lunedì 31 luglio 2023
Due pesi e due misure! Perchè?
Anche nel 1952!
domenica 30 luglio 2023
Vediamo che succederà la prossima volta!
domenica 16 luglio 2023
ci rivediamo tra 15 giorni!
sabato 15 luglio 2023
Diciamolo chiaro: chi sono i veri negazionisti?
Gli USA non mi sono molto simpatici, ma devo ammettere che lì la stampa ha ancora una sua funzione!
Riprendendo il post che ho scritto ieri, ecco quello che pubblica il Wall Street Journal, non certo portabandiera dei negazionisti novax. Mi chiedo se mai ci sarà, in Italia, qualche quotidiano che deciderà prima o poi di parlare degli errori commessi.
La censura di Covid si è rivelata mortale
Il governo e le aziende di social media hanno colluso per soffocare i dissidenti che si sono rivelati giusti.
Di Bret Swanson
All'indomani dell'esplosione del Challenger del 1986, il fisico premio Nobel Richard Feynman sapeva che la verità avrebbe alimentato il progresso e lenito il dolore della nazione. "Per una tecnologia di successo", disse, "la realtà deve avere la precedenza sulle relazioni pubbliche, perché la natura non può essere ingannata".
Per tre anni, le pubbliche relazioni sulla pandemia si sono fatte beffe della natura, generando paura, malattie, inflazione e un eccesso di morte che andava oltre quello che il virus aveva causato. La censura digitale ha potenziato lo sforzo di nascondere la realtà, ma la realtà sta per avere il suo giorno in tribunale.
Il 4 luglio, il giudice distrettuale Terry Doughty ha temporaneamente impedito a numerose agenzie federali e alla Casa Bianca di collaborare con aziende di social media e gruppi terzi per censurare il discorso.
La scoperta nella causa Missouri contro Biden ha messo in luce i rapporti tra le agenzie governative e le aziende di social media e ha rivelato un ulteriore livello di centri universitari, sedicenti cani da guardia della disinformazione e organizzazioni di fact-checking.
Il rilascio da parte di Elon Musk di alcuni file interni di Twitter ha rivelato che fino a 80 agenti del Federal Bureau of Investigation erano integrati nelle aziende di social media. La maggior parte degli agenti non combatteva il terrorismo, ma segnalava le idee diverse dei cittadini americani, compresi eminenti scienziati che suggerivano percorsi diversi per la politica di Covid.
I risultati di queste relazioni? Twitter ha inserito nella lista nera il medico ed economista Jay Bhattacharya di Stanford per aver dimostrato che il Covid minacciava quasi esclusivamente gli anziani, riducendo drasticamente la visibilità dei suoi tweet. Quando Scott Atlas, studioso di politica sanitaria di Stanford, ha iniziato a fornire consulenza alla Casa Bianca, YouTube ha cancellato il suo video più importante che si opponeva alle chiusure. Twitter ha bannato Robert Malone, un pioniere della tecnologia dei vaccini a mRNA, per aver richiamato l'attenzione sui pericoli dei vaccini. YouTube ha bandito il biologo evoluzionista Bret Weinstein, che ha suggerito che il virus potrebbe essere ingegnerizzato e ha previsto varianti che evitano il vaccino. E questi sono solo alcuni esempi.
Le piattaforme dei social media sono state strumenti potenti per una censura a tutto campo, ma non hanno agito da sole. Gli istituti di medicina, le commissioni mediche, le riviste scientifiche e i media tradizionali hanno intonato lo stesso inno.
Legioni di medici sono rimasti in silenzio dopo aver assistito alla demonizzazione dei loro colleghi che sfidavano l'ortodossia di Covid. Un po' di censura porta le persone a fare attenzione a ciò che dicono. Milioni di pazienti e cittadini sono stati così privati di importanti conoscenze.
Le autorità sanitarie e i medici televisivi hanno insistito sulla vulnerabilità dei giovani, hanno chiesto ai bambini di indossare le mascherine, hanno chiuso le scuole, le spiagge e i parchi e sono stati indisponibili a considerare l'analisi fondamentale dei costi e dei benefici. L'economia? La salute mentale? Mai sentiti nominare.
Questi "esperti" hanno negato gli effetti protettivi dell'immunità acquisita, un fenomeno noto fin dalla peste di Atene del 430 a.C. Hanno di fatto vietato i farmaci generici approvati dalla Food and Drug Administration, come l'azitromicina e l'ivermectina, che le nazioni a basso reddito di tutto il mondo stavano impiegando con successo. Non hanno compreso le dinamiche evolutive della vaccinazione di massa durante una pandemia.
