul 41 bis al signor Cospito a Di Martedì. Dopo quello che ho visto negli untimi tre anni questa discussione mi interessa poco o nulla, ma mi è venuta una considerazione piuttosto balorda.
Stare chiusi in un appartamento di 60-80 mq con tre bambini e magari la suocera, senza poter uscire neanche a fare un giro perché per il cane non c'è posto, è meglio o peggio del 41 bis?
Non parlo per me, ho una casa grande, senza bambini, ho un grande giardino e perfino il cane e il giro dell'isolato fa 2km di giardini e campagna, parlo per quelli nelle situazioni che ho descritto prima. In Italia saranno 20 milioni? 20 milioni per due mesi fa 330.000 anni, 10-15 mila ergastoli.
330.000 anni di 41 bis? E nessuno di questi paladini della libertà ha alzato un dito. Decine di migliaia di vecchi morti soli come cani dopo un'agonia straziante senza poter vedere un volto amico? Migliaia di malati ricoverati che, ancora oggi, se gli va bene dopo un'operazione a cuore aperto, vedono un famigliare per un'ora ogni due giorni?
Secondo me si è completamente perso il senso della misura e della ragione.
Adesso ci toccherà il teatrino di una commissione di inchiesta. Non mi faccio illusioni. I sostenitori della libertà saranno lì a sostenere a spada tratta gli aguzzini; me li vedo già tutti in fila.
9 marzo 2020 l'epidemia stava rallentando da quasi un mese, ma nessuno dei nostri geniali scienziati di governo se ne era accorto.

martedì 31 gennaio 2023

Perchè dal 2011 io detesto politici e sindacalisti. E perchè, con tutti i loro difetti, amo i francesi.

 

Ai tempi di Elsa Fornero io, ad un anno dal pensionamento, scoprii dall'oggi al domani che avrei dovuto lavorare 5 anni e 6 mesi in più del previsto. Fu uno shock, ma evidentemente solo per me e per quelli che si trovavano nella mia stessa condizione perchè partiti e sindacati nulla fecero per opporsi a questo macello: una riforma pensionistica durissima (età pensionistica 67 anni), ma soprattutto imposta senza alcuna gradualità applicativa.

Oggi in Francia il governo parla di pensione a 64 anni, acqua di rose rispetto alla riforma Fornero (che aveva tutti i motivi per piangere in conferenza stampa e che, a mio avviso, avrebbe dovuto continuare  a farlo fino ad oggi e che, invece, nelle sue innumerevoli comparsate televisive, sembra felice e soddisfatta).

Ed oggi la Francia è bloccata totalmente: 250 manifestazioni con quella di Parigi con 500.000 partecipanti.

E poi qualcuno mi chiede perchè, da quel dicembre 2011, io schifo sindacati e partiti!

https://www.lemonde.fr/politique/live/2023/01/31/manifestations-du-31-janvier-en-direct-a-quimper-les-gens-ne-manifestent-pas-que-contre-la-reforme-des-retraites-ils-en-ont-ras-le-bol_6159929_823448.html

La prudenza non è mai troppa!

Tweet dell'ISS di oggi, 31 gennaio.
 
 
 

Oops! Si sono dimenticati il distanziamento!

Comunque io consiglierei anche le zone colorate e qualche piccolo lockdown! 

Meglio essere prudenti! 😀😡😀😡😀😡

lunedì 30 gennaio 2023

L'ignoranza può non avere limiti!

 


Ormai è molto tempo che non dedico più alcuna attenzione al personaggio in oggetto, che oltretutto mi ha bloccato su FB un anno fa (paura, eh?), ma questa che mi è capitata sott'occhio oggi merita una segnalazione. Un ignorante che non sa di esserlo e, convinto della sua istruzione (?), addirittura corregge e deride una persona che ha usato la ortografia corretta, deve essere smascherato. Questi arroganti e ignoranti sono le persone più pericolose che possiamo incontrare, specialmente se sono medici e specialmente se trovano sponsor mediatici altrettanto ignoranti che li presentano settimanalmente al pubblico come maître à penser.

Vergogna!!!!!!

 


Leggere il comunicato odierno dell'OMS https://www.who.int/news/item/30-01-2023-statement-on-the-fourteenth-meeting-of-the-international-health-regulations-(2005)-emergency-committee-regarding-the-coronavirus-disease-(covid-19)-pandemic che doveva decidere sull' interruzione dello stato di emergenza mondiale per il Covid19, fa veramente salire la rabbia.

Questi signori o sono dei coglioni terrorizzati, oppure le loro decisioni sono dettate da interessi che nulla hanno a che fare con la salute. Ovviamente io propendo per la seconda ipotesi, anche perchè le conclusioni sono: + vaccini e + tamponi. A questi individui non sono bastati i profitti stratosferici che hanno realizzato in questi 3 anni. Se questi sono i medici e gli scienziati di oggi, prego tutti voi di non considerarmi più un dottore perchè non voglio più fare parte di questa categoria.

