Non sono un esperto della materia.
Fatta questa premessa, c’è un’interrogativo che mi pongo da tempo e che diventa più pressante specialmente quando, in relazione alla necessità di metalli rari da reperire, leggo (Quattroruote) notizie del genere: “Transizione energetica-Benchmark Minerals: "Solo per le batterie servono oltre 500 miliardi di dollari".
I provvedimenti che sono stati decisi, che non contesto tout court, saranno estremamente impattanti sulle nostre vite e sulle nostre tasche: auto elettriche, bando alle caldaie e alle cucine a gas (a New York già dal 2027), energia green, ecc. ecc.
La catastrofe climatica alla quale altrimenti andremmo incontro (così afferma la “scienza”) è oggi attribuita non tanto all’inquinamento, quanto piuttosto all’aumento della CO2 nell’atmosfera determinato dagli attuali comportamenti umani. Prendiamo per buona questa ipotesi, anche se criticata da molti e sulla quale anche io ho più di un dubbio.
Fin da studente liceale ho studiato la “fotosintesi clorofilliana”. Mi hanno insegnato che la CO2 è fondamentale per la vita delle piante che, nel loro ciclo vitale la trasformano in O2. Senza CO2 le piante morirebbero e anche noi ne risentiremmo gravemente perchè l'O2 diminuirebbe.
L’interrogativo di cui parlavo all’inizio è questo: perchè non si investono risorse (almeno io non ne sento parlare da nessuno) nel piantare nuovi alberi, creare nuovi boschi, aumentare il verde urbano, bloccare la cementificazione selvaggia, impedire la distruzione sistematica dei polmoni verdi mondiali (la foresta amazzonica ad esempio)?
Non poteremmo in questo modo raggiungere un nuovo equilibrio tra produzione e trasformazione della CO2?
La spesa, sia in termini fattuali sia in termini di costi sociali, sarebbe sicuramente inferiore.
Oltretutto, sarebbe molto più piacevole per noi tutti vedere, nelle nostre città, tanti alberi in più piuttosto che tante colonnine per la ricarica delle auto elettriche che ognuno di noi sarà obbligato a comprare.
E allora il mio primo interrogativo ne genera un secondo: siamo proprio sicuri che a coloro che narrano la “catastrofe climatica” che ci aspetta interessi realmente la salvezza del genere umano o siano piuttosto interessati a quel cambiamento dell’economia di mercato che, in questa situazione congiunturale, è l’unico che gli permetterà di mantenere invariati i loro profitti economici?
Come sono solito fare espongo anche qui dubbi e non certezze, ripeto che non sono un esperto in materia e forse la mia analisi è semplicistica, e perciò sono pronto a critiche e osservazioni.
L’unica cosa che vorrei ribadire è che sono stanco di questo tipo di narrazione catastrofista (Covid, pandemie prossime venture, disastro climatico, ecc. ecc.) che ci toglie la speranza e la gioia di vivere.
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