Il governo degli Stati Uniti ha speso 6.000 miliardi di dollari per sostenere l'economia in crisi, e la maggior parte delle persone si è comunque ammalata di Covid. La cosa peggiore è che i divieti e gli obblighi di vaccinazione hanno portato a risultati negativi senza precedenti per la salute delle persone giovani e di mezza età nei Paesi ricchi.
L'eccesso di mortalità nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito è stato peggiore nel 2021 e nel 2022 rispetto al 2020, anno iniziale della pandemia. Molte nazioni più povere, con un minore controllo da parte dei governi, sembravano cavarsela meglio. La Svezia, che non ha avuto un blocco, si è comportata meglio di quasi tutti gli altri Paesi avanzati.
Dopo aver superato il 2020 con relativo successo, nel 2021 e nel 2022 i giovani e le persone sane di mezza età dei Paesi ricchi hanno iniziato a morire in quantità senza precedenti. Le autorità sanitarie non si sono concentrate abbastanza su questo cataclisma di morti premature dovute a infarti, ictus, embolie polmonari, insufficienza renale e cancro.
Nascondere queste e altre realtà è diventato più difficile nell'era di Internet. L'esplosione dell'informazione ha permesso a un maggior numero di persone di individuare rapidamente gli errori dei funzionari e di conoscere la verità. Questo ha cambiato il rapporto tra le autorità e coloro che governano. I responsabili si sentono minacciati.
La censura digitale è la loro risposta a questa crisi di autorità. È vero che la disinformazione è dilagante online. Ma era molto peggio prima di Internet, quando i miti potevano persistere per secoli. Le nuove tecnologie ci permettono di raccogliere rapidamente i dati, correggere gli errori, trovare i fatti e sfatare le falsità. La scienza, supportata da un Internet aperto, è il processo con cui riduciamo la disinformazione e ci avviciniamo alla verità.
L'intelligenza artificiale migliorerà la nostra capacità di vagliare, analizzare, modificare, autenticare e organizzare le informazioni. Quando sentite inviti a concedere licenze o a centralizzare il controllo dell'IA, ricordate l'arroganza della censura di Covid.
"Gli attacchi a me", ha insistito notoriamente il dottor Anthony Fauci, "francamente sono attacchi alla scienza". Feynman si sarebbe inorridito. "La scienza", notò saggiamente, "è la fede nell'ignoranza degli esperti".
venerdì 14 luglio 2023
C'è un giudice a Berlino! Qualcosa si muove!
Interessante leggere questo articolo pubblicato sul sito HART.
La magistratura statunitense continua la sua lotta contro la censura
Di recente abbiamo riferito di alcuni esempi incoraggianti di reazione giudiziaria contro la "tirannia Covid" negli Stati Uniti. In quell'articolo si faceva riferimento al caso Missouri contro Biden.
Come abbiamo detto in precedenza:
Nella causa Missouri v Biden, depositata il 5 maggio 2022, gli Stati del Missouri e della Louisiana, insieme a diversi individui (tra cui Jay Bhattacharya e Martin Kuldorff), citano in giudizio il governo federale degli Stati Uniti e diverse società di social media per aver collaborato alla limitazione della libertà di parola, in violazione dei diritti di libertà di parola sanciti dal Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Non è un eufemismo affermare che l'argomento e l'identità degli imputati rendono questo caso uno dei più importanti mai trattati nella storia degli Stati Uniti.
Si pensava che i media si sarebbero occupati di questo caso. O forse chi di noi è sensibile al "silenzio" (o peggio) con cui viene accolto tutto ciò che è contrario alla narrazione del governo, non sarebbe poi così sorpreso.
In quell'articolo abbiamo riferito di un'udienza preliminare in corso in cui gli avvocati dei querelanti chiedono un'ingiunzione per fermare le attività del complesso censorio-industriale del governo mentre il caso sostanziale viene giudicato, sulla base del fatto che (1) è probabile che vincano al processo e (2) il danno è in corso in attesa del giudizio finale.
Siamo lieti di comunicare che la decisione del giudice distrettuale Terry Doughty è stata pubblicata e rappresenta un duro colpo per il governo statunitense e per i suoi tentativi di censurare le informazioni disponibili al pubblico americano.
In sostanza, il governo (comprese tutte le agenzie e gli individui nominati) non può più continuare a svolgere le attività con cui controllava la diffusione delle informazioni attraverso i social media per presentare la sua versione altamente distorta della verità al popolo americano e, per estensione, al mondo intero.
Il ragionamento completo del giudice è riportato nella sentenza. Si tratta di 155 pagine, ma vale la pena di investire un po' di tempo nella lettura, poiché contiene alcune considerazioni che (si spera) saranno ripetute molte volte in casi futuri o in manuali di diritto.