Leggete cosa scrivono (ho sottolineato i passi vergognosi).. E' molto lungo ma è illuminante, ne vale la pena.

 

Il Direttore generale dell'OMS ha il piacere di trasmettere il rapporto della quattordicesima riunione del Comitato di emergenza del Regolamento sanitario internazionale (2005) (RSI) riguardante la pandemia da coronavirus 2019 (COVID-19), tenutasi venerdì 27 gennaio 2023, dalle 14:00 alle 17:00 CET.

Il Direttore generale dell'OMS concorda con il parere offerto dal Comitato in merito alla pandemia COVID-19 in corso e stabilisce che l'evento continua a costituire un'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC). Il Direttore generale riconosce il parere del Comitato secondo cui la pandemia COVID-19 si trova probabilmente in una fase di transizione e apprezza il consiglio del Comitato di navigare con attenzione in questa transizione e di mitigare le potenziali conseguenze negative.

Il Direttore generale dell'OMS ha preso in considerazione il parere fornito dal Comitato in merito alle Raccomandazioni temporanee proposte. La serie di Raccomandazioni temporanee emesse dal Direttore generale dell'OMS è presentata alla fine di questa dichiarazione.

Il Direttore generale dell'OMS esprime la sua sincera gratitudine al presidente e ai membri del Comitato, nonché ai consulenti del Comitato.

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Atti della riunione

Il Direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dato il benvenuto ai membri e ai consiglieri del Comitato di emergenza, riuniti in videoconferenza. Ha osservato che questa settimana ricorre il terzo anniversario della determinazione del COVID-19 PHEIC nel gennaio 2020. Sebbene il mondo sia in una posizione migliore rispetto al picco della trasmissione Omicron di un anno fa, nelle ultime otto settimane sono stati segnalati più di 170.000 decessi legati al COVID-19 a livello globale. Inoltre, la sorveglianza e il sequenziamento genetico sono diminuiti a livello globale, rendendo più difficile tracciare le varianti note e individuarne di nuove. I sistemi sanitari sono attualmente alle prese con il COVID-19 e con l'assistenza ai pazienti affetti da influenza e virus respiratorio sinciziale (RSV), con la carenza di personale sanitario e con l'affaticamento degli operatori sanitari. I vaccini, le terapie e la diagnostica sono stati e sono tuttora fondamentali per prevenire gravi malattie, salvare vite umane e alleggerire i sistemi sanitari e gli operatori sanitari a livello globale. Tuttavia, la risposta della COVID-19 rimane bloccata in troppi Paesi che non sono in grado di fornire questi strumenti alle popolazioni più bisognose, gli anziani e gli operatori sanitari. Ha ringraziato il Presidente, i Membri e i Consiglieri del Comitato per il loro lavoro.

Il rappresentante dell'Ufficio Legale ha informato i membri e i consiglieri del Comitato sul loro ruolo, sulle loro responsabilità e sul loro mandato ai sensi degli articoli pertinenti della Convenzione internazionale per la democrazia. Il responsabile dell'etica del Dipartimento di conformità, gestione dei rischi ed etica ha ricordato ai membri e ai consiglieri il loro dovere di riservatezza sulle discussioni della riunione e sul lavoro del Comitato, nonché la loro responsabilità individuale di rivelare tempestivamente all'OMS qualsiasi interesse di natura personale, professionale, finanziaria, intellettuale o commerciale che possa dare origine a un conflitto di interessi percepito o diretto. Non sono stati individuati conflitti di interesse per i membri e i consulenti presenti.

La riunione è stata affidata al presidente del Comitato di emergenza, il professor Didier Houssin, che ha introdotto gli obiettivi della riunione: fornire pareri al Direttore generale dell'OMS sul fatto che la pandemia COVID-19 continui a costituire una PHEIC e rivedere le raccomandazioni temporanee agli Stati parte.

Il Segretariato dell'OMS ha presentato una panoramica globale dello stato attuale della pandemia COVID-19. La recente valutazione rapida del rischio continua a caratterizzare come alto il rischio globale della COVID-19 per la salute umana e la sua trasmissione in corso. Il Segretariato dell'OMS ha presentato quanto segue: situazione epidemiologica globale del COVID-19; varianti di SARS-CoV-2 attualmente in circolazione che destano preoccupazione, compresi i lignaggi discendenti di queste varianti; ritorno stagionale inaspettatamente precoce dell'influenza e dell'RSV in alcune regioni, che sta gravando su alcuni sistemi sanitari già sovraccarichi; stato della vaccinazione globale e dell'immunità ibrida; nuove misure sanitarie relative ai viaggi, compresi i requisiti per i test e le vaccinazioni, attuate in risposta alla recente ondata di casi di COVID-19 dopo i cambiamenti delle politiche.

Il Segretariato dell'OMS ha espresso preoccupazione per la continua evoluzione del virus nel contesto di una circolazione incontrollata di SARS-CoV-2 e per la sostanziale diminuzione della segnalazione da parte degli Stati membri dei dati relativi alla morbilità, alla mortalità, all'ospedalizzazione e al sequenziamento del COVID-19, e ha ribadito l'importanza di una tempestiva condivisione dei dati per guidare la risposta pandemica in corso.

L'OMS continua a lavorare a stretto contatto con i Paesi su tutti gli aspetti della risposta alla COVID-19, anche per rafforzare la gestione della COVID-19 all'interno di programmi di controllo della malattia a lungo termine. Il Segretariato dell'OMS ha sottolineato in particolare il suo sostegno agli Stati parte per: mantenere sistemi di sorveglianza a più componenti; implementare la sorveglianza sentinella utilizzando un approccio globale coordinato per caratterizzare le varianti note ed emergenti; rafforzare i percorsi di assistenza clinica della COVID-19; fornire aggiornamenti regolari alle linee guida sulla COVID-19; aumentare l'accesso a terapie, vaccini e diagnostici; continuare a condurre studi sull'Unità che forniscono informazioni preziose sulla sieroprevalenza a livello globale.

L'OMS esorta i Paesi a rimanere vigili e a continuare a comunicare i dati di sorveglianza e di sequenziamento genomico; a raccomandare misure sociali e di salute pubblica (PHSM) adeguatamente mirate al rischio, laddove necessario; a vaccinare le popolazioni più a rischio per ridurre al minimo le malattie gravi e i decessi; a condurre una regolare comunicazione del rischio, rispondendo alle preoccupazioni della popolazione e coinvolgendo le comunità per migliorare la comprensione e l'attuazione delle contromisure.

Il Comitato è stato informato che, a livello globale, sono state somministrate 13,1 miliardi di dosi di vaccini COVID-19, con l'89% degli operatori sanitari e l'81% degli adulti anziani (oltre i 60 anni) che hanno completato la serie primaria. Sono stati compiuti progressi significativi anche nello sviluppo di contromisure mediche efficaci, nella costruzione di capacità globali per il sequenziamento genomico e l'epidemiologia genomica e nella comprensione di come gestire l'infodemia nel nuovo ecosistema informativo, comprese le piattaforme dei social media.

Sessione deliberativa

Il Comitato ha preso in considerazione i successi e le sfide che si sono presentati nel corso della PHEIC. Il Comitato ha riconosciuto il lavoro dell'OMS, degli Stati membri e dei partner, che ha permesso di ottenere progressi globali sostanziali negli ultimi tre anni.

Tuttavia, i membri del Comitato hanno espresso preoccupazione per il rischio continuo rappresentato dalla COVID-19, con un numero ancora elevato di decessi rispetto ad altre malattie infettive respiratorie, l'insufficiente adozione del vaccino nei Paesi a basso e medio reddito e nei gruppi a più alto rischio a livello globale e l'incertezza associata alle varianti emergenti. Hanno riconosciuto che la stanchezza da pandemia e la ridotta percezione del rischio da parte dell'opinione pubblica hanno portato a una drastica riduzione dell'uso di misure di salute pubblica e sociali, come le maschere e l'allontanamento sociale. L'esitazione nei confronti dei vaccini e la continua diffusione della disinformazione continuano a rappresentare ulteriori ostacoli all'attuazione di interventi cruciali per la salute pubblica. Allo stesso tempo, le sequele sistemiche a lungo termine della condizione post-COVID e l'elevato rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche post-infezione avranno probabilmente un grave impatto negativo sulla popolazione, e i percorsi di cura per questi pazienti sono limitati o non disponibili in molti Paesi.

Il Comitato ha riconosciuto che, sebbene le sotto-linee di Omicron attualmente in circolazione a livello globale siano altamente trasmissibili, si è verificata una separazione tra l'infezione e la malattia grave rispetto alle precedenti varianti preoccupanti. Tuttavia, il virus mantiene la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili. Il Comitato ha espresso la necessità di migliorare la sorveglianza e la segnalazione dei ricoveri ospedalieri, dei ricoveri in unità di terapia intensiva e dei decessi per comprendere meglio l'attuale impatto sui sistemi sanitari e per caratterizzare in modo appropriato le caratteristiche cliniche della condizione COVID-19 e post COVID-19.

La persistente carenza di personale sanitario, la stanchezza e le priorità concorrenti, tra cui altre epidemie, continuano a mettere a dura prova i sistemi sanitari di molti Paesi. Il Comitato ha sottolineato l'importanza di mantenere le capacità sviluppate durante la risposta alla COVID-19 e di continuare a rafforzare la resilienza del sistema sanitario.

Stato del PHEIC

Il Comitato ha convenuto che la COVID-19 rimane una malattia infettiva pericolosa con la capacità di causare danni sostanziali alla salute e ai sistemi sanitari. Il Comitato ha discusso se la continuazione di una PHEIC sia necessaria per mantenere l'attenzione globale sulla COVID-19, le potenziali conseguenze negative che potrebbero derivare dalla cessazione della PHEIC e come effettuare la transizione in modo sicuro.