Il giudice dà il via alla discussione con una delle citazioni più famose mai pronunciate, attribuita a Voltaire:
Posso disapprovare ciò che dici, ma difenderei fino alla morte il tuo diritto di dirlo".
Il resto della sentenza è uno smascheramento del complesso censorio-industriale del governo.
Le nostre citazioni preferite sono:
le prove prodotte finora descrivono uno scenario quasi distopico. Durante la pandemia COVID-19, un periodo forse meglio caratterizzato da dubbi e incertezze diffuse, il governo degli Stati Uniti sembra aver assunto un ruolo simile a un orwelliano "Ministero della Verità".
E
Il problema di etichettare alcune discussioni sul trattamento COVID-19 come "disinformazione sanitaria" è che gli Imputati del Surgeon General hanno soppresso opinioni alternative a quelle promosse dal governo.
Uno degli scopi della libertà di parola è quello di consentire la discussione su vari argomenti in modo che il pubblico possa prendere decisioni informate. Le informazioni sanitarie sono state soppresse e il punto di vista del governo sul trattamento corretto per la COVID-19 è stato etichettato come "la verità".
Sono stati soppressi i pareri discordanti sul funzionamento del vaccino COVID-19, sulla sicurezza dell'assunzione del vaccino COVID-19, sulla necessità di imporre maschere, sulla chiusura di scuole e aziende, sulla necessità di imporre vaccini e su molti altri argomenti.
Senza un dibattito libero su questi temi, ogni persona non è in grado di decidere da sola quale sia la decisione giusta per la propria salute. Ogni cittadino degli Stati Uniti ha il diritto di decidere da solo cosa è vero e cosa è falso. Il governo e/o l'OSG non hanno il diritto di determinare la verità".
Come prevedibile, gli imputati stanno facendo appello alla decisione, chiaramente terrorizzati dalla prospettiva di dover cessare le loro attività.
Altrettanto prevedibilmente, giganti dei media come il New York Times, che hanno svolto un ruolo di primo piano nel complesso censorio-industriale, hanno dipinto la decisione come una decisione che "potrebbe limitare gli sforzi per combattere la disinformazione", apparentemente ignari della complessità di definire ciò che è o non è "disinformazione", e del potere egemonico che diventa pericolosamente acquisito da coloro che effettivamente prendono tali decisioni.
La sentenza, molto severa, può essere letta qui: https://storage.courtlistener.com/recap/gov.uscourts.lawd.189520/gov.uscourts.lawd.189520.301.0_1.pdf
giovedì 13 luglio 2023
Amici! Ho la fastidiosa sensazione che ci stiano fregando!
Ho come l'impressione che gli Stati Uniti (insieme alla Cina) ci stiano fregando. La lettura, oggi, di questo articolo sull'Antidiplomatico mi ha preoccupato un bel po'. E' vero, l'Antidiplomatico è un giornale schierato, però l'articolo, la cui lettura consiglio a tutti, mi sembra obiettivo e, soprattutto, con dati reali a sostegno. E, tra i dati, questo da fonte Eurostat che riguarda il deficit commerciale europeo, di cui nessuno ci ha mai parlato se non a livello generico, mi sembra veramente sconvolgente.
L'articolo
Il crepuscolo economico della Germania (e dell’Europa)
Secondo uno studio realizzato dall’autorevole Institut der Deutschen Wirtschaft (Iw) sulla base dei dati forniti dall’Ocse, la Germania ha effettuato nell’arco del 2022 investimenti diretti esteri per un ammontare di 135 miliardi di euro, ed è stata destinataria entro il medesimo arco temporale di un afflusso di capitali stranieri pari ad appena 10,5 miliardi. Un saldo negativo colossale, puntualmente certificato dalla caduta del Business Climate Index (passato da quota 91,5 a maggio a 88,5 a giugno) e addebitato dagli autori del rapporto in primo luogo a fattori quali demografia declinante, rete infrastrutturale logora e obsoleta, burocrazia opprimente e farraginosa e struttura fiscale fortemente penalizzante per le aziende.
Anche il costo del lavoro la carenza di manodopera qualificata hanno giocato un ruolo, come si evince da un recente sondaggio secondo cui il 76% delle piccole e medie imprese interpellate poneva proprio i due elementi in oggetto in cima alla classifica delle disfunzionalità che attanagliano il Paese.
Il contributo di gran lunga maggiore alla caduta della competitività tedesca, menzionato quasi en passant dall’IW, va tuttavia ascritto al drastico incremento dei costi dell’energia, imputabile a sua volta a una lunga serie di giganteschi errori strategici compiuti dall’apparato dirigenziale di Berlino nel corso degli anni. L’accelerazione del processo di decarbonizzazione associata e la disattivazione delle ultime centrali nucleari rimaste in funzione hanno rafforzato la dipendenza dell’economia tedesca dalle fonti energetiche rimanenti, costituite soprattutto da gas e rinnovabili. I rendimenti insufficienti garantiti da queste ultime hanno obbligato la Germania a fare crescente affidamento sugli approvvigionamenti di metano che giungevano dalla Russia, sia direttamente tramite il gasdotto Nord Stream-1, sia attraverso la conduttura transitante per l’Ucraina, la Slovacchia e la Repubblica Ceca. Nel 2021, la Russia ha coperto con le proprie forniture circa un terzo del fabbisogno tedesco.
Senonché, il graduale passaggio dell’Unione Europea al mercato spot imperniato sulla Borsa di Amsterdam a scapito dei vecchi contratti di fornitura a lungo termine ha aperto il varco alla speculazione, a cui va addebitata la responsabilità principale per i drastici rincari del prezzo del gas naturale verificatisi a partire dall’estate del 2021. La situazione è poi degenerata con le dinamiche innescate dal conflitto russo-ucraino, che hanno portato Berlino a razionare quantomeno formalmente le importazioni di energia dalla Russia attraverso il “congelamento” del gasdotto Nord Stream-2 – poi messo “provvidenzialmente” fuori uso assieme al Nord Stream-1 nell’ambito di un’operazione di sabotaggio che secondo il celebre giornalista investigativo Seymour Hersh sarebbe stata organizzata ed eseguita dagli Usa con la collaborazione della Norvegia – e la ricerca di fonti di approvvigionamento alternative. A partire dal Gas Naturale Liquefatto (Gnl) di provenienza qatariota e, soprattutto, statunitense, venduto a prezzi enormemente superiori a quelli applicati da Mosca. All’aumento dei costi legato al cambio dei fornitori è andato ben presto a sommarsi quello relativo alla costruzione degli impianti di rigassificazione, necessari a riportare allo stato gassoso il metano liquefatto trasportato dalle navi-cisterna in arrivo dagli Stati Uniti, in vista della sua immissione nella rete nazionale. La previsione di spesa per la realizzazione dei rigassificatori iscritta nel bilancio tedesco per il 2022 era ammontava a 2,94 miliardi di euro, ma il ministro dell’Economia Robert Habeck ha ammesso lo scorso novembre che la realizzazione dei terminali avrebbe richiesto non meno di 6,56 miliardi. Più recentemente, lo stesso Habeck ha dichiarato che la Germania potrebbe vedersi costretta a ridurre anche drasticamente la propria capacità industriale qualora il flusso di gas in arrivo tramite la conduttura transitante per l’Ucraina dovesse interrompersi o per il mancato rinnovo del relativo accordo da parte di Mosca e Kiev, o per una manovra deliberata di Gazprom che ha minacciato di ridurre considerevolmente le forniture attraverso il gasdotto.
Qualora la tubatura dovesse realmente cessare di trasportare gas russo, per la Germania prenderebbe istantaneamente forma uno scenario da incubo, che tende in verità già a delinearsi a causa delle crescenti difficoltà in cui vanno imbattendosi le industrie tedesche ad alta intensità energetica.
Con tutte le prevedibili conseguenze del caso. Basf, la più grande azienda chimica del mondo, ha annunciato un “ridimensionamento permanente” della propria presenza in Europa dovuto proprio agli alti costi energetici, subito dopo aver inaugurato la prima parte di un suo nuovo impianto di ingegneria da 10 miliardi di euro in Cina ed effettuato un corposo investimento per il potenziamento del complesso industriale di Chattanooga, in Tennessee. Bayer, colosso farmaceutico di Leverkusen, ha annunciato un piano di investimenti incentrato su Cina e Stati Uniti, dove agli incentivi derivanti dal minor costo dell’energia vanno a sovrapporsi quelli – sussidi pubblici e sconti fiscali – previsti dall’Inflation Reduction Act. Volkswagen si è mossa nella stessa direzione, recedendo dall’intento dichiarato di costruire un complesso per la realizzazione di auto elettriche in Germania in favore di nuovi impianti in Cina. La Bmw, dal canto suo, ha sviscerato i dettagli di un programma industriale implicante la costruzione di una mega-fabbrica deputata alla produzione di batterie per auto elettriche nella provincia di Liaoning. Mercedes-Benz ha compiuto manovre sostanzialmente analoghe, così come decine e decine di piccole e medie imprese dell’indotto automobilistico. Secondo un sondaggio riportato dall’«Economist», circa un terzo delle Mittelstand sta valutando l’opportunità di trasferire produzione e posti di lavoro all’estero. Si aggiungano un calo tendenziale della produzione industriale e una situazione altalenante per quanto concerne gli ordinativi industriali destinata con ogni probabilità ad assumere caratteri strutturalmente negativi, in virtù del fatto che, osservano gli specialisti dell’Iw, «il modello di esportazione tedesco non funziona più come un tempo di fronte al crescente protezionismo». Nonché alla sostanziale perdita di competitività internazionale dell’industria tedesca, a partire proprio da quella automobilistica per la quale le difficoltà legate agli alti costi dell’energia vanno a sommarsi a quelle generate da una transizione alla trazione elettrica rivelatasi molto più travagliata e complessa del previsto e dall’ascesa di concorrenti decisamente agguerriti come la Cina. Secondo l’istituto con sede a Colonia, il crollo delle esportazioni dell’industria automobilistica tedesca verso la Repubblica Popolare Cinese – -26% su base annua nel primo trimestre del 2023 – potrebbe rappresentare il punto d’origine di una nuova tendenza di lungo termine caratterizzata dal deterioramento del commercio bilaterale concausato dalla rapida affermazione della Cina nel comparto dei veicoli elettrici.