Il Comitato ha riconosciuto che la pandemia COVID-19 potrebbe avvicinarsi a un punto di svolta. Il raggiungimento di livelli più elevati di immunità della popolazione a livello globale, attraverso l'infezione e/o la vaccinazione, può limitare l'impatto della SARS-CoV-2 sulla morbilità e sulla mortalità, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che questo virus rimarrà un patogeno stabilmente presente nell'uomo e negli animali per il prossimo futuro. Per questo motivo, è necessario un intervento di salute pubblica a lungo termine. Sebbene sia altamente improbabile eliminare questo virus dai serbatoi umani e animali, la mitigazione del suo impatto devastante sulla morbilità e sulla mortalità è possibile e deve continuare a essere un obiettivo prioritario.

Per superare la PHEIC è necessario un impegno mirato dell'OMS, dei suoi Stati membri e delle organizzazioni internazionali per sviluppare e attuare piani d'azione sostenibili, sistematici e a lungo termine per la prevenzione, la sorveglianza e il controllo. Le linee guida dell'OMS, sviluppate con il supporto dei gruppi tecnici e consultivi pertinenti, dovrebbero essere coerenti e sostenere gli Stati parte nell'intraprendere azioni e gestire le implicazioni di questa transizione.

Il Comitato ha quindi raccomandato che l'OMS, in consultazione con i partner e le parti interessate, sviluppi una proposta di meccanismi alternativi per mantenere l'attenzione globale e nazionale sul COVID-19 dopo la cessazione del PHEIC, compreso, se necessario, un eventuale Comitato di revisione per consigliare l'emissione di raccomandazioni permanenti nell'ambito del RSI.

Il Comitato ha inoltre chiesto al Segretariato dell'OMS di fornire una valutazione delle implicazioni normative per lo sviluppo e l'autorizzazione di vaccini, diagnostici e terapeutici se il PHEIC dovesse essere interrotto nei prossimi mesi.

Il Comitato ha inoltre incoraggiato l'OMS a valutare e, se necessario, ad accelerare l'integrazione della sorveglianza del COVID-19 nel Sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza.

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Raccomandazioni temporanee del Direttore Generale dell'OMS a tutti gli Stati Parte

    Mantenere lo slancio per la vaccinazione COVID-19 per raggiungere una copertura del 100% dei gruppi ad alta priorità, guidati dall'evoluzione delle raccomandazioni SAGE sull'uso delle dosi di richiamo. Gli Stati Parte dovrebbero pianificare l'integrazione della vaccinazione COVID-19 nei programmi di immunizzazione lungo tutto l'arco della vita. La raccolta regolare di dati e la stesura di rapporti sulla copertura vaccinale dovrebbero includere sia le dosi primarie che quelle di richiamo. (Strategia globale di vaccinazione COVID-19 in un mondo che cambia: Aggiornamento luglio 2022; Aggiornamento della tabella di marcia SAGE dell'OMS per la definizione delle priorità d'uso dei vaccini COVID-19 gennaio 2023; Dichiarazione provvisoria sull'uso di dosi di richiamo aggiuntive di vaccini mRNA contro COVID-19 inseriti nella lista d'emergenza; Dichiarazione di buona pratica sull'uso di vaccini COVID-19 contenenti varianti; Fattori comportamentali e sociali della vaccinazione: strumenti e indicazioni pratiche per raggiungere un'elevata copertura).

    Migliorare la comunicazione dei dati di sorveglianza della SARS-CoV-2 all'OMS. Sono necessari dati migliori per: individuare, valutare e monitorare le varianti emergenti; identificare cambiamenti significativi nell'epidemiologia del COVID-19; comprendere il peso del COVID-19 in tutte le regioni. Si raccomanda agli Stati parte di utilizzare un approccio integrato alla sorveglianza delle malattie infettive respiratorie che sfrutti il sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza. La sorveglianza dovrebbe incorporare informazioni provenienti da popolazioni sentinella rappresentative, sorveglianza basata su eventi, sorveglianza delle acque reflue umane, sorveglianza sierologica e sorveglianza animale-umana-ambientale. L'OMS deve continuare a collaborare con gli Stati membri per garantire un'adeguata capacità e copertura della sorveglianza del COVID-19, in modo da riconoscere rapidamente qualsiasi cambiamento significativo del virus e/o della sua epidemiologia e del suo impatto clinico, compresi i ricoveri ospedalieri, in modo che l'OMS possa attivare un'allerta globale adeguata, se necessario. ( Sorveglianza della salute pubblica per il COVID-19 )

    Aumentare la diffusione e garantire la disponibilità a lungo termine delle contromisure mediche. Gli Stati Parte devono migliorare l'accesso ai vaccini, ai prodotti diagnostici e terapeutici COVID-19 e prendere in considerazione la possibilità di autorizzare queste contromisure mediche al di fuori delle procedure di elencazione per uso di emergenza e nell'ambito dei normali quadri normativi nazionali. (Terapeutici e COVID-19: linea guida vivente; Percorso clinico assistenziale COVID-19).