Questi chiari, inequivocabili segnali di deindustrializzazione vanno per di più a coniugarsi con una lunga catena di fallimenti aziendali, i cui singoli anelli sono costituiti da società storiche di tutto rispetto quali la Eisenwerk Erla (siderurgia), Fleischerei Röhrs (macelleria), Weck GmbH & Co. (industria del vetro), Klingel (servizi postali) e Hofer Spinnerei Neuhof (servizi postali).
Il risultato, a cui concorre anche l’afflusso massiccio di rifugiati – oltre un milione di persone – dall’Ucraina, è un incremento sensibile del tasso di disoccupazione, registrato su base annua in tutti e 16 i Land tedeschi, assieme a un calo della spesa alimentare delle famiglie tedesche e a un incremento alquanto rilevante degli indici di gradimento da parte del partito radicale Alternative für Deutschland (Afd).
Agli occhi degli studiosi dell’Iw, la situazione appare talmente critica da indurli a parlare di «inizio della deindustrializzazione» della Germania e dell’Unione Europea nel suo complesso. Per la quale il crollo dell’export si combina all’incremento delle spese per il pagamento degli onerosissimi approvvigionamenti energetici statunitensi, il sovvenzionamento dell’energia ad imprese e famiglie e la ricostituzione dei depositi di armi svuotati dalle consegne a fondo perduto all’Ucraina, da realizzare in larghissima parte mediante l’acquisto di sistemi d’arma fabbricati dal “complesso militar-industriale” Usa. I quali, come contropartita, sembrano orientati a concedere alla società tedesca Rheinmetall il placet per la produzione di componenti degli F-35 presso un nuovo stabilimento da oltre 400 dipendenti che dovrebbe sorgere nelle vicinanze dell’aeroporto di Weeze, nel distretto di Kleve. Un esempio lampante dei tanti “scambi ineguali” di respiro transatlantico a cui nel corso degli ultimi tempi l’Unione Europea va piegandosi sempre più spesso. Al punto da indurre un think-tank “insospettabile” come l’European Council on Foreign Relations a parlare di “arte (europea) del vassallaggio” e di “americanizzazione dell’Europa”, chiamata da Washington non sono a recidere la vitale arteria energetica con la Russia, ma anche a «sostenere la politica industriale degli Stati Uniti e contribuire a garantire il dominio tecnologico americano nei confronti della Cina […] circoscrivendo le relazioni economiche con la Repubblica Popolare Cinese in base alle limitazioni imposte dagli Usa».
Il deficit commerciale di dimensioni stratosferiche, pari alla cifra record di 432 miliardi di euro, registrato dall’Unione Europea nel 2022 scaturisce in parte tutt’altro che irrilevante dal declassamento del “vecchio continente” a un ruolo meramente ancillare rispetto agli Usa e alle loro strategie, e rischia per le medesime ragioni di cristallizzarsi fino ad assumere un carattere strutturale. Con il risultato di comprimere il tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro, falcidiando il potere d’acquisto dei lavoratori europei e costringendo i governi a ulteriori tagli della spesa pubblica. Ad adottare cioè programmi modellati sul calco di quello messo a punto di recente dall’esecutivo guidato da Olaf Scholz, comprensivo di una drastica riduzione dei fondi verso tutti i settori ad esclusione di quello militare. Una manovra di bilancio bollata dall’economista Marcel Fratzscher come «economicamente imprudente, anti-sociale e strategicamente controproducente», ma resa in una certa misura necessaria dalla situazione finanziariamente critica in cui versa la Germania. Lo si evince in maniera lampante dalle dichiarazioni rese lo scorso giugno dal ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner al quotidiano «Die Welt», secondo cui il Paese non si trova nelle condizioni che di stanziare contributi aggiuntivi al bilancio dell’Unione Europea. Anche perché potrebbe essere costretto ad organizzare un’operazione di salvataggio della Bundesbank, lo storico guardiano dell’ortodossia ordoliberale su cui gravano perdite pari ad oltre 650 miliardi di euro connesse al deprezzamento dei titoli di Stato in proprio possesso, verificatosi per effetto del rialzo progressivo dei tassi di interesse ad opera della Banca Centrale Europea – un fenomeno speculare a quello che ha portato First Republic Bank, Silicon Valley Bank ed altri istituti di credito statunitensi alla bancarotta.
Per la “locomotiva europea”, e a ricasco per l’intera “periferia fordista” di scala transnazionale saldamente integrata nella catena del valore tedesca, si prospettano tempi piuttosto cupi.
mercoledì 12 luglio 2023
Ora il sole fa male ai bambini!
Attenzione! Il video presenta contenuti che possono turbare gli impressionabili!
lunedì 10 luglio 2023
Sintetico, ma estremamente chiaro!
sabato 8 luglio 2023
Sull'informazione giornalistica.
Ritorno sul post di ieri (le bombe a grappolo fornite dagli Usa) per riflettere su come, oggi, i giornali hanno riportato la notizia.
Ribadisco che io la considero una notizia che, senza alcuna incertezza, mostra che non c’è superiorità morale di alcuna delle parti in causa, che la guerra, qualsiasi guerra, è orrore e morte e che in definitiva a nessuno importa qualcosa delle morti di civili inevitabili in qualsiasi conflitto che vengono utilizzate unicamente a fini propagandistici.
I giornali italiani, fedeli alla narrazione che c’è un diavolo (Putin) e un santo (Zelensky) che deve essere perciò aiutato dagli apostoli del bene (USA ibn primis) così riportano la notizia.
Repubblica: 14ma pagina senza alcun commento
Corriere: 18ma pagina, anche qui senza alcun commento
Stampa: finestra in prima pagina con rimando alla 24ma. Il titolo scelto è comunque “Resistenza ucraina, 500 giorni sotto le bombe”
Confesso che questo tipo di narrazione mediatica mi ricorda quella che abbiamo sperimentato nel recentissimo passato e che riconosco, per esperienza personale con tanti miei amici e conoscenti, essere stata molto efficiente rispetto ai risultati ottenuti.
1984 non è un romanzo, bensì reportage giornalistico!😀
mercoledì 5 luglio 2023
Che qualcuno li fermi finchè siamo ancora in tempo!
martedì 4 luglio 2023
Non lo sapevo!
SEOUL, 4 luglio (Reuters) - La Corea del Nord sembra aver alleggerito il severo obbligo di indossare la maschera COVID-19, secondo quanto riportato dai media questa settimana, dopo che le agenzie di stampa statali hanno mostrato molte persone senza maschera.
Il Paese isolato ha mantenuto i blocchi alle frontiere e altre misure anti-COVID molto tempo dopo che la maggior parte delle altre nazioni ha abbandonato tali restrizioni.
La televisione di Stato e i giornali nordcoreani non hanno fatto alcun annuncio ufficiale, ma hanno mostrato folle di persone nei teatri e in altri luoghi senza maschere.
Secondo gli analisti di NK News, un sito di monitoraggio della Corea del Nord con sede a Seoul, si è trattato di un "netto cambiamento" rispetto alla copertura giornalistica di settembre.
I residenti, le fabbriche e i gruppi sociali sono stati informati che il mandato è stato revocato a partire dal 1° luglio, ha dichiarato lunedì Radio Free Asia (RFA), con sede negli Stati Uniti, citando fonti non citate.
Il rapporto affermava che le autorità avevano alleggerito il mandato perché l'uso di maschere usate e il controllo rigoroso delle stesse avevano portato alla diffusione di infezioni alla pelle e agli occhi.
Lo scorso agosto, l'agenzia di stampa statale nordcoreana KCNA aveva dichiarato che Pyongyang aveva abbandonato l'obbligo di indossare maschere facciali insieme ad altre regole di allontanamento sociale, in seguito alla vittoria del leader Kim Jong Un sulla COVID-19.
Ma un mese dopo l'annuncio, le autorità hanno ordinato ai cittadini di indossare nuovamente le mascherine in pubblico, citando l'influenza e le malattie infettive che possono manifestarsi durante l'autunno e l'inverno, ma senza specificare la COVID-19.
L'agenzia di spionaggio della Corea del Sud ha dichiarato che i disertori che sono fuggiti dalla Corea del Nord a maggio hanno deciso di farlo a causa dei rigidi controlli COVID-19 del Paese.