    Mantenere una forte capacità di risposta nazionale e prepararsi a eventi futuri per evitare il verificarsi di un ciclo panico-negligenza. Gli Stati parte devono considerare come rafforzare la preparazione del Paese a rispondere alle epidemie, prestando attenzione alla capacità del personale sanitario, alla prevenzione e al controllo delle infezioni e al finanziamento della preparazione e della risposta agli agenti patogeni respiratori e non respiratori. (Briefing sulle politiche dell'OMS COVID-19; Rafforzare la pianificazione della preparazione alle pandemie per gli agenti patogeni respiratori: briefing sulle politiche).

    Continuare a lavorare con le comunità e i loro leader per affrontare l'infodemia e attuare efficacemente misure sociali e di salute pubblica basate sul rischio (PHSM). La comunicazione del rischio e l'impegno della comunità dovrebbero essere adattati ai contesti locali e affrontare la disinformazione che erode la fiducia nelle contromisure mediche e nei PHSM. Gli Stati Parte dovrebbero rafforzare la comprensione del pubblico, dei media e delle comunità dell'evoluzione della scienza per incoraggiare azioni e politiche basate sulle prove. Gli Stati Parte dovrebbero continuare a monitorare la risposta individuale e pubblica all'attuazione dei PHSM e l'adozione e l'accettabilità dei vaccini COVID-19, e implementare misure, comprese le strategie di comunicazione, per sostenere un uso appropriato.  (Risorse dell'OMS per la comunicazione del rischio; Considerazioni per l'implementazione e l'adeguamento del PHSM nel contesto del COVID-19).

    Continuare ad adeguare le restanti misure relative ai viaggi internazionali, sulla base della valutazione del rischio, e non richiedere la prova della vaccinazione contro la COVID-19 come prerequisito per i viaggi internazionali. (Documento di posizione provvisorio: considerazioni sulla prova della vaccinazione contro la COVID-19 per i viaggiatori internazionali; Considerazioni politiche per l'attuazione di un approccio basato sul rischio ai viaggi internazionali nel contesto della COVID-19).

    Continuare a sostenere la ricerca per migliorare i vaccini che riducono la trasmissione e hanno un'ampia applicabilità, nonché la ricerca per comprendere l'intero spettro, l'incidenza e l'impatto della condizione post COVID-19 e per sviluppare percorsi di cura integrati pertinenti.

     


da leggere!

L'intervista che Maddalena Loy ha fatto ad Emilio Mordini e che appare su La Verità di oggi.

Come sempre illuminante.

Le nostre vite sono più lunghe ma si sono impoverite, sono diventate come le mozzarelle del supermercato: sane, a lunga conservazione, ma insapori.



domenica 29 gennaio 2023

Come i lemmings.

 

Non dobbiamo considerare un'esagerazione parlare di terza guerra mondiale e rischio nucleare, è una reale possibilità, che oltretutto diventa sempre più probabile alla luce delle ultime mosse dei nostri governanti.

La dimostrazione è che anche l'OMS ha ritenuto opportuno aggiornare, l'altro ieri, la lista dei farmaci per le emergenze nucleari. Ricordo che l'ultimo aggiornamento si riferiva a 16 anni fa, nel 2007.

Dal comunicato (https://www.who.int/news/item/27-01-2023-who-updates-critical-medicines-list-for-radiation-and-nuclear-emergencies): 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiornato oggi l'elenco dei farmaci che dovrebbero essere stoccati per le emergenze radiologiche e nucleari, insieme ai consigli politici per la loro gestione appropriata. Queste scorte comprendono farmaci che prevengono o riducono l'esposizione alle radiazioni o che trattano le lesioni una volta avvenuta l'esposizione. "Nelle emergenze radioattive, le persone possono essere esposte a radiazioni a dosi che vanno da trascurabili a pericolose per la vita. I governi devono rendere disponibili le terapie per chi ne ha bisogno, e in fretta", ha dichiarato la dott.ssa Maria Neira, vicedirettore generale dell'OMS a.i., divisione Popolazioni più sane. "È essenziale che i governi siano preparati a proteggere la salute delle popolazioni e a rispondere immediatamente alle emergenze. Ciò include la disponibilità di scorte pronte di farmaci salvavita che riducano i rischi e trattino le lesioni da radiazioni". 

Come i lemmings ci avviamo senza rendercene conto verso il dirupo dove precipiteremo tutti.




sabato 28 gennaio 2023

Credevo fossero più intelligenti!


Vedi che quando vogliono i soldi li trovano? D'altronde Crosetto, prima di fare il ministro, era presidente dell'AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.

E' comprensibile che ognuno di noi cerchi sempre di tutelare i propri interessi!😀

Un consiglio al governo: conviene trovare anche qualche soldo per gli ospedali, perchè credo che nel prossimo futuro, visto dove ci stiamo incamminando, ci saranno anche tanti feriti da curare.

Per i morti invece sarà sufficiente incrementare, e di molto, i camion di Bergamo trasportatori di bare.

Fuori da una macabra ironia (me ne scuso), sinceramente non mi aspettavo un governo così smaccatamente guerrafondaio e così sorprendentemente stupido.

 

Per non dimenticare. Mai!!!


 

consigli per la premier Meloni.


E' ormai chiaro a tutte le persone dotate di intelligenza e buon senso che, continuando così, ci stiamo ineluttabilmente incamminando verso la terza guerra mondiale. 

Mi colpisce la coincidenza che per quella del 1940 presidente del Consiglio era Benito Mussolini, oggi lo è Giorgia Meloni, persone che hanno sicuramente una formazione culturale comune e, con gli opportuni distinguo rispetto ai comportamenti, la stessa appartenenza politica. Per onestà intellettuale devo anche ammettere che nessuna forza politica presente nell'attuale parlamento sta facendo qualcosa per evitare questo evento scontato.

Comunque, vista la situazione, mi permetto di ricordare all'attuale premier  alcune frasi del suo predecessore che potrebbero tornarle utili per l'occasione:

-Meglio il pianto di una sconfitta che la vergogna di non aver lottato

-Chi non è con noi è contro di noi

-È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori

-Noi non siamo gli imbalsamatori di un passato, siamo gli anticipatori di un avvenire

-Quando spara il cannone è veramente la voce della Patria che tuona

-La nostra pace più sicura sarà all'ombra delle nostre spade

E per finire, la più importante e significativa:

-Spezzeremo le reni alla (Russia) 

P.S.  Segnalo, per quello che può valere nell'attuale panorama dell'informazione, che c'è una petizione contro la presenza di Zelensky a Sanremo. Ha raggiunto 50000 firme in poco tempo. Io l'ho firmata. Il link:

https://www.byoblu.com/sanremo-libera/

venerdì 27 gennaio 2023

Si ritorna all'uso della ragione?

Articolo del British Medical Journal: "Covid-19:What do we know about XBB.1.5 (variante Kraken n.d.r.) and should we worried?

https://www.bmj.com/content/380/bmj.p153?utm_source=etoc&utm_medium=email&utm_campaign=tbmj&utm_content=weekly&utm_term=20230127

Anticipo i 2 concetti principali che emergono dalla sua lettura:

1. Il vaccino non serve a niente con Kraken

2. Non c'è alcun motivo per preoccuparsi di Kraken

 

Questa la traduzione della parte finale dell'articolo con la giusta conclusione: adesso non pensiamo più al Covid, ma a rendere il sistema sanitario pronto ad accogliere i malati di qualsiasi tipo e specialmente gli anziani.

 

Gli attuali vaccini contro il covid proteggono da XBB.1.5?

Non sono ancora disponibili stime specifiche sull'efficacia del vaccino per l'XBB.1.5, ma l'OMS ha avvertito che potrebbe avere il "più alto escape immunitario fino ad oggi". Le prove suggeriscono che le persone che hanno avuto tre o quattro dosi di un vaccino mRNA covid-19 (come Moderna o Pfizer) più un'infezione da BA.5, o tre dosi del vaccino cinese Coronavac più una precedente infezione da BA.1, BA.5 o BF.7 "non inducono titoli di neutralizzazione elevati contro XBB.1.5.5". L'ECDC ha anche avvertito che i suoi predecessori XBB e XBB.1 hanno mostrato "riduzioni significative nella capacità di neutralizzazione del siero di persone vaccinate". Nonostante ciò, l'agenzia ha affermato che i vaccini disponibili "rimangono ancora efficaci contro le malattie gravi grazie alle precedenti e attuali varianti omicroniche dominanti nell'UE, anche se vi sono alcune prove di un loro indebolimento nel tempo".
Non è ancora chiaro se potrebbe essere necessario un vaccino di richiamo specifico per l'XBB, ma gli esperti hanno invitato gli idonei a sottoporsi ai vaccini di richiamo disponibili, ove possibile.


L'XBB.1.5 è un motivo di preoccupazione?