I rigidi controlli sul coronavirus della Corea del Nord sono stati criticati anche da un rapporto delle Nazioni Unite dello scorso anno, in quanto peggiorano le violazioni dei diritti umani.
lunedì 3 luglio 2023
Siamo proprio sicuri che il lockdown prima e la guerra poi siano state decisioni intelligenti?
Forse non siamo messi così bene come ci raccontano!
L'INDUSTRIA MANIFATTURIERA
ITALIANA SUBISCE LA PIÙ FORTE CONTRAZIONE DOPO I BLOCCHI COVID –
PMI
ROMA, 3 luglio (Reuters) - Il settore manifatturiero italiano ha subito a giugno la contrazione più forte degli ultimi tre anni, come risulta da un'indagine condotta lunedì, segnalando una recessione in vista, a meno che i servizi di supporto non riescano a sostenere la terza economia della zona euro.
L'indice HCOB Global Purchasing Managers' Index (PMI) per il settore manifatturiero italiano si è attestato a 43,8, in calo rispetto ai 45,9 di maggio e ben al di sotto della soglia dei 50 che separa la crescita dalla contrazione, per il terzo mese consecutivo.
"La recessione dell'industria italiana... sembra aggravarsi", ha dichiarato Tariq Kamal Chaudhry, economista di HCOB.
La lettura ha mancato la previsione mediana di 45,4 in un sondaggio Reuters tra gli analisti ed è stata la più bassa dall'aprile 2020, quando l'industria italiana fu bloccata dalle serrate al culmine della prima ondata della pandemia COVID-19.
Il sottoindice della produzione manifatturiera è crollato a 42,7 da 46,4 di maggio, mentre l'indicatore dei nuovi ordini è sceso a 40,1 da 44,3.
L'economia italiana ha dato segnali estremamente contrastanti negli ultimi mesi, con l'industria e soprattutto il settore manifatturiero in forte difficoltà, ma con i servizi e l'occupazione in crescita grazie al boom degli arrivi turistici.
Secondo il sondaggio di Reuters, i dati dei settori PMI, che saranno pubblicati mercoledì, dovrebbero mostrare un rallentamento del settore a giugno, pur registrando ancora una certa crescita.
La produzione industriale è crollata dell'1,9% ad aprile rispetto al mese precedente, il quarto calo mensile consecutivo, secondo i dati dell'ufficio statistico nazionale ISTAT del mese scorso.
Il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,6% nel primo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, recuperando il calo dello 0,1% registrato alla fine del 2022.
Il governo prevede ufficialmente una crescita del PIL dell'1,0% quest'anno, in rallentamento rispetto al tasso del 3,7% dello scorso anno.
domenica 2 luglio 2023
Sulla catastrofe climatica!
La produzione e la conservazione dei vaccini.
E se gli effetti avversi legati ai vaccini anticovid, oltre che al meccanismo di azione in sé, fossero correlati anche alla qualità della produzione e della conservazione dei vaccini? Ricordate quando arrivarono i primi vaccini in un furgone speciale scortato dai carabinieri perché, rammento a tutti, devono essere conservati a temperature molto basse (-60/-90 gradi), anche se poi EMA, successivamente, permise la conservazione in frigorifero normale per un massimo di 30 giorni?
Questo articolo ci mostra come, in Danimarca, la segnalazione di effetti avversi varii in maniera drammatica a seconda del lotto impiegato del vaccino.
Leggere la frase: ”sono stati segnalati due casi di miocardite in due giovani maschi dopo aver ricevuto il vaccino mRNA-1273 COVID-19 (Moderna) dallo stesso lotto di vaccino nello stesso giorno” fa sorgere interrogativi importanti.
Se così fosse le responsabilità degli eventuali effetti avversi si estenderebbero anche a chi i vaccini li distribuisce e li inietta, oltre che a chi li ha prodotti e a chi li autorizzati e consigliati per categorie di età che non ne avevano necessità.