Sebbene molte delle prove relative a XBB.1.5 siano ancora in fase di raccolta e revisione, gli esperti hanno affermato che al momento non è necessario allarmarsi per questa variante. Il professore di infezioni e immunità dell'Università di Oxford Andrew Pollard, che ha guidato il team che ha sviluppato il vaccino di Oxford AstraZeneca, ha dichiarato a The BMJ: "Dovremmo essere cauti nel non alimentare la paura che ogni nuova variante preannunci una nuova crisi della pandemia. Non c'è motivo di pensare che XBB.1.5 sia più preoccupante di altre varianti che si susseguono nel panorama in continua evoluzione dei mutanti di covid-19". Pollard ha affermato che, almeno nel Regno Unito, l'attenzione deve essere rivolta a garantire che il sistema sanitario sia in grado di far fronte non solo a covid-19, ma a tutti i malati. "Nel Regno Unito oggi il problema non sono le nuove infezioni da covid-19, che è solo uno dei tanti virus non pandemici che ci fanno ammalare, ma la cronica carenza di capacità, fondi e personale nel nostro sistema sanitario e di assistenza sociale. Dobbiamo pianificare le minacce di infezioni previste per l'inverno e sviluppare le risorse per gestire una popolazione anziana in crescita nei prossimi decenni", ha dichiarato. "Questi non sono problemi facili da risolvere ma, a differenza delle pandemie, non sono facilmente risolvibili con scoperte scientifiche o soluzioni a breve termine, bensì con una visione a lungo termine per la nostra salute, condivisa da tutti i partiti politici".


Finalmente, dopo tre anni, qualche barlume di ritorno alla Ragione!

 

Il long covid è tra noi!

Quando leggo articoli di questo tipo non so se mettermi a ridere o a piangere.

https://www.bmj.com/content/380/bmj-2022-072529

L'articolo parla del long covid e, pur se rassicurante perchè afferma che i sintomi scompaiono in genere entro 12 mesi dalla malattia presa in forma medio-lieve e ovviamente sono molto più blandi nei vaccinati che si infettano, fa un elenco di sintomi possibili valido per tutte le occasioni. Il Long Covid si esprime attraverso tutti i possibili sintomi, fisici e psicologici, che colpiscono il genere umano fin dal suo apparire sul pianeta.

 

Qualche esempio: disturbi della memoria, perdita di concentrazione, debolezza, perdita dei capelli, insonnia, cefalea, tosse, perdita di appetito, perdita di peso (beati loro!), mal di gola, tosse + tutte le malattie conosciute dei vari organi e apparati.

E' vero che nell'articolo c'è anche un ampio paragrafo dedicato alle possibili limitazioni dello studio dovute a bias vari, comunque le conclusioni sono queste:

Questo studio ha esaminato le associazioni tra il decorso lieve della malattia e gli esiti sanitari a lungo termine. Sebbene il fenomeno della long covid sia stato temuto e discusso fin dall'inizio della pandemia, abbiamo osservato che la maggior parte degli esiti di malattia dopo un decorso lieve si è mantenuta per diversi mesi ed è tornata alla normalità entro il primo anno. Questo set di dati su scala nazionale di pazienti con covid-19 lieve suggerisce che la malattia lieve non porta a morbilità grave o cronica a lungo termine nella stragrande maggioranza dei pazienti e aggiunge un piccolo impegno continuo per gli operatori sanitari. È importante notare che il rischio di dispnea persistente è stato ridotto nei pazienti vaccinati con infezione conclamata rispetto a quelli non vaccinati, mentre i rischi di tutti gli altri esiti erano comparabili.

Insomma il long covid esiste ed è tra noi!😀

Per curiosità sono andato a vedere il profilo dell'autore dell'articolo, Jonathan Temte.

https://www.practiceupdate.com/author/jonathan-temte/148

Risulta ricevere grants (in-kind support only= aiuti solo in natura, chissà di cosa si tratta!?😀) da  Quidel Corporation. E chi è Quidel Corporation? Uno dei maggiori produttori mondiali di tamponi pcr.

Mi fermo qui, non c'è bisogno di aggiungere altro!



 

giovedì 26 gennaio 2023

Anche in Giappone si sono stufati!

 Interessante post di Tom Jefferson e Carl Heneghan apparso sul sito Trust the Evidence

https://trusttheevidence.substack.com/p/the-covid-truth-from-japan?utm_source=substack&publication_id=1029183&post_id=98875712&utm_medium=email&utm_content=share&triggerShare=true&isFreemail=true

   

La verità sul Covid dal Giappone
Mentre il Giappone affronta la sua ottava ondata di covid, si prospetta un ritorno alla normalità
Tom Jefferson e Carl Heneghan
25 gennaio

Il Giappone è una nazione nota per l'attenzione rigorosa all'arrivo e alla diffusione dei virus respiratori e, un tempo, era il più grande utilizzatore al mondo di antivirali per l'influenza. A un certo punto, il Giappone rappresentava il 70-80% di tutto l'uso di Tamiflu a livello globale.
L'adesione all'uso della mascherina è sempre stata alta, anche prima della pandemia, e le autorità giapponesi hanno mantenuto restrizioni sociali e di viaggio fin dall'inizio della pandemia. Più della metà della popolazione giapponese di età superiore ai 65 anni ha ricevuto cinque cicli di vaccino.
Il 10 gennaio il Giappone ha eliminato le restrizioni ai viaggi, a parte la prescrizione di test per i viaggiatori cinesi. Ora raccomanda di indossare le mascherine solo in ambienti chiusi e solo se si parla con qualcuno a meno di 2 metri di distanza nelle aree affollate:
   


Questo significa che la circolazione della SARS-CoV-2 è in discesa, che il virus ha abbandonato il Paese del Sol Levante e che le misure messe in atto funzionano?
Stranamente, sembra che sia vero il contrario. Secondo Worldometers:
Il 19 gennaio ci sono stati 96.392 nuovi casi e 451 nuovi decessi, il massimo giornaliero registrato. Supponiamo che "attivi" significhi esattamente questo: persone che hanno la malattia attiva e sono in grado di infettare i loro contatti e supponiamo anche che i decessi siano in persone positive alla SARS-CoV-2 e che il virus abbia contribuito in modo sostanziale al decesso.
Alla luce di questo aumento, perché il governo giapponese ha allentato le restrizioni ai viaggi e l'obbligo di indossare le mascherine?
Sembra che il primo ministro ne abbia abbastanza, visto che il Giappone sta affrontando la sua ottava ondata di Covid: un ritorno alla normalità potrebbe essere in programma. Il premier ha annunciato il declassamento dello status ufficiale della Sars-CoV-2 all'equivalente dell'influenza stagionale.
Il Giappone non ha imposto per legge le chiusure. La maggior parte delle misure statali erano costituite da inviti e istruzioni. Tuttavia, la partecipazione della popolazione è stata elevata per tutta la durata della pandemia e non è chiaro cosa accadrà in seguito in una delle popolazioni più caute al mondo per quanto riguarda gli agenti patogeni respiratori.
Come ha sottolineato un collega substacker, è meraviglioso leggere il commento del direttore dell'Associazione medica giapponese: "Ci sono molte cose che non sappiamo e non abbiamo prove".
Benvenuti nel club.

P.S. il post ci dice che più della metà della popolazione giapponese ha ricevuto la quinta dose di vaccino. Ritengo perciò utile e doveroso ricordare qui le parole di Mario Draghi


 



mercoledì 25 gennaio 2023

C.V.D.

 


 

L'allarme per l'India, l'anno scorso ad aprile, durò 2 settimane. Quello attuale per la Cina è durato suppergiù lo stesso periodo di tempo, come d'altronde alcuni di noi avevano pronosticato.

Questo l'articolo di Reuters:

PECHINO, 21 gennaio (Reuters) - La possibilità di una forte ripresa della COVID-19 in Cina nei prossimi due o tre mesi è remota, dato che l'80% delle persone è stato infettato, ha detto sabato un importante scienziato del governo.

Il movimento di massa delle persone durante le festività del Capodanno lunare potrebbe diffondere la pandemia, aumentando le infezioni in alcune aree, ma una seconda ondata di COVID è improbabile nel breve termine, ha dichiarato Wu Zunyou, epidemiologo capo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, sulla piattaforma di social media Weibo.

Centinaia di milioni di cinesi stanno viaggiando attraverso il Paese per le vacanze, che erano state sospese in base alle recenti restrizioni sulla COVID, sollevando il timore di nuovi focolai nelle aree rurali meno attrezzate per gestire epidemie di grandi dimensioni.

La Cina ha superato il picco di pazienti affetti da COVID nelle cliniche per la febbre, nei pronto soccorso e in condizioni critiche, ha dichiarato giovedì un funzionario della Commissione nazionale per la salute.

Quasi 60.000 persone affette da COVID erano morte in ospedale al 12 gennaio, circa un mese dopo che la Cina aveva bruscamente smantellato la sua politica zero-COVID, secondo i dati del governo.

Ma alcuni esperti hanno detto che questa cifra probabilmente sottovaluta l'intero impatto, perché esclude coloro che muoiono a casa e perché molti medici hanno detto di essere scoraggiati dal dichiarare la COVID come causa di morte.

https://www.reuters.com/world/china/china-says-covid-outbreak-has-infected-80-population-2023-01-21/ 

Faccio notare che si parla di 60.000 decessi, che credo si riferiscano, come la quasi totalità assoluta degli attuali decessi Covid in Italia e nel mondo intero, a over 85enni o a persone con gravi patologie. Nell'articolo si dice anche che alcuni esperti ritengono che il numero sia sottostimato. Facciamo allora l'ipotesi che il numero sia 3 volte superiore, cioè 180.000. Visto che la popolazione della Cina è di 1,5 miliardi, parliamo comunque di una mortalità inferiore allo 0,02%. Faccio inoltre notare, per una migliore comprensione di questo 0,02%, che il tasso di mortalità, in Italia, per le persone over 80, per tutte le cause, è del 14,8%. Insomma, dopo gli 80 anni, in Italia e nel resto del mondo, è più comune morire! Questa precisazione unicamente per lasciare spazio ai  numeri e non alle emozioni.

Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!

  Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...