Stralci dell'articolo in questione:
La vaccinazione è stata ampiamente implementata per mitigare la Covid-19 e all'11 novembre 2022 erano state somministrate 701 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, collegate a 971.021 segnalazioni di sospetti effetti avversi (SAE) nell'Unione Europea. Le fiale di vaccino con le singole dosi sono fornite in lotti con un rigoroso controllo di qualità per garantire l'uniformità del lotto e della dose. Non sono stati riportati dati clinici sui singoli lotti di vaccino e la variazione dipendente dal lotto nell'efficacia clinica e nella sicurezza dei vaccini autorizzati sembra essere altamente improbabile. Tuttavia, anche in considerazione dell'autorizzazione all'uso di emergenza e della rapida implementazione di programmi di vaccinazione su larga scala, la possibilità di variazioni lotto-dipendenti appare degna di essere indagata. Abbiamo quindi esaminato i tassi di SAE tra i diversi lotti di vaccino BNT162b2 somministrati in Danimarca (popolazione 5,8 milioni) dal 27 dicembre 2020 all'11 gennaio 2022. I dati relativi a tutti i casi di SAE con le corrispondenti etichette dei lotti di vaccino segnalati all'Agenzia Medica Danese (DKMA) e classificati dalla DKMA in base alla gravità del SAE, e il numero di dosi di BNT162b2 nei singoli lotti di vaccino registrati dall'Istituto Danese del Siero, rispettivamente, sono disponibili pubblicamente e sono stati recuperati su richiesta
…....
I SAE sono stati contati a livello di lotto collegando i singoli SAE all'etichetta del lotto della dose di BNT162b che il soggetto aveva ricevuto. Il numero totale di SAE associati a ciascun lotto è stato diviso per il numero di dosi del lotto per ottenere il tasso di SAE per 1000 dosi.
……
In ogni persona, i singoli SAE sono stati associati a dosi di vaccino provenienti da 1,531 ± 0,004 lotti, per un totale di 66.587 SAE distribuiti tra i 52 lotti.
……
Inaspettatamente, i tassi di SAEs per 1000 dosi variavano notevolmente tra i lotti di vaccino.
…..
Sono state individuate tre linee di tendenza predominanti, con tassi di SAE sensibilmente più bassi nei lotti di vaccino più grandi e un'ulteriore eterogeneità dipendente dal lotto nella distribuzione della gravità degli SAE tra i lotti che rappresentano le tre linee di tendenza.
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La variazione osservata nei tassi di SAE e nella gravità tra i lotti del vaccino BTN162b2 in questo studio su scala nazionale è in contrasto con il tasso e la distribuzione omogenea di SAE previsti tra i lotti. In Danimarca e in altri Paesi dell'UE/SEE, la qualità dei vaccini è monitorata secondo le linee guida OCABR (Official Control Authority Batch Release) e, a nostra conoscenza, potenziali differenze nella sicurezza clinica o nell'efficacia dei lotti del vaccino BNT162b2 non sono state segnalate in precedenza, ad esempio in studi di pre-autorizzazione e in successivi studi basati sulla popolazione. Tali effetti possono essere più facili da rilevare in Paesi piccoli come la Danimarca, dove i vaccini BNT162b2 durante il periodo di studio sono stati generalmente forniti in diversi lotti più piccoli. Inoltre, il monitoraggio normativo e l'interesse scientifico per la sicurezza del vaccino COVID-19 si sono concentrati principalmente sugli eventi avversi gravi, ad esempio la miocardite. In ogni caso, l'identificazione di tali effetti richiede evidentemente che gli eventi avversi osservati siano collegati alle etichette e alle dimensioni dei singoli lotti (numeri di dose). In precedenza, è stato dimostrato che le variazioni nella produzione (crescita colturale) del vaccino Bacille Calmette-Guérin influenzano importanti effetti immunologici di questo vaccino, e sono stati segnalati due casi di miocardite in due giovani maschi dopo aver ricevuto il vaccino mRNA-1273 COVID-19 (Moderna) dallo stesso lotto di vaccino nello stesso giorno. In effetti, le variazioni (da lotto a lotto, da fiala a fiala e persino da dose a dose) nei vaccini possono verificarsi a causa di variabilità e violazioni delle pratiche, ad esempio nella produzione del vaccino, nella conservazione, nel trasporto, nella manipolazione clinica e negli aspetti di controllo; nel 2021, tre lotti del vaccino mRNA1273, per un totale di oltre 1,6 milioni di dosi, sono stati richiamati in Giappone dopo che 39 fiale del vaccino sono risultate contenere materiali estranei. Dati trapelati e contestati hanno anche suggerito che alcuni primi lotti commerciali del vaccino BNT162b2 contenevano livelli di mRNA intatto inferiori al previsto.
Ai primi sintomi fatevi subito il tampone!
Attenzione! In questo post uso la provocazione e l’ironia. E’ una precisazione che ho imparato essere necessaria in social come FB. Veniam...
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E' inutile, non ce la fanno proprio! La "missione" del giornalismo è ormai diventata quella di terrorizzare i propri lettori...
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Stupisce anche voi leggere articoli di questo tenore dopo tutto quello che ci hanno propinato e continuano a farlo? Ben vengano comunque!...
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Chissà quando la ragionevolezza anche da noi detterà le scelte sanitarie!? Comunicato dell'altro ieri del Ministero della Salute danes...